Fisso lo schermo della chat con Giulia, 5 chiamate perse oggi e i suoi solito messaggi comprensivi.
Io lo so che in fondo lei sta male che non le rispondo. Soprattutto in serate come questa, in cui sono semplicemente uscito a divertirmi e lo so che non c'è nulla di sbagliato nel aver lasciato il telefono per svagarmi un po', so che lo sa anche lei, ma comunque non posso evitare di sentirmi in colpa.
Non ci vediamo da quasi un mese e mi manca, ci sentiamo poco e discutiamo più facilmente.
Lei regge meglio di me, mi innervosisco subito io.
Penso sempre più spesso che forse sarebbe meglio lasciarci andare, e sono sempre più confuso su come mi sento, io l'amo, ma basta per continuare così? E quando finirà? Quando potremo essere più vicini? E se stiamo combattendo per un futuro che poi sarà deludente?
Uno di noi due dovrà fare dei sacrifici e io so in cuor mio che è molto più probabile che sarà lei, e io potrò accettarlo? Sarei disposto a fare il contrario? Poi mi sento così in colpa a pensare tutte queste cose, lei pronta a tutto, si tiene tutto dentro e si sfoga in silenzio di tutte le paure che tendo a metterci addosso, quanto deve essere brutto per una come lei vedere così tanti dubbi nelle sfumature delle mie parole?
Lei che fa di tutto per me, che se le chiedessi di proteggermi da un centinaio di persone, lo farebbe senza sbattere ciglio, che cerca di rassicurarmi quando le stesse ansie l'attanagliano. E io cosa faccio in cambio? Le dico che non mi capisce al massimo, che non può curarmi, che non mi basta. È la verità, e lo sa anche lei, ma forse delle volte potrei trovare modi più delicati per dirglielo o forse delle volte potrei solo lasciarmi andare a lei, provare a non chiudermi come cerco sempre di fare.
Tutto questo discorso è pieno di forse, di ma e di sé. E so che la nostra relazione sarà intrisa di questo per ancora molto tempo. Forse è solo la persona giusta al momento sbagliato.
Forse domani mattina dovrei prendere un treno, raggiungerla in sala, lasciarla con la promessa che in realtà sarà mia per sempre e poi andarmene il più velocemente possibile, da quelle mura in cui lei è più vera che mai, che ci hanno visto sbocciare e che probabilmente nascondono qualche crepa, che forse verrebbe fuori assistendo a lei, che piegata su se stessa piange perché il suo primo amore se n'è andato e non ha più la forza di combattere.
E lo so che ha tanta paura di non innamorarsi più, lo so bene, ha standard alti la piccoletta. Poi con il lavoro che fa, non avrebbe il tempo di costruire più niente con nessuno, o forse solo con qualcuno della sua stessa cerchia, qualche ballerino con cui possa condividere tutto al massimo.
Vorrei poter dire che la mia maturità ha superato anche questo pensiero, immaginare la possibilità che lei possa condividere se stessa con qualcuno diverso da me.
Cerco di convincere lei e me della mia assoluta mancanza di gelosia.
La realtà è un'altra e lo so bene.
La verità è che Giulia mi fa sentire la persona più speciale del mondo, dà così tanto valore a tutto quello che fa per me che ,anche se non lo ammetto quasi mai, impazzire sapendo che c'è qualcun altro a cui magari racconta le stesse come le racconta a me, a cui darebbe le stesse attenzioni. Perché lei è la persona più generosa che c'è e a differenza mia non si fa tutti questi problemi al dover pensare prima a sé stessa, lei è delle persone che ama e da loro prende la forza di fare tutto.
Io sono più complesso, mi barrico da solo nei miei pensieri e mi convinco che da solo starei meglio, che non devo affidarmi a nessuno.
Come potrei vederla con qualcun altro, guardarlo con gli stessi occhi che mi rivolge quando la saluto dal treno, è troppo speciale e vorrei essere meno egoista, ma vorrei davvero esistesse un modo per fare in modo che rimanga sempre mia.
So bene che è ingiusto e che forse con il tempo mi passerebbe, o che anche io potrei innamorarmi di qualcun altro, qualcuno che potrebbe starmi dietro senza troppi sacrifici. Forse l'amore da matrimonio non deve essere per forza l'amore della tua vita, forse bisogna scendere a compromessi e accontentarci del tempo passato con le nostre metà, un tempo con una scadenza, un tempo da ricordare con dolce malinconia e su cui sicuramente riuscirei a scrivere centinaia di canzoni.
Forse devo davvero lasciarti andare amore.
L'ho appena sospirato di fronte alla luna, che mi ricorda cosi tanto te, e quella notte passata all'Osservatorio astronomico mesi fa, prima che milioni di persone ascoltassero cielo dammi la luna, ci ho portato te li con me e ricordo le lacrime, ricordo il bacio che mi hai dato dopo, ricordo quanto eri emozionata a spogliarmi e quanto lo fossi io. Quando mai potrei rifare l'amore così con qualcuno? Quando Giu?
La tua prima volta, la cosa mi consola, ti ricorderai di me per tutta la vita, con chi altri avresti potuto vivere una cosa simile Giulie?
Nessuno, nessuno e me ne voglio convincere e non me ne frega un cazzo se pecco di superbia, voglio credere che siamo predestinati e che era destino che io e te fossimo lì insieme quella notte e che nessuno avrebbe potuto mai toccarti come ho fatto io. Ho bisogno di avere la conferma che ti faccio sentire speciale come tu fai sentire me.
Forse sarebbe l'unica consolazione dopo tutto.
Però credo di non farcela più, perché ora il ricordo di quella giornata, insieme alla luce della luna e al suo colore che inoltre mi ricorda il colore delle tue gambe, mi fa mancare un po' l'aria e mi fa aumentare la voglia di averti, di riassaporare quella sensazione, ma so che non si può e chissà per quanto tempo.
Credo di dover smettere questo mio momento drammatico perché c'è una signora molto strana che si sta sedendo accanto a me e il tutto è ancora più folle perché sono le 4 del mattino.
Ora mi alzo e filo a casa e smetto di pensare a tutto questo, almeno fino a domani.
-Aspetta!- la voce della signora mi arriva meno arrugginita di quello che uno potrebbe pensare.
-Si?- mi giro e decido di non ignorarla, in fondo non può farmi del male giusto? Non ho nemmeno troppi soldi con me.
-Sentivo il rumore dei tuoi pensieri dalla terrazza di casa mia-
-Mi scusi?- rimango un po' interdetto.
-È la prima volta che ti fermi su questa panchina, di solito vai a quelle due più avanti, come fanno in molti, c'è una più bella vista-
-Emhh io dovrei andare comunque- ma chi è questa?
-Senti giovanotto sto per farti un favore, vedi di portare rispetto e soprattutto semmai evita di venire a scervellarti sotto casa mia!-
La signora sta camminando a passo più svelto e io non capisco cosa stia succedendo, ma non è che sono in coma etilico?!
-No stai bene, poi capirai, ora osserva!-
Mi prende la mano e io mi sento svenire e di botto mi trovo in una sala di danza.
Ma cosa?! Ok probabilmente sto sognando.
Di botto cominciano a entrare un sacco di ballerini, che a quanto pare non mi vedono. Mi convinco che sta per entrare Giulia, evidentemente se è un sogno e sono in una sala, palesemente me la sto per sognare, quasi sono contento me la posso godere nella sua quotidianità.
Come avevo previsto entra e sembra stare bene come al solito, è sempre lei, la solita Giulia.
Balla con la solita energia, è felice, ma l'unica cosa che non capisco è perché siamo in Inghilterra.
Sarebbe più comprensibile Barcellona, ma Londra? Cosa cerca di dirmi il mio subconscio?
Mi metto in un angolo e mi godo Giulia, è da tanto che non posso semplicemente osservarla.
Finita la lezione lei però rimane in sala e cambiando un po' umore comincia a provare alla sfinimento. Sembra esagerare i movimenti per stancarsi apposta.
Non capisco, credo che abbia problemi con la coreografia, ma non sembra volerla curare come al solito.
Cerco intervenire, provando a spegnere la musica, ma evidentemente la mia funzione nel sogno è proprio quello di essere un fantasma.
Mi si stringe un po' il cuore a vederla così e non poter fare nulla. Che fare?
Dalla porta entra una ragazza, che credo di aver chiamato io a questo punto, il mio cervello l'avrà fatta intervenire.
-Giulia!- la ragazza blocca la musica e si conferma italiana. Spegne la musica e Giulia davanti a lei abbassa gli occhi con aria colpevole, ma anche con tratti duri.
-Cosa c'è?- risponde sbuffando.
-So cosa stai facendo! Cerci di risolverti il problema da sola!-
Giulia alza le spalle e va a recuperare le sue cose.
-Ti ho detto che non devi preoccuparti, solo perché il medico dell'accademia ti ha detto che non lo farà, non vuol dire che a Londra non esistono più medici che possano aiutarti-
-Si e intanto il tempo passa! Prima che riusciamo a trovare il dottore giusto e a risolvere il tutto avrò la pancia e tutto il resto!-
Ok, non so che scherzo è questo. È incinta?! Ma cosa?! Non mi sono accorto di una cosa del genere? O forse è un mio desiderio?
-Giulia, ma perché non glielo dici?! Se glielo dicessi non dovresti vivere con tutta questa ansia-
-Non voglio includerlo in questa scelta! Riguarda solo me- rispose lei evidentemente stressata.
Non vuole dirmelo?
Sussurro senza accorgermene un 'amore', profondamente deluso, davvero non me lo direbbe? Avrebbe il coraggio di nascondermi una cosa simile? Ma poi cosa pensa di fare, abortire spontaneamente in questo modo? Hai bisogno di una mano Giulia in entrambi i casi.
-Si e cosa pensi di fare? Questo? Distruggerti in sala fino a quando non ti accasci a terra sanguinante? Ma lo sai quanto è rischioso. Smettila lo dico per te e per la tua salute, capisco che hai paura ma devi dirglielo-
Sono totalmente d'accordo, credo di pensare che questa sua amica sia la rappresentazione della mia coscienza.
-E se puoi vuole tenerlo?- sussura spaventata lei.
-Giulia se non vuoi tenerlo Jonh deve prendere per forza atto del fatto che il corpo è il tuo, non è esattamente una scelta che si prende 50 e 50, la tua opinione vale un po' di più. Magari vi lascerete, ma forse è meglio così per te no?-
Ok ora sono confuso, Jonh? Potrei essere io in inglese, Giulia mi riempie di nomignoli.
Ma non capisco perché tutto questo timore a parlarmene, insomma poi pensavo che un figlio fosse uno dei nostri sogni, ma sa bene che ora non è il momento e soprattutto che la sosterrei in qualsiasi caso. Solo davvero non capisco, sembra proprio terrorizzata dal parlare con me, piuttosto che per la situazione e per quello che potrebbe accaderle.
E poi le sta dicendo quasi che conviene lasciarci...insomma si ok la mia coscienza, ma non sembra molto da noi tutto questo.
-Si, lasciarci sarebbe la cosa migliore, anzi sai che ti dico dopo lo spettacolo lo mollo, non ha più senso portarla avanti, non so nemmeno perché ci ho provato, ogni volta è così, ci provo sempre, ma alla fine va male. Forse è anche il caso di lasciare Londra-
-Vuoi tornare a casa?-
-No, non me la sento, in Italia lavoro male, ho adorato Amici, ma non c'era spazio per altro-
-E poi c'è lui-
Giulia alza gli occhi e accenna un sorriso.
-Si e sono sicura che se ne riparlerebbe, o potrei rischiare di incontrarlo-
-Non vi sentite da quando?-
-Un paio di mesi, mi ha scritto lui, mi ha chiesto come stavo e le solite cose, la verità è che ancora non l'ho superata e lo sanno tutti, tranne Jonh-
-Forse rivederlo ti aiuterebbe a prendere distanza dalla persona che era con te-
-Non lo so, io, io ci ho creduto così tanto, ho creduto fino all'ultimo che oltre la danza potesse esserci una strada, ero arrivata a credere che avremmo avuto una famiglia, una casa. E ora sono qui, lontana da casa, a disperarmi per lui come facevo a diciotto anni, ad odiarmi perché non sono stata abbastanza. Se lo incontrassi e vedessi che sta benone? Forse sarei felice perché in cuor mio lo amo, ma ormai il rancore ha preso il posto di tante cose e forse starei peggio di ora.
Ho capito che non sono fatta per amare altro oltre la danza, non voglio avere altro, perché l'altro non mi interessa davvero.
Sono un'artista e il mio corpo mi serve, non posso permettermi di smettere per un bambino capisci?-
-Un bambino non suo?- la domanda della ragazza sembra devastarla totalmente, annuisce, ma la sua schiena si incrina, e si siede a terra, stringendosi su se stessa per piangere.
Questa conversazione mi ha spiazzato.
Lei sta con un altro, ma non lo ama, è lontana da casa perché non vuole più vedermi, non riesce più ad amare.
E ora a differenza di prima mi sembra infinamente triste.
Non capisco cosa sia successo tra noi e non capisco cosa voglia dire questo sogno.
Ora però sono troppo concentrato su di lei che piange, anche se vorrei capire.
Dopo poco le due amiche sono costrette ad andarsene e io seguo Giulia, che prima si ferma in bagno a sistemarsi.
Si rifà il trucco osservandosi più volte nello specchio.
Sembra davvero di essere tornati a tempo fa.
Esce e si dirige verso un appartamento vicino all'accademia, entra molto piano, e sporge giusto un po' la testa per sentire qualcosa.
È evidente che qualcuno stia consumando un rapporto, e per un secondo intravedo Giulia quasi ridacchiare arrossendo, e poi scuotere la testa, si infila dentro giusto il tempo di prendere una mela e poi riesce per andare a un parco vicino, e comincia a cercare delle compagnie a Barcellona sul cellulare.
Sembra stare meglio, ora che è concentrata sul futuro piuttosto che a ripensare al passato, che però ancora non capisco.
Le arriva una chiamata, e leggo chiaramente Pierluigi e non ho molti dubbi sta volta.
-Ei Giulietta come stai?- la voce di mio padre mi arriva male e quindi mi avvicinò a Giulia tanto so che non mi sente.
-Bene Pier tu?Voi?-
-Oh si tira avanti-
-Ma smettila che tu e Lidia siete due fiori. C'è qualche motivo per cui mi chiami?-
-Nono volevo solo sentire come stai-
-Sei un monello, hai sentito mia mamma vero? Spera che parlando con voi io tiri fuori il coniglio dal cappello. Senti lo dico a te come lo ho già detto a mia madre, sto bene sono solo stanca e poi qui piove sempre-
-Beh allora vieni un po' a casa no? Passi a salutarci, Virginia chiede sempre di te. Sono sicuro che se ci organizziamo troviamo il modo di evitare qualsiasi incontro/scontro-
-Pier, mi piacerebbe ma sono davvero troppo impegnata, appena ho un momento verrò a spupacchiarmi la piccola. Per Giovanni non devi preoccuparti, puoi dirlo il suo nome. Piuttosto come sta?-
-Eh, non bene, lui dice di no, ma sta avendo varie ricadute, poi sai ormai che è a Milano è difficile aiutarlo, soprattutto quando fa di tutto per fingere che ha tutto sotto controllo. Però siamo molto preoccupati, l'altro giorno è venuto a casa e a sorpresa c'erano anche la Virgi e i fratelli, ma lui era completamente andato, ha risposto male a tutti, ed era la prima volta che la Virgi lo vedeva così, è stato davvero triste per lei-
-Non sai quanto mi dispiace Pier, davvero io, penso sempre a come avrei potuto evitare quello che è successo-
-Non farti certi pensieri, lui ha fatto delle scelte e ti ha ferito, non pensare che noi crediamo che la colpa sia tua, so che per lui ci sei sempre anche da lì, è solo che lui si è perso, si sta facendo del male da solo e siamo preoccupati di limitare i danni-
-Delle volte mi manca-
-Manca a tutti noi Giulia, spero che un giorno starà meglio e che anche voi due possiate almeno rivedervi in serenità-
-Ehhh è un testone lui-
-Tu nemmeno scherzi Giulietta, lo so che non tornerai in Italia per ancora tanto tempo. Lo capisco, ma spero che questo tanto prima o poi svanirà-
-Te lo prometto Pier- Giulia tira un sospiro e poi saluta mio padre.
Ora sono dieci volte più confuso di prima.
Ma devo correre a seguire lei che sembra tornare verso l'appartamento.
Mentre siamo in ascensore rifletto.
Io e Giulia ci siamo lasciati male, e io non sto bene, addirittura da comportarmi in modo ambiguo davanti a Virginia.
Ma voglio sapere di più.
Giulia rientra e sta volta ad attenderla c'è un uomo.
Oddio non dirmi che...
-Ei sweetie- le dice in accento semi italiano, le da un bacio e una mezza pacca sul sedere.
Lei risponde e cominciano un po' a raccontarsi la giornata.
Questo è Jonh, evidentemente, e la stava chiaramente tradendo.
Lei però sembrava saperlo ed essere tranquilla al riguardo.
Mi sono distratto dalla conversazione, e ripongo la mia attenzione su questa perché ora stanno quasi urlando.
Giulia gli ha appena detto che pensa di cambiare compagnia e lui non sembra contento.
Le sta urlando addosso che pensava che avessero dei piani loro due, che avevano dei progetti, ma lei risponde in modo elusivo, mandandolo ancora più in tilt.
L'ha presa per un braccio, costringendola a guardarlo e a dargli delle risposte.
Ora Giulia sembra arrabbiata e gli sputa in faccia che non sa di quali progetti parla dato che la tradisce tutti i pomeriggi.
Lui sembra infuriarsi, la spintona verso l'isola della cucina su cui lei sbatte.
Automaticamente mi sono spostato verso di lei, ma non posso fare nulla. Questo sogno è straziante.
La ricopre di insulti mentre lei velocemente recupera le sue cose in camera da letto ed esce correndo con un borsone.
Corre, corre fortissimo e io fatico a starle dietro.
Siamo a un centinaio di metri di distanza quando la vedo accasciarsi a terra, toccandasi la pancia ed emettendo un urlo di dolore.
Oddio, mi sento svenire dalla paura, mi affretto a raggiungerla, ma la distanza tra noi sembra aumentare al posto che accorciarsi.
Un passante la vede e le corre incontro, urla che sta perdendo sangue perché i pantaloni sono sporchi di sangue e chiama un ambulanza, mentre lei continua a lamentarsi. Io corro sempre più velocemente, ma è come se non riuscissi a superare la distanza.
I soccorsi arrivano e io smetto di correre, sono sfinito e voglio solo concentrarmi su di lei per capire come sta.
La caricano su una barella e lei è pallida, gira la testa verso di me, mentre non so cosa le stiano facendo.
Sono convinto che non possa vedermi, perché questo è un cazzo di incubo.
Invece il suo viso sembra sbalordito, poi si rilassa e con una lacrima che le solca il viso mi sorride.
Questa visione mi spezza.
-Giulia, amore, amore che ti è successo? Che hai fatto? Perché?- ricomincio a correre verso di lei e sta volta mi avvicino davvero.
-Amore mio- comincio a piangere e a ripetere queste parole, perché non so che scherzo è, ma vedere la persona che si ama in queste condizioni è una tortura.
Appena sono a quasi due passi da lei, un'infermiera mi blocca. È la signora di prima.
Mi afferra la mano mentre dico di no, che non posso andarmene.
Svengo e mi ritrovo in un appartamento, a Milano credo dalla vista.
Regna il silenzio più totale e non c'è nessuno, nonostante siano le 5 del mattino.
Mi siedo sul divano, cercando di elaborare quello che ho appena visto.
È stato bruttissimo, ma non può essere reale, quindi non capisco.
La porta si apre e ci sono io, con una tipa che limoniamo sulla porta.
Il punto è che io non sembro molto in me.
Barcollo e sembro uno zombie.
Ci spostiamo dentro, ma io sembro cambiare idea. La allontano.
Mi chiede spiegazioni e le rispondo scazzato che ho sete.
-Che è ti sei calato troppe pasticche?- risponde lei sistemandosi sul divano.
-Tranquilla ce la faccio-
-Oh non mi preoccupo di quello. Pensi sempre a lei quando lo facciamo, non puoi fare cilecca- ridacchia lei.
Io mi limito ad alzare le spalle non curante.
Ok tutto questo è strano. Mi drogo?
-Che poi non capisco, sono obbiettivamente una bella ragazza, lei era bruttina-
-Non parlare di lei- rispondo io sospirando.
-Che poi non ho mai capito perché è finita, sembri così innamorato-
-Vuoi saperlo?- chiedo scocciato.
-Si-
-Bene, ho cominciato a farmi mentre lei al suo primo tour con la compagnia. Quando è tornata ci ha messo poco a scoprire la verità-
-Se n'è andata?-
-No, lei no, è rimasta, ci ha provato in tutti i modi, e stavo effettivamente migliorando, quando ho scoperto che stava rinunciando a un'opportunità lavorativa, ho dato di matto ero qui a lavorare al computer e per errore ho aperto l'account suo sulle e-mail. Mi sono sentito così una merda, che ci sono ricaduto e prima che fece totalmente effetto, ho scritto alla compagnia che le stava offrendo un lavoro che avrebbe accettato, le ho preparato la valigia. Quando è tornata a casa nemmeno l'ho salutata, l'ho presa di peso e lo portata giù, con tutto pronto.
Avevo chiamato un taxi. Lei era confusa, non capiva. Mentre aspettavo mi continuava a chiedere cosa stesse succedendo. Io le ho detto che non la volevo più, che non l'amavo e doveva andarsene. Aveva capito che ero sotto sostanze, ma invece di lottare come al solito, scoppiò a piangere. Era sfinita, davvero sfinita. Così salì sul taxi senza che mi dovessi impegnare troppo.
Mi disse solo che mi amava e che in me avrebbe sempre visto la stessa luce.-
Finalmente la risposta alle mie domande è arrivata, anche se forse preferivo non saperla.
Come ho potuto? Come mi sono ridotto così? Sono davvero scioccato.
-E poi? Basta ? Hai dato di matto e non vi siete più visti?-
-Lei ha provato a tornare, ma io sono stato irraggiungibile per almeno due settimane. Credo abbia capito che ero davvero da buttare-
La freddezza dei miei discorsi mi fa capire quanto stia male dentro.
A interrompere la conversazione con questa semisconosciuta (?) è la chiamata di un cellulare.
-Pronto?- rispondo svogliato a mio padre.
Mi avvicino e sento che mi stanno dicendo che gli è arrivata la notizia che Giulia è ricoverata in ospedale per un'emorragia grave, non si sa dovuta a che cosa.
Vedo che sbianco, chiudo la chiamata e vomito per 5 minuti nel lavandino.
La ragazza sembra cercare di soccorrermi, ma appena mi riprendo la spintono fuori.
-Va via cazzo!- chiudo la porta e vado verso la stanza da letto. Cerco in modo convulso qualcosa nell'armadio e scopro che è una sua maglietta di chissà quanto tempo fa.
L'annuso e poi vado fuori in balcone mi siedo a guardare la luna, con la sua felpa tra le mani. Mi rannicchio su di me e comincio a piangere in modo convulso.
E mi capisco, mi capisco benissimo, perché quasi non mi riconoscevo più, ma ora, ora mi vedo, ora sono vero, perché sono disperato per persona che amo, che è lontana e che non posso proteggere.
Suona il campanello, ma non mi muovo. Io provo a vedere chi è, magari qualcuno della mia famiglia è venuto a recuperarmi, dato che chiaramente non sono lucido.
La porta si spalanca e la signora è vestita come quando l'ho incontrata.
Mi afferra e sono di nuovo alla realtà.
Mi sento vero e mi tocco per accertarmi che sia reale tutto questo.
-Mi spiega cosa è stato?- le chiedo incredulo.
-Ti ho fatto vedere il futuro. Il futuro se non la smetti di stare qui a fissare la luna, a pensare a lei, a te e chissà cosa. La tua ragazza è una persona reale, goditi questo e non vivere la vita che c'è solo nella tua testa. Pensi che lei se piange una notte per te le hai rovinato la vita? Ma quanto le vedi fragili le persone? L'unico fragile sei tu, caro mio, sei così diffidente di loro, ma ti sei visto che brutti scherzi ti giochi da solo? Sei il tuo più grande nemico e devi capirlo prima di perdere tutto-
-Come faccio? A evitare tutto quello?-
Non so se sto ancora sognando o no, ma sento che qualsiasi cosa sia è importante.
-Devi capire che tu non puoi controllare proprio niente, che le tue scelte tanto misurate non servono proprio a nulla. Non sei nessuno Giovanni, sei un filo d'erba come tutti noi alla fine, non dipende da te la vita di nessuno. Pensi che tutto sia sulle tue spalle solo perché capisci e rifletti, ma la consapevolezza non è la chiave di tutto. Cerca veramente la libertà e non credere che la troverai dentro la tua testa, forse solo nel tuo cuore-
La guardo e cerco di memorizzare al meglio ciò che mi ha detto.
-Finiremo insieme io e Giulia?-
-Dipende da te, da lei e da altri mille fattori, ma sai cosa conta davvero? Che voi non perdiate voi stessi. Non importa se da sposati, compagni, amanti, amici o solo amici di penna, se entrambi riuscirete a restare voi stessi, sarete felici l'uno dell'altra.
Ora vado caro mio, torna a casa e smettila di frequentare quel Giacomo che ha accettato di lasciarti qui piuttosto che portarti a casa-
Sorrido appena e ripenso a tutto quello che è successo.
Adesso torno a casa e forse mi sveglierò dal sogno, o da un coma o forse è stato tutto reale.
Ho capito tante cose però.
Sono in camera mia ora e prendo il cellulare.
La chiamo sapendo che è una cazzata.
-Pronto? È successo qualcosa?- mi risponde assonnata.
-No piccola tranquilla- le dico, rilassato sentendo la mia solita ragazza.
-Hai pianto?- le chiedo.
-Si, ma perché mi manchi Gio, so che ora sarai arrabbiato- mi risponde sapendo già che spesso la riprendo un po'.
-Mi manchi anche tu Giulia- le dico, con la voce strozzata -Non darmi ascolto quando ti riempio di quelle cazzate. Ti amo e mi manchi ed è difficile rimanere insieme però io lo voglio, sempre, anche quando sembra di no. Ricordatelo sempre ti prego-
-Si certo, ma stai bene?- mi chiede.
-Si, ho capito tante cose parlando con un'anziana-
-Ahahahahah ma che dici? A quest'ora?-
-Si-
-Ahahahahha che cretino che sei, e assomigliava a quella di tre gemelle e una strega?-
-Mhh ora che mi ci fai pensare si. Eravamo vicino a una panchina-
-Ahahahahahahah sei un monello. E ti ha aiutato a tornare a casa lei?-
-Si, mi ha fatto capire la strada. Sarà che me l'hai mandata tu-Ciao, era da tanto che non mi veniva da scrivere così, tutto d'un fiato e ne sono felice.
Ho ascoltato l'album e mi è piaciuto un sacco.
Credo che davvero stiano facendo il possibile per distaccare la figura di Giulia dalla sua arte, senza perdere la sincerità che li contraddistingue.
La musica è anche finzione, è scenari, musicalità e un insieme di milioni di cose non un racconto di telecronaca spiccicato della vita reale. Della loro realtà grazie a Dio non conosciamo niente. Se alcune sono solo alla ricerca di una bella storia d'amore, possono venire qui su wattpad che ne è pieno zeppo. Per esaudire il vostro interesse spasmodico la finzione è meglio della realtà, vivete le storie degli altri nei libri e nei film, smettela di ricercarla nella realtà, perché non sarà mai così soddisfacente. Tutto ciò che vedete sui social fa parte di una realtà digitale che non rappresenta mai quella vera, è un mondo a parte che dà veramente poco rispetto a tutto il resto.
Ricordo sempre che tutto quello che scrivo, prende spunto da due caratteri che ho a malapena conosciuto all'interno di un programma tv e da lì ho costruito sopra delle storie che potevano avere dei nomi diversi, sarebbe stata la stessa cosa. È tutta pura fantasia.
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one shot sangiulia
Historia CortaRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione