Capitolo XCIII

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Audrey - Carolesdaughter

28 Febbraio 1978

«Ora lo faccio» disse Lily ansiosamente strizzando le palpebre.

Marlene fece una smorfia preoccupata «Te ne pentirai fra meno di cinque minuti...»

Lily si coprì la faccia con le mani, quasi lasciando che i suoi capelli finissero nel suo latte. Alice le bloccò dietro l'orecchio una ciocca appena in tempo «Secondo me dovresti farlo!»

Lily arrossì solo all'idea di fare una cosa del genere «Lui la faceva sembrare così facile...» mormorò indicando con lo sguardo James, che stava giocando distrattamente con il cibo, perso nei suoi pensieri, come sempre ormai. Sirius gli sedeva accanto e ogni tanto gli lanciava un'occhiata preoccupata.

«Sei proprio cotta, eh?» ridacchiò Marlene dando una spallata leggera all'amica, la quale si rese conto solo in quel momento di essere rimasta ad osservare il profilo da folletto di James, il modo in cui i suoi occhi fossero abbassati mettendo in mostra le ciglia lunghe, le mani sporche perennemente di inchiostro. Arrossì ancora di più.

«Ahh stai zitta, Marlene!» esclamò Lily morendo di imbarazzo.

«Devi ringraziare che James sia distratto per i suoi problemi, o se ne sarebbe accorto da un po'... e non ti avrebbe dato tregua...» osservò Alice mangiando qualche cereale.

Mary, in ritardo come sempre, arrivò in quel momento e si sedette davanti a Lily «Di che si parla?»

«Lily ha un'enorme crush per James!» la prese in giro Marlene beccandosi un dito medio in faccia.

«Non il tuo nemico numero uno!» esclamò Mary mettendosi una mano davanti alla bocca. Remus, che stava segretamente seguendo la conversazione, - la sera prima c'era stata la luna piena e l'udito sviluppato non sembrava in grado di staccarsi dai discorsi delle ragazze - ridacchiò emozionato più del dovuto, non potendo credere che James, dopo sette anni di struggimento intenso, fosse finalmente riuscito a conquistare Lily senza nemmeno veramente accorgersene. Era fiero di lui e avrebbe voluto dirglielo ad ogni occasione, ma ovviamente non poteva, se non voleva andare a raccontargli i segreti della sua migliore amica.

«Va be', ragazze, io lo faccio!» esclamò infine Lily con una frenesia esagerata.

Marlene cantilenò «Non è una buona idea...» con un sorriso che le creò due fossette ai lati della faccia, Alice le sventolò una mano davanti alla faccia come per screditare le sue parole.

«Cosa vuoi fare?» chiese Mary, ma Lily, dopo essersi sussurrata qualche parola di incoraggiamento da sola, si alzò lentamente e andò al leggio di Silente, amplificando la sua voce. Nessun professore la bloccò, o perché pensavano che avesse qualche annuncio da caposcuola da fare, o perché generalmente non erano particolarmente interessati alla situazione.

Tutti a mensa iniziarono a guardarla. Lily si schiarì la gola. Osservò i Malandrini e si chiese seriamente a cosa fossero serviti tutti quegli anni di odio, tutti quegli anni passati a credere che fossero la feccia di Hogwarts, quando avrebbero potuto essere semplicemente amici da sempre. Lily arrossì d'imbarazzo e ancora una volta non capì con quale faccia James lo facesse con tanta nonchalance, come se umiliarsi pubblicamente fosse la cosa più facile e naturale del mondo.
Lily si stava già pentendo della sua decisione, ma lo avrebbe comunque fatto per mettere un sorriso sul volto di James «Scusate se interrompo la vostra colazione, ma...» iniziò volendo sprofondare negli abissi «...sono sette anni che devo rispondere ad una poesia... quindi...» James sgranò gli occhi e immediatamente tentò freneticamente di aggiustarsi i capelli e di lisciarsi la divisa. Severus Piton trattenne il fiato con il cuore in mano, sperando di aver capito male. Lily si schiarì nuovamente la gola, nell'imbarazzo più totale «Quindi... ehm... "Oh Potter, i tuoi capelli sono come una nuvola su cui vorrei riposare".» James si alzò come scottato, si indicò incredulo. «"I tuoi occhi castani come l'Estate più calda, e come le castagne ad Ottobre"» James si risvegliò dal trance e corse accanto a Lily davanti al leggio, mentre metà scuola si faceva venire il diabete a guardarli. Le afferrò le mani e notò che lei non fosse mai stata più rossa nella sua vita «"E il tuo sorriso come le stelle della notte, guidano la mia strada".»

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora