Erano rimasti increduli quando gli avevano comunicato che nella farmacia del villaggio dove stavano alloggiando per quei mesi di vacanza erano entrati dei ladri, che avevano bloccato le entrate.
Due anni consecutivi che ci venivano e mai era successa una cosa grave che potesse turbarli a tal punto. E forse se non ci fossero state due componenti della loro famiglia, il loro stomaco non si sarebbe mai contorto così tanto a quella notizia.
Giulia si era proposta di andare a comprare le caramelle per la gola alla piccola Virginia di 4 anni ormai, e la bambina aveva insistito per andare insieme a lei, così che potesse scegliere il suo gusto preferito.
-Ah sisi se ci andava la tua mamma non l'avresti mai accompagnata- gli fece il verso Andrea divertita dal solito entusiasmo che caratterizzava sua figlia e la sua amata zia Giulia.
-Forse è vero, ma zia Giulia è zia Giulia- ribatte la bambina, mentre si faceva prendere in braccio dalla ragazza, che si era rivestita al volo, ridacchiando per quella piccoletta.
Sangio non sapeva che le due erano andate in farmacia, durante quel tenero scambio di battute, lui era impegnato a concentrarsi sulla sensazione che gli faceva provare stare a mollo a largo, con il vociare delle persone lontano da lui.
Si era ridestato solo quando aveva cominciato a vedere e sentire uno strano caos e movimento sulla spiaggia.
Uscito dall'acqua si spaventò immediatamente, sua sorella Andrea stava piangendo, il marito e Abe avevano gli sguardi tesi e serissimi mentre parlavano con degli sconosciuti. I suoi genitori erano intorno alla sorella insieme a Francesca. Tutti intorno a lui sembravano agitati. Due persone mancavano all'appello, Giulia e Virginia. Immancabilmente sentii un vuoto dentro di sé e una strana forma d'ansia si impossessò di lui.
-Ma che è successo?- domandò subito dirigendosi verso sua sorella che però non riusciva a nemmeno a parlare.
Sua madre gli fornì la spiegazione e sentii l'irrimediabile sensazione di doversi sedere, sbiancando evidentemente in viso. Sua nipote e Giulia erano in pericolo e lui non poteva farci nulla. Terrore e rabbia tutte in un colpo lo fecero riprendere da quell'attimo di vuoto e a farlo scattare in piedi verso suo suocero e suo fratello.
-Hanno chiamato la polizia? Qualcuno sta intervenendo? Sono armati?- cominciò a chiedere.
-Si Gio, hanno sentito uno sparo gli altri turisti, per questo si sono insospettiti e hanno capito cosa stesse succedendo. La polizia sta arrivando-
Nessuno fiatò più, si convinsero solo ad andare verso la farmacia nel vano tentativo di fare qualcosa.
Tutte le porte erano bloccate e i rapinatori avevano cominciato a minacciare degli spari nell'eventualità di arrivo di polizia o di interventi azzardati.
Pochi minuti dopo essere arrivati di fronte al posto, una figura piccolina uscii dal retro dell'edificio. Piangeva silenziosa mentre cercava con gli occhi dove andare.
-Virginia- suo padre la riconobbe subito e la chiamò verso di loro, andandole a sua volta incontro. In parte tutti si sentirono più sollevati, era pur sempre una bambina, mai avrebbero voluto che vivesse un'esperienza simile.
-Virgi o mio dio. Stai bene?- il padre la passò subito ad Andrea.
-Si mamma io sto bene. Zia Giulia mi ha fatta uscire, però non ho capito nulla, c'erano degli uomini tutti vestiti di nero.- la bambina sembrava terrorizzata.
-E come ti ha fatto uscire amore?- le chiese il padre, accarezzandola, provando a capire se in qualche modo ci fosse un modo per entrare.
-Dal bagno, ci sono due porte, una è dentro. Zia Giulia l'ha vista e mi ha detto di correre di là, senza far rumore. Poi si è alzata in piedi perché eravamo sdraiate ed è andata contro a uno facendo rumore, li ha distratti e io sono andata- spiego la piccola dopo essersi ripresa un pochino.
-Che vuol dire gli è andata contro?- chiese Sangio, infinitamente preoccupato e grato a quella ragazza.
-Che gli è andata contro, tipo spinta. Non lo so come sta Zio, io ho sentito solo che le ha dato uno schiaffo e l'ha insultata, poi non lo so- la piccola abbassò gli occhi, sentendosi tremendamente in colpa ad aver lasciato Giulia così.
-Scusa ma non si sono accorti di te?- domandò subito Abe che pensava a cosa potessero fare i ladri accorgendosi che la piccola era riuscita a scappare.
-Nono, appena sono entrati Zia mi ha nascosto dietro il pareo e alla borsa grande. Non mi hanno vista dall'inizio-
L'ultima dichiarazione di Virgi cadde nel silenzio, con un grazie al cielo enorme pensato da tutti nei confronti di quella ballerina che era entrata a far parte della famiglia.
Andrea decise di portare lontano Virginia, ma prima di andarsene la piccola volle scendere dalle braccia della madre e richiamare suo zio Giovanni dal basso.
-Che c'è piccola?- il viso di lui era palesemente scosso, eppure cercò di farle un sorrisetto.
-Zia mi ha salvato, è stata fortissima. Vuol dire che uscirà anche lei vero?-
Sangio le lasciò un bacio sulla fronte.
-Sicuramente- e una piccola lacrima gli solcò il viso. La bambina gli sorrise e poi Andrea se la riprese, allontanandosi con Francesca e suo padre.
Sua madre Lidia lo affiancò, vedendo quella lacrima sul viso del figlio e le dita muoversi come era da un po' che non accadeva.
-Tesoro, Giulia è in gamba uscirà anche lei di là te lo prometto- lui si limitò a guardarla, non riusciva a parlare o a pensare. Nella sua testa si ripeteva a ruota il suo nome e l'ultima volta che le era stato vicino. Le aveva dato un bacio prima di entrare in acqua.
-Giovanni dico davvero, starà bene-
-In questo momento l'unica cosa che voglio è che esca di lì, gli prendessero anche tutto quello che ha nella borsa, basta che esce di là- riuscì a dire, asciugandosi gli occhi.
-Succederà piccolo mio tranquillo-
Pochi minuti dopo arrivò la polizia che non si fece vedere o sentire, riuscendo a sventrare in qualche ora i pericoli del caso. Il riccio era stato fisso come un chiodo fermo davanti alla farmacia, con il pensiero fisso sulla sua ragazza che era in pericolo e si era esposta ancora di più per mettere in salvo sua nipote. La voleva, la voleva tantissimo, in quel esatto istante voleva solo sentire il suo corpo totalmente aderente al suo, percepiva una mancanza che era superiore a tutte le volte che gli era mancata Giulia nei giorni di lontananza.
L'avevano provato a rassicurare quando era arrivata la polizia, ma niente sembrava potesse calmarlo.
-Finche non è qui non posso stare meglio- aveva esordito al fratello che aveva provato a smuoverlo. La polizia finalmente stava portando fuori quegli uomini e piano piano le persone cominciarono a uscire.
Si avvicinarono, ma non la vedeva. L'ansia aumentava solamente. Fino a quando non vide Giulia che teneva sotto braccio una signora anziana, che sembrava indicarle un ragazzo vicino a loro.
-Mannaggia a lei cristo santo- Sangio buttò fuori un sospiro vedendola aiutare quella signora. Il volto livido e gli occhi spenti, ma sempre cordiale e amorevole.
-Amore- la chiamò andando verso di lei, mentre il ragazzo la ringraziava e abbracciava l'anziana. Giulia si girò subito a quel richiamo e nonostante gli sorrise, sollevata nel vedere un viso conosciuto
-Gio- il ragazzo la prese alla svelta tra le braccia, versando un'altra lacrima quando finalmente la strinse a sé.
-Virginia come sta?-gli domandò subito lei.
-Tutto bene Giu, tutto bene, sei stata bravissima- la strinse ancora forte, poi si ricordò di quello che la bimba gli aveva raccontato e le prese il volto. I suoi occhi si incupirono. Le passò sul volto il pollice, seguì lineamenti di quell'arrossamento, principio di un livido.
-Tutte le eroine hanno dei lividi- annunciò lei, provando a farlo riprendere un minimo a quella vista.
-Sei pazza Giu- la costrinse un'altra volta contro il suo petto.
-Doveva uscirne lei- si giustificò in fretta Giulia.
-Se ti fosse successo qualcosa di più grave, io, io-
-Gio io sto bene, sappiamo entrambi che metterla in salvo era la cosa giusta da fare- sta volta fu lei a prendergli il volto, infondendogli sicurezza con lo sguardo.
-La mia piccola donna- sussurò lui, accarezzandole il viso gentilmente.
-Zia Giulia, zia Giulia- la voce squillante di Virginia la fece sorridere e girare verso di lei. Si abbassò sulle gambe aprendo le braccia mentre la bambina le correva incontro.
-Ei lady V, come stai? Sei stata super coraggiosa dentro- la piccola si avvinghiò al suo collo.
-Certo che lo sono stata, ho imitato te. Grazie zia- le rispose la piccola, con il tono più serio che le avessero mai sentito usare.
-Giulia davvero grazie mille, sei stata un angelo- Andrea si rivolse a lei, abbracciandola forte.
-Non c'è nemmeno il bisogno di dirlo davvero, sono solo davvero grata che stai bene scimmietta- Giulia rivolse un sorriso dolce ad Andrea e poi a Virginia, che era tornata tra le braccia di sua madre.
-Niente potevamo finalmente sbarazzarci di queste due pazze e non ci siamo riusciti manco sta volta- Abe come suo solito fece una delle sue battute, per poi abbracciare Giulia e sussurrarle -Sono davvero contento che stai bene, non quanto mio fratello, ma almeno la metà-
Si sorrisero complici e poi Giulia scambiò due lunghi abbracci con Pier e Lidia, silenziosi, ma pieni di sottintesi e occhi lucidi, per loro Giulia era un po' una seconda figlia.
-Vieni dai andiamo in stanza sarai stanca- Sangio la prese per la mano.
-Si effettivamente credo che la botta di stress mi abbia distrutto ahah- ridacchiò la ballerina. Salutarono gli altri con la promessa di vedersi a cena e si rifugiarono nella loro camera.
-Credo di aver perso sette vite- sospirò lui mentre ancora la teneva stretta a sé e apriva la porta.
-Devo ammettere che anche io mi sono spaventata, poi con Virgi, è stato intenso e folle. Per i primi due minuti non ci ho capito nulla- ammise lei, sentendosi più libera di esprimersi in quelle quattro mura con lui di fronte.
-Sei stata davvero brava e coraggiosa però- la rassicurò lui ribadendo ciò che già le avevano detto.
-Ho avuto paura però eh tanta- sussurò lei abbassando gli occhi e pronunciando la frase con quel suo fare da bimba.
-Ci credo piccola- le diede un bacio sulla fronte stringendole le mani. -Io ero terrorizzato ed ero fuori figurati tu-
Si sdraiarono sul letto, stretti. Giulia lo stava percependo che si era veramente agitato, lo sentiva ancora turbato e il modo in cui la stringeva nascondeva qualcosa di a tratti primitivo ed esagerato. Aveva il bisogno di rendersi pienamente conto che lei era di nuovo con lui, in carne e ossa e stava relativamente bene. Giulia accettò di buon grado quella stretta, si era spaventata ed era sollevata dal fatto di essere riuscita a far filare le cose, ma ora sola con lui poteva concedersi il calore nel petto che voleva dire senso di protezione da parte di quel ragazzo.
Si assopirono in poco tempo e la prima a ridestarsi fu proprio Giulia. Non voleva svegliarlo o disturbarlo, visto quante carezze tra i capelli le ci erano volute per calmare quel corpo pieno di tic nervosi. Scese piano nella hall per racimolare qualcosa da mangiare e avvisare che per il momento lei e Sangio non sarebbero scesi a cena. Trovo Pierluigi nella hall che leggeva un giornale.
-Ei Giulietta come stai?- la guardò dolcemente.
-Ei Pierlu, tutto bene, siamo ancora un po' scossi ma tutto ok-
Pierluigi sorrise a sentire come la ragazza ormai parlava per sé includendo suo figlio, con quel pronome che celava così tante cose dietro, noi.
-Ti volevo dire una cosa sai?-
-Dimmi tutto- subito Giulia si posizionò di fronte a lui disponibile all'ascolto.
-Oggi ci siamo spaventati molto, noi tutti, non solo per la Virgi, ma tanto anche per te. Mi sono accorto di non averti mai ringraziato per una cosa, che però ha letteralmente cambiato la situazione nella nostra famiglia-
Giulia forse aveva già intuito a cosa si potesse riferire, così arrossì e senza dire nulla lo invitò a continuare a parlare.
-Sai Gio non era così prima, non eravamo la famiglia unita e felice che siamo ora. Lui era pieno di ferite ancora, e si chiudeva, si chiudeva tantissimo. Era convinto che anche noi fossimo suoi nemici. Insomma lo saprai non era tranquillo a casa, faceva di tutto per uscire e stare fuori alla ricerca di qualcosa che placasse il suo dolore. Dopo Amici sapevo che sarebbero cambiate tante cose e mi sono preouccupato che questo allontanamento che lui ricercava potesse aumentare di tanto. Invece guarda come siamo ora.
Quel giorno fuori dagli studi, rideva, rideva di cuore, mentre ci guardava presentarci. Aveva un sorriso che non gli vedevo da anni. Quando siamo a casa e lo vedo così teso e preso dall'ansia, che sta per scoppiare, ho paura che il suo umore possa condizionarlo a farlo chiudere, poi magari tu lo chiami, lui torna dopo un po' con gli occhi che luccicano e si mette seduto in cucina con Lidia o in salone con me e comincia a parlare di sé o di altro, ma parla e lo vedo riprendersi. Sei la cosa che riuscirei a definire felicità per mio figlio e quindi per noi. Non hai idea di quanto ti siamo tutti grati per essere quello che sei e della serenità che proviamo a sapere che sei nella vita di Giovanni. Oggi è successa una cosa spaventosa e ho pensato che fosse giusto dirtelo-
-Oh Pierlu, davvero non saprei cosa dire- Giulia a tratti commossa lo abbracciò con uno slancio ridendo.
-Grazie a voi per aver cresciuto quel piccolo ometto, è una persona rara e speciale come tutti voi. Mi avete accolta sempre a braccia aperte e non mi avete mai fatto pesare nulla, anzi da voi ho avuto solo sostegno- Giulia stava provando a ricambiare quelle parole, ma venne interrotta dal richiamo del protagonista di quel discorso.
-Giulia- sembrava affaticato e sollevato. Giulia si scambiò un sorriso con Pier e poi si girò verso di lui.
-Gio ti sei svegliato-
-Sei matta a lasciarmi da solo cosi dopo oggi. Ho avuto il terrore di essermi sognato di averti ripreso- la strinse come prima tra le braccia.
-Scusa, ero scesa per cercare qualcosa da mangiare-
-Sei una monella- ridacchiò lui, avendo smaltito lo spavento.
Giulia rise appresso a lui, accarezzandogli il viso.
-Bene ragazzi io torno al mio giornale allora eh- Pierluigi gli fece l'occhiolino e loro si indirizzarono verso la mensa.
-Di che parlavi con papà?- gli domandò Sangio mentre analizzava con gli occhi le pietanze di fronte a lui.
-Mhh nulla nulla del meteo-
-Del meteo?- la guardò stranito lui.
-Si del meteo- e Giulia scoppiò a ridere fortissimo abbracciandolo nel mentre.

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one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione