Si era convinta che quel gesto in più sull'aereo fosse stata davvero un tentativo di illudersi entrambi. Erano passati 3 mesi e le loro vite erano totalmente tornate come il giorno prima di quella Venezia.
Aveva però gelosamente tenuto quel biglietto, per lei aveva avuto un significato 'non accadrà mai nulla, ma almeno mi ricordo ogni tanto che anche lui ci crede un po'', questo aveva pensato mentre lo ripiegava nel suo portagioie. In effetti lui ci aveva creduto quella mattina, ci credeva sempre tutte le volte che la rivedeva, poi però tornava alla sua vita, il lavoro prendeva il sopravvento, e si diceva sempre che se si fosse imposto per farla tornare, non avrebbe effettivamente potuto darle ciò che lei desiderava, che l'avrebbe fatta soffrire. La frenetica quotidianità era ripresa per i due e niente sembrava essere diverso dalle altre volte. Un giorno però, una piovosa Milano diede il buongiorno al riccio, che iniziò la sua giornata lavorativa senza nemmeno salutare la ragazza che dormiva accanto a lui, Eleonora avrebbe avuto uno shooting per delle pubblicità, ma al cantante faceva così poco piacere che non si curò del fatto che avrebbe potuto fare tardi. Andò in studio e si chiuse al suo interno con il sole che non sembrava voler tornare.
-Sangio- la voce di Fabio lo fermò verso le 7 di sera, sembrava serio.
-Oi dimmi, che faccia c'hai?- si avvicinò al suo manager.
-Devo dirti una cosa, purtroppo è venuta a mancare la nonna di Giulia, quella di Roma, è successo qualche ora fa- glielo disse con sguardo serio, per poi passargli il cellulare con un articolo di giornale, c'erano le informazioni più dettagliate, con le immagini della famiglia di lei e la ballerina stessa, riunita accanto all'ospedale. Il volto di Giulia non era ricoperto di lacrime come si sarebbe aspettato, era distrutta, ma non piangeva, non le era mai piaciuto piangere in pubblico, ma non pensava fosse diventata così brava a nasconderlo. Il cantante si sentii il cuore fermarsi per un attimo, quella dolce anziana l'aveva conosciuta anche lui e gli si spezzò il cuore a vedere quelle persone ,che l'avevano sempre trattato come uno di famiglia, così sofferenti; e poi c'era lei, che teneva la testa alta così dignitosamente, davanti a quei giornalisti che non avevano la decenza di non riprendere la sofferenza altrui anche davanti ai lutti.
-È a Roma Gio- la voce di Fabio lo risvegliò e il cantante gli accennò un sorriso timido.
-Vado allora, ci pensi tu?- gli chiese mentre si infilava la giacca.
-Non ti preoccupare penso a tutto io, dalle le mie condoglianze- lo rassicurò lui, guadagnandosi un mezzo abbraccio rapido da parte del ragazzo.
Si precipitò a casa per prendere due cambi al volo e intanto si era già comprato un biglietto del treno, sarebbe arrivato nel cuore della notte, ma sentiva il bisogno di andare il prima possibile lì, a dimostrarle il suo sostegno.
Non le scrisse nulla, un messaggio sarebbe stato veramente futile. Aprii instagram e si ritrovò la storia di quel Billie, che aveva cominciato a seguire per capire che tipo fosse, pigiò su sull'icona sperando di non trovare foto in cui si vedeva che lui era con lei nella capitale. La storia lo ritraeva in un locale a Londra a festeggiare. -Strano- sussurò il riccio a se stesso. Poi gli arrivò una notifica dalla sua ragazza.
-Sangio ma dove sei? Dovevamo andare a cena con i fotografi e i rappresentanti-
-Non vengo spiace, e dormi a casa tua sta notte, io non ci sono- rispose freddo, sperando che la ragazza non avesse voglia di discutere.
-Mi farai fare una brutta figura-
-Non mi interessa, ho avuto un impegno più importante-
-E quando tornerai?-
-Non so-
La ragazza gli visualizzò il messaggio e lui decise a far partire un po' di musica, andò su Spotify, ricercando la playlist che avevano fatto insieme. Aveva il bisogno di sentirla vicina.
Arrivò a Roma nel cuore della notte e scese dal treno indeciso se piombare a casa sua, sapendo perfettamente che fosse sveglia, oppure aspettare la mattina successiva. Si chiese cosa Giulia avrebbe fatto, cosa avrebbe voluto, e così si diresse verso l'appartamento dove sapeva abitava la ragazza. Lo avevano scelto insieme. Nel mentre prenotò anche una camera d'albergo così in qualsiasi evenienza lui avrebbe potuto togliere il disturbo.
Giulia era piegata su se stessa, rannicchiata per terra accanto al divano. Si era messa una felpa di Sangio addosso, quella del suo primo merch, che aveva portato a tutta la sua famiglia subito dopo Amici, anche a sua nonna. Non aveva ancora avuto la forza di piangere, aveva paura che non avrebbe più smesso, era voluta andare a casa, oosi da permettere ai suoi parenti di non preoccuparsi per lei. In fondo un po' tutti se l'aspettavano, era stata male quegli ultimi mesi, il problema è che Giulia se li era persi, si era persa tutto, in giro per il mondo a ballare, mentre la sua dolce nonna soffriva e stava male, lei non c'era e questo la stava facendo sentire veramente male. Era sola nelle mura di quell'appartamento, sentiva di non poter chiamare nessuno, nessuno avrebbe potuto sostenerla. Billie e lei si erano lasciati solo una settimana prima, Chiara stava dormendo in una camera a Parigi e non l'avrebbe di certo disturbata. Però forse le andava bene così, le sembrava quasi che da sola fosse più forte. I suoi pensieri vennero interrotti dal campanello. Guardò il cellulare, segnava le 2 e passa.
Si chiese chi fosse e si spaventò anche molto. Andò a sbirciare dall'occhiolino e sentii quasi di crollare quando riconobbe la figura fuori dalla porta. La spalancò e si ritrovò quei due occhi blu scrutarla, occhi tristi in occhi tristi.
-Gio- sussurò prima di abbracciarlo, rifugiandosi nell'incavo del suo collo. Percepii le sue braccia avvolgerla e le sue gambe muoversi, conducendola dentro l'appartamento, chiudendo la porta alle loro spalle.
-Puoi piangere ora, ci sono io- le sussurò tremolante e come un incatesimo, Giulia sentii le sue guance riempirsi di lacrime, mentre lui la stringeva ancora di più.
-Io non ci sono stata capisci? Lei stava male e io non c'ero- singhiozzò Giulia sul suo collo.
-Lo so, lo so, ma è giusto che sia stato così, Giu, lei ha sempre voluto tutto questo per te. Anche se eri lontana eravate vicine, perché eravate una nel cuore dell'altra e nei pensieri- Sangio si spiegò con cura e calma lasciando trapelare lui stesso il dolore che provava.
-Ho paura di non respirare più Gio- confessò lei la sua paura nel piangere per quella perdita. Il ragazzo allora le prese il viso con due mani, guardandola, per poi far aderire le loro fronti, mentre lei continuava a singhiozzare.
-Ci penso io a te, non devi avere paura, ti tengo io- la rassicurò, dandole un bacio sul naso. La ragazza chiuse gli occhi, facendo un respiro profondo, ritornando con il capo sul suo collo, lasciandosi a un pianto più tranquillo.
-Sei un pazzo- sussurrò dopo minuti, facendo il primo sorriso della giornata.
-Perchè?- le chiese, contento nel vederla più tranquilla.
-È tardissimo- si scostò dal suo collo per guardarlo.
-Sei bellissima- le accarezzò il volto, cambiando discorso. La ragazza arrossì.
-Continui a sembrarmi un pazzo- ridacchiò lei, allontanandosi di un passo e abbassando la testa.
-Ti amo Giulia, non avrei potuto fare diversamente- rispose allora lui serio. La ragazza tremò a quelle due paroline, era da tanto che non gliele diceva. Alzò la testa inclinandola, attenta a vedere delle titubanze nei suoi occhi, ma era certo e sicuro delle sue affermazioni e questo la fece tremare ancora di più.
-Ti amo anche io lo sai- lo sussurò, quasi sconsolata.
-Lo so, sei tu che ogni tanto te scordi-
-O sei tu a farmelo scordare?- Giulia lo disse con una punta di amarezza e lui sembrò un attimo ferito dalla cosa.
-Se vuoi posso venire al funerale, ora tolgo il disturbo comunque- come scottato, fece anche lui un passo indietro.
-Resta- si sbrigò a dire lei, fermandolo per un braccio. -Io ti voglio vicino a me- aggiunse quando lui guardò le loro mani intrecciarsi, con una punta di incertezza.
A quel punto alzò di nuovo gli occhi su di lei e ci lesse il consenso a qualsiasi azione avrebbe potuto compiere, tranne quella di lasciarla lì da sola.
Lei lo ritirò verso di sé, nuovamente poggiando la sua testa sul suo petto, stringendolo.
-Grazie per essere qui-
-Ti amo Giulia- ripete lui, baciandole la testa.
-Smettila di dirlo- ridacchiò lei, ispirando il suo profumo.
-Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo- rispose lui, ridendo un altro po', lasciandole baci sul volto, che lei teneva con gli occhi chiusi. Stava per ridirlo e così lei lo interruppe con un bacio, a stampo, ma pur sempre un bacio. Si sorrisero a vicenda staccandosi.
-Hai finito?- gli chiese.
-Se per zittirmi lo rifai, no non ho finito- rispose lui, baciandola nuovamente, approfondendo il bacio sentendo che lei non lo stava respingendo.
-Non dovevo zittirti scusa?- rise lei.
-Ops-
Sorrisero nuovamente, la ballerina si sentii il cuore più leggero, e per un attimo si era scordata il perché entrambi si trovassero nella capitale.
-Scommetto che non hai mangiato nulla- le disse lui, capendo che la sua testa stava ricominciando a muoversi.
-Nemmeno tu cretino- immaginò lei.
-Infatti sto morendo di fame, adesso cucino qualcosa e mangerai anche tu non accetto scusanti- mormorò lui, indirizzandosi verso la cucina, trascinandola con una mano.
-Non so quanta roba ancora ci sia-
-Qualcosa troviamo- iniziò lui a sbirciare tra gli scaffali.
La sentii sbloccare il cellulare e aprire la storia di quel Billie e si morse la lingua per non chiederle informazioni più dettagliate.
-Ci siamo lasciati- ci pensò lei a dargli delle risposte.
-Oh mi dispiace- affermò con un tono finto.
-Non mentire Pino'- rise lei.
-Perchè vi siete lasciati?- le chiese allora sperando di non sentire storie brutte.
-L'ho trovato a letto con un'altra- rispose Giulia con un tono tranquillissimo.
-Oh-
-No ma me lo aspettavo in realtà e comunque ci saremmo dovuti dividere a prescindere quindi-
-Come mai?-
-Voglio rimanere a casa per un po', credo che sia arrivato il momento per me di fermarmi un po'- spiegò Giulia, tornando molto cupa.
-Non ne sembri felice-
-Si diciamo che gli ultimi mesi per me non sono stati semplici, mi hanno ricoverato 3 volte per i cali di zuccheri e si beh, forse fermarmi e tornare a fare la professionista mi aiuterebbe a riprendermi-
-Mi avevi detto che stavi un po' meglio-
-Lo credevo anche io, ma poi riuscire a mangiare bene in viaggio diventa davvero faticoso-
-Io faccio i tour e non è così difficile, la differenza è che tu non lo vuoi-
Giulia abbassò la testa colpevole.
-Però alla meravigliosa pasta all'olio che ti sto preparando non puoi proprio dire di no- cercò lui di cambiare discorso per non farla ammutolire ulteriormente, strappandole un sorriso.
Dieci minuti dopo erano con i loro piatti di pasta tra le mani.-Mangia tutto eh altrimenti mi metto a imboccarti- la ammonì lui scherzosamente.
-E tu?- chiese Giulia dopo qualche minuto.
-Che progetti ho queste cose così?- domandò Sangio.
-Si, anche- Giulia abbassò la testa imbarazzata.
-Ahhh vuoi sapere di lei, capito capito- ridacchiò lui.
-Non solo scemo- gli diede un buffetto sulla spalla.
-Beh con lei è più un discorso di beh, sesso. Non credo nemmeno di piacergli sul serio-
-E allora perché ci stai insieme?-
-Un po' per lo stesso motivo di te con Billie- accennò lui a un sorrisetto, per farle capire.
-Mh, e invece le altre cose?-
-Beh diciamo che sono fermo a Milano per adesso, sto registrando il nuovo album. Forse però potrei anche iniziare a farmi dei weekend a Roma-
-Ah si e come mai?- chiese Giulia fintamente ingenua.
-Beh sai ricomincia Amici, e potrei voler conoscere le nuove professioniste, solitamente mi piacciono un sacco- continuò a scherzare lui.
-Ahahaha che scemo che sei- scosse la testa lei.
-Non mi credi eh?-
-Neanche un po'- affermò sicura.
I piatti di pasta erano vuoti e Giulia si alzò per sistemare. Lo stava ringraziando davvero molto per quel tempo di qualità, la stava facendo sorridere nonostante tutto.
Lui la osservava mentre finiva di sciacquare i piatti e pensava che era una visuale che avrebbe voluto vedere anche tutti i giorni della sua vita e quasi si spaventò per quel pensiero.
-Giulia-
-Mh?- la ragazza si girò.
-Vieni qua- la chiamò a se.
-Vieni tu- rispose lei, girandosi nuovamente verso il lavello. Il cantante ci mise 2 secondi a decidere, prima di avvolgerla tra le sue braccia e lasciarle dei baci sul collo scoperto. La sentii ridacchiare.
-Cosa?-
-Forse stai cambiando davvero. Un tempo non ti saresti mosso da quella sedia-
-Si forse hai ragione-
La ragazza finì con i piatti e si girò a guardarlo, facendogli una carezza sulla guancia, alla quale lui si abbandonò, poggiando le sue mani ai lati del suo corpo,sul lavello.
-Sei stanco vero?- il ragazzo annuì.
-Ma non dormo se non dormi anche tu- affermò con sicurezza.
-Allora andiamo- lo prese per mano e lo portò nella camera, dandogli dei suoi vestiti che ancora teneva in quella casa.
Giulia sdraiandosi nel letto da sola venne ripresa dal magone e si rimpicciolì su se stessa, le lacrime tornarono a solcarle il viso. -Ei scricciolo- la richiamò lui stendendosi al suo fianco, levandole le mani dal viso, dandole un bacio a stampo e traendola verso di sé.
La strinse forte contro il suo petto, iniziando ad accarezzarle la schiena.
-Ti amo Gio- sussurrò sul suo petto, mentre si rilassava su di lui.
-Dormi amore- le diede un ultimo bacio tra i capelli, prima di sentirla crollare nel sonno e la seguii dopo poco.
Il giorno dopo il funerale sarebbe stato per le 11 della mattina e i due si svegliarono già molto tardi. Giulia sembrava davvero triste e confusa, gli parlò poco ma lui cercò di essere quanto più comprensivo possibile. Scesero giù e si infinilarono nella macchina di Giulia.
-Se vuoi guido io-
-Si grazie Gio- il tragitto in macchina fu scandito solo dalle indicazioni che Giulia dava.
Arrivati di fronte alla chiesa, notarono la famiglia di Giulia riunita fuori e qualche giornalista intorno.
-Dai vai, se hai bisogno di qualsiasi cosa però chiamami eh miraccomando- Sangio si avvicinò a lei lasciandole un bacio sulla fronte. Giulia scese dalla macchina senza nemmeno guardarlo in faccia, poi però gli aprii la portiera aspettando che scendesse.
Lo guardava con occhi spenti e supplichevoli.
-Per oggi non mi interessa di nulla- gli sussurrò. Sangiovanni allora scese e le strinse la mano, facendole capire che c'era.
Le passò un braccio intorno alle spalle nascondendola verso di sé, mentre passavano accanto ai giornalisti.
Loro le ponevano domande e lei si strinse ancora di più su di lui, mentre lui con l'altro braccio creava spazio per farla passare e con l'altro la teneva stretta a se.
Di fronte alla famiglia di Giulia solo alcuni si stupirono un po' della presenza così vicina di lui, ma i genitori lo guardarono solamente lievemente felici e lo ringraziarono di cuore della sua presenza. La mano di Giulia non si staccò mai dalla sua, non lo mollò mai e lui lievemente si sentii più tranquillo che si stesse affidando così a lui. Vederla piangere, provocò delle lacrime anche a lui e non si fece problemi a non nasconderle. La messa finii e Giulia ancora una volta non si staccò da lui mentre salutava le persone che si erano presentate.
-Giovanni noi andiamo adesso andiamo al cimitero a seppellirla, tu portala via da qua- Carlo, il padre di Giulia si era avvicinato a loro, mentre Giulia si era stretta a lui abbracciandolo. Il riccio annuì, commosso davvero da tutta quella situazione.
-Va bene se ti porto via?- le chiese, mentre vedeva il padre allontanarsi e la cullava fra le sue braccia. La sentii annuire e come erano entrati, incominciò a scortarla fuori. Le aprii lo sportello e lo richiuse, per poi sedersi al posto del guidatore. La portò nel posto che più sapeva farle bene, la sala. La fece ballare tutto il pomeriggio, la fece sfogare e piangere. Raccogliendola tutte le volte che finiva in ginocchio a tremare.
-Puoi farcela amore mio- le sussurrava a ogni caduta.
-Mi mancherà troppo-
-Ma rimarrà sempre con te, qui- le indicò il cuore.
-Anche tu mi stai sempre qui e mi manchi comunque come l'aria- gli aveva detto, alzandosi da sola, e asciugandosi le ultime lacrime. Si era sfogata e ora forse stava riacquistando un po" di lucidità, lasciandolo di stucco.
Si rivestii delle cose che si era tolta per ballare.
-Sei arrabbiata?- le chiese intimorito.
-Si, con me stessa però-
-Perchè?-
-Perchè ti dovrei tenere lontano cazzo, Gio. Tu...tu... sparisci per mesi e poi ricompari e mi dici che mi ami, mi chiami amore e io adesso sono a pezzi, ma nemmeno così tanto perché ci sei tu. Il problema è che mi scordo sempre che tu poi te ne vai, te ne vai sempre. Ieri notte sarei dovuta stare da sola, non sarei mai scoppiata, mi sarei tenuta tutto dentro e invece no tu arrivi e mi rendi così debole. Quando domani mattina tornerai a Milano, cosa mi rimarrà eh? Cosa? Un cuore ancora più a pezzi-
-Giulia sfogarti ti fa bene e lo sai- si avvicinò lui di due passi.
-Ma mi hai ascoltata? Non è questo il punto- sbraitò lei esasperata.
-Perchè ora fai così? Siamo stati bene, noi stiamo sempre bene quando ci vediamo e sta mattina quando ti ho detto che sarei venuto a Roma, non mi hai preso seriamente. Sei tu ad avere troppa paura, ogni volta mi dici che io poi sparisco, ma tu fai esattamente la stessa cosa e tutte le volte che provo a fare un passo avanti, tu poi mi blocchi, perché mi dici che ti farò soffrire e beh sai che c'è Giulia? Farti soffrire è l'ultimo dei miei desideri. Ora stai facendo lo stesso, hai paura di riprovarci di nuovo e mi stai bloccando prima del tempo. Sta volta non mi interessa però, rimarrò anche se mi caccerai via, perché lo so che lo vogliamo entrambi.-
-Io non mi fido di te- rispose lei a bassa voce.
-Si che lo fai, tu ti fidi ciecamente di me. Altrimenti ora non sarei qui a vederti ballare disperata per una situazione del genere. E per me non c'è cosa migliore di questa, nonostante preferirei fosse un momento più felice. L'unico problema che hai è che non ci vuoi credere, perché hai paura di illuderti di nuovo-
-E faccio male?-
-No, ma se ne vale la tua felicità- il ragazzo si era avvicinato a lei e ora quasi si sfioravano.
-Facciamo così, domani mattina vieni a Milano con me, hai del tempo libero mi sembra di capire no? Bene io sta sera mollo Eleonora e domani mattina ti aspetto in stazione. Se pensi seriamente sia una cazzata tutto questo, beh bene non ci vedremo più, nemmeno per quelle che tu chiami scopate pf. Altrimenti se vieni ci staremo dando un'altra possibilità e ti giuro che ne varrà la pena. Il treno è alle 10 e mezza. Pensaci bene, ti prego- le prese il volto e la baciò, pensando anche al fatto che sarebbe potuto essere l'ultimo.
Cosa di cui ebbe conferma il mattino dopo quando Giulia non si presentò in stazione. Più di una lacrima scese dai suoi occhi mentre in treno realizzava che si erano per persi, sta volta per sempre. Avrebbe solo voluto rimanere a Roma andare a casa sua e portarsela a forza a Milano, ma doveva rispettare le sue scelte. Arrivò a casa sua distrutto, voleva solamente andarsi a buttare sul suo letto e dormire quanto più il suo tempo libero gli avrebbe permesso. Sentii però che la porta non aveva tutte le mandate e si stranii.
-Fa sei tu? - provò a chiamare, temendo in realtà che fosse Eleonora che era entrata a bruciargli tutto il guardaroba.
-Bu!- Giulia gli saltò alle spalle da dietro alla porta, con delle occhiaie enormi, ma un sorriso sincero.
-Oh porca puttana ma sei scema? Che ci fai qui?- il ragazzo urlò scioccato, ma anche felice.
-Ho pensato di farti uno scherzo e ho preso il treno delle 9 e mezza- la ragazza scoppiò a ridere vedendo la sua faccia.
-E come sei entrata?-
-Ocho vuole chiaramente più bene a me che a te- si avvicinò scombinandogli i ricci.
-Beh e cosa vuol dire che sei qui?- le chiese tornando con i piedi per terra.
-Vuol dire che se ti va ti ho preparato la colazione- la ragazza si scansò appena, per fargli vedere il tavolo pronto.
-E che se ti va, potrei provartela a preparare per i prossimi giorni, almeno finché io non mi sia ripresa un po' e tu hai del tempo da dedicarmi- aggiunse dandogli un colpetto sulla spalla, imbarazzata. Sul viso del ragazzo comparve un sorriso enorme, che la portò a stringerla a sé, forte come poche volte l'aveva stretta.
-Ti prometto che ne varrà la pena Giugiulola- le sussurò all'orecchio prima di baciarla felice.
-Saremo felici?- gli chiese con una punta di titubanza.
-Ne sono certo- la rassicurò, prima di darle un altro bacio e sollevarla in aria facendola roteare e scoppiare a ridere.
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one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione