Capitolo XXXI

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Breezeblocks - Alt-J

24 Ottobre 1973

«Da quando fai queste cose?» Gideon lasciò perdere i vinili babbani per guardare da chi provenisse quella voce.
Evan Rosier se ne stava appoggiato mollemente al muro guardandogli senza nessuna vergogna il culo piegato e attillato nei jeans. Gideon si tirò su. «Organizzare feste... procurare l'alcool... sei proprio l'anima della festa, eh?»

«È una festa privata per la squadra di Grifondoro, cosa ci fai qui?» ringhiò Gideon nervoso per la presenza dell'altro nella sua sala comune, la festa che ormai continuava da un paio d'ore e che brulicava di gente ubriaca, Evan Rosier fece un sorrisetto e mormorò qualcosa in francese, l'accento perfetto e sexy come sempre.

Gideon per un attimo sentì le sue mani formicolare per la voglia di toccarlo, di malleare il suo corpo solo con i suoi polpastrelli febbricitanti. Odiava quella sensazione, sapeva che era dovuta completamente al fatto che il ragazzo fosse in parte Veela. Era come un istinto primordiale: lui era solo un uomo preso dai suoi desideri irrazionali verso quella creatura malvagia, che cercava di affogarlo solo con i suoi gesti fluidi, ogni mossa studiata alla perfezione per conquistare.

«Non mi importa niente del Quidditch, Fabian mi ha invitato.» disse Evan e Gideon maledì nella mente il fratello. Faceva sempre di testa sua quel maledetto, forse si divertiva in un modo sadico che nemmeno Gideon poteva capire.

«Allora vai da Fabian, ti ho già detto che non ti voglio intorno» Gideon fu duro nei toni ma Evan Rosier non sembrò nemmeno notarlo, sgusciò accanto a lui e gli rubò il boccale di birra che aveva poggiato sul mobiletto, poi si mise a frugare fra i vinili, scartando malamente quelli che riteneva spazzatura «Ehi, Ehi!»

«Scelgo solo della musica decente... chi ha messo Billy Joel?»

«James Potter, il mio cacciatore.» rispose subito Gideon sotto le note di "Piano Man", era anche peggio di quanto sembrasse ma chi aveva partecipato alla festa ormai era troppo ubriaco per farci caso.
Gideon avrebbe potuto semplicemente ignorare il francese mentre gli buttava tutti i vinili, ma c'era la collezione dei Queen di Sirius e Marlene ed era pericolosamente vicina alla mano pallida e distruttrice di Evan. Sinceramente Gideon preferiva stare con Evan Rosier, per quanto lo irritasse immensamente, ed evitare la furia omicida di Sirius e Marlene davanti ad un ipotetico cimitero di vinili. «Ma insomma, devo legarti?!» sbottò dopo qualche secondo.

«Non aspetti altro, vero?» Disse Evan supponente lanciandogli un'occhiata veloce con quello sguardo da gatto, poi si appoggiò gentilmente con la schiena contro il mobiletto «Lo so cosa pensi di me e fidati che non è causato dalla mia minima parte Veela.» Gideon sbuffò non riuscendo a non guardare lussurioso il collo esposto dalla camicia aperta del francese, il modo in cui i muscoli accennati guizzavano languidamente da ogni punto, i pantaloni a quadri che gli fasciavano perfettamente tutto. I miei pantaloni, si rese conto Gideon, i pantaloni che fino a poche ore fa erano nel mio armadio.

«Come fai ad avere i miei vestiti?» Evan buttò indietro il collo in una risatina facendo brillare una collana che doveva essere appartenuta alla madre, come sempre era color carta da zucchero.
La sua risata sembrò fermare il tempo, Gideon lo aveva accusato di avergli rubato i vestiti e lui rideva, senza nessuna preoccupazione o scusa sensata, lo trovava divertente. Godric, che fastidio, pensò Gideon senza però riuscire a distogliere lo sguardo.

«Fabian...» Maledetto Fabian! Eppure il modo in cui Evan aveva dovuto rigirare le maniche per farle andare bene, la fine dei pantaloni che toccava mollemente terra, faceva sentire Gideon in qualche modo fiero di sé stesso: quelli erano i suoi vestiti e Evan li stava indossando, li indossava tranquillamente davanti a lui sperando in una sua reazione, Gideon provò un imbarazzante moto di possessività verso il suo vecchio amico. «Mi stanno bene?»

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora