Pt.10

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Quando comincio a camminare, sento agguantarmi dal polso e con forza tirarmi.

È lui, è lo stesso uomo che la stava sorreggendo quando la ero venuto a prendere. Dovevo immaginarlo. Non so perché Giulia abbia scelto di non ascoltarmi e nemmeno mi interessa, o meglio, mi interesserà tra qualche ora, quando sarà al sicuro, chiusa in qualsiasi altra stanza che non sia quella di questo tizio.
-Ancora tu?- mi guarda annoiato.
-Potrei dire la stessa cosa- rispondo acido.
Credo che Giulia stia vivendo qualche fase di ricordo del trauma dato che non emette un suono da quando l'ho tirata verso di me.
-Giulia dai, vieni su- dice e mi sembra un padre che parla a una figlia cosa che aumenta solo la mia nausea e mi spinge a metterla dietro di me.
-Sparisci, lei non viene da nessuna parte-
-Ma chi ti credi di essere ragazzino- mi viene sotto tutto in un colpo, ma a me non interessa, sono pronto a litigare e prenderle.
Proprio in quel momento sento la voce del capo.
-Giovanni ma dove sei fin-Oh ma che cazzo succede qui?!-
-è lui l'uomo che l'ha fatta drogare- sibilo a denti stretti sapendo per certo che almeno questo lo sappia.
Subito richiama l'attenzione della sicurezza, ma in meno di qualche secondo lui è già in macchina che se ne sta andando.
Il capo chiede a Giulia se fosse veramente lui e lei annuisce solamente in uno stato di evidente confusione, fa la grossa ma è terrorizzata da questa situazione.
-E tu come facevi a saperlo? Vi conoscete?- chiede poi a me.
-Si siamo stati coinquilini per un po'- mi limito a dire.
-Bene sono contento che tu stia bene ora rientrate e tu non andartene da sola Giulia, non sei al sicuro-
Grazie a dio c'è qualcun altro oltre me che glielo dice.
Rientriamo tutti e tre dentro e il capo le fa offrire un po' d'acqua, mentre io ricomincio a pulire.
Si può trovare di tutto in locali simili, orologi, preservativi, addirittura una scarpa. Mentre finisco la tengo sempre d'occhio, voglio anche tranquillizzarmi so che se continuo ad urlare non mi vorrà vicino.
Vedo che dopo un po' le si avvicina Chiara e mi permetto di distogliere lo sguardo.
-Conosci Giulietta quindi?- mi chiede sempre Luca.
-Si siamo stati coinquilini per un mesetto-
-È una forte eh? Ogni volta che ci parlo mi fa ammazzare dalle risate-
-Ahaha si è una tosta-
-Ti piace eh?- mi dice ridacchiando e io mi limito a sorridere sotto i baffi.
-Piace a tutti bro, sta tranquillo- ride lui beffeggiandomi.
-Sta zitto va- lo spintono io.
Dopo una mezz'oretta abbiamo finito e io vado verso loro due.
-Vogliamo andare?-
-Si- risponde Chiara e usciamo.
All'uscita siamo noi tre e sinceramente non ho voglia di lasciarla sola, perché non credo sia al sicuro e perché vorrei delle risposte.
-Pensavamo con Chiara che...forse non è prudente rimanere al dormitorio sta notte- dice dopo che Chiara le ha dato una gomitata. Non mi guarda in faccia.
-Possiamo rimanere da te?- chiede di getto la bionda -Cioè io non c'entro nulla, ma almeno vedo Tanc- ridacchia poi speranzosa.
-Certo, dovrete guidare voi però, io sono in bici- ammetto sorridente.
-Dai guido io- dice Chiara andando verso il primo enjoy per strada.
In macchina regna il silenzio e io cerco di aprire almeno il discorso.
-Tanc lo sa?- chiedo di getto.
-No...ma vorrei dirglielo, non mi piace mentire. Solo che capisco sia una cosa che possa dar fastidio-
-Vedrai che non se la prenderà più di tanto, ma diglielo se lo venisse a scoprire non si fiderebbe più di te- dico cercando di spronarla a farlo - in fondo non è che vi prostituite, ballate come fate sempre e parlate con questi omoni, all'inizio sarà un po' geloso ma vedrai che si tranquillizzerà- spiego io.
-Per lei vale e per me no?- chiede stizzita Giulia a quel punto.
-Non sono incazzato per il lavoro sono incazzato perché stai rischiando grosso e te ne sbatti di te stessa, come fai sempre del resto e perché mi hai mentito- cerco di mantenere un tono normale, ma vorrei urlare.
-Non sei mio padre-
-Ma non l'hai capito che non ci casco più in questi giochetti che fai per allontanare le persone? Puoi insultarmi quanto ti pare a me frega solo che tu sia al sicuro e che stia bene, ma non ho intenzione di annullarmi per stare dietro a te e le tue idee masochiste-
-Se fossi andata con lui, avrei potuto scoprire qualcosa-
-Ah si?! Eri proprio nello stato da attenta osservatrice, hai paura Giulia ammettilo e grazie al cielo è così, ti è rimasto un po' d'istinto di sopravvivenza. Se proprio vorrai tornare ci torni con la geolocalizzazione del cellulare attiva, un microfono o addirittura una videocamera messa da qualche parte. Non così a cazzo di cane non è stupido,se non hai notato niente l'ultima volta perché oggi doveva essere diverso e non è che ti tratto da stupida, saresti arrivata a queste conclusioni anche tu se solo non fosse che non sei lucida dato che ti riguarda in prima persona, sei terrorizzata, ma continui a non volerti far aiutare, sei impossibile- sbotto io tutto d'un fiato.
Nella macchina cade il silenzio, sanno entrambe che ho ragione ed evitano i miei occhi.
-Siamo arrivate giusto?- sospira Chiara sotto il palazzo.
Io annuisco e scendo dalla macchina, prendendo le chiavi.

Lo vedo andare ad aprire il portone e io e Chiara ci guardiamo.
-Forse ha ragione lui- mi dice sottovoce.
-Lo so è che è difficile per me-
-Lo so lo capisco-
Ci dirigiamo su, Giovanni ci apre il divano letto e porta a entrambe dei vestiti di non so chi, ma la mia felpa ha proprio il suo odore.
-Va bene allora provate a riposarvi, vi darei camera mia ma è un posto singolo- ci dice premuroso -Buonanotte-
Io e Chiara andiamo in bagno e ci strucchiamo, ci guardiamo silenziose.
-Vuoi andare da lui vero?- diciamo nello stesso momento riferendoci a due diversi ragazzi.
-Si ma se poi tu e lui litigate non voglio che tu stia da sola- mi spiega.
-Tranquilla anche se fosse non è un problema per me-
-Dai entra prima tu se dopo 5 minuti non esci da camera sua, io vado da Tanc- la guardi sorridendo e l'abbraccio stretta.
-Grazie ama-
-Dai vedi di farti perdonare- mi dice.
Esco dal bagno e timorosa busso alla porta, sperando sia sveglio.
Aprendo la porta piano vedo che è sul letto che scorre il telefono.
Alza la testa sentendomi arrivare.
-Oi ti serve qualcosa?- mi chiede subito, sollevandosi con il busto.
Io cammino piano verso il suo letto.
-Posso stare qui?- gli chiedo piano.
Lui mi guarda dubbioso -Per cosa? Così domani mattina potrai ignorarmi come fai sempre? Dandomi la colpa oltretutto?-
-Hai ragione...su tutta la linea ma, per me è difficile. Il mio ex Daniel, lui  mi diceva sempre che parlavamo sempre dei miei problemi, che lo ammorbavo, che dovevo imparare ad aiutarmi da sola, per non parlare del mondo in cui sono cresciuta, una volta prima di un'audizione mi sono micro fratturata il dito del piede perché una mi ha fatto scivolare e subito dopo sono andate a dirlo alla mia insegnante, che non ero in grado di sostenere l'audizione. Ho molta difficoltà a fidarmi, ho molta difficoltà a farmi aiutare ho sempre paura di stressare troppo o di essere fregata e so che tu sei tutto l'opposto, so che sei sincero, ma non voglio farti pesare la mia vita, non voglio coinvolgerti- gli dico con il cuore in mano.
Lui mi guarda serio e silenzioso.
-Sono già coinvolto Giulia- dice solamente questo e poi mi accarezza una guancia. -Mi piaci mettitelo in testa e anche se volessi allontanarmi non ci riuscirei, in questo mese ci ho provato ma non ci sono riuscito- mi dice mentre mi fa sedere in mezzo alle sue gambe, facendo avvitare le mie intorno al suo busto. Le mie braccia subito agganciate intorno al suo collo.
-Lasciati aiutare, ti prego- mi chiede occhi negli occhi.
Mi scappa un sorrisetto e lo abbraccio stretto.
-Grazie Gio- lui ricambia l'abbraccio e mi da un bacio sulla tempia.
-Per ringraziarmi potresti smetterla di farmi prendere degli infarti che dici?- io ridacchio.
-Ma poi questa storia della cubista e ancora non mi hai fatto nessun balletto privato- mi dice tenendomi stretta mentre ci fa sdraiare sotto le coperte. Io cerco di ridere silenziosa contenta che si sia calmato.
Mi accoccolo bene sul suo petto.
-Cosa diremo agli altri domani mattina?- mi chiede dopo qualche minuto di carezze fra i capelli.
-Non so e non mi interessa in realtà- rispondo sicura di me mentre sbadiglio.
-Sei stanca eh-
-Tu no?-
-Bah in questo momento riesco solo a pensare a te che balli mezza nuda- mi dice sorridendo malizioso.
Io apro gli occhi e mi avvicino alle sue labbra baciandolo per poco.
-Buonanotte Gio- gli dico sussurrandolo sulle sue labbra, lui mi accarezza una guancia.
-Buonanotte Giuli-

one shot sangiulia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora