Capitolo XC

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St Jude - Florence + The Machine

4 Gennaio 1978

«Sono guarito abbastanza bene, no?» chiese Remus fieramente, girandosi per far vedere tutte le cicatrici della battaglia di Erith ormai completamente sanate alla Medimaga. Sirius applaudì con qualche fischio, seduto su uno dei lettini vuoti.

Remus gli sorrise innamorato facendogli l'occhiolino. Entrambi erano rimasti bloccati a scuola per le vacanze di Natale, Remus per essere monitorato dalla Medimaga e Sirius per la malattia dei suoi genitori, ma nessuno dei due sembrava essere appesantito da quella costrizione. La scuola era diventato un grande covo d'amore per loro due, visto che erano rimasti praticamente solo loro due e James, che però era particolarmente scuro da quando aveva suggerito a Lily di andare a casa per le vacanze, assicurandole che avrebbe fatto lui tutto il lavoro necessario da Caposcuola, senza rendersi conto che questo lo avrebbe effettivamente portato ad avere cose noiose da sbrigare.

Remus si rese conto di star fissando Sirius. Ma come poteva non farlo? Lui era così bello, così magnetico... Ogni sguardo rubato era come una montagna russa per il suo cuore, ogni bacio uno scalino in meno per il paradiso. Avrebbe voluto creare un incantesimo per bloccare il tempo, per fermare ogni preoccupazione solo per studiare ogni respiro di Sirius, per prenderlo dai fianchi e ballare un lento con lui, appoggiando la fronte sulla sua spalla ed inalare il suo odore mischiato al fumo delle sue sigarette.
Lo avrebbe voluto proteggere da qualsiasi dolore, da qualsiasi preoccupazione, da qualsiasi torto che avrebbe subito nel futuro.

«Ho qualcosa in faccia?» chiese Sirius, guardandosi poi alle spalle per capire cosa stesse guardando Remus, che sorrise un po' di più.

«Sei sempre perfetto, amore.» rispose Remus con un bacio volante che fece alzare gli occhi al cielo alla medimaga, che decise semplicemente di lasciarli soli. «Ora fammi vestire così ti accompagno alla guferia, così invii quella lettera a Marlene, hmm?»

Sirius annuì sbadigliando. Era una mattina placida e soleggiata, per quanto fuori facesse sempre un freddo tremendo da sopportare, tanto che persino Remus, che non soffriva mai il freddo, doveva stringersi nelle sue braccia.

Sirius aspettò che Remus si vestì e poi gli dette un bacio veloce «Anche tu sei perfetto.» soffiò sulle sue labbra.

Remus arrossì dolcemente con una espressione imbarazzata, sentendo le farfalle nello stomaco come quando era alle prime armi con Sirius. «Andiamo?» chiese offrendo il braccio a Sirius, Sirius si mordicchiò una guancia trattenendo un sorriso felice.

«Si, mio cavaliere.» ridacchiò Sirius aggrappandosi al suo braccio, poi si incamminarono verso la guferia parlando di tutto e niente, senza pesare le loro parole, spensierati.

«Fra quanto torna Peter? Mi manca!» si lamentò Sirius all'ingresso della guferia, con un tono di voce che fece volare via qualche gufo spaventato. «James non fa altro che lagnarsi, non lo sopporto più!»

Remus negò con la testa, divertito «Guarda che sei tu quello che si lagna sempre!» Sirius non gli tirò uno scapellotto solo perché era impegnato a legare la sua lettera alla gamba di un gufo a caso. «Oddio guarda!» esclamò poi Remus indicando un gufo «Un gufo latteo*! Guarda le palpebre rosa!»

Sirius si irrigidì immediatamente «Portano morte quei gufi...»

Remus fece un gesto frivolo con la mano «Solo dicerie!»

Sirius fece un passo indietro «No, sono serio. Portano le lettere quando qualcuno è morto.»

Remus aggrottò le sopracciglia «Ah... mi dispiace per chi riceverà la lettera sulla sua zampa, allora!»

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora