Capitolo XXXIX

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Oh Klahoma - Jack Stauber

5 Gennaio 1974

Gideon rientrò un po' più tardi del solito. Teneva fra le labbra una sigaretta ormai quasi finita e molleggiava annoiato per il giardino di casa sua, non aveva particolarmente voglia di entrare.

«Telefonami!» gli aveva detto un ragazzo babbano con cui aveva passato il pomeriggio, consegnandogli un bigliettino con una sfilza di numeri che fecero venire mal di testa a Gideon. Lui aveva annuito senza sapere cosa significasse, magari gli avrebbe mandato un gufo più tardi. Si sistemò distratto il maglione bordeaux con la sua iniziale, pizzicava così tanto...

«Gideon!» Il ragazzo si girò tranquillamente verso la sorella, lei lo guardava dal basso con già un mestolo per colpirlo.

«Si?» chiese tranquillo buttando fuori più fumo possibile, sapeva che Molly odiava quando faceva così.

«Vai a prepararti!» gli ordinò lei con il suo solito fare da mamma. I suoi bambini dentro casa urlavano divertiti per qualcosa che aveva fatto Fabian, lui sapeva essere uno zio veramente bravo, Gideon invece... hmm, ecco, almeno aveva imparato a non farli piangere. «E smetti di sfilacciare i miei maglioni!» Aggiunse tirandogli una mestolata sulle mani che fece fare una smorfia di dolore a Gideon, quasi gli cadde la sigaretta.

«Ringrazia che li indosso i tuoi maglioni! Sembra che li hai cuciti con dei porcospini!» si sfogò il ragazzo indicando la grossa G sul suo petto.

«Allora ridammelo!» lo riprese lei «Li darò ai miei figli!»

Molly sapeva essere... argh! Gideon la amava troppo per farle notare che non era sua madre. Per protesta si sfilò il maglione rimanendo a petto nudo in mezzo alla neve sotto lo sguardo sconvolto di Molly. «Buona fortuna a fare due gemelli e chiamarli con G e F come iniziali!»

«Non ce ne sarà bisogno, Fabian ama i miei maglioni!» disse strappando il maglione dalle mani di quell'ingrato di Gideon, che se la rideva tranquillamente.

Fabian si affacciò alla porta «Mi dissocio da questa affermazione!» urlò prima che Charlie gli lanciasse contro un modellino di drago. Per fortuna era abituato a schivare i bolidi.
Non era abituato a schivare le occhiatacce della sorella però, Molly rientrò dandogli una leggera spallata che probabilmente gli ruppe almeno tre costole. «Entri?» chiese il ragazzo al fratello appena riuscì a recuperare l'aria che la sorella gli aveva tolto dai polmoni.

Gideon alzò le spalle mentre dava un altro paio di boccate alla sigaretta. Fabian uscì e gli poggiò la sua giacca sulle spalle per non farlo congelare definitivamente, poi sfilò i capelli che erano rimasti incastrati sotto con una piccola carezza. «Quindi... per cosa mi dovrei preparare?» chiese Gideon spostandosi un ciuffo rosso che gli era scivolato davanti agli occhi «Perché sei tutto in ghingheri?»

«Festa annuale delle Sacre 28.» rispose lui senza nessuna intonazione, a quanto pareva nemmeno lui era particolarmente entusiasta. Bill uscì e si fece prendere in braccio dallo zio, Fabian gli fece qualche smorfia per farlo ridere.

«E perché non me lo ha ricordato nessuno?» chiese Gideon già pronto ad incazzarsi, come sempre. «Oh giuro che questa volta uccido tua madre!» abbaiò puntando un dito contro al bambino, che in risposta allungò le manine verso i capelli pendenti di Gideon.

«Zio Gideon!» ridacchiò Bill e Fabian glielo cedette volentieri, Gideon lo prese quasi schifato tenendolo a debita distanza dalla sua faccia.

«Ew...» disse e in risposta il bambino gli tirò i capelli. «Se non la smetti ti faccio cadere, bimbo di merda!»

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora