Capitolo LXX

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TW in fondo :)

Still - Niall Horan

25 Natale 1975

Deve passare da sotto. No. No, da sopra. Un giro intorno, poi deve infilarsi nello spazio.

Remus sciolse per l'ennesima volta la cravatta sbuffando. Sentiva le mani intorpidite da quante volte avesse provato a rifarla, con la divisa della scuola bastava non sciogliere mai il nodo, ma quella stupida cravatta nera non voleva allacciarsi.

Aveva le braccia deboli, piene di tagli un po' troppo profondi rispetto al solito. Riprese i due lembi della cravatta fra le dita.

Era finalmente Natale, finalmente era arrivato quel maledetto ballo. Remus inalò un grosso respiro. Non era stato bene nell'ultimo mese. Sentiva che non avrebbe mai ritrovato quella spensierata gioia di qualche anno prima.
Era cresciuto, aveva quasi sedici anni, e la vita diventava troppo reale per la sua percezione, non era più in quel sogno irreale che era l'infanzia.

Ok, il nodo alla cravatta. È facile, Remus, è facile.

Sirius uscì dal bagno sprigionando un profumo indefinito di shampoo e sapone, che fece rilassare Remus un po'. L'odore di Sirius.

«Problemi con la cravatta?» gli chiese con solo i pantaloni del completo addosso, Remus cercò di non guardarlo, ma il riflesso della sua schiena che raccoglieva una giacca marrone ricamata si intravedeva dallo specchio e Remus non aveva modo di evitarlo.

«Problemi con la camicia?» gli chiese a sua volta Remus capendo che non avrebbe messo niente sotto alla giacca*, lasciando un po' del suo petto scoperto, Remus ci mise poco a vedere un succhiotto.

Gli venne da vomitare mentre quella sensazione di gelosia, che non lo aveva più abbandonato da quando Vasilij si era presentato, si impossessava di lui. Avrebbe voluto prendere Sirius e fargli capire chi fosse la persona giusta per lui. Avrebbe voluto scuoterlo e chiedergli se ancora si ricordasse di quello che erano stati.

Ma non poteva fare niente di tutto ciò. Sirius era stato lasciato da Remus, non il contrario. E non importavano le circostanze del perché si fossero lasciati, Sirius era libero di fare quello che voleva.
L'unica speranza di Remus era che James gli avesse confidato che Sirius non fosse particolarmente preso da Vasilij, era solo un passatempo. Inoltre in un paio di giorni sarebbe tornato a Durmstrang e sarebbe scomparso dalla loro vita, quindi Remus doveva stringere i denti un po' di più, giusto il tempo di tornare alla normalità.

Ma sentiva l'odore di Vasilij su tutti gli abiti di Sirius, lo sentiva sulla sua pelle. Riprovò a farsi il nodo alla cravatta distogliendo lo sguardo dal ragazzo, ma sentì l'odore metallico degli anelli di Sirius. Remus odiò poter sentire tutti quegli odori in quel momento. Non voleva sentire niente. L'odore metallico gli ricordava l'odore del suo sangue, si sfiorò un braccio.

«Lascia che ti aiuti...» mormorò Sirius ponendosi davanti a lui con gli occhi disegnati con la matita nera e le labbra troppo morbide per non essere baciate. Remus ingoiò la saliva. E non lo avrebbe baciato, perché la sua bocca era secca e il suo respiro era troppo corto per permettersi di toccare quella divinità davanti a lui.
Sirius armeggiò con la cravatta di Remus per qualche secondo, mentre Remus lo guardava da troppo vicino, sentendo il suo cuore battere all'impazzata. Anche quello di Sirius batteva, ma le sue mani erano ferme.
«Ecco fatto.» disse infine stirando piano i lembi della giacca nera. Poi lo prese dalle spalle e gli permise di guardarsi allo specchio. «Bellissimo.»

Remus si allargò un po' la cravatta sentendo di non poter respirare. Si sentiva troppo debole. «Forse non dovrei andare...» si lasciò scappare mentre Sirius osservava i loro riflessi da sopra la spalla di Remus.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora