Pt.11

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Altro giorno altra notte nella stanza di quel ricciolino, questi giorni a casa sua sono stai tranquilli e sereni  e poter sgattaiolare nella sua stanza ogni notte, stare avvinghiati nel letto troppo stretto, è tutto così bello, e lontano dai casini che sono a Milano.
È l'ultima notte prima della mia partenza e lui continua semplicemente ad accarezzarmi la schiena, mentre poggiata sul suo petto, ci scambiamo baci lenti .
-Sai mia madre mi ha detto di quanto sei carina, che ogni mattina ti rifai il letto, così bene che sembra tu non ci abbia dormito- mi dice ridacchiando, allontanando dei miei capelli dai miei occhi.
-Dici che l'ha capito?- chiedo un po' imbarazzata.
-Non lo so, amichetta cara- mi dice beffeggiandomi ancora una volta, strappandomi un bacio.
Io rido a mia volta.
-Non voglio tornare a Milano- mi lamento io.
-Ah no? Ma perché c'è un pazzo ossessionato da te o perché ti piace stare con me?- mi chiede lui retorico.
-Idiota...per entrambe direi-
-Cosa hai intenzione di fare con lui?- mi chiede poi seriamente.
-Non lo so, davvero, io vorrei avere la certezza che non possa rovinarmi la carriera-
-E vuoi tornare da lui per scoprirlo?- mi chiede contrariato.
-Non saprei come fare altrimenti-
-Giulia...ascolta io non sono nessuno per dirti cosa fare o meno, ma sono preoccupato per te e non voglio che ti accada nulla, non credo sia una buona idea esporti così a questo pericolo-
-E cosa proponi tu?- lo incalzo allora.
-Giulia devi rivolgerti alle autorità-
-Ti ho già spiegato che non è cosi semplice-
-Ma avranno un modo per evitare di farsi scoprire durante le indagini-
-Ma quale discrezione dovrebbero usare? Sono una cubista con uno ossessionato da lei, ci metterebbero tre secondi-
-Appunto!-
-Ma non lo capisci che se quello è uno ricco ci mette pochissimo a togliersi dai guai, lo stesso tempo ci metterebbe a rovinarmi la carriera-
-Beh se continui a voler rischiare te la rovinerai da sola questa benedetta carriera-
Siamo nervosi entrambi e questo mi dispiace, chissà quando potremo condividere questo tempo insieme di nuovo.
Sospiriamo entrambi.
-Tu vuoi lasciare l'università- gli dico guardandolo negli occhi -lo sai, da sempre, da quando la tua prima canzone è andata come speravi se non meglio-
Abbassa la testa per non volermi guardare.
-Tutti i tuoi dubbi, gli sforzi, i sacrifici che stai facendo, le cazzate che ti costringi a dire...lo fai perchè ci tieni, come non hai tenuto mai a nulla in vita tua. E perché non lo dici ai tuoi? Perchè ti taglierebbero i fondi, ti farebbero tornare qui probabilmente. Ecco lui potrebbe farmi questo, dopo tutto quello che ho fatto, non sono certa che possa farlo, ma ne sono terrorizzata. Se tu hai paura dei tuoi genitori che ti amano come in figlio? Come potrei non avere paura di uno sconosciuto squilibrato?-
Finendo di parlare mi ha cominciato a riguardare. Rimane in silenzio a osservarmi, dopo un po' annuisce e mi da un bacio sulla tempia abbracciandomi.
-Mi mancherai- mi sussurra fra i capelli.
-Anche tu- sospiro triste nelle sue braccia, sapendo che domani mattina ci lasceremo pieni di dubbi a cui non potremo dare facilmente una risposta.

Sono a Milano, cammino rapido per le strade di questa città che sto imparando a conoscere con calma, mi sto dirigendo verso il centro sperimentale per iscrivermi al corso di canto e poi magari qualcos'altro, mi spiegheranno loro quali altri corsi dovrò fare immagino, questo non è importante dato che sento che potrei fare di tutto in questo momento per quanto sono euforico. Queste vacanze di natale e l'ultima chiacchierata che ho avuto con Giulia mi sono servite moltissimo, ho capito che voglio smettere di avere paura, ho inviato la rinuncia agli studi e via, ho finto di pagare la rata universitaria e invece ho pagato l'anno qui. Ho un appuntamento con il direttore della scuola per decidere come inserirmi considerando che entro a metà corso, Giulia mi ha detto che è un onore, nessuno lo ha mai visto, o almeno lei e la nostra schiera di amici.
Gli ascolti delle mie canzoni vanno alla grande, tanto che mi hanno detto ci sia il rischio che qualcuna passi in radio e questo è un bel dramma, considerando che vorrà dire dirlo ai miei genitori, lo scopriranno prima di quanto vorrei, ma non importa, sono fiducioso, un modo lo troverò.
Sono felice anche perché oggi dovrei rivedere Giulia che è tornata da Barcellona, penso sia più serena, ma ora che è tornata arriva la parte più complicata, la paura che possa succederle qualcosa è tanta, ma sto cercando di non pensarci...almeno per questa mattina.
Sono arrivato davanti all'ufficio di questo direttore, busso alla porta e attendo un segnale, ma niente.
Busso un'altra volta al portone un po' più forte e solo dopo un po' sento un avanti.
Prendo un bel respiro e apro la porta.
-Buongiorno mi scusi stavo finendo di scrivere un email, lei è il nuovo studente esatto?-

Sono paralizzato, è lui, è l'uomo che la perseguita, non so come reagire a questa informazione.
Al mio silenzio alza lo sguardo e anche lui si irrigidisce, si ricorda di me.
Nessuno dei due dice qualcosa.
Penso solo che Giulia aveva ragione a essere preoccupata, veramente quest'uomo può decidere per lei.
-Insomma non si siede?- mi chiede poi ricomponendosi.
-Ma non si vergogna?- tuono io senza controllo.
-Di che cosa mi scusi?- risponde sereno.
-Di perseguitare una ventenne, di giocare con la sua vita-
Si alza piano dalla sedia e mi viene incontro.
-Io non so di cosa stia parlando Damian-
-Mi fa veramente schifo- faccio per uscire dalla stanza, ma lui blocca la porta prendendomi dalla maglietta.
-Se vuoi che la tua amichetta finisca a lavorare in quel porcile per il resto della sua vita, vattene pure, altrimenti firma il foglio di piano di studi e fila zitto fuori di qua-
-Non lascerò che le faccia del male-
-Ma io non lo farei mai- risponde lasciandomi la maglia e indicandomi la scrivania. -Ora firma-
-Glielo dirò, andrò io stesso a denunciarti-
-Sei un ragazzino senza un soldo se provi ad aprire bocca, ti faró il culo, ho già avvertito anche lei. Ora firma quel foglio e sparisci-
Sto per ribattere nauseato da questo uomo quando entra una donna.
-Oh mi scusi direttore la disturbo?-
-Nono professoressa Mirelli, il nostro nuovo studente qui deve solo firmare questo documento e se ne va-
Cerco di mascherare i miei occhi arrabbiati, perché so che non è la mia guerra e basta, lei deve decidere la prossima mossa e io non voglio crearle problemi quindi prendo la penna e firmo, lasciando quella stanza senza salutare, preso da una nausea.
Devo trovarla, devo dirle subito quello che ho scoperto, ma ha lezione fino alle 17 e so che non mi risponderà al cellulare fino a quando non finirà, il problema è che proprio non posso aspettare, l'ansia si è già presa tutto il mio corpo.
Arrivo sul piano della danza e cerco in ogni sala, fino a quando trovo quella con Chiara che sta facendo una diagonale, mi faccio notare e appena finisce si affretta a raggiungermi.
-Sembra che stai per vomitare? Stai bene?- dice bisbigliando per non dare fastidio alla lezione.
-Devi dirmi dov'è Giulia-
-Dovrebbe essere qui, ma sta mattina le hanno dato una grande notizia, le hanno dato un ruolo principale in uno spettacolo per l'accademia di Basilea, è al settimo cielo-
-E quindi dov'è?- le richiedo, sono contento ma ora ci sono delle priorità.
-L'ha convocata il direttore, le hanno detto che è stato proprio lui a voler scommettere su di lei- il mio cuore smette di battere per qualche secondo.
Non saluto nemmeno Chiara che inizio a correre da dove sono venuto, potrebbe non essere successo ancora nulla, ma ho un enorme brutto presentimento.
Piombo nell'ufficio ma non c'è nessuno.
-Cazzo!- impreco.
Esco nel corridoio e chiedo alla stessa signora che era entrata mentre c'ero io, che stava seduta su una scrivania a leggere dei fogli.
-Mi scusi dov'è il direttore?-
-È impegnato con un'altra alunna mi scusi-
-La ragazza è Giulia Stabile?-
-Si, ma non vedo perché dovrebbe interessarle-
-No perché per sbaglio Giulia mi ha lasciato le sue chiavi della macchina, so che le servivano- mi invento una scusa li per lì, perché effettivamente avevo le chiavi di una macchina con una G come portachiavi, ma erano quelle della mia macchina a vicenza.
-Oh capisco, beh se è così urgente, sono andati via pochi minuti fa, probabilmente la porterà a parlare con i direttori artistici di Basilea, ma non so dove si tiene l'incontro-
Non ho nessun appiglio, non la troverò mai, corro come un matto per le scale sperando di trovarla ancora di sotto, ma nulla, esco in strada ma non vedo niente...non ho alternative, chiamo la polizia.

one shot sangiulia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora