Daniele

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Giovanni guardava le gocce di pioggia scivolare giù per il vetro della finestra chiusa del soggiorno. Da piccolo faceva la stessa identica cosa, ne sceglieva una e poi tifava per chi arrivava per prima a infrangersi all'estremità della lastra. Giulia invece gli aveva rivelato che lei tifava per quella che arrivava per ultima 'è l'ultima a morire' gli aveva spiegato. Così ora mentre aspettava che la frittata cuocesse, stava guardando per ogni serie di gocce sia la prima che l'ultima, come se poi dovesse riportare il risultato della gara a lei. Era stato qualcosa di assolutamente involontario e quando realizzò cosa stesse facendo scosse la testa e sorrise. Era proprio tornato a casa e si vedeva.
Andò a spegnere il fuoco in cucina, per poi dirigersi verso il frigo e recuperare salmone e Philadelphia. Controllò l'orologio, segnava le 9 e mezza, fuori era buio pesto e la pioggia pareva intensificarsi sempre di più. Mandò al diavolo la sua idea di rientro a sorpresa e le scrisse preoccupato.
-Ei, tutto bene? Ci terrei ad avere il tuo faccino spiaccicato sul petto, non per strada per qualche imprevisto o ancora in sala svenuto-
La risposta non tardò ad arrivare.
-Monello di un Santiago, non mi hai avvertito che arrivavi. Sono bloccata nel traffico, dammi 20 minuti e sono da te-
C'era qualcosa di estremamente tenero in Giulia quando sapeva che lo avrebbe rivisto. Non nascondeva minimamente la sua felicità ed era così rassicurante e bello per lui. Amava il fatto di non dover scorgere o scavare dentro di lei per sentirsi ricambiato di quella bella sensazione che era sapere di rivedersi.
-Se stai cucinando, aggiungi una persona ho Dani con me. Poi ti spiego-
Dani anche detto dannius, all'anagrafe Daniele, era un bambino di 7 anni che Giulia aveva incontrato nella scuola di danza dove stava lavorando da qualche mese a questa parte. Gli aveva raccontato di averlo visto più volte nascondersi per ore per evitare di andare a fare box. Da subito l'aveva fatta divertire tanto, al punto che una volta aveva collaborato con il suo piano, prendendolo al volo prima che quelli delle pulizie entrassero, lo aveva poi portato nella sala di gioco danza e gli aveva comprato un kinder. I giorni erano passati così fino a quando un giorno non dovette nemmeno più scortarlo dentro, ma lo vide direttamente lì, con una tuta a provare qualche passo. Con il tempo divennero amici e Giulia aveva avuto modo di conoscerlo di più. Suo padre, un uomo burbero e dedito al gioco, lo teneva in affidamento, dato che la madre non era risultata idonea per tenerlo. Il pomeriggio gli diceva che andava a lavorare e lo mollava lì, gli diceva sempre che imparare a menare gli sarebbe servito. Per un po' ci aveva provato, ma poi non ci si era trovato più bene, così aveva seguito il padre dopo che lo aveva lasciato per dirglielo e lo trovò a entrare in un bar per giocare alle macchinette. Le aveva raccontato poi che invece la danza lo divertiva parecchio, che si sentiva stra viziato essendo l'unico maschietto del corso, e la ringraziò molto della cosa, regalandole un disegno. Giulia aveva poi fatto in modo che il bimbo salisse di corso e partecipasse anche ai corsi di hip hop, così che fosse seriamente impegnato tutto il tempo e all'ora di gioco danza che lei usava per riscaldarsi, lo portava con lei per controllare facesse i compiti. Lui continuava a chiederle chi è che pagasse per tutto quello e Giulia gli diceva che aveva semplicemente chiesto alla segreteria di spostare i soldi della boxe a quelli dei maestri. In realtà era lei stessa che si era presa l'onere di pagare, dato che aveva scoperto che il padre la boxe non l'avesse mai pagata, che l'allenatore fosse un suo debitore. Le cose stavano filando lisce, fino a quando da un po' di settimane, in cui lui era in tour, Giulia aveva cominciato a raccontargli che il padre del bimbo non lo venisse a prendere. Daniele le aveva raccontato che forse aveva una nuova ragazza. La ballerina spesso riusciva a contattare sua nonna e a portarlo da lei, ma quella sera non era riuscita evidentemente pensò il cantante.
La trovava davvero incredibile, il modo in cui tra le mille altre cose, si fosse presa la responsabilità anche di quel bambino. Sangio lo aveva visto un paio di volte, quando era andato a prenderla e lo trovava davvero carino, sensibile e intelligente. Un po' gli ricordava se stesso da bambino, decisamente intuitivo. L'aveva letta nei suoi occhietti la consapevolezza che Giulia gli stesse mentendo quando gli raccontava che il padre non era andato a prenderlo perché doveva aiutare una signora anziana o robe così e aveva chiamato lui stesso quella macchina super bella di Sangio che lo potesse portare dalla nonna. Eppure ci credeva Daniele a quelle storie, si sforzava di crederci, si era convinto che facesse molto meno male così, a farsi coccolare dalle dolci bugie bianche di Giulia. Il cantante lo aveva capito, non sapeva se anche Giulia lo avesse fatto, ma sapeva che per lei sarebbe stato indifferente.
Il riccio aveva appena finito di cucinare una terza frittata, quando aveva sentito la porta aprirsi e una risatina entrare nell'appartamento. Corse nel suo modo storto verso l'ingresso e la trovò tutta zuppa a sfilare le scarpe al piccolo, mentre gli diceva che lui li avrebbe ammazzati se avessero camminato con le scarpe sporche per terra. Notò che il bambino indossava la sua giacca impermeabile e che Giulia era rimasta con una felpetta addosso, quelle che usava a danza.
-Ei naufraghi, che dite?- un sorriso enorme stampato sul volto alla vista di lei che alzava gli occhi per guardarlo.
-Ciao Sangio, come stai?- il bambino svestito dei suoi indumenti più bagnati gli andò incontro, mentre lei ancora si svestiva.
-Oi D, io bene, asciutto. Tu?- il ragazzo lo sollevò da terra, mentre il bimbo rideva.
-Io asciutto quanto te, ma solo grazie alla tua ragazza- il bimbo con gli occhi vispi gli rise in faccia.
-Ma sentilo e poi mi dici che non devo essere geloso. Dai vai a lavarti le mani che vi ho preparato la cena come un povero schiavo- lo fece scendere.
-O come il cameriere di una cena romantica- e ridendo il bimbo scappò in bagno. Sangiovanni a quel punto alzò gli occhi alla ricerca di lei e la trovò tremante sull'uscio della porta, si era tolta utto il possibile ed era rimasta a fissarli.
-Ei- sussurò lui mentre la circondava tra le sue braccia.
-Ei, finalmente- sussurrò lei, stringendosi e lasciando dei baci sparsi sul suo collo.
-Sei tutta bagnata- ridacchiò sentendo il suo naso freddo e le mani gelide.
-Eh si, ho dato a Daniel il mio giaccone-
-E come al solito non ti sei portata un ombrello- il ragazzo portò le mani sul suo viso e le lasciò un bacio.
-Lo so mannaggia, non mi dire te lo avevo detto- gli puntò un dito sul petto.
-Te lo avevo detto- ammicò lui, senza lasciare che si riuscisse a divincolare.
-Dai vatti ad asciugare e a coprirti ragazza della pioggia, non voglio che ti ammali proprio questi giorni. Ti accompagnerei per una bella doccia calda, ma ho un ospite da intrattenere- le disse poi mentre le spostava le ciocche bagnate dal viso.
-Mi sa che la nonna sta sera si era già addormentata, mi dispiace sai che ci tengo a passare del tempo soli, ma non sapevo fossi già a casa-
-Sai bene che non te lo avrei mai fatto lasciare solo e poi abbiamo un paio di giorni ancora quindi tranquilla, e poi mi fa piacere. Ora vai ad asciugarti su- la girò di spalle e la spinse verso la loro camera, proprio mentre Daniele tornava.
-Dai Sangio andiamo che ho una fame- subito il bambino lo staccò da lei, portandolo in cucina, tra le risate.
-Bene ometto spero che il salmone e la frittata ti piacciano perché Giulia non ha comprato nulla di più- il ragazzo gli passò il piatto sotto gli occhi.
-Oh io mangio tutto- il bambino cominciò immediatamente a divorarsi il suo piatto.
-Tu non mangi?- chiese il bimbo notando che il riccio lo guardava divertito.
-Aspetto Giulia- lo rassicurò il ragazzo intimandogli di continuare.
La ballerina si presentò dopo poco, con dei calzini pesanti e una tuta enorme.
-Hai preso tanto freddo eh?- le chiese lui, vedendola stringersi in essa, mentre si sedeva. Lei annuì e con un sorriso cominciò a mangiare seguita da lui.
-Ti è piaciuto?- chiese Giulia al bambino che aveva appena posato la sua forchetta.
-Molto- affermò lui, pulendosi con il tovagliolo.
-Sei sazio?- gli chiese Sangio.
-Si grazie-.
-Vuoi andare a guardare un po'di tv?-
-Nono vi aspetto-
-Dai Dannius racconta a Sangio l'incontro che avete fatto a scuola oggi- lo incitò Giulia e al bambino si illuminarono gli occhi, cominciò a parlare a raffica della giornata e Sangio si mostrava sinceramente interessato.
-I signori ci hanno detto che ci porteranno anche alla città della scienza a Napoli, io ho l'avviso della gita già da una settimana e la scadenza è domani, ma papà non me lo ha ancora firmato, non credo andrò- il bambino si intristi.
-Ce l'hai con te l'avviso?- gli chiese Giulia.
-Si-
-Allora portarmelo, lo faccio firmare io a tuo papà-
-Ma come fai? Non è qui-
-Sangio con la macchina va a farglielo firmare e ce lo riporta entro domani mattina vero?- la ragazza lo guardò in cerca di approvazione.
-Certo, vado appena vi mettete a riposare tutti e due ballerini- per un attimo pensò veramente che Giulia lo avrebbe mandato alla ricerca di quell'uomo, ma poi gli aveva rivolto quel suo sorrisetto furbo.
il bambino si alzò e andò a prendere il foglietto.
-Bene dai io e Gio adesso facciamo i piatti, vai a guardare un po' di tv e poi ti raggiungiamo- lo invogliò Giulia dandogli un bacio sulla guancia, che lo fece arrossire non poco.
-Credo di dover essere geloso, è totalmente innamorato di te- ridacchiò Sangio, avvicinando la sua sedia, per abbracciarla.
-Ahahah beh fai bene, ha buone probabilità di conquistarmi- rise lei, mentre si alzava e andava alla ricerca di qualcosa.
-Che cerchi?-
-Una penna e la copia dell'iscrizione di Dani-
-Giulia Lola Stabile- la chiamò lui sorpreso, alzandosi, lei si girò ridendo sotto i baffi.
-Non se ne accorgerà mai nessuno-
-E se dovesse succedergli qualcosa, il padre che dirà?-
-Scherzi domani magari lo verrà a prendere e gli dirò della gita, basta che sa dov'è per il resto non gli interessa- sbuffò lei, accomodandosi sulla sedia.
-Giu, apprezzo davvero tanto quello che fai per lui, sei di una dolcezza infinita e ti amo per questo, ma ti ho già detto che preferirei tu non avessi particolari contatti con suo padre. Quell'uomo non mi convince per nulla- la guardava mentre Giulia falsificava la firma.
-lo so Gio, fidati di me, non succederà nulla e poi anche se si arrabbia potrai dirmi un bel te l'avevo detto, non ti stuzzica la cosa?- la ballerina completato il suo lavoro ripiegò il foglio e gli fece una linguaccia.
-Sei proprio una scemotta- le disse prendendola e facendola poggiare sulle sue gambe, l'improvvisa voglia di tenersela stretta. Si sorrisero e si scambiarono un bacio.
-Dai sistemiamo qui altrimenti ci verrà a reclamare- ridacchiò lei, alzandosi e cominciando a sistemare. Parlarono nel mentre e Giulia si fece raccontare tutte le ultime novità, punto per punto, senza fargli tralasciare nulla. Amava anche questo suo aspetto, la totale attenzione che gli concedeva appena possibile, anche se le parlava di cose di cui lei non capiva nulla.
10 minuti dopo avevano finito e Sangio aveva notato qualche sbadiglio in lei.
-Sei tanto stanca eh?- le accarezzò la testa dopo averla abbracciata.
-Un pochino- sussurrò lei rilassata dalle sue mani.
-Vuoi andare a dormire? Sto io con lui-
-Nono voglio stare con te, aspettiamo che si addormenta e poi andiamo- e la capiva un po' la sensazione che stava provando, non importa la stanchezza, ma sentirsi vicino, era quello che la rilassava.
Raggiunsero Daniele, che si era posizionato con faccia soddisfatta sulla poltrona che sapeva essere il posto preferito di Sangio. Lo guardò con sfida mentre il cantante rideva dentro di sé. Stette al gioco e mentre si sedeva sul divano fece sedere Giulia in messo alle sue gambe, stringendola bene a sé, ricambiando gli occhi di sfida. Il bambino si imbronciò e non lo guardò più, rispondeva solo alle domande che Giulia gli faceva. Un'oretta dopo, la ballerina era crollata sulla spalla del fidanzato, mentre gli stringeva le mani al collo. Il film era finito e vedeva anche il bambino stanco.
Sangio stava per scansarla da se per portare lui a letto.
-No aspetta non svegliarla- il bambino sussurrò -So andarci a letto da solo- lo rassicurò lui, mentre metteva una coperta sopra i loro corpi, facendo sorridere Sangio.
-Buonanotte allora- gli sussurò Sangio, il bambino finalmente lo guardò negli occhi e si allungò per dargli un bacio sulla guancia. Lo guardò poi con uno sguardo intenso per un bambino che Sangio poteva percepire anche con la poca luce che c'era.
-Io voglio molto bene a Giulia, e lei ne vuole a te, quindi anche io mi sforzo- si giustificò subito lui.
-Lo so- ridacchiò il cantante.
-Tu ne vuoi tanto a lei vero?- il bambino era rimasto serio.
-Si molto-
-E ti prendi cura di lei?-
-Faccio quello posso-
-Sai è la prima persona che sa qual è il mio dolcetto preferito, quindi voglio che sia felice- sorrise il bambino, spiegando i motivi di quelle domande.
-Devi sapere che è così anche per me, è l'unica che si ricorda i miei dolci preferiti, quindi ci tengo proprio quanto te-
-Non credo- sussurò il bimbo prima di dare un bacino sulla spalla di lei e correre nella camera degli ospiti.
Sangio sorrise guardandola, forse era vero, forse quel bambino era in grado di volerle più bene, lei era praticamente il suo punto di riferimento e somigliava più a una sorella maggiore. Lui e Andrea ecco chi gli ricordavano a grandi linee. Pensò a quando Giulia avrebbe terminato il lavoro lì, cosa avrebbero fatto, ma poi si convinse che lei avrebbe trovato un modo a prescindere. Decise di sollevarla per portarla sul letto. La ragazza si svegliò leggermente nel tragitto.
-Gio? Hai messo a letto Dani?- gli chiese con la voce impastata.
-Si tranquilla il tuo amore sta bene- ridacchiò lui, poggiandola sul letto.
-ahahah sei geloso sul serio?-
-Beh si, di me non ti preoccupi così-
-Bugia grande quanto una casa. La differenza è che lui mi ascolta e tu no- gli fece una linguaccia mentre lo vedeva spogliarsi per mettere il pigiama.
-Beh perché io ho un gran carattere- si gonfiò lui.
-ahahha no perché sei un testone-
-Sentila, ma cosa dici ohh- si buttò su di lei, facendola ridere.
-Ora non ti lascio dormire come punizione-
-Se mi fai il solletico rido e sveglio tutti-
-In realtà avevo in mente un'altra cosa- la guardò malizioso iniziando a baciarla dolcemente.
-Chiamala tortura questa- sorrise Giulia dopo la fine del primo bacio.
-Vuoi il solletico?-
-Per carità- e lo riavvicinò a se.
Si baciarono per un altrò po' fino a quando anche Sangio cominciò ad accusare il sonno e si distese al suo fianco, facendola appoggiare nuovamente sul suo petto.
-A daniele hai mai accennato che prima o poi non lavorerai più li?-
-No-
-Sarà un bel colpo-
-Lo so, anche per me in realtà, vorrei non essermici affezionata così tanto-
-Per lui anche in futuro sarai davvero una figura importante-
-Non sparirò dalla sua vita, mai, troverò un modo. La cosa che mi spaventa è non poterlo aiutare come ora. Se non ci fossi stata io, sta sera o tutte le altre sere, chissà quando lo avrebbe andato a recuperare. Infatti stavo pensando che magari potrei ingaggiare una babysitter almeno fino a che non avrà l'età per prendere i mezzi da solo-
-sei dolcissima- le lasciò un bacio sulla tempia -ma ora dormi, sei stanca morta e oggi hai anche preso freddo- la ragazza sorrise.
-Te quiero amor-
-Ti amo anche io-
Il mattino dopo a Giulia suonò la sveglia alle 7 e 20. Sangio la spense immaginando che fosse per portare il bimbo a scuola. Giulia dormiva ancora beata e non volle svegliarla. Usci dalla camera trovandosi il bimbo già sveglio ad aspettarlo in cucina.
-Giulia?- chiese.
-Dorme ancora. Hai visto come era stanca, tj va bene se oggi ti porto io? Senza che la alziamo?- daniele annuì aspettando poi che il vicentino gli facesse la colazione.
-Giulia mi ci mette anche il cacao nel latte caldo- lo ammonì lui. Sangio era abbastanza sicuro che non avessero del cacao in polvere, ma poi intuì che Giulia, ingannando il bambino, ci metteva le proteine al gusto cacao. Sorrise sotto i baffi per la furbizia della ragazza e fece lo stesso.
-Dai a vestirci ometto se no fai tardi- i due corsero a vestirsi e a lavarsi il viso. Sangio notava come il bimbo lo imitasse nei movimenti mentre si preparava in bagno, tanto che si spruzzò addosso la sua colonia.
-Bene vai a prendere lo zaino. Su- lo incitò e il bimbo corse di là.
-Sangio-
-Dimmi-
-L'autorizzazione papà l'ha firmata?- chiese con occhi innocenti.
-Certo- sorrise dolcemente il riccio e andò a recuperarla dove Giulia l'aveva lasciata.
-Grazie- gli occhi del bimbo si illuminarono e lo abbracciò forte intorno alle gambe. In quel momento provo un'emozione particolare, si rese conto che averlo reso felice assomigliava a rendere felice lei e non c'era sensazione più appagante. Tanto che un pensiero gli volò nella testa 'pensa con un nostro bambino', sorrise di sé e poi uscirono di casa. Lasciò il bambino alla segreteria della scuola, mentre si sentiva osservato dalle bambine dei corsi più grandi e da alcune madri. Lo stavano man mano riconoscendo e si maledii da solo per non essersi coperto di più. Se il suo obbiettivo era tornare il prima possibile dalla sua Giulia sotto le coperte, doveva andarsene di lì.
-Bene ometto hai tutto?-
-si-
-Bene, allora buona giornata- gli lasciò un bacio sulla testa e cominciò a uscire di li a grandi falcate.
Tornò a casa e fu lieto di scoprire che Giulia stava ancora riposando sotto le coperte.
Piano si sdraiò sul letto, cercando di non svegliarla, il piano però falli miseramente.
-Dove sei stato?- mugugnò lei ricercando subito il suo collo al quale aggrapparsi.
-Ho accompagnato Dani a scuola amore- ridacchiò lui.
-Ma, ma mannaggia. Mi dispiace è una responsabilità mia, perché non mi hai svegliata?- si lamentò.
-Perchè eri stanca morta e per me non era un peso-
-Mhhh-
-Ora posso avere una dose di Giugiulola prima che esca per andare a lavoro- la stuzzicò lui divertito.
-Tutto quello che vuole- rise lei.
-Fantastico allora andiamo a farci quella bella doccia calda che mi sogno da ieri- la fece scoppiare a ridere, alzandosi di scatto e sollevandola a testa in giù su una spalla.
Due settimane dopo Sangio era ripartito e stava provando a chiamarla verso l'1.
-Ei bellissima- giulia gli aveva risposto alla videochiamata sorridente.
-Ei mi amor, come stai?-
-Bene dai, sono un po' stanco, ma appagato-
-Bene sono felice per te-
-Ma perché sei in cucina?-
-Mi sono spostata perché nel letto c'è Dani che dorme-
-Cosa? Mi tradisci e me lo dici così?- scherzò lui.
-Ahhahah beh penso che se ti tradissi con lui lo capiresti, ma hai visto che nasino-
-Uno si impegna, le fa vincere amici, la porta sui palchi e poi? Lei va a presso a sei anni
-Ahahahahhahahahaha gioo-
-Chissa quanto sarà felice che sono out oggi allora-
-Ma in realtà, mi ha chiesto che dalla prossima volta devi portarcelo sempre tu a scuola, dice che da quando hanno visto che Sangiovanni lo accompagna scuola è diventanto popolare-
-Ahahahahha furbo il ragazzo e come mai con te non è successo?-
-Io mi riesco a camuffare molto meglio di te ricordalo sempre-
-La mia piccolina- Giuliaa a quel nomignolo arricciò il naso.
-Mhhh e comunque si ormai con lui stai acquisendo punti-
-E quindi anche con te?-
-Con me?-
-Se vedi che sono bravo con i bambini non acquisisco punti?- lei lo guardò attenta cercando di capire se la stesse per perculare.
-Sei un cretino- quando ci aveva letto divertimento ma anche serietà, era arrossita tantissimo.
-Tu come li chiameresti?-
-Giovannii-
-Per le femmine mi piacciono Eva,Vanessa, Emma, Giulia, ma quello non potremmo usarlo- continuò a blaterare lui per ore continuando a ricevere i suoi cretino misti a un tono di infinita dolcezza.

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