Capitolo LII

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TW: VIOLENZA SU MINORI

I Exist I Exist I Exist - Flatsound

2 Gennaio 1975

Sirius aveva provato in tutti i modi a rimanere a scuola per Natale.
Era andato persino a pregare Silente affinché scrivesse ai suoi genitori.
Aveva anche scritto una bozza di lettera in cui diceva chiaramente di essere morto in un tragico incidente, che non era stata inviata solo perché Remus l'aveva intercettata prima.

«Lo sai che puoi venire da me quando vuoi...» gli aveva detto quella sera Remus baciandogli una tempia mentre strappava la lettera. Sirius aveva dovuto declinare l'offerta sapendo già che i genitori sarebbero andati a prenderlo persino in Galles a casa di Remus per trascinarlo via con loro.

Quindi ora si trovava a Grimmauld Place, odiando ogni secondo della sua vita e rimuginando su ogni scelta che lo aveva portato ad essere lì in quel momento, come, per esempio, nascere.

«Signorino Black, è pronto!» urlò Kreacher da dietro la porta con un tono fintamente servile.
Sirius sbuffò. Lo avrebbe picchiato quell'elfo, era la prova vivente che i suoi genitori lo odiassero completamente e, inoltre, era pure un grande amico di Regulus.

«Arrivo!» disse lui cercando di aggiustarsi le vesti da mago, in un minimo tentativo di non litigare durante la cena.

Uscì dalla camera quasi subito a differenza delle altre sere, dove aveva evitato di cenare, in una sorta di protesta contro i genitori, dopo che lo avevano costretto a non passare nemmeno un weekend a casa Potter. Ovviamente la protesta era finita con il padre che lo picchiava e Sirius che valutava il rapporto danni-benefici rendendosi conto che non ne valeva assolutamente la pena.

Si sedette alla lunga tavolata prima di chiunque altro e prese la bottiglia di vino nascondendola, in un disperato tentativo di tenere i genitori più sobri possibile, poi iniziò a mangiare appena uno degli elfi gli portò un piatto. Prima finiva meglio era.

«Vedo che il tuo stupido capriccio è finito...» esordì la madre prendendo una nuova bottiglia e sedendosi in fondo al tavolo, Sirius fremette sulla sedia e annuì sconfitto. Avrebbe voluto risponderle, urlare, non mangiare più, però ogni volta controbattere diventava sempre più difficile e il suo stupido e inestinguibile desiderio di compiacere i suoi genitori lo bloccava.

Poteva comportarsi bene per la settimana rimanente di vacanze, poi sarebbe tornato a scuola e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Doveva solo far passare quei cinque giorni. Un giorno dopo l'altro sarebbe stato segnato sul suo calendario e lui avrebbe ricominciato a respirare poco a poco. Bastava obedire per qualche giorno. Obedire.

Arrivarono quasi subito dopo sia Regulus che il padre e iniziarono a mangiare silenziosamente «Buon appetito.» mormorò Sirius con un nodo di ansia in gola, cercando ancora una volta di essere educato. Aveva un brutto livido sullo zigomo che gli faceva maledettamente male, ma si sforzò pure di aggiungere un sorriso tirato. Non si ricordava l'ultima cena con i suoi genitori che fosse finita bene.

I genitori non lo calcolarono più di tanto e si misero a parlare fra di loro, Regulus si estraniò velocemente dalla conversazione, invece Sirius cercò di seguire un minimo per carpire qualche informazione, visto che gli avevano bloccato il gufo dal recapitargli qualsiasi tipo di posta, compreso l'abbonamento alla Gazzetta che Remus lo aveva costretto a fare.

«... sicuramente farà male, ma non è il minimo?» disse la madre facendo svolazzare la sua coda stretta e scura. Orion annuì, come sempre silenzioso.

«Sono troppo piccoli per farlo, Walburga.» disse sorseggiando un po' di vino dopo un po', con quella voce profonda che né Sirius né Regulus avevano ereditato.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora