Capitolo III

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Only The Brave - Louis Tomlinson

7 Gennaio 1972

James aveva sempre odiato Gennaio.
Quando aveva all'incirca sette anni, scrisse una lista di motivi sul perché detestasse tanto quel mese, fra i più importanti c'erano la fine di Natale, il tempo brutto e la gente triste. Nei quattro anni successivi aveva aggiunto i maglioni che pizzicano, il dover tornare a scuola e la fine della stagione invernale di Quidditch.

Però, nonostante tutto, James era tornato a Hogwarts con una buona sensazione, ovviamente smentita subito quando davanti ai binari del treno si era rovesciato addosso per sbaglio una valigia piena di caccabombe.
In più si era trovato nello scompartimento da solo con Peter Minus e Frank Paciock, che era fantastico ovviamente, ma James non riusciva a non chiedersi dove fossero finiti Sirius e Remus.
Non era strano che Remus sparisse per qualche giorno una volta ogni tanto: lui diceva che era per la madre malata e James ci credeva senza farsi troppe domande.
Invece era lievemente -per non dire esageratamente ad un livello quasi drammatico- preoccupato per Sirius. Fin dall'inizio dell'anno erano stati come pappa e ciccia, culo e camicia, pane e marmellata e tutte le cose che stanno bene insieme, e ormai James faceva fatica ad immaginare la sua vita scolastica senza Sirius.
Nel peggiore dei casi i genitori del ragazzo lo avevano mandato a studiare a Durmstrang -be' a dire il vero nel peggiore dei casi lo avevano ucciso, ma questo era solo un piccolo dettaglio- e James aveva bisogno di sapere se si fossero spinti a tanto.
Per questo, quando arrivarono ad Hogwarts, James andò velocemente a pranzare, per poi fiondarsi subito ai dormitori, senza aspettare nemmeno che si alzassero i prefetti.
Si sedette su una delle poltrone che di solito venivano occupate sempre da quelli del settimo e aspettò l'arrivo di qualcuno, non salì nemmeno nella sua camera per poggiare le valige.
Iniziarono a tornare alcuni ragazzi del settimo e del quinto, poi delle ragazze di terza.
Le uniche figure interessanti furono Marlene, Dorcas, Alice e Lily; tutte si fermarono a salutare James, a parte l'ultima: negli ultimi mesi tutto quello che poteva andare storto con quella ragazza era andato storto e ora Lily odiava James più di chiunque altro al mondo.

«Ehi Evans, belle vacanze?» chiese James un po' esitante, non sapeva mai cosa dire con lei intorno.

«Perfette Potter, non sai che meraviglia è stato stare un po' lontana da te!» Lily lo spiazzava. Quando James parlava con le persone era abituato a vederle pendere dalle sue labbra, non aveva idea cosa significasse sentirsi a disagio in mezzo ad una folla. Lily invece sembrava essere nata per rispondergli a tono e il ragazzo la detestava per questo. Ma James amava le sfide e in quel momento si ripromise che avrebbe fatto di tutto per starle simpatico.

«Capisco... in effetti sono molto da gestire, la mia bellezza deve stancarti molto... capisco che ti servisse una pausa...»

«Bah! Non mi serve una pausa dalla tua stupida bellezza!» Lily capì di aver messo le parole in modo sbagliato e subito cercò di dissuaderlo dall'errore: «L'unica cosa tua difficile da gestire è l'arroganza, brutto pallone gonfiato!»

«Sono un brutto pallone gonfiato, eh?» A quel punto James si alzò e si passò una mano fra i capelli in una mossa che sarebbe dovuta risultare seducente, ma che infastidì Lily ancora di più «E che fine ha fatto la mia stupida bellezza? Sono così bello che ti confondo le idee?»

«Non ti direi che sei bello nemmeno nei tuoi sogni più selvaggi!»

«Be' certo, nei miei sogni più selvaggi mica ci facciamo i complimenti! Insomma, siamo impegnati a fare altro...» James non si stupì quando la sua valigia prese fuoco.
Marlene e Dorcas la spensero subito con un aguamenti e poi ridacchiarono fra loro per l'assurdità dei loro riflessi: avevano passato gli ultimi tre mesi a sabotare i tentati omicidi di Lily. «Ok bella Evans, io vado in camera, raggiungimi se ti viene voglia di chiedermi scusa per questo odio immotivato.» Lily sussultò cercando di non scattare e picchiarlo. Lui invece si girò verso le altre ragazze e fece una parodia di un inchino « Signore...».

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora