Sangio era andato a vedere uno spettacolo della sua ragazza, la vide come teneva il palco con la personalità, gli piaceva così tanto vederla ballare. Lui poi sapeva quanto impegno Giulia ci mettesse in quello che faceva.
Si ricordò dell'unica volta che vide Giulia non farcela, si era presa un' influenza sotto la pioggia, non lo aveva detto a nessuno e andò comunque a fare lo stage, resse tutto il giorno dando il meglio che poteva alle persone che erano andate a seguirla, Sangio uscito dallo studio di registrazione la chiamò come faceva sempre -Oi com'è andata??-
-Oi tutto bene dai, adesso vado in fermata- rispose lei, che letteralmente stava tremando come una foglia e si reggeva appena.
-Ma non avevi la macchina?- Sangio aveva percepito una vocetta lieve, molto diversa dalla solita attiva Giulia.
-Si ma non ce la faccio a guidare, non mi sento molto bene, chiamerei i miei, ma stanno fuori non so se ti ricordi.- disse lei veramente sfinita, l'unica cosa che voleva era andarsene a casa.
-Sto venendo io- rispose lui riattaccando velocemente, non voleva sentire storie da parte sua. Trovò Giulia rannicchiata alla fermata dell'autobus, lui le suonò e lei piano salì, era pallida.
-Giu ma che hai?- chiese lui preoccupato.
-Non so credo di avere la febbre- lui le toccò la fronte, scottava.
-Stai da me stasera-
-Ma no Gio magari poi te l'attacco e poi non- lei non riuscì a finire la frase.
-Giu non esiste che stai in queste condizioni da sola.- chiuse lui il discorso.
Entrarono nell'appartamento e Sangio le fece prendere una tachipirina, poi andò a prenderle dei vestiti per cambiarsi, l'aiutò a vestirsi e la mise sotto le coperte. -Ora tu ti metti qui e provi a riposarti, io vado a cucinare qualcosa di caldo- le disse con tono autoritario. Le diede un bacio sulla fronte e andò in cucina, preparò una zuppa di lenticchie in un'oretta e aspettò che Giulia si svegliasse. -Gioo- senti dopo poco, andò da lei con i piatti su un tavolino da letto. -Al suo servizio- scherzò lui.
La vide già meglio, si sistemò anche lui tra le coperte e iniziarono a mangiare.
-Da quando stavi così?- le chiese lui.
-No è che ieri mi sono presa tutta l'acqua per andare a comprare delle cose-
-E perché non hai annullato tutto?-
-Boh sta mattina non mi sentivo benissimo, ma pensavo fosse solo un raffreddore- rispose lei innocentemente.
-Mhhh, dovresti riposare di più prima o poi non ce la farai più-
-Io dico che sei invidioso delle mie energie vecchietto-
-Guarda che ti tolgo il cibo-
-Cattivo- e gli fece una linguaccia.
Dopo aver mangiato le misurò la febbre, aveva solo 37 e mezzo. Probabilmente se non si fosse stressata così tanto, nemmeno le sarebbe venuta.
-Vuoi guardare una serie? Qualcosa??- disse lui, lei annuì.
Sangio prese il telecomando e iniziarono a cercare qualcosa. La fece accoccolare sul suo petto e ovviamente Giulia dopo un po' stava già per chiudere gli occhi.
-Rimani con me sta notte vero?- gli chiese con tono semi addormentato e dolcissimo.
-Ma certo- e le diede un bacio sulla fronte.
Il mattino dopo Sangio si sentì solo nel letto, aveva immaginato tutto? Aprii gli occhi e vide i vestiti che aveva prestato a Giulia piegati sul letto. Si alzò stranito, erano soltanto le 8 e qualcosa.
Andò in cucina e la trovò, vestita come il giorno prima per fare danza.
-Ma che ci fai sveglia?- disse lui.
-Ho una lezione da tenere nella scuola di Davide- disse lei sottovoce, sapeva che Sangio sarebbe stato contrario.
-E cosa hai fatto, hai preso un fagiolo magico per farti passare l'influenza?- le chiese in tono ironico.
-Dii a Davide che oggi non puoi proprio-
-Non posso-
-Diciamo più che non vuoi per il senso di colpa-
-No non posso e poi ce la posso fare-
-Non hai nemmeno la macchina, dovrai andare con i mezzi-
-Lo so- disse lei sapendo che il fidanzato non l'avrebbe mai accompagnata.
A un certo punto scattò la suoneria del telefono di Giulia, comparse la scritta Davide sulla schermata.
Si guardarono e iniziarono a correre per rispondere, Sangio arrivò per primo e iniziò a tenere la ragazza con un braccio, bloccandola.
-Si, pronto Davide sono Sangio, non so se ti ricori-
-Bene bene, senti ti volevo dire oggi Giulia purtroppo non riesce a venire ha la febbre e non si regge in piedi-
-Si, si scusa tanto appena potrà lo riorganizzate sicuramente-
-Sisi te la saluto, ciaociao- il biondo chiuse la chiamata. La piccoletta aveva provato a ribellarsi, ma Sangio era troppo alto e lei non era proprio riuscita a prendere il telefono.
-Ha detto che non ti devi preoccupare- le disse lui con un sorrisetto.
-Uffa, non dovresti prendere le decisioni al posto mio-
-Ti do pienamente ragione, se la tua scelta non fosse una cazzata- rise lui.
-Gne gne- e mise il broncio, tornandosene in camera.
-Io oggi devo andare per due orette in studio- l'avvisò lui dalla cucina.
Lei non rispose, l'aveva rinchiusa là dentro e l'avrebbe mollata pure da sola.
Sangio tornò in camera e si cambiò velocemente, Giulia si rese conto in quel momento come la stanza del ragazzo fosse davvero un casino.
-Che fai non mi saluti nemmeno?- le chiese lui dopo essersi infilato la giacca. Lei mugugnò e gli fece ciao con la mano.
-Questo tu lo chiami salutare il ragazzo che sti sta ospitando da malaticcia, sei proprio un'ingrata Giulietta-
Lei rise e gli tirò un cuscino in faccia.
-Dai vieni qua- rise lui aprendo le braccia, avvicinandosi. Si abbracciarono.
-Torno presto bambolina- e le baciò la punta del naso.
Giulia si buttò sul letto assolutamente inconsapevole su cosa potesse fare, non sentiva proprio in forze, quindi non si poteva mettere a montare nulla, si riguardò intorno e gli venne l'idea.
Così si mise a sistemare tutta la camera del ragazzo, passò l'aspirapolvere, rifece i letti e spolvero qua e là. Si fermava ogni tanto a riposarsi, in fondo ringraziò mentalmente il ragazzo per averle fatto avere una giornata di pausa. Arrivò all'armadio e si mise a piegare tutti i suoi capi d'abbigliamento, ritrovò tutte le felpe che Sangio si era portato in casetta, sorrise a tutti i ricordi che le scorrevano nella mente. Ritrovò anche qualche sua maglietta che aveva lasciato da lui, riflettè sul fatto che era davvero un po' di tempo che Sangio si era trasferito, ricordò la prima volta che le aveva fatto vedere l'appartamento che stava ancora pensando di prendere, ma prima voleva sentire il suo parere. Ricordò le giornate passate ad aiutarlo a sistemare tutto e le ore a cercare di capire come montare la scarpiera di Ikea. Si erano divertiti un sacco li dentro e Giulia pensò a quanto ci fosse una parte di lei in ogni angolo della casa. Si girò verso il letto, ricordando la loro prima volta in quella casa e a come poi fossero stati liberi di rimanere a dormire nudi nel letto, per poi potersi fare la doccia insieme.
Era cresciuta tanto insieme a lui in quelle quattro mura e tutti quei pensieri un po' le fecero venire il magone, chissà come sarebbero finiti loro due e chissà se lui si sarebbe ricordato di tutti quei momenti con lei in quella casa, se mai si fossero lasciati.
Dopo un po' si riprese e guardò soddisfatta la camera pulita e riordinata.
Decise di andare in cucina e preparare qualcosa per pranzo, fece degli hamburger con del cavolfiore come contorno, in cucina stava iniziando a cavarsela benino. Rise al ricordò dei suoi infiniti toast bruciati, coperti di maionese.
Sangio tornò una ventina di minuti dopo.
-Amore?- la chiamò per sapere se era sveglia. -Sono in cucinaa- disse lei.
Lui trovò il pranzo pronto sul tavolo.
-Ma non dovevi piccolina, ti dovevi riposare- le sorrise, poi andò a posare le cose nella sua stanza e trovò tutto perfettamente pulito e sistemato.
-Sai forse ti dovresti ammalare più spesso se poi mi vizi così- e le diede un bacio -Grazie-
-Di niente sai non avevo nulla da fare qui sola, soletta.- disse lei con tono provocatorio - Quasi stavo per sentire Sebastian, sai oggi è il suo compleanno-
-Ma vaa e te la ricordi pure la data eh?- rispose lui alla provocazioni.
-Beh si è importante- disse lei con un sorrisetto.
-È importante?- gli chiese lui avvicinandosi pericolosamente a lei. Lei annuì.
-Allora mi sa che qui qualcuno vuole il solletico.-
Sangio iniziò a farle il solletico, senza esagerare, sapeva che comunque Giulia era stanca. Lei iniziò a ridere e prima che gli sfuggisse, se la carica sulle spalle -Certe cose non cambiano mai- esclamò lui. - Mettimi giuu- iniziò a ripetere lei.
-Allora io ti metto giù se ripeti 'Sangiovanni è il mio ragazzo, amo solo lui, mi ricordo solo del suo compleanno'- ripete lui fintamente serio.
Lei ripete la frase, Sangio stava per metterla giù, ma lei aggiunse -...e di Sebastian-
Scoppiarono a ridere, ma lui se la rimise bene sulla spalla.
La dovette rimettere giù quando Giulia vide che suo padre la stava chiamando.
-Papi, oi...ah okok tornate domani va bene...Si anche io ciao pa- e riattaccò il telefono. -Papà ti saluta- disse con un sorriso genuino.
-Domani tornano, quindi ti libererai di me contento?- scherzò lei.
Si guardarono, Sangio avrebbe tanto voluto dirle che era tutto meno che contento, e lei gli avrebbe detto che l'ultima cosa che voleva fare era andarsene da lì.
-Beh se vuoi fermarti per un altro po' di tempo, per me non c'è problema- disse lui.
-Ma si se vuoi rimango sta notte- rispose lei, pensando addirittura che forse lui pensava se ne sarebbe andata in quel momento.
-Ma no dico, cioè se ti va, puoi fermarti un paio di altri giorni, anche settimane.- ritentò lui. In realtà stava riflettendo da molto sul chiedere a Giulia di provare una convivenza, ma non aveva mai avuto fino a quel giorno la certezza di avere piacere a ritrovarsela in giro per la casa. Ogni volta che la ballerina non c'era, Sangio sentiva quella casa spoglia, ma sapeva che una convivenza era tutt'altra responsabilità, anche se il periodo ad Amici un po' lo rassicurava, in fondo avevano già sperimentato il vivere così a stretto contatto.
Giulia non sapeva che dire, anche lei ci aveva pensato molto, soprattutto da quando aveva iniziato a guadagnare bene, ma in fondo quella non era casa sua ed era un passo importante.
Si guardarono complici, consapevoli della piega importante che avrebbe avuto quella conversazione.
-Beh si qualche giorno potrei rimanere- disse lei. Provare a vivere insieme, prima di trasferirsi direttamente lì, le sembrò un buon compromesso.
-Bene-
-Bene-
-Però prima devo assaggiare questo pranzo- tornò scherzoso Sangio.
-Prego, prego signorino, vedrà che chef stellare che sono diventata-

STAI LEGGENDO
one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione