I was me - Imagine Dragons
10 Aprile 1973
Remus non sentiva più il suo corpo a forza di essere trafitto dalle molle vecchie del materasso.
Si arrotolò più stretto la coperta ammuffita intorno al corpo e provò a chiudere gli occhi. Era un mese ormai che dormiva nella Stamberga Strillante e aveva raggiunto un livello di stanchezza così alto che ormai non aveva più nemmeno le forze per addormentarsi.Continuò a girarsi e rigirarsi per una buona mezz'ora, prima di convincersi ad alzarsi indolenzito e sedersi al vecchio pianoforte per suonare qualcosa. Non che sapesse suonare tanto, ma almeno poteva lasciare i suoi stupidi pensieri.
Provò a suonare l'Adagio di Benedetto Marcello come glielo aveva insegnato sua madre, ma si ritrovò a suonare una canzone più lenta e triste, ogni tasto che premeva era trattato come una piuma e le dita volavano leggermente sopra la tastiera quasi a ballare sulle note. Sfruttò fino all'ultimo suo granello di energia e lo buttò su quelle note, gli occhi si appannarono di lacrime senza un motivo preciso. A Sirius sarebbe piaciuto, probabilmente si sarebbe commosso e poi avrebbe detto "spostati che te lo suono meglio, novellino" come se nulla fosse, pensò Remus accennando un sorriso nel buio della stanza. Subito si pentì dei suoi stessi pensieri e si arrabbiò con sé stesso: non doveva più pensare ai suoi compagni di stanza, il periodo dei malandrini era finito per lui, aveva rovinato tutto con le sue stupide cicatrici.
Il vecchio Remus, quello che vedeva nel piano di non farsi amici la salvezza, sarebbe stato fiero di lui ora che era rimasto solo. Probabilmente anche una parte del nuovo Remus concordava, senza nessuno vicino non c'era bisogno di sforzarsi a nascondersi. Perché per Remus quello era l'unico modo per avere un'amicizia, giocare a nascondino fino a quando qualcuno non lo beccava, e cosa faceva quando da piccolo lo beccavano? Lui e la sua famiglia si trasferivano, senza lasciare tracce, non c'era mai stato un dopo, un essere beccato e convivere con questo, Remus semplicemente non lo conosceva.
Ma era pronto a rivivere un nuovo cambiamento radicale nella sua vita, ad abbandonare tutto e tutti come aveva sempre fatto? A lasciare i suoi amici, a lasciare Hogwarts?È davvero colpa mia? Si chiese dopo, chiudendo gli occhi per la rabbia, prese un respiro profondo «Non ho scelto io di essere un mostro...» mormorò al niente «Eppure tutti si comportano come se fosse così»
Gli salì un groppo in gola fatto di lacrime e frustrazione, fatto di ingiustizia e pregiudizio verso se stesso, perché se tutti odiavano i lupi mannari allora forse c'era un motivo. «Non è giusto».Tirò un colpo alla tastiera e poi si lasciò andare al silenzio ambiguo della stanza, si sentiva solo il fischio del vento gelido che entrava dagli spifferi delle pareti rovinate. Remus chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, gli tremavano le mani.
Provò a suonare qualcosa di veloce e complicato, come l'Estate di Vivaldi, i tasti erano un po' più duri rispetto ad un pianoforte normale e alcuni non suonavano bene. Fece le scale della canzone, una dopo l'altra sempre più veloce e la frustrazione e la rabbia invece di calmarsi aumentarono. Perché stava suonando un piano mangiato dai tarli, invece che dormire nel suo letto comodo? Perché doveva avere paura dei suoi stessi amici? Perché non poteva essere normale? Continuò a suonare più veloce, sempre più veloce. Era così spaventato che i suoi amici potessero capire la verità che si era nascosto come un codardo, uno stupido cane pulcioso che respingeva il padrone invece di ringraziarlo per il suo tempo, perché era questo lui per loro, no? Un poveraccio che per pietà era riuscito ad entrare nel loro gruppo.
Remus non pensava veramente quelle cose, ma era rimasto segnato dai loro volti sconvolti alla vista delle cicatrici, se si spaventavano per quelle cosa avrebbero detto se avessero scoperto la sua malattia? Lo avrebbero abbandonato terrorizzati, lo avrebbero smascherato davanti a tutti, il mostro di Hogwarts sarebbe stato cacciato una volta per tutte.
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The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & Malandrini
Fanfiction"Ed era il modo in cui guardava la luna, con rancore e malinconia, ma anche con un pizzico di rispetto, di rammarico del fatto che non avrebbe più potuto vederla completamente piena. Era il modo in cui ne era completamente ammaliato e sporgeva il pe...