Capitolo II

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Talk me down - Troye Sivan

2 Settembre 1971

James aveva l'attenzione di un discreto numero di studenti quella mattina.

Stava recitando la sua bellissima e articolata poesia alla Evans, come aveva promesso a Sirius il giorno prima, mentre lei semplicemente beveva un succo senza prestargli particolare attenzione: se non fosse stato per le guance rosse e i movimenti scattanti, James avrebbe potuto pensare che non lo stesse nemmeno ascoltando.
Era quasi arrivato al gran finale della sua opera quando le risate sguaiate di Sirius si bloccarono di colpo, insieme a tutte quelle di chi lo stava ascoltando, sostituendosi a dei mormorii concitati e spaventati. Forse aveva esagerato sulla frase sulle ginocchia della Evans? Solo dopo qualche secondo capì che lo scalpore non era causato da lui, ma da una lettera scarlatta che si apriva davanti alla faccia rassegnata di Sirius, quello non è per niente un buon segno! Pensò James spalancando esageratamente le labbra e aspirando tutta l'aria nella stanza, mettendo da parte la stizza che provava per essere stato interrotto.

«SIRIUS ORION BLACK, SONO DISGUSTATA DAL TUO COMPORTAMENTO, COME TI SEI PERMESSO DI GETTARE FANGO SUL NOME DELLA NOBILE E ANTICHISSIMA CASATA BLACK?! SEI A TANTO COSÌ DAL FARTI BRUCIARE DALL'ALBERO GENEALOGICO!» nessuno seppe quanto era "tanto così" perché la lettera non aveva mani, ma ad intuito non sembrava nulla di particolarmente buono. «SEI UNA DISGRAZIA, UNA DELUSIONE, IL PEGGIOR RIMPIANTO DELLA MIA VITA! TUO PADRE STA ANDANDO A PARLARE CON IL PRESIDE!» Silente in quel momento alzò un sopracciglio e si dileguò nel suo ufficio. James se fosse stato al suo posto sarebbe stato seccato per l'interruzione, invece il vecchio mago sembrava solo divertito, anche se il suo volto era troppo emblematico per poterlo affermare con certezza. «TI RISPEDIREMO DALLA TUA FAMIGLIA, NON STARAI CON QUEI GRIFONDORO, NON C'È NEMMENO UNO DI LORO CHE NON SIA UNO SPORCO SANGUEMAR-

«EHI!» urlò James facendo fermare la lettera, Sirius lo guardò spaesato cercando di trattenere le lacrime di imbarazzo ammucchiate nei suoi occhi, nonostante tutto continuava a tenere il mento alto e la schiena dritta. «Mi scusi signora-mamma-di-Sirius-barra-lettera-volante ma non mi sembra molto gentile con il mio amico! E poi io stavo recitando una poesia... la vuole sentire?» Remus si sbatté una mano sulla fronte. La lettera si girò spaesata un paio di volte: non era programmata per rispondere a terzi quindi rimase un attimo interdetta, poi decise di  ricominciare il testo tutto da capo.

«SIRIUS ORION BLACK!»

«OH EVANS I TUOI CAPELLI SONO DELLO STESSO COLORE DEL SANGUE, CHE MI SCORRE PIÙ VELOCE NELLE VENE QUANDO TI VEDO!» la lettera si rigirò di nuovo verso Potter e lo guardò accigliata, nei limiti di una lettera ovviamente. Remus sospirò nel sentire di nuovo la poesia orripilante di James.

«SONO DISGUSTATA DAL TUO COMPORTAMENTO...»

«I TUOI OCCHI COME I PIÙ BEI PRATI DELL'OLIMPO E IL TUO SORRISO PIÙ BIANCO DELLA PUNTA DELLE MONTAGNE D'INVERNO!» Ormai tutti ridevano al battibecco fra James e la lettera, che piano piano iniziava a emettere qualche sbuffo di fumo.

«SEI IL PEGGIOR RIMPIANTO DELLA MIA VITA!»

«Be' non è colpa mia se non apprezza l'arte!»

«UNA DELUSIONE!»

«Non ha nemmeno pagato per vedere questo spettacolo, dovrebbe ritenersi fortunata!» James prese fiato, ammiccò velocemente alla rossa «Guardi come si sente fortunata Lily Evans!» Lily Evans non sapeva ancora usare la bacchetta, ma la tirò fuori con un piccolo ringhio.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora