-O dio Giulia tutto bene?- la voce preoccupata di Sam aveva sovrastato la musica che ancora non era stata bloccata. Giulia era in sala da ore ed era veramente esausta, era caduta all'indietro durante un salto e si era fatta davvero molto male.
Per i primi istanti non era riuscita a capire cosa fosse successo, sentiva solo un forte dolore alla parte lombare della schiena.
Quando sentì la musica interrompersi intese cosa fosse successo, e iniziò a respirare affannosamente, l'ansia di essersi fatta troppo male e il dolore forte le avevano preso il controllo delle emozioni. Sam comparì di fronte ai suoi occhi e riuscì a malapena a parlare.
-Non riesco a muovermi-
-Ok ferma, può essere anche lo spavento, adesso ti porto a casa ok?-
Sam impanicato decise che la cosa minore da fare era quella di farla visitare e poteva farlo solo riportandola in casetta.
-Se tu mi avessi ascoltato e non fossi rimasta tutto il giorno in sala, non sarebbe successo- la ammonì lui mentre cautamente la sollevava da terra, stile principessa.
-Hai ragione- Giulia sussurrò sconsolata. Era in totale stato confusionale, sperava solo che non fosse successo niente di troppo grave. Sam mentre camminava nei corridoi aveva avvertito di far venire un medico in casetta per lei, così appena entrato in casetta, sotto gli occhi straniti di tutti portò Giulia in camera sua, dove ad attenderla c'era il dottore.
I ragazzi in casetta avevano visto entrare il medico, ma non gli avevano detto nulla. Quando Sangio vide Giulia nelle braccia di Sam che sembrava essere presa da un attacco di panico, si alzò subito verso di loro, ma Sam era stato spedito e Giulia era già chiusa in stanza prima che lui potesse parlarle.
-Sam che è successo?- gli chiese accigliato, voleva sapere cosa fosse successo a Giulia.
-Stava in sala ed è caduta, ho sentito un tonfo mentre passavo e l'ho trovata stesa a terra che non si muoveva, non so se è qualcosa di grave perché oltre al dolore sembrava tanto spaventata quindi magari era bloccata anche per quello- spiegò il ballerino, con il suo tono agitato.
-Ma perché era in sala oggi doveva finire prima-
-Lo sai com'è fatta, si è stancata troppo-
-Cazzo però- Sangio si mise le mani in faccia, un infortunio era l'ultima cosa che ci voleva, sperava davvero che non fosse nulla di grave e soprattutto sentiva la necessità di raggiungerla, se stava avendo un attacco di panico voleva starle vicino.
Si sedette sullo sgabello della sedia, attendendo nervosamente che il medico uscisse da lì. Quando questo accadde insieme agli altri andò verso camera sua, ma il medico chiamò solamente Serena per dirle che Giulia doveva mettersi delle bande e che ci voleva una ragazza per farlo. La ballerina di classico entrò in silenzio, mandando un occhiata comprensiva al vicentino che voleva assolutamente vedere Giulia, così Serena appena sentì la porta della casetta chiudersi, chiamò Sangio per farlo entrare lasciandogli in mano ciò che avrebbe dovuto applicare alla schiena di lei.
Il ragazzo aprì la porta e trovò la ragazza stesa sul letto a pancia in giù, con gli occhi arrossati, e la schiena totalmente scoperta, segno che era nuda per la parte superiore del suo corpo. Giulia appena lo vide abbassò lo sguardo per paura del confronto.
-Cosa ti ha detto?- chiese lui innanzitutto per cercare di capire che portata avesse quella situazione.
-Non è niente di grave, devo stare per un giorno a letto per evitare di poggiarci il peso, ma è più una precauzione, già il giorno dopo se non provo fastidi posso tornare in sala- spiegò lei, volendo fargli capire che non era niente di irrimediabile, sperava che non si incazzasse con lei.
-Menomale- sospirò lui, sollevato.
-Sei arrabbiato?-
-Si-
Giulia non voleva girarsi a guardare il suo viso da fumantino.
-Dovrei mettermi le bande- sussurò lei, sperando di smuovere qualcosa, che almeno uscisse da camera sua se era così arrabbiato.
-Te le metto io-
-Non c'è n'è bisogno-
-Si che c'è, dato che devo essere sicuro di controllare tutto, altrimenti fai guai- la ammonì lui, però con un tono più dolce, non voleva litigare, ma voleva farle capire che era sbagliato ciò che aveva fatto.
Le si sedette accanto e piano iniziò a toccarle la schiena, lei ogni tanto sussultava per il dolore, ma il fatto che lui le accarezzasse la schiena le faceva anche venire la pelle d'oca.
-Comunque tu dovresti capirmi è come quando stai ore a scrivere o riprovare la canzone, sai cosa vuol dire essere perfezionisti-
-Si Giulia, ma io non stanco il mio corpo, per la danza ci vogliono più energie e bisogna stare più attenti, infatti guarda-
-Non mi interessa finché non mi sentirò sicura al 100% non smetterò, e lo sai-
-Sei proprio testarda non ti basta stare così?- ridacchiò lui.
-Testarda quanto te- disse lei, sapendo perfettamente di aver centrato il punto, cambiando subito espressione quando lui le tirò la pelle nel punto che le faceva più male.
-Ti fa tanto male?- chiese lui premuroso, lei annuì mentre aveva gli occhi stretti e le labbra in una smorfia di dolore.
-Dai ho finito con questa- le disse lui, per poi concludere il suo lavoro e lasciarle un bacio sulla schiena. Giulia arrosì.
-Vuoi che ti giri?-
-Sono nuda Gio-
-Beh allora voglio io che ti giri- scherzò lui.
-ahahah scemo, dai passami una maglia e tieni gli occhi chiusi-
-Guarda che secondo me ti devo girare io eh- la prese in giro di nuovo, mentre prendeva una sua maglia a caso tra quelle che aveva lì in camera sua.
-Ahahah daii, chiudili- il ragazzo ubbidì girandosi, e lei piano si girò e si infilò la sua maglietta. Lui però aveva involontariamente dato una sbirciatina dallo specchio, era stato un impulso più forte di lui, erano mesi chiusi lì dentro e di lei non aveva potuto vedere nient'altro di quello che avevano visto tutti gli altri, e l'idea di poterla osservare nuda sotto il suo sguardo lo attirava e non poco, ma fino a che non sarebbero potuti uscire questo non si sarebbe mai potuto avverare.
Si era sentito un ladro a fare quella cosa e una piccola scintilla di adrenalina lo aveva pervaso, si sentiva uno scemo, per il lui il campo sessuale non era più un segreto da un po' eppure si era eccitato a vederle il seno per 4 secondi attraverso uno specchio, come lo aveva ridotto santo cielo.
-Finito- esclamò lei una volta sistemata, facendolo girare. -Adesso puoi anche andare mr devo controllare che non fai casini- continuò lei fingendosi offesa. Sangio rise, era ovvio che ora non l'avrebbe mollata un secondo, protettivo com'era lui. Si stese fianco a lei e le fece girare il viso di fronte al suo.
-Sarò il tuo schiavetto per una giornata intera lo sai vero?- disse lui vedendole spuntare un tenero sorriso sul volto, davvero pensava che l'avrebbe mollata lì?
-Ti posso chiedere qualsiasi cosa?- gli chiese ridacchiando.
-Qualsiasi- rispose lui convinto.
-Anche di ballare per me?-
-Ovvio, e poi ho delle grandi doti io, quindi sarebbe un allenamento in più- scoppiarono entrambi a ridere.
Rimasero a scherzare per un altro po' dopo che Sangio era andato di là a fare a entrambi un toast veloce.
Ora erano un' altra volta stesi uno di fianco all'altra, Sangio le aveva fatto prendere gli antidolorifici e la melatonina per dormire e ora le stava accarezzando il volto e i capelli, vedendola piano addormentarsi sempre di più.
-Mi hai fatto preoccupare oggi sai?- le sussurò all'orecchio, mentre ripensava allo spavento che si era preso a vederla in braccio a Sam in totale confusione, senza che nemmeno lo guardasse.
-Mi dispiace, in realtà mi sono tanto spaventata anche io- ammise lei, con gli occhi chiusi e la voce assonnata.
-Ho visto che eri in panico-
-Si non ci ho capito più nulla, poi in stanza con Marius vicino è andata meglio e ho respirato come mi fai fare tu- rispose lei, era troppo tenera, semi addormentata che gli rivelava che anche grazie a lui si era calmata.
-Hai fatto bene, brava la mia bambolina- ridacchiò lui, fiero del fatto che Giulia si fosse ripresa da sola.
-Ahah, comunque io sto per crollare con tutte queste coccole e la pasticca, quindi se vuoi andare vai- disse lei, premurosa quanto lui.
-Tranquilla tanto sta notte sto nel letto di Marti, così se ti serve qualcosa sto qua, ora dormi non ti preoccupare- continuò lui ad accarezzarle i capelli e lasciandoci un bacio sopra.
-Ma no amo non c'è n'è il bisogno-
Sangio sorrise era già successo altre volte che Giulia lo chiamasse così, ma poi tendenzialmente si correggeva subito dicendo che chiamava così tutti e le usciva naturale.
-Shh dormi- ripetè lui al suo orecchio.
Giulia non protestò ancora, stava troppo bene così e si lasciò andare a un sono profondo. Sangio le rimase accanto finché non fosse certo che si era addormentata, poi piano si alzò e si sdraiò nel letto di fianco, gli ci volle molto a lui, impaurito dal fatto che Giulia potesse chiamarlo da un momento all'altro e lui potesse dormire e non risponderle.
Il mattino dopo si svegliò prima di lei e prima di andare a preparare la colazione le lasciò un bacio sulla fronte.
Quando tornò in camera lei era sveglia e lo aspettava tutta frastornata.
-Com'è andata la notte?-
-Tutto bene Gio-
-Bene mi fa piacere, tieni ti ho portato la colazione, così mangi prima che esco per le lezioni, sto via un paio di orette ok?- lei annuì e si misero a mangiare insieme, dopodiché Sangio iniziò a vestirsi per uscire mentre Giulia lo guardava sorridente.
-Che mi guardi così?- le chiese.
-Sei bello-
-Cos'è stai cercando di farti perdonare-
-Ahahah no, adesso non posso nemmeno guardare il mio ragazzo in santa pace?-
-Uhuh come siamo territoriali oggi, non mi hai mai detto il mio ragazzo- scherzò lui, sapendo di metterla in difficoltà, era raro che si chiamasserò così, non è che si fossero mai definiti, per lui non era tanto importante, ma sapeva che per Giulia erano passetti coraggiosi. Infatti la ragazza arrosì e si nascose dietro la tazza di caffè latte che doveva ancora finire.
Lui rise, era così dolce. Le si avvicinò e le si sedette accanto, sfiorandole il volto, aveva capito che Giulia non avrebbe più aperto bocca.
-Va bene allora io adesso vado, di là c'è qualcuno tu basta che chiami d'accordo, se ti serve una mano per qualsiasi cosa miraccomando, non voglio che fai l'eroina che fa le cose tutte da sola, io torno per pranzo va bene? - Giulia annuì sorridendo, ancora imbarazzata dalla loro conversazione. Si diedero un bacio, e Sangio aprì la porta di camera sua urlando 'Ragazzi se la mia ragazza vi chiama, aiutatela vi prego, buttateci un occhio, grazie' e lo urlò fissandola negli occhi, facendole l'occhiolino prima di uscire definitivamente. Giulia arrosì ancora di più capendo che il ragazzo avesse capito il suo disagio e voleva rassicurarla.
La ballerina non chiese molto ovviamente non voleva pesare su nessuno, nemmeno su Sangio, ma lui era stato irremovibile.
Si fece portare il computer per ripassare i suoi pezzi almeno a mente, si fece scortare in bagno dalle ragazze in modo molto comico e queste in realtà furono le sue attività, aspettando che Sangio tornasse.
Il ragazzo tornò e subito si diresse da lei.
-Come stai?- disse spalancando la porta, facendola sobbalzare.
-Oddio Gio-
Lui rise e poi le richiese come stesse.
-Bene ho qualche dolorino ancora, ma sto bene-
-Ti sei fatta aiutare?-
-Si beh in realtà sono andata solo in bagno e mi sono fatta portare il computer, come vedi- gli spiegò. -Tu com'è andata?-
-Tutto bene, devo ancora lavorare su delle cose ma bene- e si mise a spiegarle tutti i pezzi.
-Comunque Gio puoi anche andare di là, io sto bene davvero-
-Ancora? Sei di coccio eh? Adesso prendo le cose e mi metto qui a studiare tanto non ti do fastidio no?- le rispose, mentre prendeva il suo quaderno.
-Nono- Giulia era contenta che lui ci tenesse così tanto a starle vicino.
Stettero li a lavorare entrambi sulle loro cose, scambiandosi pareri e opinioni di tanto in tanto, in realtà a Sangio piaceva moltissimo studiare con Giulia, rendeva tutto più facile e scorrevole, pensava a quanto fosse assurdo il fatto che prima di tutto quello pensava che Giulia lo avrebbe distratto e rovinato le cose e invece lavorando insieme si erano rivelati tra i più forti del programma, si chiedeva spesso se fosse stato comunque così forte se avesse mantenuto il punto e l'avesse tenuta a distanza. Loro erano diversi dalle altre coppie, provavano una profonda stima l'una per l'altro e quindi rispetto per le proprie attività, Sangio pensava che Giulia si potesse distrarre proiettando le sue insicurezze su di lei, ma in realtà lei a differenza sua era abituata a quello stile di vita, era da anni che si chiudeva in sala dalle 3 del pomeriggio fino alle 9 di sera, certo non era un lavoro così mirato su di lei come ad Amici, ma aveva già la mentalità pronta e più salda di quella del ragazzo. Straordinariamente era stata proprio lei a insegnargli indirettamente quale fosse la chiave giusta per mantenere quel ritmo e di questo Sangio le fu sempre grato anche se non lo ammise mai.
Si fece l'ora di cena e Sangio chiuse tutto per andare a prendere qualcosa da mangiare.
-Allora pensi che per domani sei carica e pronta?-
-Ovvio, non vedo l'ora- rispose lei tutta entusiasta.
-Che forza che sei- lei lo guardò con aria interrogativa.
-Sei una bomba Giu, io non so come tu faccia a essere sempre così carica- le spiegò lui, che ogni tanto aveva i suoi momenti down. Lei fece spallucce per lei era naturale, gli imprevisti potevano sempre capitare e lei sapeva che disperarsi non le avrebbe portato nulla di buono, non era nelle sue corde.
-Dormi di qua un'altra volta?- gli chiese dopo un po'.
-Ma certo- Giulia sorrise e la serata continuò come la precendete.
Il mattino dopo Giulia si svegliò super energica, sapeva di non dover spingere troppo, ma almeno sarebbe tornata in sala.
Vide Sangiovanni che dormiva teneramente, con lo sguardo rivolto verso il suo letto, come se si fosse addormentato guardandola per essere attento per qualsiasi cosa.
Gli preparò la colazione e lo lasciò solo, lasciandogli un post it.
Quando Sangio si svegliò sorrise alla vista della colazione e prese il fogliettino tra le mani 'la bomba è andata a lezione, ma ti voleva ringraziare per la sua gentilezza signor servetto Sangius, grazie di tutto la tua ballerina scema, miraccomando imitami e lavora come me ahah'. Lo faceva sempre svegliare con il sorriso e questo ogni giorno gli dava un motivo in più per non mandare affanculo tutto. -Io ti amo Giulietta- sospirò lui, mettendosi le mani sul volto e iniziando una nuova giornata.
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one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione