Sins Of My Youth - Neon Trees
10 Maggio 1974
Ormai era Maggio ed Evan Rosier non parlava per più di otto secondi con Gideon da cinque mesi.
Gideon aveva preso l'abitudine di seguirlo con lo sguardo, in modo predatorio e per niente velato. Evan Rosier lo sapeva e cercava di non farlo notare, ogni tanto incrociava lo sguardo del rosso e lo fissava per qualche millisecondo senza esprimere nessuna emozione sul volto.
Gideon lo odiava. Odiava il modo in cui si muoveva fra i Serpeverde, fluido e tranquillo, niente avrebbe potuto disturbarlo. Odiava le chiacchiere pacate che faceva con i suoi compagni, il modo lascivo in cui toccava la pelle degli altri senza nemmeno accorgersene. Odiava che non lo faceva più con lui. Gideon odiava Evan come un predatore poteva odiare la sua preda.
La bellezza orientale di Evan lo faceva risplendere come un Dio fra quei sedicenni in piena pubertà, era alto quasi quanto Gideon e spigoloso nei tratti sia del viso che del corpo. Gideon ricordava che quando era più piccolo aveva le ossa particolarmente sporgenti, si chiese se fosse ancora così. Se le clavicole sporgessero ancora quasi a voler uscire e se le ossa delle anche fossero ancora della forma di maniglie alle quali aggrapparsi. Da come si atteggiava Evan, probabilmente era così.
Aveva gli arti lunghi e sottili, femminili come lui. Eppure nessuno lo avrebbe definito fragile, la potenza dei suoi modi bastavano per compensare il suo corpo leggero.
Gideon immaginò quegli stessi arti intorno al suo corpo, avvilupparsi e attaccarsi come radici mentre il rosso lo scopava. «Che palle...» mormorò infastidito quando sentì l'accenno di un'erezione nascergli nei pantaloni. Evan sembrò attirato da quel suono, anche se era impossibile che lo avesse sentito, visto che era dall'altra parte della mensa. Fissò Gideon e lui non distolse lo sguardo, cercando di memorizzare quel viso che ormai vedeva solo di sfuggita, come un miraggio. Questo non lo aiutò con l'erezione, semmai la peggiorò. Evan continuava ad essere ingiustamente bellissimo.Evan venne attirato da un suo compagno e ruppe il contatto visivo. Gideon sentì, suo malgrado, il cuore accelerato dopo quei pochi attimi di intimità fra i due. Anche se ora sembravano essere stati inventati dalla sua testa.
Ancora non capiva perché Evan avesse smesso di parlargli. Gideon gli aveva detto mille volte di farlo ed Evan non lo aveva mai ascoltato, portando il rosso a sciogliersi sempre un po' di più, a farlo ossessionare davanti a quella visione che era il francese. Solo una volta che Gideon aveva iniziato a pensare ad Evan come ad un conoscente e non più come ad uno da evitare, l'altro aveva deciso di non parlargli più.
«Smettila di guardarlo, sei fottutamente inquietante.» gli disse Sirius Black con una gamba appoggiata su quella di Remus Lupin, il quale mangiava tranquillamente un panino senza prestare troppa attenzione ai discorsi che faceva James.
«Non lo sto guardando.» ribatté lui non distogliendo nemmeno un secondo lo sguardo dal francese.
«Certo, come no...» lo schernì il corvino, Gideon sbuffò «Ascolta quello che sta dicendo James piuttosto, è interessante.»
Gideon girò gli occhi pigramente verso il moro accanto a lui che blaterava qualcosa su qualche gara che stava organizzando. La squadra di Quidditch lo ascoltava attentamente. «Ripeti tutto.» disse Gideon non riuscendo a seguire il discorso «Sintetico.»
«Capitano!» Annuì James per poi aggiungere il saluto militare, Gideon non sembrò apprezzarlo. «Gara di corsa con le scope. Percorso: le quattro sale comuni. Cerco partecipanti.» spiegò continuando ad usare un tono militare, poi aggiunse riprendendo la sua cadenza sarcastica: «Abbastanza sintetico?»
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The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & Malandrini
Fanfiction"Ed era il modo in cui guardava la luna, con rancore e malinconia, ma anche con un pizzico di rispetto, di rammarico del fatto che non avrebbe più potuto vederla completamente piena. Era il modo in cui ne era completamente ammaliato e sporgeva il pe...