Capitolo XCVII

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Middle Of Somewhere - The Neighborhood

6 Maggio 1978

Peter correva nella foresta proibita. Non lo faceva dallo Scherzo, ma ora cambiava la sua forma da topo a uomo agilmente, naturalmente. L'aria sferzava le sue guance arrossate per la fatica, ma non era stanco. I suoi amici correvano con lui e la luna penetrava fra le foglie degli alberi. Correva, correva e correva. Chiuse gli occhi. Sirius era scomparso, ma Remus e James affiancavano ancora Peter, che non si preoccupò della dipartita improvvisa di Sirius. Chiuse gli occhi. Continuò a correre, libero come una civetta a mezzanotte.
«Remus!» urlò, ma senza dovergli dire niente, giusto per il gusto di chiamare il suo migliore amico «James!».
Nessuno rispose. Peter si girò improvvisamente per controllarli. Erano scomparsi.
La foresta era scomparsa.
Camminava su un terreno azzurro come acqua, ma terribilmente morbido. Peter appoggiò una mano sul pavimento, la accarezzò: era seta.
Seta color carta da zucchero.
Peter scattò in piedi, il cielo era una distesa bianca. Provò a correre, ma ad ogni passo i suoi piedi affondavano nel tessuto, fino ad inglobarlo fino ai fianchi come sabbie mobili. Peter respirava a fatica, non aveva abbastanza voce per parlare, figuriamoci di urlare. Il sudore colava dalla sua fronte, mentre il cuore batteva impazzito nelle sue orecchie. Stava affondando del tutto e non riusciva a muovere nemmeno il collo.
Improvvisamente la seta si spezzò, modificò la sua forma, facendo cadere il povero Peter in una ragnatela azzurrina, così appiccicosa da costringere il ragazzo a stare fermo anche senza essere legato. Non sapeva come, ma era sicuro di non essere solo, forse sentiva i filamenti sotto il suo corpo muoversi impercettibilmente. Spalancò gli occhi alla ricerca del ragno, sconvolto da quello che gli stava succedendo. Come era potuto finire in quella situazione? Il panico lo assalì, ma si calmò leggermente quando si rese conto di riuscire a muovere un po' le braccia, che subito iniziarono a strappare i filamenti che lo tenevano fermo. Ma più le mani veloci sembravano spezzarne, più ne ricrescevano. Gli occhi cercavano lestamente il ragno. Il respiro cercava, fallendo, di non affannarsi.
Finalmente Peter vide una figura nera in lontananza, che si districava dai filamenti, muovendosi nella sua direzione. Si aspettava che fosse un ragno, ma era una persona.
Evan Rosier lo raggiunse con tutta la tranquillità del mondo. Grondava catrame, ma non sembrava disturbarlo. Peter si divincolò disperato, senza nessun risultato.
Evan lo raggiunse, gli sporcò le tempie di catrame con le sue dita «Ricordati che tu sei mio, topolino...»

Peter strillò balzando giù dal letto «Cazzo!» si districò dalle coperte, che lo stavano trattenendo «Cazzo!».
Respirava a fatica. Si tolse la maglietta sudata e i pantaloni, rimanendo in mutande, sperando che una sorta di brezza lo aiutasse, ma ormai erano a Maggio e il caldo sembrava volerlo soffocare come i suoi sogni.
Che ore erano? Le cinque di mattina?
Si guardò intorno, cercando Evan Rosier, che ovviamente non era con lui. Ci impiegò qualche minuto a rendersi conto che non ci fosse nessun altro.
Sirius e Remus erano sicuramente nella loro casa, come sempre da un po'. James era con Lily, lo aveva avvisato la sera prima che non ci sarebbe stato.
Peter era solo. Seduto sul pavimento. Senza fiato. Senza amici.

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Remus non si era mai immaginato a comprare utensili per la sua casa, eppure era tutta la mattina che girava con il padre a comprare cavolate come le posate o le abat-jour per i comodini.

«Non dovresti essere a scuola?» chiese il padre, trascinando un carrello fra gli scaffali «Non hai da studiare per i M.A.G.O.?»

Remus alzò le spalle «Sto sfruttando il mio permesso per Hogsmeade...»

Lyall si arrestò improvvisamente, costringendo due signore dietro di lui ad improvvisare un autoscontro fra i loro carrelli «Remus, ti rendi conto che siamo nel Galles, vero?»

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora