Pt.2

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Suona la sveglia verso le 22, devo assolutamente rimettermi in paro con le lezioni di questa settimana, ma prima di farlo devo mangiare qualcosa. C'è una sottospecie di angolo cottura qui e un frigo di quelli piccoli. Mi alzo a fatica e goffamente mi tiro su, tiro fuori il latte, poi i cereali e dramma la tazza è su un ripiano in alto, non ci arrivo da qui. Posiziono una sedia e ci salgo sopra con la gamba non rotta, ma per mia sfortuna mi sbilancio troppo e cado a terra.
-oh cazzo-
Bussano alla porta in quel momento.
-Ei tutto bene?- è lei, Giulia.
-Si ehm aspetta ti apro- dico senza pensarci troppo, con non poca fatica riesco a rialzarmi e vado ad aprirle la porta.
-Ei buongiorno- dico con un sorriso dovuto solo a lei.
-Ei, scusa ma ho sentito un rumore, pensavo fossi caduto-
-Infatti- rispondo ridendo -volevo prendere una tazza lassù-
Senza troppi convenevoli lei si infila attraverso la porta.
-Ti avevo detto che potevi scrivermi- dice mentre recupera lei la tazza.
-Si hai ragione, non ci ho pensato lì per lì- rispondo colpevole.
Sistema la tazza con il latte sopra al tavolino e mi fa un cenno.
-Tu hai già fatto colazione? Ne vuoi?- le chiedo.

-Sisi già fatto- rispondo immediata, grossa bugia, sento ancora girarmi la testa per il cocktail che ho bevuto ieri sera e in generale a colazione tendo a mangiare un biscotto integrale con caffè.
-Insomma che lezioni hai questo sabato?- mi chiede invitandomi a sedermi vicino a lui.
-nessuna per fortuna, il weekend ci lasciano liberi di studiare, tu invece che pensavi di fare?-
-Beh devo recuperare le lezioni di questa settimana infernale-
-oh non sapevo che studiassi-
-Medicina- risponde subito con un sorriso a tratti malinconico.
-wow sei un testone allora, ma non ti sento convinto-
-si beh diciamo che ho preso la decisione forse un po' inconsapevolmente, è un gran sacrificio-
-non mi dire che hai deciso tipo guardando Grey's anatomy- ridacchio per indagare.
-Nono è...non so può sembrare un po' infantile, ma mi piace l'idea di poter aiutare gli altri- mi rivela scostando gli occhi da me.
-Non lo è per niente, un po' la condivido questa cosa, non avessi scelto la danza, mi sarebbe piaciuto lavorare come operatrice sanitaria con i bambini affetti da sindrome di down- gli dico sincera e lo vedo avere una faccia indecifrabile.
-Come hai capito che la strada giusta era questa?- mi chiede serio.
-Non ho mai avuto dubbi, in fondo viviamo anche per essere egoisti e se avessi annullato la mia passione solo per vivere per gli altri, mi sarei pentita a vita, e poi insomma non potrò fare la ballerina per sempre, potrò smettere e dedicarmi ad altro in futuro, ma per lavorare nella danza il momento è adesso- gli rispondo sperando di sbrogliare qualche dubbio che vedo è presente in lui.
Mi osserva attento -Hai proprio ragione sai?- gli sorrido.
Questo ragazzo mi piace è pacato e attento, si vede che è molto intelligente.
Finisce il suo latte e gli sciacquo al volo le stoviglie.
-Grazie non c'è era bisogno-
-Ma smettila, ora siamo vicini. Piuttosto ti serve altro?-
-Oh no tra poco arriva Tancredi, voleva portarmi a studiare nella vostra famosa biblioteca-
-Ahaha beh è un buon posto per studiare-
-Ci passi molto tempo?-
-Non molto in realtà sai dovendo ripassare anche cose pratiche spesso sto solo in camera-
-Certo certo- mi dice abbassando lo sguardo.
-Beh allora magari ci vediamo a pranzo in mensa?- mi chiede subito dopo.
-Emh non so può essere, tendo a essere una solitaria e portarmi le cose in camera-
-Ma come dai oggi resta con noi, mi sembrava di aver capito che Alessandro ed Enula ti adorano-
-E io adoro loro, ma non è questo, solo una questione di logistica, comunque adesso devo correre via, ci vediamo e scrivimi se ti serve qualcosa- dico tutto a raffica lanciandomi fuori dalla sua stanza.
Passo il resto della mattina a studiare e ripetere coreografie, sono quasi tentata di non passarci in mensa, ma per lavorare forse mi converrebbe più saltare la cena che il pranzo, così mi costringo ad andare a mangiare qualcosa.

Sono stato tutta la mattina in biblioteca con gli altri a studiare, una mia compagna di corso, Camilla, mi ha anche voluto video chiamare per aiutarmi a recuperare, è stata molto gentile, ora che siamo in fila alla mensa mi è tornata in mente Giulia, chissà dov'è e cosa ha fatto, potrei far chiedere ad Alessandro di chiamarla, magari si è dimenticata di pranzare. Sento di nuovo la porta spalancarsi e vedo che è proprio lei, che si avvicina a noi immagino per fare la fila, prende un sacchetto però al posto del vassoio.
-Ei Giulia- la chiama subito Alessandro.
-Ei ciao a tutti, come procede lo studio?- si mettono tutti a parlare delle loro cose, musica e danza, arte, mi sento un pesce fuor d'acqua ed estremamente affascinato, ma ancora incapace di ammetterlo, nonostante le parole di Giulia sta mattina.
Prendiamo il nostro cibo e vedo già che Giulia sta per salutarci, vorrei chiederle di rimanere, ma mi sembra ovvio non voglia restare.
Se ne va di nuovo.
Ci mettiamo tutti seduti al tavolo e io vorrei chiedere di più, vorrei sapere, capire, conoscerla.
Per fortuna Tancredi apre il vaso di Pandora.
-È anoressica non è vero?- chiede diretto rivolto ad Alessandro.
-Tanc- lo sgrida Enula.
-Non propriamente, credo bulimica, ma per lei è una cosa molto delicata, so che avuto degli insegnanti in passato nella sua Accademia a Roma che l'hanno convinta che fosse grassa, anche il suo ex fidanzato, ballerino classico, non l'ha aiutata molto-
-E qui le cose non sono migliorate?- chiedo a quel punto io sentendomi legittimato a chiedere dopo che Tancredi aveva fatto la prima domanda.
-Beh sai qui sono più umani, non costringono nessuno a dimagrire, ma ecco se sei sottopeso,non gli interessa perché, nella danza spesso è un vantaggio, insomma non c'è solo Giulia così- spiega Alessandro.
-Con lei ne hai mai parlato?-
-No ne ha parlato con me, una sera da ubriaca, non voglio raccontarvi i dettagli perché sono cazzi suoi, però non ha avuto un'adolescenza facile, so però che vorrebbe uscirne, per quanto possa sembrarvi strano ora mangia più che in passato- dice Enula.
-Si non l'avete vista quando l'ho conosciuta era davvero magra come un chiodo- aggiunge Alessandro.
In questo momento vorrei andare da lei e abbracciarla, farmi raccontare tutto.
Gli altri cambiano discorso ma io sono fermo a lei, forse è il mio istinto  di protezione, ma non riesco a sopportare l'idea che qualcuno l'abbia spronata a farsi del male, il suo ragazzo poi.
Torniamo in biblioteca e passiamo il resto della giornata a studiare, anche se sono molto più distratto di prima.

Un altro weekend lavorativo è passato e sono contenta di aver finito, anche questo. Non ho più visto Giovanni e non ho più sentito rumori strani in camera sua, non voglio essere invadente. È domenica sera e in realtà ho finito tutto quello che dovevo fare, potrei studiare ancora ma ormai le mie facoltà mentali sono out. Mi sono fatta una doccia e sto per capire magari se mangiare qualcosa o meno. Mi sono resa conto che questi orari notturni mi fanno stancare e affamare molto di più. Sto per aprire il frigo quando qualcuno bussa alla porta e nella mia testa spero davvero che sia lui, che abbia bisogno di me, in fondo mi piace la sua compagnia.
-Ei ciao, ti disturbo?- mi chiede con un espressione titubante.
-Ei, no in realtà non stavo facendo nulla- rispondo subito. - Ti serve un aiuto?-
-beh in realtà oggi mi sono fatto portare la spesa e tutte le porzioni sono per due, ho chiesto a Tancredi se voleva venire ma non poteva, così beh ecco...-
-cavoli me lo dici così tranquillamente che sono la tua ruota di scorta?- dico ironica.
-Cosa?! Emh no è solo che io-
-Ahahah tranquillo scherzavo- vedo che si rilassa.
-Beh insomma ti va?- mi richiede.
Mi rendo conto di non avere una risposta pronta a questo, ho paura che dicendogli di no possa risultare scortese, ma cosa mangeremmo?
-Ei va bene se non ti va eh, capisco pure che sei stanca e magari vuoi stare per cazzi tuoi, dai tranquilla- risistema le stampelle e fa per andarsene, ma la cosa mi dà un dispiacere così immediato che lo blocco subito.
-No, è che ho gusti selettivi, fammi vedere cosa mi proponi dai- la butto così, chiudo la luce da me e lo seguo nel suo.
Lo vedo contento di questa mia scelta e questo mi fa sentire bene.
-Beh normalmente avrei fatto gli onori di casa, ma ecco sono decisamente più goffo e lento di te in questo momento- mi dice un po' imbarazzato rivolgendosi alla cucina.
-ahah tranquillo, guardo io-
Mi affaccio sul frigo e vedo delle verdure già tagliate e delle fette di carne, poi ci sono delle uova e del latte, ma direi che non fanno al caso nostro.
-puntavo a finire la carne non mi va di aprirla e poi lasciarla aperta, ma non so se sei vegetariana...-
-Nono dai possiamo fare le verdure con la carne, se per te va bene- gli propongo, dopo aver analizzato nella mia testa che con i digiuni delle ultime due sere rientro nelle calorie che posso assumere, se metto poco olio nella mia porzione non ci saranno problemi.
Mi metto a cucinare mentre lui si siede a guardarmi. Mi sento così osservata, credo di essere rossa in faccia e questa cosa è assurda, ogni weekend mi guardano tutti nuda praticamene, ogni giorno a lezione tutti mi guardano ballare, ma adesso con solo i suoi occhi dietro la schiena mi sento le gambe un po' molli. Credo di essermi presa una cotta per occhi blu mannaggia.
La guardo mentre di schiena sta cucinando, la vedo esperta anche in questo. Quando oggi Alessandro mi ha raccontato un po' di lei ho pensato fosse fragile, eppure tutte le volte che l'ho vista, mi è sempre sembrata forte, come se avesse sempre tutto sotto controllo, come una che sa sempre cavarsela da sola, che chiede poco aiuto.
Eppure stasera la stanchezza gliela leggo in fronte, forse avrebbe solo voluto mettersi a letto, forse è solo troppo buona per dirmi di no, questo non lo so, ma ora è qui mangerà con me, immagino sia una bella cosa.

one shot sangiulia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora