Giulia doveva preparare una coreografia molto difficile per la puntata di sabato, doveva allenarsi molto e per questo stava provando di notte nella saletta con il grande monitor dove venivano comunicate le informazioni dalla produzione. Sapeva che stava sbagliando, quel suo stressarsi troppo la settimana scorsa le era quasi costata la maglia e le aveva fatto fare una figuraccia davanti al pubblico, ai professori e a lui. Per tutta la puntata Giulia aveva avuto paura che Sangio fosse contrariato dal suo comportamento e che poi se ne sarebbe uscito con lei con un "Non ti devi distrarre" "Non è che lo hai fatto per colpa mia?" Invece no il vicentino l'aveva rassicurata con la sua solita analisi oggettiva e veritiera, sapeva che si era interessato alla discussione tra i ballerini per lei, ma non aveva detto quelle cose per difenderla, ma perché sentiva che fosse la verità. Lei non si sentiva così in colpa, aveva frainteso le parole della sua insegnante (così assente alle sue lezioni che non si era nemmeno accorta dello sbaglio della ballerina), aveva solo deciso di far riposare un po' il suo corpo per una settimana, dopo mesi di lavoro davvero stressante. Sicuramente avrebbe dovuto lavorare sulla disciplina, come giustamente Sam le aveva suggerito. Sangio era consapevole di tutto questo e questo la tranquillizzò parecchio.
Rimase colpita dal fatto che, nonostante si sentisse di avere la coscienza pulita, avesse subito pensato al giudizio del ragazzo con la tuta da meccanico, come fosse quasi di equal importanza rispetto a quello dei prof., poteva centrare con il fatto che in fondo in fondo non ci credeva ancora che lui ci tenesse quanto lei al loro rapporto? Era come se Giulia si aspettasse da un momento all'altro che Sangio pungesse quella bolla di affetto dove si era rifugiata e le rivelasse la realtà dei fatti: lei per lui era solo una con cui si trovava bene in quelle quattro mura dalle quali prima o poi sarebbero usciti.
Giulia non dava a vedere quelle sue insicurezze, sapeva di risultare una ragazzina ingenua e a tratti superficiale, ma era molto più consapevole di quanto sembrasse. Semplicemente era fatta in un certo modo ed era convinta che con i pensieri negativi non avrebbe combinato nulla, inoltre non si sarebbe obbligata a comportarsi per quella che non era, non più. Pensandoci bene, se fosse stata stra-riflessiva con sangiovanni, non sarebbe successo proprio un bel niente e in fondo, anche con quelle vocine nella sua testa, si poteva godere quei momenti di tenerezza con lui, senza i quali non sapeva come avrebbe fatto. Le andava bene così non voleva pensare al dopo.
Questo era stato il grande flusso di pensieri che l'aveva presa mentre ballava, assurdo che lui l'aiutasse anche nell'estraniarsi nel modo giusto mentre ballava, lei che si era sempre concentrata solo sui passi.
Alla seconda prova urtò per sbaglio qualcosa e, sperando di non aver svegliato nessuno, aspettò qualche secondo. Niente nessuna voce che le diceva di smettere quindi continuò.
Qualcuno invece si svegliò, sangio aprì gli occhi stordito e si chiese chi cazzo fosse a quell'ora a essere sveglio e subito le venne in mente quella piccola buffa bellissima ballerina, che avrebbe dovuto riposare il suo esile forte corpo. Si alzò subito, non lo avrebbe fatto per chiunque, ma per lei si. Sapeva di mostrare poco il bene nei suoi confronti, ma dentro di sé sapeva quanto lei fosse fondamentale li dentro, sentiva di aver capito il suo modo di essere, di aver colto appieno il suo essere bimba, lei era diversa da tutte le persone in quella casetta. Certo c'erano Sam, Enula ed Ev, ma tra tutti gli altri, oltre la simpatia o la stima artistica, c'era un alone di competizione, ipocrisia e individualismo. Lui non era così e non voleva esserlo, si era sempre scelto selettivamente le persone con cui stare. All'inizio pensava che Giulia sarebbe diventata una sua grande amica, come gli altri, ma non aveva considerato l'attrazione fisica. Aldilà della maturità, Giovanni era un neodiciottenne e quella 'bimba' dall'animo così puro, che quando ballava si trasformava in un essere magnetico, non poteva che fargli un certo effetto. Giulia era perfetta sotto ogni punto di vista a livello umano e fisicamente, inizialmente aveva provato a respingere l'idea, era fidanzato, sapeva che il rischio di lasciarsi in quel lungo periodo distanti c'era, ma era convinto che sarebbe potuto succedere perché, preso dalla musica, i sentimenti per Margherita si sarebbero annullati. Era consapevole che lei era giusta per lui solo per fare esperienza, stava con lei giusto per, lo attirava, lo ispirava dal punto di vista emotivo, scriveva su di lei pensando a come avrebbe voluto che la sua relazione fosse, ma non rispecchiava la realtà. Con Margherita si sentiva parte della solita storia cliché e di certo non gliene faceva una colpa, gli stava simpatica e sangio voleva godersela così come veniva. Giulia era arrivata in punta di piedi nella sua vita e la sua personalità aveva riempito i silenzi bui dentro quella grande macchina molto più grande di loro.
Sangio si poggiò sullo stipite della porta e prima di fermarla si mise a guardarla, Giulia era sempre buffa, ma quando ballava era arte e lui non poteva non rimanere incantato. Quando lei finì, si piegò per scrivere degli appunti su chissà quale giro o salto. Lui la raggiunse da dietro e gli picchiettò la spalla con il dito. Lei si girò di scatto presa da uno spavento.
-Che ci fai sveglia a quest'ora scema?- disse con tono paternale, ma scherzoso. Sangio già conosceva la risposta, lei teneva alla danza quanto lui al canto, ma Giulia doveva mettersi in testa che doveva riposare per se stessa in primis e poi per tutte le altre ragioni.
-Sto provando quella coreo, scemoo, lo sai che ho paura- disse lei soffermandosi sullo scemo.
-Dovresti dormire lo sai.- La avvicinò prendendola per un braccio e iniziò a scioglierle i capelli per giocarci un po', sperava anche che lei si rilasasse e acconsentisse.
Giulia rimase ferma qualche istante a godersi quelle dita affusolate, erano questi i momenti che zittivano le sue vocine in testa.
-Lo so, lo so. Un'altra prova veloce e basta, giuro. Ora vai tu che se no ti vengono le occhiaie come le mie e finisce che ti devo prestare il correttore.
-Magari con le occhiaie diventerò carino come sei tu quando non le nascondi.
Lei rise scuotendo la testa, gli lasciò un bacio sulla mano, allontanandola dalla sua testa, e si rigirò verso il suo diario, immaginando che lui davvero se ne andasse.
Lui la sollevò di peso, caricandosela sulle spalle. -Guarda che non lo dicevo tanto per dire.-
-Sangio dai mettimi giù, ci vado da sola in stanza, Martina si sveglierà se entriamo in due- sussurò la ballerina, cercando di trattenere la sua rumorosa risata.
-E secondo te io ci credo?- sbuffò lui.
Nel buio e capovolta, la ragazza, non si era accorta che si stavano dirigendo in camera di Sangio, non la sua. Si senti poggiare su un letto e girando lo sguardo non vide il letto attaccato dell'amica.
-Ahh mi hai preso perché vuoi che io ti faccia addormentare con i grattini fra i tuoi splendidi ricci, ora ho capito.
-Nono voglio controllare che dormi e behh se tu facessi la cosa che hai detto non mi farebbe proprio schifo, dopo tutto questo sforzo fisico poi- finse di essere affaticato per averla presa in braccio e si sdraiò su di lei, iniziando a darle piccoli baci soffici su tutto il viso.
-Ahah dai Gio, uno non posso dormire vestita così, due domani mattina se ne accorgerebbero tutti, non possiamo.-
Giulia disse quelle parole sperando che lui comunque la tenesse lì.
-Tieni metti questi- affermò lui, prendendo velocemente dei vestiti sotto il cuscino, senza togliersi da sopra di lei, una maglia e dei pantaloncini.
-Per la seconda questione, ora hai un valido motivo per svegliarti prima di tutti domani-
Giulia colse subito l'occasione per rimanere lì anche se decise di giocare ancora un po'.
-Se devo cambiarmi dovrai farmi andare in bagno però- disse con tono quasi ammiccante, ci stava provando con lui a non risultare solo e soltanto una buffa.
-Ah nono, ti cambi qui, io mi giro, è anche tutto buio-
Sangiovanni sapeva che avrebbero potuto trovare un altro modo, ma gli piacevano quei rari momenti in cui si potevano permettere di stuzzicarsi a vicenda, indisturbati. Inoltre, anche se avesse intravisto qualcosa, non sarebbe stato troppo lontano da quello che già aveva potuto osservare quando lei ballava in top e culotte. Ricordò la puntata in cui lei ballò per Sebastian, che purtroppo non era la simpatica e inanimata lucertola che lei gli aveva regalato al compleanno, ma un maschio, che come lui la guardava, era consapevole che quel contesto era professionale e che il ballerino non avrebbe voluto o potuto fare nulla con lei, ma un po' aveva stretto le mani. Lo faceva sempre quando qualcuno la guardava in un certo modo, lei non percepiva quegli sguardi maschili, ma lui si, li notava tutti, insieme ai commenti di Luca o di Esa durante le prime esibizioni o prove di lei. Sangio non era geloso, non lo infastidiva il fatto che qualcuno, oltre lui, la guardasse, lo innervosiva il fatto che venisse sminuita con parole vili o trattata come se fosse un pezzo di carne, considerando anche il fatto che lei non faceva nulla per abbindolare nessuno. Da quando il loro rapporto era uscito allo scoperto, e anche da prima, lui si era preoccupato di mettersi relativamente vicino a lei mentre provava e vedere che nessuno si comportasse più così. Pensò a quella volta in cui rispose a tono ad Aka, che se ne era uscito con un 'Guardandola bene quasi quasi cambio preda' Giovanni si girò e quella volta non resistette -Se ti ribecco a dire ste stronzate o a guardarla così, prendo un provvedimento disciplinare per averti tirato un pugno in faccia- Sapeva che fosse strano da parte sua quel commento così aggressivo, ma voleva essere chiaro. -Ok ok bro, non te la tocco è tua- Aka rise, non concependo la profondità della critica del ragazzo.
-Quando la smetterai di trattarle come oggetti, forse ne troverai una seria che non ti accanna per un altro frignone- sentenziò Sangio, zittendo Luca.
Giulia non era a conoscenza di tutto questo e a Giovanni andava bene, il suo atteggiamento non era un merito,ma sarebbe dovuta essere la normalità.
La fece alzare dal letto, si mise di fronte alla porta con gli occhi chiusi per evitare che la piccoletta 'uscisse'.
Giulia presa da un momento di grande autostima disse -Guarda che puoi aprirli gli occhi, è tutto buio ahaha- Sangio rimase sorpreso dalla frase di lei, sapeva però che ,oltre alla tensione fra loro due, la frase rappresentava un piccolo passo da parte di Giulia nel sentirsi più bella, così rimase in silenzio e aprii gli occhi.
Giulia si tolse le culotte e provò a infilarsi i pantaloncini di Sangio che le stavano decisamente larghi, cercò di stringerli, ma non stavano su. Si sentii imbranata e così per risollevarsi un po', decise di toglierli e rimanere in mutande. Si girò di schiena, si sollevò il top e si sganciò il reggiseno. Sangio la guardava davvero preso da ogni suo piccolo gesto e sperò di intravedere il suo seno dallo specchio, ma era veramente tutto buio, le fissò la schiena nuda e il fondoschiena sodo. Era combattuto tra il sentirsi contento che quei pantaloncini non le stessero, e il preoccupato per la paura che lei si sentisse a disagio. Stava per dirle qualcosa, bloccando i suoi ormoni, ma presto fatto lei si infilò la maglia, che su di lei era enorme e che la coprì del tutto. Sangio ringraziò il suo essere così piccola, altrimenti l'avrebbe dovuta mandare via, non sarebbe riuscito a controllarsi se avesse continuato a intravedere qualcosa di più, nonostante le buone intenzioni.
-Allora ninna?- Giulia ruppe quel ambiguo silenzio fra loro due.
-Vieni qua- Giovanni si stese sul letto e aprì le braccia, l'abbracciò stringendola forte, le diede un bacio sulla fronte.
-Ti ho mai detto che sei speciale?- disse lei sincera. -Per la mia lady si- scherzò lui. Riserò guardandosi negli occhi. -Quindi le mani nei miei ricci?- -Subito-
Si addormentarono così, carichi di stress, ma sereni uno accanto all'altra, inconsapevoli di se stessi e del futuro, ma consapevoli in quel momento l'uno dell'altra.
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one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione