Capitolo XXXVIII

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Arms Tonite - Mother Mother

26 Dicembre 1973

«Mamma, chi sono i tizi in giardino?» Peter spiava dalla tenda della finestra del salotto cercando di capire cosa stesse succedendo, la madre si sistemò i capelli e il rossetto leggermente sbavato.

Peter per anni aveva preso la madre come unico modello, la donna perfetta, una stupida idealizzazione che i bambini tendono a creare intorno ai genitori.
Quando si dipende da qualcuno non è difficile farlo, separare la persona reale dall'idea.
Però Peter aveva imparato a non farlo più, aveva sentito le storie di Sirius, del dolore che un genitore può dare al proprio figlio, aveva sentito le storie di Remus, del dolore che un figlio può dare ai propri genitori. Si era ripromesso di non dare per scontato niente di sua madre, di tenerla sempre d'occhio nel bene e nel male.

«Nessuno tesoro, vai in camera tua.» Peter notò come le parole scivolassero leggere e velate dalle labbra della donna, un sorriso rassicurante e materno a contornare il tutto, eppure tentennò un po' prima di appoggiare la sua mano sulla spalle del figlio, come se avesse paura che in qualche modo il ragazzino avrebbe capito quanto realmente fosse preoccupata.

Peter sgusciò al tocco della madre e spiò di nuovo dalla finestra i signori, erano tre. Tutti vestiti di scuro, erano maghi, Peter poteva affermarlo con certezza perché non avevano nemmeno un capo di vestiario che avrebbe potuto in qualche modo confondersi con quello babbano. Peter dal vetro della finestra non poteva sentire l'odore metallico delle monete magiche che si mischiava all'odore della pioggia, ma se lo immaginò perfettamente. L'odore che hanno i ricchi.

«Mamma quelli sono mangiamorte!» esclamò riconoscendo un viso troppo simile a quello del suo migliore amico, un Black di quart'ordine di cui Peter non avrebbe mai potuto ricordare il nome, nemmeno se si fosse sforzato. Era strano che un volto così familiare fosse la prima immagine che compariva nella testa delle persone quando si pensava agli aguzzini di Voldemort, suo malgrado anche Peter pensava a Sirius quando argomenti spinosi come quelli della guerra uscivano fuori, non lo faceva apposta, era un istinto naturale, un riflesso di tutti i volti simili al suo che aveva visto arrestati o glorificati nel corso degli anni nelle prime pagine dei giornali.

«Sono venuti a fare un controllo, tesoro, nulla di preoccupante.» Peter sospirò per niente sollevato da quella frase, notò che sul tavolino per il tè c'erano dei documenti.

«Cosa controllano?» chiese guardingo, cercando di intravedere il titolo del foglio più in alto. Una brutta sensazione gli contorceva le budella.

La madre si lisciò le pieghe inesistenti di un vestito anni cinquanta, aveva l'aspetto di una perfetta attrice di quelle pubblicità particolarmente misogine che erano soliti fare quando quei vestiti andavano di moda. «La purezza della nostra stirpe, tesoro. Nulla di preoccupante.» i mangiamorte bussarono facendo trasalire entrambi, i tocchi sulla porta rimbombarono in quella villa troppo grande per loro due. «Vai in camera tua, chiuditi a chiave, ok?» Peter annuì e lasciò il salotto, si chiuse in camera sua come la madre gli aveva detto. Eppure sentiva ancora cosa si stavano dicendo, a grandi linee riusciva a seguire il discorso, troppo ansioso per andare ad ascoltare di persona.

«Quindi suo padre era un mago, signora?» stava chiedendo uno dei tre quando Peter iniziò ad ascoltare, il ragazzo si immaginò che stesse sfogliando qualcuno dei fogli sul tavolino del tè, magari uno degli altri due stava prendendo minuziosamente appunti. Come se qualunque argomento che avrebbero toccato quel pomeriggio sarebbe stato degno di nota... Peter non capiva quella realtà, non capiva il popolo che rimaneva affascinato dai discorsi falsi e manipolatori di Voldemort, parolaio di futili argomenti irrealizzabili o irrazionali.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora