Erano passate alcune settimane da quell'ultimo incontro a Roma e le cose fra loro due stavano andando bene. Sangio si impegnava a farsi sentire quando poteva, a interessarsi di tutto quello che faceva, aveva anche preso l'abitudine di fare delle videochiamate in cui la coinvolgeva con tutta la sua famiglia, dimostrandogli così quanta importanza stesse effettivamente dando alla loro riappacificazione. Si erano rivisti fisicamente solo una volta, in realtà solo per una questione di Amici, si erano rincontrati tutti per firmare dei gadget e ovviamente i due avevano approfittato per stare un po' insieme, però senza poter fare più di tanto. Sangio sapeva che doveva andare lui a Roma, che di certo non sarebbe stata già Giulia ad andare da lui. I problemi erano altri, se con lei stava iniziando ad andare tutto come sperava, con il resto delle cose gli stava andando tutto una merda. La parte che preferiva del fare musica era finita, adesso si doveva occupare del lancio del disco e delle varie pubblicità, la questione era che lui non poteva scegliere nulla, ogni cosa sembrava vincolata a un contratto, doveva incontrare gente di cui non gli importava nulla, tutti che lo pressavano, i giri di soldi, le troppe aspettative. Tutto si stava gonfiando e gli sembrava di non avere il controllo di nulla. Aveva ricominciato a soffrire di attacchi di panico, a chiudersi nella sua stanza per ore, a non voler vedere o sentire nessuno se non le sue poche amicizie strette. Paradossalmente adesso si voleva concentrare solo su Giulia e considerava una distrazione la musica, o meglio dire il mercato. Tramite chiamata a lei stava nascondendo tutto, sentiva di dover essere fonte del suo sorriso, non di ansie che si sarebbe sicuramente fatta conoscendola.
Era molto stanco, di tutto, voleva sparire per un po' quello era il suo grande desiderio.
-Ei Giu- la videochiamò anche quella sera, con tutta l'intenzione di starci quanto più tempo possibile dietro quello schermo a parlare con lei.
-Eiii come stai?- chiese lei con il suo solito sorriso, facendolo già tranquillizzare.
Stettero al telefono per ore finché Giulia notò che iniziava a farsi tardi. In realtà era da un paio di giorni che aveva notato che lui le faceva compagnia fino alle ore più tarde, cosa rara prima di quei giorni, a un certo punto crollava, e invece no stava lì e quella che doveva chiudere a forza per il sonno era lei e anzi lui sembrava così attivo quando si salutavano che Giulia pensava che non sarebbe andato a dormire.
Così quella sera cercò di indagare.
-Ma non stai dormendo tanto vero?- chiese lei mentre era stesa sul letto.
-Ehh nono dormo abbastanza-
-Mh, non ci credo molto- ammise lei.
-Nono è che sai sto scrivendo dei pezzi e quindi magari ho degli orari un po' sballati. Per questo reggo di più mia cara insonne-
-Farò finta di crederci ahahaha, oggi però vai a ninna- affermò lei decisa.
-E come fai a dirlo?- disse lui buttandola sul gioco, per evitare che lei pensasse in modo serio al fatto che non dormisse.
-Perchè ti obbligo-
-Ahahah si certo è arrivata-
-Ti devo ricordare che dovresti starmi riconquistando?- scherzò lei, ovviamente non giocava mai quella carta seriamente, ci scherzava solo su. Lui sbuffò e in realtà si sentì stranamente 'coccolato' da quella sua richiesta, e provò ad accettarla, era così premurosa.
-Bene chi tace acconsente, ora vatti a lavare i denti e miraccomando inquadrati bene così ti controllo-
-I denti li ho lavati prima- affermò lui ridendo.
-Benissimo, allora vedi che già ci volevi andare a dormire- lui alzò gli occhi al cielo, ridendo.
-Bene ora mettiti il pigiama-
-Anche qui mi devo inquadrare bene?- chiese lui malizioso.
-Ovviamente mio caro-
E lui iniziò a cambiarsi.
-Guarda che se era tutta una cosa per vedermi in mutande potresti dirlo tranquillamente- scherzò lui malizioso non ottenendo risposta.
-Che c'è ti sei incatata?- richiese lui prima di riportare lo sguardo verso il cellulare.
-Emh no ahahah scemo no- rispose lei, come se si fosse risvegliata da un pensiero. Aveva notato dei segni, all'altezza delle sua ascella, non pensava che li avrebbe mai rivisti, cosa gli stava succedendo?
-Sicuro di stare bene?- gli provò a chiedere dopo un paio di minuti.
-Sisi- rispose lui anche fin troppo rapidamente.
-Mhh okk, allora sei pronto alla ninna- affermò lei, mettendo da parte quegli strani dettagli che aveva notato.
Sangio poggiava con la testa sul cuscino e si infilò sotto le coperte.
-Manchi tu qua sotto- sospirò ad occhi chiusi.
-Per questo hai Seba- ridacchiò lei.
-Sarebbe bello avervi entrambi-
-Lo so, dai prima o poi riusceremo a incrociarci promesso-
-Soli?-
-Soli ahah-
-Mh allora vado a dormire più sereno-
-Ahaha menomale. Buonanotte Gio, dormi-
-Sogni d'oro Giuls-
E per la prima volta chiuse veramente gli occhi dopo aver staccato la chiamata, per mantenere la promessa che le aveva fatto.
Si svegliò però nel bel mezzo della notte, dopo un incubo, gli venne un attacco di panico, che poi si riversò in un attacco di rabbia che si concluse in un pianto nervoso.
I genitori sentirono nella notte i problemi del ragazzo, sapendo di non poter fare nulla, lo conoscevano bene. La madre si permise di entrare in camera sua solo quando iniziò a piangere, abbracciandolo e tranquillizzandolo. Non fece domande.
Giulia e i suoi genitori, come se si fossero letti nel pensiero si contattarono il giorno dopo, e loro raccontarono a lei delle terribili notti che Sangio stava passando. Come si era sentita una merda a scoprirlo, lei non si era accorta di niente fino a quel momento, voleva aiutarlo, voleva farlo sfogare, provare a capire cosa ci fosse che non andava.
Lo chiamò la notte successiva, mentre lui si rigirava nel letto preso da mille pensieri, si stupì a vedere che lo stava chiamando a quell'ora della notte e ignaro del fatto che lei avesse parlato con i suoi rispose, pensando che fosse successo qualcosa.
-Non farmi domande, ascoltami e basta- lo zittì subito lei. -Adesso prendi un gran respiro e ti stendi per bene e dritto nel letto, chiudi gli occhi- Sangio non capiva, ma in quel momento non era molto in grado di ragionare e decise comunque di ascoltarla, le avrebbe parlato il giorno successivo. -Ora inizia a pensare un ricordo bello e immaginati ogni singola scena nella tua mente mentre respiri-
Sangio scelse una gita in montagna che fece da piccolo con tutta la sua famiglia, era rimasto incantato dai suoni della natura mentre camminavano in silenzio tutti. Piano tutto il suo corpo si rilassò, le sue dita smisero di agitarsi, non sentiva più quell'impulso di muoversi. Si addormentò dopo poco, senza dire nulla, e Giulia certa che si fosse addormentato gli sussurò un buonanotte e chiuse la telefonata per poi iniziare a preparare uno zaino con cui partire. Qualcosa a Sangio non andava bene e ed era una cosa più importante della loro riappacificazione, sapeva di poterlo aiutare, lo aveva già fatto in passato, così anche grazie a i genitori di lui, aveva deciso di andare a Vicenza per qualche giorno, certo non sarebbe stata una soluzione certa, ma doveva per forza fare qualcosa, non poteva rimanere a guardarlo soffrire.
Arrivò di prima mattina, avendo preso il treno molto presto, così che i genitori potessero aprirle prima di andare a lavoro. Si avviò di soppiatto verso camera sua, dopo essersi scambiata quattro chiacchiere con loro, aprì la porta e lo ritrovò che dormiva, sembrava abbastanza sereno per fortuna.
Non voleva rischiare di svegliarlo così si sedette sulla sedia della sua scrivania, ad aspettare che desse cenni di vita.
Dopo un po' prese ad agitarsi, Giulia si chiese se già lo avesse fatto durante la notte. Si sedette accanto a lui, vide che respirava male e sudava, gli accarezzò il volto, cercando di tranquillizzarlo, ma lui l'afferrò la mano e la lanciò via, alzandosi di scatto e sgranando gli occhi. La guardò terrorizzato per un secondo, finché non si rese conto di chi era veramente. Lei gli sorrise dolcemente e gli ripoggiò la testa sul cuscino, sistemandosi anche lei al suo fianco e ricominciando ad accarezzarlo.
-Tranquillo, respira Gio-
Lui si girò a guardarla mentre percepiva le sue dita sul suo volto che gli fecero venire i brividi, respirò insieme a lei finché non riuscì a calmarsi totalmente.
-Che cosa fai qui?- le chiese in un sussuro.
-Ti ricucio le ferite no?- ridacchiò lei, citando la sua canzone, facendolo ridere.
-Scusa sono tutto sudato- sospirò lui, mentre chiudeva gli occhi, beandosi delle sue carezze che avevano iniziato a scendere lungo tutto la sua schiena e fra i suoi ricci.
-Dopo ti fai una bella doccia, ora prova solo a rilassarti un po' va bene?- lui annuì soltanto, mettendo il suo braccio intorno al fianco della ragazza, avvicinandola a sé. Se c'era qualcosa che lo riusciva sempre a rendere più leggero quella era Giulia.
Sangio si riaddormentò tra le braccia della ragazza e si risvegliò solamente quando lei si mosse per andare in cucina.
-Dove stai andando?- chiese serio, mentre teneva ancora gli occhi chiusi. -Non è che era tutto un sogno?-
-Ahahah no volevo solo andarti a prepatare qualcosa per pranzo, sono qui per davvero-
-Mhh non andartene-
-Beh magari potresti venire tu con me dato che è mezzogiorno e mezza-
-Guarda che sei tu che mi hai fatto addormentare- si lamentò lui.
-E sono io adesso a farti alzare, dai su altrimenti continuerai ad avere i ritmi sballati- e con questo riuscì a staccarsi dalla sua presa, aspettando che si alzasse. Lui aprii gli occhi, sconsolato, sapendo anche che dopo avrebbero dovuto parlare, di certo non aveva deciso di fargli una sorpresa così a caso, anche contando che sembrava sapesse dei suoi attacchi d'ansia.
Si alzò dal letto a fatica sotto il sorriso soddisfatto di lei, mentre lo conduceva verso il bagno. -Bene adesso mentre io cucino, tu ti fai una bella doccia che puzzi, prima ti ho lasciato abbracciarmi solo perché sono caritatevole-
-Ma smettila tuu ahahaha- e la spintonò piano.
-Dai dai fila-
Giovanni andò a farsi la doccia, cercò di allontanare l'ansia di doverne finalmente parlare con qualcuno, era Giulia, lo aveva già visto nei suoi momenti peggiori e gli era rimasta vicina nonostante tutto, non era una persona qualunque, certo avrebbe preferito di gran lunga non dirlo a nessuno, ma sapeva che lei non avrebbe mollato la presa facilmente, era addirittura venuta da Roma fino a lì per lui e non voleva deluderla.
Scese giù rendendosi conto delle 10 chiamate perse da parte del suo manager, non gli interessava, quella mattina no, non avrebbe perso tempo a litigare con nessuno, che non fosse Giulia, gli scrisse un messaggio 'Non sto molto bene, fai tutto tu tanto' e gli lasciò carta bianca.
-Ta dan- Giulia gli posò di fronte al viso un piatto con del risotto dentro.
-Addirittura il risotto allo zafferano?- chiese lui sbalordito.
-Hai visto si? Sto diventando un ottima cuoca-
-Complimenti- disse lui iniziando a mangiare affamato.
Giulia mangiava molto più lentamente, indecisa su come aprire l'argomento.
-Senti lo so che forse penserai che è così, ma non sono venuta solo per farti assaggiare le mie prelibatezze- la buttò sul ridere.
-Ma va?- rispose lui ridendo nervosamente.
-L'altra sera ho visto i segni che ti sei fatto sotto l'ascella, e poi il sonno, insomma mi sono venuti dei dubbi e poi ho sentito i tuoi, che mi hanno raccontato delle cose. Era da tanto che non ti vedevo così. Cosa ti sta succedendo?- chiese lei sperando di ottenere delle risposte.
-Io non so, sto tornando a soffrire d'ansia-
-E come mai?-
-Non mi trovo molto bene con il team per il disco-
-Cioè?-
Sangio sospirò.
-Mi sento limitato da loro, non posso praticamente decidere nulla, tutto è finalizzato ai soldi e io non mi sento libero. Però mi sento inesperto, non so se è il caso che io molli tutto, sono nuovo di questo mondo e forse per questo lato di cose devo solo abituarmi a come funziona-
Cavolo la cosa era molto complicata, e Giulia inesperta come lui non sapeva esattamente cosa pensarne, dirgli di mollarli e trovare qualcun altro era un consiglio da film, nella realtà i sogni ogni tanto devono scendere per forza a compromessi. Sangiovanni vedendo che la ragazza taceva provò a chiudere il discorso.
-Ma si insomma magari è una cosa momentanea vedrai che passerà tutto, non ti preoccupare- ancora credeva che non fosse giusto addossarle dei problemi, voleva continuare quel piano di silenzio, anche se vedere che appena aveva notato qualcosa di strano si fosse precipitata da lui lo aveva reso felice, voleva dire che stavano facendo progressi veri.
-Non penso tu debba pensarla così, io Gio lo sai sono pessima in queste cose, miss ingenuità, ma credo tu possa parlare con qualcuno che ti dia una mano a capirci qualcosa. So che sei abituato a sapertela cavare in qualsiasi situazione, ma è un mondo nuovo quello del mercato, non si tratta di musica e devi chiedere consiglio a qualcuno. Ci devono essere delle alternative- affermò Giulia dopo aver rimuginato un pochino, lei non aveva la soluzione in mano, ma conosceva qualcuno che poteva dargliela.
-Insomma anche se tu decidessi comuque di rimanere con loro, almeno saresti consapevole, magari quelli del team non ti includono anche perché sanno che non conosci come funziona, ma se glielo dimostri le cose potrebbero cambiare senza nessun tipo di rottura- continuò lei, mentre scorreva la rubrica del suo telefono, intenta ad aiutarlo.
-E poi anche se suona un po' da bambina, io credo che tu voglia essere sereno per riuscire a fare musica, se ti blocchi ora che sei all'inizio potresti scoppiare in futuro- concluse lei il discorso, scrivendo a quello che era il manager di Irama. Per Giulia era ancora surreale l'idea di aver lavorato per lui, ma in ogni caso era diventata amica con quello che era tutto il suo gruppo di lavoro, e avevano iniziato a collaborare per tante cose, che non riguardavano solo il cantante, per questo Giulia si sentì abbastanza tranquilla nel scrivergli un messaggio per chiedere un incontro con Sangiovanni. Lui non capiva per quale motivo stesse trafficando al cellulare mentre stavano affrontando un argomento così serio, però le parole che aveva usato lo colpirono a fondo.
-Ti va bene?- chiese a quel punto lei sorridendo, mostrandogli il messaggio che stava per inviare. Lui lesse quelle poche righe che richiedevano un incontro con il destinatario.
-Ma chi è?-
-Il manager di Irama- disse lei con tono tranquillo.
-Ma scherzi Giu?- esclamò lui strabuzzando gli occhi.
-Ahahah no, che non ti ricordi, abbiamo lavorato insieme- spiegò lei.
-Si ok ma non pensavo foste così confidenziali-
-Mo confidenziali, abbiamo fatto un po' di cose insieme e mi deve un favore ahahah. Vabbe quindi lo invio?-
-Scherzi? Certo- si affrettò a rispondere lui, non poteva crederci.
-Guarda che è il suo manager, non Irama stesso- rise lei.
-Lo so lo so ma è comunque una cosa wow, devastante-
-L'importante sarà vedere se riuscirai a trovare una soluzione- disse lei tornando seria. Facendolo annuire.
-Poi un'altra cosa- aggiunse lei -Io lo so che non siamo ancora nulla di definito e lo sento che ti stai impegnando a rendermi felice e sicura anche da lontano. Ma non per questo non devi sentirti libero di parlare dei tuoi problemi con me, è anche così che ricostruiremo qualcosa. Noi ci stiamo riprovando, noi, non tu da solo. Voglio che mi prometti che ricomincerai a tenere a bada l'ansia e se avrai bisogno di una mano, non devi dubitare a chiederla- e con questo alzò il mignolino verso di lui.
Lui aveva ascoltato tutto con molta attenzione, come faceva sempre da quando la riaveva nella sua vita. Giulia gli aveva appena spianato la via per le soluzioni, sia a livello lavorativo, sia a livello umano. Lui si alzò in piedi e afferrandole quella manina con il dito alzato, la fece alzare e la strinse forte a sé, scoppiando in un pianto liberatorio.
-Sono stato un coglione- disse singhiozzando, pensando al fatto che mesi prima avrebbe davvero potuto perderla.
-Naah, hai fatto solo qualche cazzata, ne facciamo tutti, e poi mi dicevi sempre che sono gli sbagli a rendere la vita interessante- gli rispose lei, stringendolo per quanto poteva. Dopo un po' gli alzò il volto, come tante volte lui aveva fatto con lei, e gli asciugò le lacrime, mentre guardava incantata quelle due pozze azzurre in contrasto con il rossore dovuto al pianto. Gli sorrise, ogni tanto si ricordava che era un essere umano anche lui e che si poteva incrinare, avendo bisogno di qualcuno che lo aiutasse a riparare le sue crepe. Gli lasciò un bacio sul naso, mentre lui riprendeva a respirare regolarmente.
-Non so cosa farei senza di te- le disse.
-Staresti benissimo, perché sei forte, avresti solo meno risate sparse per la giornata- spiegò lei, convinta del fatto che Sangio fosse una persona estremamente solida in realtà e che poteva riuscire a fare tutto se avesse voluto, gli serviva solo qualche spinta ogni tanto.
-Beh sono state la cosa più bella in questi giorni-
-Vedrai che la musica tornerà al primo posto Gio, si risolverà tutto-
-No forse non te ne rendi conto, ma massimo saranno a parimerito-
Si sorrisero complici.
-Dai finiamo di mangiare su- disse lei dopo un po', allontanandosi prima che le loro labbra si incrociassero.
-Ma io ho finito-
-Non il mio piatto, dai su che non si spreca niente-
-Ahahah ma sei tu che non lo mangi-
-Eh beh a cosa serve avere un ragazzo?-
-Un che?- 'mannaggia' gli era riuscito così, non ci aveva fatto caso.
-Un, un, un compagno di pranzo- cercò lei di sviare, arrossendo come un peperone.
-No, no, non hai detto così- disse lui avvicinandosi a lei.
-E come ho detto?- chiese quando i loro visi erano di nuovo a pochi centimetri di distanza.
-Un ragazzo, ne hai uno?-
-Non lo so-
-Come non lo sai?-
-Lui non me lo ha chiesto ancora-
-Forse aveva paura fosse troppo presto-
-Forse dovrebbe smettere di averne- e con questo la baciò. Giulia era abbastanza convinta della sua scelta, in fondo era solo un' etichetta, già si comportavano così, certo però voleva dire dargli una conferma, fare il suo primo passo avanti verso di lui da quando avevano deciso di risentirsi.
Dopo essersi staccati lei arrosì un'altra volta, così lui rise e la portò a scontrarsi sul suo petto sospirando felice, finalmente sembrava che le cose potessero migliorare.
-Ahh Stabile cosa mi fai- rise lui, tenendola stretta a sé, portandola a ridere nuovamente.
Il telefono di Giulia squillò e lei andò a rispondere, era già il manager, si misero d'accordo per un incontro online per qualche ora dopo, si era dimostrato veramente gentilissimo e a modo come al solito. Ore dopo mentre Sangiovanni parlava con lui, le teneva la mano stringendola, per non far partire i tic davanti al suo interlocutore e per sentirla vicina. La chiamata si concluse molto bene, Sangio aveva capito che c'erano dei modi per ribellarsi, che non prevedevano disguidi giuridici per il contratto, si gasò a mille, prendendo appuntamento a quel punto con il suo di manager, forte e sicuro di sé e di quello che poteva fare.
-Va bene, vorrei tanto che venissi con me, ma non si può, ti dispiace rimanere qui?- chiese a Giulia infilandosi le scarpe.
-Ma no tranquillo, fammi sapere come va-
-Si certo, fai come se stessi a casa tua, ti direi anche di farti un giro, ma sono abbastanza sicuro ti perderesti ahaha-
-Ah ah ah, dai vai miraccomando, se ti partono i tic tu stringi questo- e gli diede il famoso elastico rosa.
-Ok, ok, va bene sono pronto. Grazie per tutto- e con questo gli diede un bacio a stampo, lasciandogli uno sguardo rassicurante per poi uscire dalla stanza.
Giulia così rimase sola in camera sua ad aspettarlo. Girovagò per la camera intenta a scoprire qualcosa in più su di lui che ancora non conosceva. Sfogliò il suo album di foto da bambino, i suoi quaderni, uno in particolare lo lesse attentamente, quello delle medie in cui parlava di quanto non si sentisse accettato, di quanto soffrisse, le loro vite erano molto più simili di quanto sembrasse, anche se al bullismo avevano reagito in maniera diversa. Un altro quaderno passò sotto ai suoi occhi, sembrava recente in quanto non lo aveva finito. C'erano dei testi di canzoni e pensieri scritti in disordine. Trovò anche cose scritte su di lei, sul loro periodo di separazione, addirittura in una pagina c'era il suo nome scritto ripetutamente in ogni riga, chissà cosa sarebbe successo se non avesse deciso di riprovarci? Se lo chiedeva spesso, eppure scorrendo quelle pagine dedicate a lei non poteva non immaginarsi un destino diverso se non con lui al suo fianco, sembravano appartenersi.
Il ragazzo tornò dopo un paio d'ore e lei per fortuna aveva già riposto tutte le sue cose a posto, non gli avrebbe mai confessato di aver letto tutto. Alla domanda sul cosa avesse fatto tutto quel tempo lei aveva risposto che aveva dormito.
-Quindi com'è andata?- chiese ansiosa.
-Posso ricominciare il concept del disco da capo e l'etichetta mi assegnerà un nuovo team più adeguato- disse lui con un sorrisetto stampato in faccia.
-Grandeeeeeeee- urlò lei saltandogli addosso, felice che il suo aiuto avesse portato seriamente a una svolta.
-Si speriamo che con loro andrà meglio-
-Ma si Gio ne sono certa- esclamò lei ancora attaccata alle sue braccia.
-È tutto merito tuo- le sussurò all'orecchio stringendola a sé.
-No tuo, ti serviva solo una manina-
-Non sai che nodo alla gola sentivo ogni giorno, arrivi tu e mi risolvi l'ansia e i problemi, sei davvero speciale-
-Lo so- disse lei ridendo come non mai, troppo felice per quello che era appena successo.
-Ma ti fai baciare, al posto che girare per tutta la stanza come una trottola?- chiese lui, vedendo che aveva cominciato a esultare come una scema.
-Sono troppo contenta- rise lei mentre continuava a vagare.
-Dai vieni qua- e la riafferrò per un braccio.
-Hai detto prima che devo smettere di avere paura vero?- chiese lui.
-Mh si, direi di si-
-Bene- la ribaciò intensamente, infilandole le mani sotto la sua maglia. Voleva riaverla in tutti sensi, lei era sua e voleva sentirla, non aveva più timori perché Giulia con tutto quello che aveva fatto gli aveva dimostrato che si fidava nuovamente e che poteva permettersi di fare qualche passo in avanti.
Giulia non si scostò, facendogli capire che era d'accordo con tutto quello che avrebbe fatto. Si spogliarono velocemente e Giulia baciò anche i segni che Sangio si era procurarato. -Non voglio vederli mai più- disse lei mentre piano faceva su e giù con la mano. Era possibile provare così tanto amore per una persona? Si chiese lui mentre si godeva quel momento, sentiva il suo corpo bruciare per quante sensazioni stava provando. Successivamente i loro corpi si unirono, mentre i loro occhi rimanevano incastrati, era diversa dalla loro ultima volta a casa di Giulia, non c'era disperazione o rischio, ma tanto amore, finalmente libero di poter uscire, senza provocare sensi di colpa. Si addormentarono sotto le coperte, Sangio racchiudeva tutto il busto di Giulia, compresa la sua testa, fra le sue braccia, come se avesse paura che qualcuno gliela portasse via, lei che così piccola lo aveva fatto sentire protetto per la prima volta nella vita.

STAI LEGGENDO
one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione