Era esattamente un mese che non si vedevano. Sangio era uscito, inaspettatamente, prima di lei dal serale e da lì non avevano ancora mai avuto l'occasione di rincontrarsi. Giulia era in treno per Vicenza e stava ripensando a tutti gli avvenimenti accaduti nell'ultimo periodo. Aveva vinto, non lo aveva ancora realizzato, lei una bimba di diciotto anni si era riuscita ad aggiudicare quel premio ambito da tantissimi. L'unica cosa che le era dispiaciuto era non avere Sangio lì con lei, per festeggiare. Le aveva mandato un messaggio 'Non ne avevo dubbi, sono fiero di te' e lei si era sentita ancora più gratificata. Aveva ripensato alla loro ultima conversazione all'interno della casetta di Amici
Flashback
Lei era in lacrime tra le sue braccia, dispiaciutissima per l'eliminazione del ragazzo, era un' ingiustizia troppo grande, non lo avevano capito, non era giusto, lui era stato molto meglio di Aka, era diverso da tutti lui, non si meritava di uscire.
-Gio è troppo ingiusto- continuava a ripetere lei.
Sangio in fondo se lo aspettava, prima o poi sarebbe uscito e lo sapeva, era convinto poi che fuori da lì avrebbe potuto spaccare ancora di più, l'idea di tornare a vivere una vita senza telecamere accese non gli dispiaceva. Eppure si stupì di quanto lasciare quelle quattro mura e soprattutto quella piccoletta, gli stessero facendo male. Stringeva Giulia tra le sue braccia e le diceva che andava bene così, che era tutto ok.
La produzione li avvisò che Sangio doveva andarsene così lui prese il suo viso tra le mani.
-Oi, ascoltami, devi fare il culo a tutti. Io credo tantissimo in te, vinci ok?- glielo stava dicendo con tutta la sicurezza che poteva infonderle, sapeva che Giulia avrebbe avuto dei momenti di crisi e lui non sarebbe potuto essere lì.
La ragazza annuì, ancora scossa.
-Promesso?-
-Promesso-
Si scambiarono un ultimo casto bacio, dopodiché Sangio aprì la porta della casetta urlando un less gooooo, provocando una risata spezzata dal pianto di lei.
Si girò per guardarla un' ultima volta ridere, i loro occhi si incrociarono e comunicarono quelle emozioni pure che provavano l'uno per l'altro fino all'ultimo istante. La porta si chiuse e Giulia si sentì per la prima volta, irrimediabilmente sola.
Passò solo un altra settimana prima della fine del programma e Giulia diede tutta se stessa per farsi valere, portando finalmente quel grande risultato a casa.
Uscita di lì, dopo giorni a rivedere e salutare tutti, Giulia iniziò a essere stra impegnata lavorativamente parlando.
Era entusiasta di tutto, meno che da, appunto, l'annullamento del rapporto con lui.
Era stato strano sentirsi quelle poche volte al telefono, Giulia era abituata ad averlo intorno per casa, non di certo a sentirlo di rado, presi entrambi da progetti agli antipodi.
Quel mese in realtà era volato e Giulia si stava dirigendo a Vicenza proprio per delle lezioni che avrebbe dovuto tenere nella scuola di danza di lì, lui quindi non c'entrava nulla, nemmeno lo sapeva che sarebbe andata nella sua città natia. Non glielo aveva detto perché tanto sapeva che sarebbe stato impegnata tutto il giorno e di certo non si sognava di credere che lui gli avrebbe proposto di rimanere da lui, lo sentiva sempre strano e preso da altro, sarebbe stata solo una scocciatura.
Arrivò alla stazione di Vicenza, scese e prese il taxi che la portò direttamente alla scuola di danza, che in realtà poi si rivelò la palestra di un liceo, dato che le persone erano tantissime avevano deciso di spostarla lì. Fece la lezione e ne fu molto soddisfatta, aveva anche imparato a tenere le lezioni e a essere utile a qualcuno.
Era fuori dalla scuola, nel cortile e stava cercando su google di prendere i biglietti per rientrare a Roma, si era scordata di farli all'andata, camminava a testa bassa con lo sguardo sul telefono. Finché boom non si scontrò con un signore.
-Giulia- esclamò l'uomo. La ballerina alzò lo sguardo stranita, ma poi lo riconobbe, il padre di Sangio.
-Giulia- ripetè il padre con un sorriso, rivolgendosi però dietro di lui, indirizzando la sua esclamazione a un ragazzo alto e biondo a pochi metri da lui che stava parlando con una donna, la stessa che aveva accolto la ballerina quando era arrivata, aveva capito che fosse la preside.
Sangio si girò verso il padre, confuso, che c'entrava Giulia?
Focalizzò gli occhi sulla bassina che il padre aveva di fronte. Giulia era lì, nell'atrio della sua scuola, con i capelli legati come li aveva di solito, con i borsoni addosso come di solito, con la stessa espressione di solito, gli sembro quasi un'allucinazione, era uguale a come la vedeva sempre in casetta, magari la stava sognando.
-Ei- esclamò la ragazza, dopo minuti di silenzio ormai imbarazzante -Scusi se le sono venuta addosso, sono la solita imbranata ahaha-
La sua risata, la sua risata, era da così tanto che non la sentiva così vicino.
-Hello anche a te- si rivolse verso di lui.
-Giuro che non è una cosa da matta stalker, ho appena finito una lezione in palestra- disse la ragazza, vedendo le faccie sorprese di entrambi i maschi, dopo che Sangio aveva rapidamente salutato la preside della scuola.
-Ohhh- esclamò il padre ricollegando i pezzi. Era tutto così imbarazzante per lei, non se lo aspettava di certo così il loro primo rincontro.
-Noi siamo qui per accordarci per l'anno scolastico di Gio- spiegò il padre, vedendo che il figlio non riusciva a prendere parola.
-Beh se volete vi lascio, se mi avvisavi Gio, potevamo portarla a pranzo fuori- provò a dire il padre, cercando di capire quanto Sangio sapesse di quell'apparizione.
-No io non lo sapevo che era qui- disse il ragazzo, proferendo finalmente parola.
-Eh nono infatti non glielo avevo detto, non si preoccupi, in realtà stavo proprio cercando di comprare i biglietti per tornare a Roma, per questo sono venuta addosso a lei, mi scusi ancora- Giulia iniziò a blaterare, quella situazione era davvero imbarazzante, quante probabilità c'erano che lo avesse incontrato, col padre oltretutto.
-Ma come è l'ora di pranzo e te ne vuoi andare già via- disse il padre ancora più stupito dalla scena e dal figlio che stranamente non aveva ancora preso la situazione in mano.
-Eh no è che non conoscendo il posto, sono sola e quindi, poi ho le borse e e e poi cioè guardi come sono ridotta dopo la lezione, non ho nemmeno potuto farmi una doccia e quindi, si insomma- Giulia stava continuando a non sapere cosa esattamente stesse dicendo. Non sapeva cosa volesse fare, effettivamente quante probabilità c'erano di rivedersi? Il punto era che non lo aveva avvisato e adesso aveva paura che se le avesse proposto di stare insieme sarebbe stato solo per educazione. Ecco aveva combinato uno dei suoi casini, era meglio se glielo diceva che sarebbe andata, avrebbe risolto le cose molto meglio e sicuramente non si sarebbe ritrovata in quella conversazione a tre.
Sangio era ancora incredulo, aveva delle cose da fare quel giorno, ma non così imprescindibili, lei era lì. L'unica cosa che lo bloccava dal mostrare quanto fosse felice di rivederla era il fatto che non lo aveva avvisato. Era venuta a Vicenza, la sua città, come aveva fatto a non dirglielo, Vicenza era una città piccola rispetto a Roma, il tempo per almeno un caffè lo avrebbero trovato. Doveva scegliere cosa fare, non poteva lasciare che il padre continuasse a gestire la cosa.
-Beh almeno un caffè intanto possiamo andarlo a prendere- disse, tranquillamente.
-E poi decidi come fare- aggiunse.
-Beh sisi posso- affermò Giulia, con un sorriso dolce, come a volersi scusare di tutta quella situazione.
-Fantastico ragazzi dai, andate io vi lascio, poi fammi sapere Gio se per cena dobbiamo aggiungere un posto a tavola- sentenziò il padre di lui, sembrava felice come una pasqua.
Già parlava di cena, quando i due ancora non avevano ancora parlato praticamente. Il padre però non diede il tempo di ribattere a nessuno dei due, si dileguò velocemente lasciandoli con un sorriso.
I due ragazzi rimasero a guardarsi per un po'.
-Ei- disse lui dopo un po', con un sorriso.
-Ei- rispose lei, ricambiando.
Il ragazzo aprì le braccia e lei si infilò tra queste, cavolo se gli era mancato.
-Come mai non mi hai detto che avevi una lezione qua?- chiese dopo un po' lui, mentre ancora la stringeva.
-È che non sapevo che orari avrei avuto e so che tu sei impicciatissimo, non volevo crearti disturbi vari, e anzi cioè se sei impegnato adesso, non ti preoccupare, te l'ho detto stavo cercando i biglietti.- disse lei tutto d'un fiato, staccandosi dalle sue braccia e cercando di fargli capire con gli occhi che era sincera.
-Ma scherzi, non ci vediamo da un mese Giu- rispose lui -Poi tranquilla oggi non ho niente di che in programma- spiegò lui tranquillamente. -Se solo me lo avessi detto, mi sarei organizzato e mi sarei tenuto del tutto libero, ti sarei venuto a prendere alla stazione, ma poi, vuol dire che non mangi niente da almeno sta mattina alle 7- Sangio prese a parlare, calcolando tutto quello che era successo.
Giulia rimase piacevolmente stupita dal fatto che si ricordasse che non mangiava mai spuntini in mezzo alla giornata.
-Si ti ho detto scusa, eh che non, vabbe si scusa- e scoppiò in una risata, arrossendo un pochino.
-Ahhh questa risata- sospirò lui, ridendo di rimando. -Dai vieni, ti porto in un posticino che non hai idea- Sangio le prese il borsone dalle spalle e se lo caricò sulle sue. Iniziarono a camminare e il ragazzo, come fosse un bambino, le indicava tutti i luoghi della sua infanzia.
-Salvee- arrivati al ristorante Sangio salutò i camerieri come fossero amici di lunga data. A Giulia nella grande e dispersiva Roma, succedevano raramente quelle cose.
-Ohh voglio i migliori piatti più vicentini che ci sono nel menù per bella romana qui eh- fece al cameriere con un occhiolino.
I due ragazzi mangiarono benissimo e Sangio continuava a spiegare come un bimbo tutto quello che Giulia assaggiava.
Fino a quel momento avevano riso un sacco, erano serenissimi, come loro solito, ma sapevano entrambi che prima o poi avrebbero dovuto parlare di cose un po' più serie e forse spigolose.
Il momento arrivò proprio a fine pasto, dovevano chiedere il conto ma sentivano entrambi di doversi dire un sacco di cose e ancora non avevano concluso niente.
-E allora come sta andando il lavoro in sala di registrazione?- chiese lei provando a buttarla un po' sul serio.
-Tutto bene tutto bene, mi mancano solo due pezzi da incidere- disse. -Tu invece come sta andando?-
-Bah si tutto bene, lo sai un po' stancante, giro in continuazione, ma tutto bene- rispose lei, sottolineando il lo sai, come per dire te lo dico sempre al telefono che sono stanca.
Si zittirono entrambi, possibile che dopo tutto quello che avevano passato non riuscivano, in quel momento, a parlarsi e a dirsi le cose che avrebbero voluto.
-Ragazzi vi porto il conto?- il cameriere arrivò a disturbare il loro silenzio.
Annuirono e mentre Giulia, si girava per prendere i soldi, Gio aveva già dato la carta al ragazzo.
-Guarda Giovanni che romanticone con la sua ragazza ehh- esclamò il ragazzo scherzando.
-Amica- sentenziò Giulia, dopo essersi rigirata e aver visto la carta in mano al cameriere, era rossisima in viso.
Il ragazzo alzò le mani e se ne andò, riconsegnando la carta a Sangio che non sapeva che dire, non erano amici, ma nemmeno fidanzati e Giulia aveva praticamente appena lanciato la questione al centro della loro attenzione.
Uscirono dal posto e -Dai Gio tieni almeno la metà- provò a offrire Giulia la sua parte del pasto, ma lui nemmeno guardò la sua mano che tendeva verso di lui.
-Amica?- si limitò a chiedere.
Lei riarrosì, ma cercò di non farlo vedere, dovevano affrontare quel discorso una volta per tutte.
-Dovevo dire Lady?- provò a smorzare lei.
-Beh si sarebbe avvicinato di più a quello che sei- rispose lui.
Si stavano di nuovo riguardando, lo stava odiando per tutti quei silenzi, perché non prendeva la situazione in mano come faceva di solito? A un certo punto Giulia esplose.
-Hai intenzione di baciarmi, oppure?- non ebbe il tempo di finire la domanda che Sangio aveva sorriso e si era diretto prontamente sulle sue labbra.
Finalmente rientrarono in contatto come mesi prima.
-Mi sei mancata- sospirò lui.
-Anche tu- sorrise lei timidamente.
-Allora che vuoi fare? Resti da me sta notte?-
-Emhh non voglio creare problemi a casa tua-
-Ma no figurati, hai visto mio padre com'era entusiasta- ridacchiò. -Dai resta-
-Va bene, se non è un fastidio-
Sangio chiamò a casa sua e li avvertì che avrebbero avuto un ospite per la notte.
-Io devo andare in studio a fare delle cose, puoi venire con me, altrimenti rimani a casa, come preferisci- gli spiegò lui, mentre si dirigevano verso casa sua.
Prima di entrare si scambiarono un lungo bacio e Giulia disse -Se ho tempo e se posso mi faccio una doccia al volo, prima di accompagnarti-
-Sisi ovvio che puoi-
Varcarono la soglia della villetta ed entrarono in casa. Ad attenderli c'erano i genitori di Gio e la sorella, che partirono a duemila a farle domande e complimenti.
-Da quando la star della casa non sono più io?- Sangio era intervenuto nella loro conversazione dopo aver visto Giulia sopraffatta dalla sua famiglia, che cercava di seguire i discorsi di tutti e tre.
A quella domanda tutti si placarono e risero.
-Dai lasciatela libera, vuole farsi una doccia - Sangio prese la ragazza per la mano e la indirizzò verso il bagno.
-Ecco, tieni questi- e le porse degli asciugamani puliti - Non ho un accappatoio per te, quindi se vuoi usa il mio è quello verde, ma dovresti saperlo- accennò a un sorriso lui, al ricordo della loro convivenza.
-Ahaha si mi ricordo, ma in realtà penso che mi copra abbastanza anche l'asciugamano-
-Ahah ok, allora io sono in camera mia, se ti serve qualcosa oppure quando esci vieni da me ok?- e le indicò la porta della sua stanza.
-Si- la ragazza entrò nel bagno e si infilò sotto la doccia, l'ultima cosa che avrebbe fatto era farlo aspettare. Ci mise in tutto 8 minuti, ovviamente aveva evitato di lavarsi i capelli. Voleva rivestirsi, ma il suo cambio era nel borsone, così immagino di dover uscire e chiedergli dove lo avesse poggiato.
Si coprì per bene e piegò le sue cose, uscì dal bagno e bussò incerta alla camera che prima gli aveva indicato, con la paura di star sbagliando.
Il ragazzo aprì la porta e vide che aveva solo l'asciugamano addosso e capì subito che le servivano i vestiti, così la fece entrare per prenderli dentro alla borsa, che aveva poggiato sul como di camera sua.
Giulia si guardò intorno, curiosa di osservare la sua stanza.
-Sei stata veloce- osservò lui.
-Ahah si abbastanza. Mi vesto e arrivo- Giulia aveva preso gli indumenti e tornò in bagno.
Una volta uscita tornò in camera sua e Sangio pensò al fatto che erano quasi le 6 e che Giulia sarebbe morta di freddo con quella magliettina e basta.
-Ah Giulietta ti muori di freddo vestita così, aspe ti do una giacca- Sangio aprì l'armadio bianco e ne tirò fuori un giacchetto per lei, ovviamente quando glielo fece infilare le stava enorme, ma andava bene così.
Uscirono di casa un'altra volta ed entrambi erano abbastanza carichi dallo andare in studio, Giulia era felicissima di tornare a sentirlo cantare. Per il tutto non ci volle molto, un'oretta e mezza e Giulia era contenta dal fatto che stesse simpatica anche ai ragazzi e amici che lavoravano lì con lui, la fecero sentire la benvenuta. Inoltre Sangio ogni tanto le scoccava un bacio sulle labbra, o una leggera carezza sul volto, questo voleva dire che non la stava nemmeno nascondendo di fronte ai suoi amici, significava tanto per uno come lui.
-Ma dai non potete andare subito a casa, chissà quando la rivedremo Giulia noi- continuava a lamentarsi il suo più caro amico.
-Andiamo a farci un aperitivo dai Gio-
I ragazzi insistettero e alla fine
Sangio dovette cedere. La portarono in un bar in centro e le raccontarono di tutte le storie più imbarazzanti e divertenti di Sangio, Giulia si stava divertendo moltissimo e il ragazzo era contento di vederla così a suo agio in quel contesto a lui così familiare.
-Uhuh Gio meglio che iniziamo ad andare- gli sussurò un suo amico quando vide arrivare Margherita, la sua ex, con le sue amiche dirigersi proprio in quello stesso bar. Sangio si girò e notò anche lui l'arrivo della ragazza, si era decisamente il caso di andarsene l'ultima cosa che voleva era un incontro spiacevole con lei, in presenza di Giulia soprattutto.
-Dai Giu andiamo a casa che ci aspettano per cena- affermò categorico il ragazzo biondo alla ballerina.
Giulia era rimasta stranita da quel cambio di tensione tra il gruppo, ma acconsenti senza dire nulla ovviamente.
Mentre si alzavano una calda voce femminile risuonò accanto a loro.
-Ma guarda chi si vede- Margherita li aveva visti e salutò ognuno dei ragazzi con due baci sulla guancia compreso Sangio, che era profondamente a disagio. Quando la bionda arrivò alla ragazza, più bassa ed esile di lei, la riconobbe subito, le regalò un sorriso falso e poi ripuntò lo sguardo sul suo ex. -È da tanto che non ti vedo in giro Gio- e appoggiò una mano sulla sua spalla.
Giulia si stava sentendo ancora peggio di lui, Margherita era proprio bella, ma non sembrava molto intenzionata a essere gentile e simpatica con lei. Obbiettivamente le aveva praticamente soffiato il ragazzo ad Amici, quindi davanti a tutti, poteva capirlo. L'unica cosa che voleva era andarsene da quella situazione spiacevole.
-Sto lavorando sulla mia musica- rispose freddo Giovanni.
-Aah sisi lo vedo- e buttò un' occhiata alla ballerina. -Beh possiamo incontrarci una volta, potremmo andare in quel bar dove andavamo sempre- Margherita stava facendo la gatta morta di fronte a tutti e lui sapeva bene quale fosse il suo obbiettivo.
-No, meglio di no- risposta secca e coincisa, come al solito, non avrebbe ceduto alla gentilezza, realmente non la voleva vedere e poi c'era Giulia accanto a lui, che sapeva essere molto insicura, non aveva intenzione di ferirla in nessun modo.
Dopo quella risposta, le aveva preso la mano e si era girato, salutando la sua ex e avviandosi verso casa, trascinandosi dietro Giulia che non aveva ancora realizzato tutto, per quanto Sangio era stato veloce nel tutto.
-Ei ei rallenta- gli aveva detto dopo un po'
-L'abbiamo seminata ahah- ridacchiò lei.
Sangio finalmente si fermò, dopo aver realizzato di aver fatto almeno un chilometro ormai.
-Scusami, non avrei voluto che vi incontraste, così poi- le disse.
-Ma no tranquillo è tutto ok, non è successo niente- Giulia provò a rassicurarlo, era vero poi.
Ricominciarono a camminare, mano nella mano, verso casa sua.
Cenarono con tutta la famiglia di Sangio e anche lì Giulia si sentì davvero accolta bene.
-Quindi che progetti hai per adesso?- le aveva chiesto la madre di lui.
-Ehm per adesso sto lavorando nelle scuole, e poi sto preparando uno spettacolo con la mia compagnia- spiegò Giulia.
-E vi esibirete in giro per l'Italia?-
-Si ma non solo, un po' per l'Europa- rispose Giulia cambiando tono. Entrambi sapevano quanto sarebbero stati lontani in quel periodo. Anche Sangio abbassò lo sguardo, la distanza si sarebbe sentita ancora di più con i fusi orari diversi. I suoi genitori si accorsero del cambio di umore dei due e non vollero approfondire il discorso. Finirono di mangiare con tranquillità e Sangio propose alla ragazza di vedersi un film, così salirono e si misero a scegliere qualcosa da vedere. Durante la visione si accoccolarono l'uno sull'altro, Giulia aveva la testa poggiata sul suo petto e lui le circondava la vita con le braccia, lei continuava a passare le mani tra i suoi ricci e lui le lasciava ogni tanto dei baci sulla testa. Un volta terminato il film Giulia si alzò per andare in bagno e lui le porse una sua maglia per dormire. Una volta che Giulia rientrò in camera sua, anche lui si era cambiato
-Bene se ti serve qualcosa io sto al piano di sotto sul divano- disse lui con un sorriso gentile. Giulia ebbe d'istinto una reazione veloce -No fermo- esclamò prima che uscisse dalla stanza. -Non, non dormi qui?- era un timido invito a rimanere lì con lei.
-Beh per educazione dovrei lasciarti il letto e non mandarti a dormire sul divano- disse lui ridendo, prendendosi gioco di lei.
-Dai hai capitoo- rispose lei ridendo.
-Cosa?-
-Ti sto chiedendo di dormire insieme- rispose lei, dopo che lui l'aveva praticamente obbligata a dirlo.
-E che ne sai che mi va?- rispose lui continuando a scherzare.
Giulia si bloccò, in realtà nel buio della stanza non è che vedesse bene le sue espressioni, e se era serio? Non gli andava di dormire insieme? -beh ma si io dicevo così per dire, cioè è casa tua, fai come vuoi tu- ricominciò a blaterare come aveva fatto prima. Sangio si avvicinò a lei ridendo
-Ti adoro quando fai così- le disse con il sorriso. Lei finalmente capì che la stava prendendo in giro e si lascio in una risata tranquilla. Si diedero un bacio e si infilarlo sotto le coperte. Sta volta però era Sangio con il capo poggiato sul seno di lei, con lei che continuava a passare le sue dita tra i suoi capelli. Giulia in realtà era sveglissima e i suoi pensieri erano tutti dedicati a quella strana ma bellissima giornata a sorpresa che avevano vissuto, chissà quando ricapiterà, pensò.
-Giu-
-Dimmi-
-Io ci credo in noi lo sai?- quella frase la spiazzò, pensava di essere l'unica pazza a crederci ancora.
-Davvero?- chiese per esserne sicura al cento per cento.
-Si, io lo so che nell'ultimo mese è stato difficile e che se non fosse stato per oggi chissà quando avremmo rimesso in chiaro le cose, ma insomma alla fine ci rincotriamo sempre in un modo o nell'altro, io in questa cosa ci vedo qualcosa e ci credo tanto. Lo so che sarà difficile, soprattutto per te, ma sono certo che con la comunicazione e la sincerità riusciremo a superare questi grandi periodi di lontananza, andrà come andrà poi, voglio che proviamo. A te va?- Sangio si era appena aperto e le aveva appena rivelato finalmente quali erano le sue intenzioni con lei. Rimase in silenzio per un altro po' cercando di metabolizzare tutto.
-Certo che mi va- Sangio la strinse ancora di più e dopo un po' si addormentarono.
Il mattino dopo la riaccompagnarono alla stazione lui con i suoi genitori, si lasciarono con bacio a fiori di labbra, leggeri come piacevano a loro.
-Ti scrivo quando arrivo- gli disse lei dopo essersi voltata, ottenendo un cenno di consenso da parte del ragazzo.
Si sedette in treno e dopo soli 5 minuti dalla partenza ricevette un messaggio.
-Quando torni?- e una foto di Sangio che faceva il labbruccio. Scoppio a ridere come una scema.
Potevano farcela.
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one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione