Capitolo LXII

1.3K 74 163
                                    

Turning Tables - Adele

1 Ottobre 1975

Era Ottobre. Sirius raccolse un po' di aria nei suoi polmoni. L'aria stava diventando sempre più fredda e gli punse il naso. Si sedette nel giardino, poi lasciò che il suo corpo si accasciasse sull'erba bagnata, incurante del fatto che si sarebbe potuto sporcare di verde. Ormai non gli interessava più niente.

Era agitato. Era sempre agitato. Faceva fatica a respirare. Sentiva come se un macigno gli pesasse sullo stomaco ogni secondo impedendogli di fare cose che prima riteneva normali.
Non toccava un libro dall'inizio della scuola perché, ogni volta che provava a studiare, sentiva come se il macigno si spostasse sui polmoni schiacciandoli fino a renderli una poltiglia.

Anche in quel momento dovette arpionare l'erba fino a far conficcare il terreno nelle sue unghie per non far iniziare un attacco d'ansia. Doveva fumare. Doveva fumare per forza o sarebbe morto.

Cercò una sigaretta nella sua borsa, ma riuscì a tirare fuori solo libri «Cazzo!» imprecò quando si accorse di aver lasciato il pacchetto in camera. Si passò agitato una mano fra i capelli.
Pensò di prenderlo con Accio, ma era troppo lontano dalla torre di Grifondoro e comunque probabilmente avrebbe spaccato qualche finestra per sbaglio nel tragitto.
Allora pensò di fare un salto nelle camerate, ma era esattamente l'orario che Remus si prendeva per riposare prima dei turni di notte e nessun Malandrino aveva avuto il coraggio fino a quel momento di svegliarlo o di entrare in camera durante quell'ora.

Sirius si ristese guardando il cielo, mentre le mani gli formicolavano dalla voglia incontrollabile di fumare. Poteva farcela. Poteva calmarsi da solo. Doveva solo respirare ossigeno e buttare fuori anidride carbonica, era facile. Ma non lo era per niente, invece. Trattenne il fiato.

«... e poi mi ha chiesto se volessi andare con lei ad Hogsmeade! Cioè ufficialmente a me piacciono le ragazze perché altrimenti i miei genitori mi ammazzano, ma è ovvio che sono un fr-»

«GIDEON!» urlò Sirius sintonizzandosi sul discorso di Evan, poi corse dal rosso come un cane «Dimmi che hai una sigaretta!»

Gideon alzò le spalle facendo una faccia dispiaciuta «Sto andando a comprarle ad Hogsmeade...» disse a mo di scusa. «Se vuoi ti prendo un pacchetto.»

«No grazie, le ho solo lasciate in camera...» dissimulò Sirius «Mi fa fatica salire...»

I tre si guardarono per qualche secondo senza sapere bene cosa dire «Va bene, ciao!» esclamò Evan portandosi via Gideon. Sirius percepì un accenno di gelosia nei modi bruschi di Evan.

Sirius tornò in men che non si dica ad essere solo, sbuffò. Si ristese a terra guardando le nuvole, gli uccellini, il sole... «Cazzo, vado a prenderle!» urlò infine non riuscendo più a resistere.

Corse in camera sua ad una velocità supersonica e si fermò solo quando si ritrovò effettivamente davanti alla porta. Ci aveva veramente pensato su? Non particolarmente, no. Ma doveva fumare, aveva bisogno di quella sensazione di calma infusa nelle sue vene, che curava la sua ansia come un unguento.

Entrò cercando di fare meno casino possibile. Remus sentiva sempre tutto, la licantropia gli aveva dato un udito super sviluppato. Aprì la porta e quasi imprecò quando cigolò.

Remus era effettivamente steso sul suo letto, dormiva e Sirius sentì un colpo allo stomaco solo guardandolo. Si avvicinò felpato dimenticandosi delle sigarette, tanto gli bastava guardare il volto di Remus per calmarsi. Riprese a respirare.

Aveva i capelli sparsi sul cuscino e a Sirius venne naturale allungare una mano per sfiorarli e vedere se fossero morbidi come li ricordava, si bloccò solo quando la mano arrivò a pochi millimetri dalla sua testa e ormai il calore umano e palpitante di Remus si propagava già sui suoi polpastrelli.
Allontanò la mano, non poteva toccarlo.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora