Pt.4

1.1K 85 7
                                    

È passata un'altra faticosissima settimana, devo dire che lo sconforto di lunedì non mi ha portato a un periodo triste, come spesso succede, sarà stata quella chioma riccia che aveva bisogno di qualsiasi cosa, mi ha addirittura chiamato per aiutarlo a trovare un bastoncino da spiedino per riuscire a grattarsi il piede all'interno del gesso. È comico e buffo, anche se continua a dire che di solito fa il misterioso, tenebroso, che purtroppo con me è andata così per motivi esterni a lui. Mi ha tenuto su il morale per tutta la settimana, anche se non mi sono fermata più ne per cena, ne per un film. Non so perché ma è come se quella serata non fosse esistita veramente, come un momento di tale intimità che quasi ci imbarazza entrambi, nonostante abbiamo visto solo un film, anzi ha visto dato che mi sono addormentata dopo mezz'ora.
Mentre mi arrovello sul cosa mettere questa sera al locale sento bussare alla porta.
Me lo trovo di fronte sorridente.
-Ei ballerina, io e gli altri volevamo andarci a bere una cosa, mi vengono a prendere tra una ventina di minuti. Ti va?-
-oh si certo, solo che lavoro non potrò stare per molto-
-dai di un'oretta mi posso accontentare. Ti busso quando arrivano?-
-Ahah nono tu vai, io prendo l'enjoy altrimenti poi non so come spostarmi-
Lui mi guarda e sembra voglia dire qualcos'altro, ma poi alza le spalle e mi fa un cenno.
Mi metto il body per la serata e sopra infilo un jeans e un maglioncino, così che rimanga nascosto, mi trucco e sono pronta per la serata.

È un'oretta che sono in questo locale con gli altri, mi sto divertendo ma purtroppo devo andare via. La mia vera serata deve ancora cominciare.
Mi alzo dal tavolo e comincio a salutare tutti, compresa Camilla, l'amica di medicina di Giovanni, sembra simpatica anche se non abbiamo avuto molto modo di chiacchierare, credo che a lei Giovanni piaccia , ma che lui non se ne sia accorto. Menomale che era un playboy.
-Già te ne vai?- mi sussurra nell'orecchio quando lo abbraccio per salutarlo. Sento un brividino lungo la schiena.
Mi limito ad annuire e passare a Tancredi.
Uscita da lì, cammino fino alla macchina, sarò anche mezza cotta di quel ricciolino, ma devo togliermelo dalla testa se non voglio finire per cadere per la distrazione.
Arrivata fuori dal locale parcheggio e scendo.
Tutte le persone, soprattutto uomini, che lavorano qui dentro sanno nome e cognome delle ballerine. Siamo negli occhi di tutti e tra le labbra delle mogli dei proprietari che gestiscono il guardaroba.
Nonostante questo non si è mai verificata nessuna situazione spiacevole, è un locale importante, esiste da molti anni e chi lo gestisce sa che c'è estremo bisogno d'ordine.
-Ei Stabile, vieni ad aiutarmi con questa zip please?- mi chiede Chiara, l'amica che avevo sostituito e che mi ha trovato lavoro.
-Arrivo subito-
Ci lega questo 'segreto' e da quando lavoro qui, ci siamo unite ancora di più.
Lei è bellissima, occhi azzurri e capelli biondo cenere lunghissimi, una bambolina in pratica, che si muove sicura su questi tacchi altissimi con qui dobbiamo ballare.
-Allora sei pronta?- mi chiede.
-Come sempre-
Un'oretta dopo siamo entrambe sul nostro mini palchetto a ballare, ci divertiamo quando siamo insieme il che rende tutto più naturale.
Dopo una mezz'ora la chiamano in prive e io aspetto solo che lo facciano anche con me, sento la forza delle gambe venire meno ogni minuto di più.
Dopo 5 minuti vengono a chiamare anche me. Cammino al tavolo cui sono stata richiesta e non c'è nessuno, credo che ci sia stato un errore. Mi guardo intorno stranita,ma decido di sedermi lo stesso, prendendo un po' di vodka Redbull presa dal tavolo. In questo momento noto una bustina rossa con scritto sopra X Giulia.
Apro e trovo questo foglietto con scritto 'desolato dal non poterti incontrare, volevo dirti che sei davvero una ballerina stupenda, fossero tutte come te... spero di poterti rivedere la prossima settimana', non c'è nessuna firma, quindi deve essere un cliente nuovo.
Trovo dei soldi nella busta, quelli che mi spettano per circa 2 prive.
Devo dire a tratti educato a tratti inquietante questo pretendente. Non ho tempo di rifletterci molto che mi chiamano da un'altra parte.

È domenica mattina, mi sveglio, notizia del cazzo sul cellulare.
Devo lasciare la stanza a un altro ragazzo, che arriverà domani.
Io non mi sono organizzato e non ho trovato soluzioni, porca troia.
L'idea di tornare a Vicenza adesso mi fa salire l'ansia, non so perché ma tutti questi dubbi che ho sul mio futuro, sento che in qualche modo mia madre possa intercettarli solamente guardandomi. Poi sto vivendo così una bella situazione, nonostante la gamba rotta, stare in questa scuola e frequentare solo artisti mi stimola tantissimo, tanto che ieri ho mandato ho chiuso un altro pezzo con Bias.
Scrivo agli altri e tutti mi mandano parole di conforto, ma nessuna soluzione concreta. La mia unica opzione è la brandina in casa di Camilla, ma mi sentirei davvero troppo a disagio, già a stare con lei in camera, figuriamoci condividere la casa con i suoi.
Inizio a impacchettare e anche gli altri vengono a darmi una mano, ne discuto anche con loro e tutti mi dicono di prendere in considerazione la stanza di Camilla, se proprio non voglio tornare a casa, almeno finché non si sarà trovata un'altra sistemazione. Mannaggia a quelle cazzo di tubature. 
Sto per chiamarla quando bussa Giulia alla mia porta e le apre Enula.
-Ciao ho sentito tutto questo caos e mi sono preoccupata, pensavo fosse caduto di nuovo- arriva sorridente, in felpa e due grandi occhiaie. Io le faccio un mezzo sorriso.
-Gio deve andarsene, domani arriva un nuovo studente- spiega Alessandro il malumore dell'amico.
-Oh cavolo, e dove starai?- mi chiede dispiaciuta.
-Forse a casa di una mia amica, anche se la cosa non mi entusiasma- spiego, rincuorato che sembra dispiacere anche a lei.
-Quella ti bacia nel sonno bro- esclama Tancredi.
-È cotta Gio- risponde Enula -pensa bene a cosa stai facendo, potresti starle dando false speranze-
-Ma no non ha una cotta per me, e anche se fosse, non è che mi preoccupa quello è che oltre che con lei devo condividere la casa con i suoi, boh sarebbe strano. Però non ho altre opzioni, se non tornare a casa per un po'-
-Scusa ma vieni da me no?- la voce di Giulia spezza il silenzio che si era creato. -nella mia ho un altro letto- spiega meglio -non è come stare in una singola, ma sicuramente meglio che vivere in una casa altrui. In fondo io sto quasi sempre a lezione-
io non so che cosa dire questa opzione mi ha reso entusiasta, vorrei urlarle che si mi piacerebbe, ma non vorrei risultare matto.
-Ma dai è un disturbo importante- dico cercando di capire fino in fondo quanto lo ha detto per cortesia.
-Macché, sono abituata ad avere coinquilini, anche tu alla fine. Possiamo organizzarci, così smezziamo il costo della stanza dai-
Guardo gli altri per capire se non è una follia che io accetti. Tutti mi guardano sereni e anzi Tancredi mi fa un 'mah si zi'.
-Beh se proprio me la metti così su un piatto d'argento. Daje- rispondo contento.
Il trasloco sta volta è più semplice e rapido. Giulia tira fuori dallo sgabuzzino una rete e un materasso e con l'aiuto di Alessandro lo sistemano, si fanno passare le lenzuola e mentre io sistemo dei vestiti il mio lato della stanza ha preso vita.
-Bene, allora noi andiamo e io e Enu abbiamo un pranzo con la sua famiglia- salutiamo i ragazzi e rimaniamo io lei e Tancredi che vorrei mandare via a calci nel sedere, ma oggi a quanto pare non ha un cazzo da fare.
-Allora prendiamo qualcosa per pranzo?- chiede incurante della questione Giulia. I miei occhi subito intereccettano i suoi, li ha un po' sbarrati. Le faccio un sorriso dolce sperando che in qualche modo questo la tranquillizzi.
-Si dai, vi va bene un po' di pasta e qualche scatola di legume che ho qui?- propone lei e io mi affretto ad accettare.
Dopo un quarto d'ora stiamo mangiando noi 3 insieme, con Tancredi che ci delizia con delle battute e aneddoti, io che controllo che Giulia stia bene e lei che tra una risata e l'altra mangia una alla volta le penne nel suo piatto.
-ma quindi prima era una doppia questa o cosa?-
-nono avevo comprato l'altro letto per il mio ex fidanzato- non so perché ma questa informazione non volevo saperla.
-Ah eri fidanzata?- Tancredi finge di non sapere nulla.
-Si, ci siamo lasciati tempo fa, è stata una storia lunga però, per la nostra età ovviamente-
-E perché avete chiuso, se posso?- continua il suo interrogatorio Tanc.
-La distanza, pensieri diversi su questo lavoro da ballerini, cose tossiche tra di noi. Probabilmente sono stata una stupida a starci tutto quel tempo, ma sai quando cresci con una persona e la vivi così da vicino, è difficile rendersi conto dei limiti superati- dice lei abbandonando definitivamente la forchetta senza aver finito la pasta. Raccoglie i piatti e si mette a lavarli.
-Voi invece relazioni a distanza?-
-ah no qui io e il mio amico Sangio siamo due spiriti liberi, nulla di serio- vorrei sotterrarmi.
-Sangio? Perché Sangio?- chiede lei girandosi incuriosita.
-Nulla nulla- abbasso la testa imbarazzatissimo.
-Cosa?! Non le hai detto mai nulla? Sangiovanni è il suo nome d'arte,canta il ragazzo qui-
Giulia spalanca la bocca e gli occhi.
-Che cosa?! E non mi hai mai fatto sentire nulla?- mi dice sconvolta. Due minuti dopo lei e Tancredi stanno ascoltando Non più su Spotify e io vorrei solo diventare invisibile, non era così che volevo dirglielo, non so nemmeno se glielo volessi dire.
-Ammazza che roba oh, sei bravo e non sembra andare per niente male-
-Mah guarda lui sta messo meglio di tutti noi, l'etichetta di madame già lo ha preso di mira, gli faranno uscire dei pezzi se li scriverà sto scemo. Ancora dietro all'anatomia- mi rincara la dose il mio amico.
-Grazie per il conforto bro- dico ironico.
-Sai che ho ragione- dice per poi salutare Giulia e dileguarsi a casa sua, dicendo di avere voglia di dormire. Così mi lascia solo proprio nel momento peggiore, quando avrei voluto che non fosse stato nemmeno presente a questo pranzo.
Giulia rimane silenziosa mentre finisce di sistemare.
-Era per questo che mi avevi chiesto come avessi fatto a capire qual era la strada giusta- dice dopo un po' mentre io mi sono steso sul letto preso da dubbi e imbarazzo.
-Si- mi limito a dire.
-Io credo che tu abbia la risposta dentro di te. Ti serve solo il tempo per carburarla, com'è giusto che sia-
-Peccato che questo tempo sia uno spreco di tempo e denaro, se decido di mollare-
-Decidere della propria vita non può essere uno spreco di tempo, e poi avrai il tempo di ripagare i tuoi genitori, se proprio ti diranno qualcosa sui soldi-
-Si con il grande stipendio da artista- sbuffo ironico.
-Quando c'è il talento mischiato all'impegno qualcuno ti noterà di sicuro, vedrai che rischi di diventare una pop star, caro coinquilino- ridacchia lei.

one shot sangiulia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora