Julia pt.2

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Oggi sono andata a provare il vestito da sposa, mi calzava a pannello, bisogna fare giusto l'orlo. Non so se è il vestito che avrei scelto per me, ma non è cosi vistoso, non ci sono strass di nessun tipo.
Le mogli dei fratelli di Giovanni, Clara e Isabella, mi stanno portando in un altro negozio, non so quale, forse la parrucchiera per decidere l'acconciatura. Sperando non mi vogliano togliere la frangia, grazie a dio il vestito non fa vedere nulla, se non i rimasugli sulla schiena, ma ho detto che mi ero grattata e che avevo i capillari fragili.
Capisco il perché Lidia non sia venuta con noi quando alzo gli occhi sulla vetrina.
È un negozio di intimo.
Entrambe hanno avuto dei figli presto.
Mi sorridono un po' smaliziate ed entrano prima di me.
Mi fanno vedere bizzeffe di completini, io le lascio fare perché so che non posso decidere nulla.
Mentre Clara paga, io ed Isabella usciamo fuori, mi prende la mano e mi stringe.
-Tesoro, so che questo è un mondo a te sconosciuto e da quello che ho capito della moda non è che ti interessi molto, forse sei piena di ansie e lo capisco, insomma questi matrimoni non nascono dall'amore, noi però abbiamo la fortuna di avere dei ragazzi educati dall'altra parte. Sia io che Clara eravamo spaventate la prima volta, ma ci hanno atteso. Sei giovane e se non rimarrai incinta subito, nessuno ti incolperà.
Giovanni non sarà da meno e poi è il più carino fra i tre non credi?- ridacchia sul finire per tornare per come si mostra sempre, ma le sue parole mi hanno confortata. È bello sapere che non sono matta a non volerlo fare subito, il fatto che della sua famiglia non ci sarà nessuno a voler appendere un fiocco rosa o blu fuori la porta mi rasserena, ma so già che mio padre lo vorrà il prima possibile.
Io rido con lei e la ringrazio.
Tornata a casa, vorrei solo chiamare mia sorella, io c'ero alla scelta del suo... Non la vedo dal giorno del matrimonio e mi manca, spero stia bene.
Mio padre mi convoca e io entro nel suo ufficio.
-Ascolta, la location è stata pagata, il matrimonio è andato, sono contento che hanno insistito tanto per avvicinarlo, è un buon segno ti pare?-
-Si papà-
-Bene, allora Lidia la madre di lui, mi ha chiesto se domani potevi andare a fare le prove in chiesa e del ricevimento. Partirai già sta sera per andare. Le valigie sono pronte, vai a cena e poi vai-
Mi congeda dal suo ufficio e l'idea di andarmene comunque mi rende sempre più leggera.
Dopo un' ora e mezza di viaggio sono arrivata, mi accolgono i soliti hostess della famiglia Damian.
-Julia cara, mi dispiace per questo spostamento notturno, ma Giovanni ha insistito per domani, ha degli affari da concludere questa settimana-
-Va tutto ok grazie-
-Bene puoi andare in camera, prego-
Le stanze dei Damian sono sempre bellissime.
Sto sistemando un po' le mie cose quando sento bussare.
-Sono Giovanni- sento dire.
-Vieni- chissà cosa vuole.
-Come stai?-
-Bene grazie, la stanza è graziosa, anche la villa lo è-
-Non mi riferivo a questo- sorride lui amaro.
-A cosa?- chiedo confusa.
-Isabella mi ha parlato dei segni sulla schiena. E non dirmi che ti sei grattata perché mi fai arrabbiare-
Io non so che cosa dire, mi stupisce ogni volta di più. Lui non mi deve tutto questo, sembra voler rendere vera questa unione, ma non è innamorato di me è solo un'illusione che vuole creare.
-Dai muoviti, fammi vedere-
Io mi immobilizzo sul posto.
-Julia scopriti la schiena cazzo-
Io mi giro e mi sfilo la maglietta.
Non so se rimango più male dei suoi toni alle volte, o dal fatto che dovrebbe essere il mio fidanzato e di vedermi la schiena nuda o in costume non gliene frega proprio niente, il mio corpo non lo attira, mentre a me il suo si.
Si avvicina a me.
-Porca troia, quanti giorni sono passati?-
-Una settimana- sussurro.
-Dio, ma come siete sopravvissute con un uomo del genere- mi sento così in colpa, forse ha ragione, forse saremmo dovute morire pur di ribellarci.
Mentre faccio questi brutti pensieri sento le sue mani fredde posarsi sulla mia schiena delicate.
-È una pomata disinfettante, magari proverai anche del sollievo mentre dormi-
È inevitabile, il mio corpo si riempie di brividi.
Sono in uno stato di tale vergogna, sto pensando al fatto che dovrei essere morta e che nessuno mi ha mai sfiorata così. Mi sento patetica.
-Ti hanno tagliato la lingua oggi?- chiede tornando con un tono di voce un po' empatico, ignorando la mia reazione alle sue mani.
-Scusa, non sono in vena- mi sento stanca di queste vessazioni continue, vorrei solo addormentarmi per sempre.
-È successo dell'altro?- mi chiede serio.
-No niente- mi fa rimettere su la maglia e mi fa girare verso di lui.
-Ei parlami. Ho finto delle riunioni importanti per farti venire oggi stesso. Voglio sapere che stai bene- mi accenna un sorriso e mi accarezza la guancia.
-Io non sono morta per mia sorella- lo dico ad occhi chiusi. - Non ci siamo mai ribellate per rimanere insieme, se moriva una delle due, doveva morire anche l'altra. Lo capisci?-

one shot sangiulia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora