Capitolo XXIX

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TW: LINGUAGGIO SCURRILE

It's all so incredibly Loud - Glass Animals

22 Ottobre 1973

«Levati dalle cazzo di palle!» urlò Gideon ad un povero primino che ebbe la sfortuna di passargli davanti sulle scale per i dormitori, gli occhi infossati e incazzati, lo terrorizzò così tanto che si mise a piangere. Gideon alzò gli occhi al cielo sbuffando, seriamente? Stava piangendo? Non aveva tempo per quelle cazzate! Salì gli scalini a due a due cercando di ricordarsi il numero di stanza di Sirius, bussò a quello che gli sembrava più giusto e un Frank Paciock molto confuso gli aprì con solo un asciugamano intorno alla vita.
Un altro giorno avrebbe notato quanto gli stessero facendo bene gli allenamenti, magari ci avrebbe flirtato per divertimento, invece quasi gli ringhiò contro come se fosse colpa sua se non era la stanza giusta. «Dove sta Sirius??»

Frank indugiò qualche secondo prima di rispondere, quasi avesse paura per la sorte di Sirius, poi, guardando l'espressione di Gideon, capì che sarebbe stato meglio preoccuparsi per la propria «Qui accanto.» disse indicando la stanza a sinistra. Gideon non si perse in convenevoli, corse alla porta di Sirius e iniziò a bussare come un pazzo. Sirius si prese i suoi tempi per aprire, come se l'incessante bussare non fosse motivo di fretta.

«Gideon!» disse senza permettersi di sfiorarlo, sapeva quanto lo odiasse «Qual buon vento ti porta?» Gideon entrò dentro la stanza senza troppi complimenti, si sedette sul letto di Sirius e si grattò una guancia pensieroso. Sirius lo seguì poco dopo, i movimenti sempre così fluidi ed eccitanti.

«Devi distrarmi, quindi non provare ad essere noioso.»

«Non sono mai noioso...» mormorò Sirius indispettito, poi se la fece passare «Cosa diavolo è successo?»

«Fabian...» Gideon sbuffò infastidito «quel coglione continua a portarsi ovunque Evan Rosier e io voglio ammazz-

«EVAN ROSIER?!» urlò drammatico Sirius. Ah già, lui non lo sapeva «Cosa cazzo ci fa Evan Rosier nella nostra scuola?!» Gideon sbuffò non volendo assolutamente parlare di lui. Era da un fottuto giorno in quella scuola e tutti, tutti cazzo, parlavano già di lui. Girava persino voce che i Serpeverde gli avessero offerto di diventare capitano della squadra di Quidditch, quel coglione viziato.

«Ti ho specificatamente chiesto di distrarmi, quindi potresti sforzarti e distrarmi?» ringhiò il rosso brusco e Sirius si ammutolì, odiava essere trattato in quel modo, ma non lo dette a vedere per non irritare ancora di più Gideon e ritrovarsi morto in qualche vicolo.
Sirius si chiese come potesse distrarlo, cosa potesse fare lui che chiunque altro non avrebbe saputo fare.
Si sentì un po' rincuorato dal fatto che Gideon fosse andato da lui, magari non lo dimostrava ma solo il fatto che fosse lì fece capire a Sirius che Gideon lo rispettava, forse gli voleva bene.

«Cosa posso fare per lei, signore?» chiese con un tono sprezzante e giocoso, per niente velato o dolce. Gideon sentì una scossa di novità che gli vibrò nelle mani. Non riuscì a trattenersi dal portarne una al collo bianco di Sirius, una vena esposta pulsava sotto il suo tocco. Il ragazzo più piccolo si mise subito sull'attenti davanti a quella mano, cercando sia di scostarsi che di andarci contro.

«Potresti restituirmi il favore... ti ricordi?» Sirius si morse indecentemente il labbro mentre le guance si imporporavano, si ricordava? Certo che si ricordava. Scivolò un po' con le mani sulle lenzuola mettendo in mostra il petto e la mandibola, deglutì facendo scendere il pomo d'Adamo improvvisamente a corto di saliva, Gideon si chiese se lo facesse apposta o se fosse veramente così attraente naturalmente.

«Non so di cosa stai parlando...» mormorò con un sorrisetto stupido e innocente, guardando il rosso dalla testa ai piedi. Gideon si trovò a mettersi a cavalcioni su Sirius senza nemmeno accorgersene.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora