-Giu?- Sangio attaccò subito a parlare appena sentì che Giulia aveva risposto al cellulare.
-Oi dimmi?- chiese lei preoccupata.
-Niente praticamente i miei genitori stanno venendo a Roma a sorpresa e si fermano da me sta notte-
-Ah- il problema lo aveva intuito, diciamo che la loro convivenza non era proprio stata ufficiale ai genitori di lui, senza un particolare motivo in realtà, solo che per evitare di mettersi pressione non lo avevano detto a nessuno, i genitori di Giulia erano tranquillissimi al riguardo, anche perché Giulia quando Sangio non c'era, tornava ancora a casa, inoltre non è che avesse portato tutte le sue cose da lui quindi, diciamo che se la stavano vivendo con molta leggerezza, dirlo ai suoi per Sangio aveva un valore molto più forte, dato che loro avrebbero sognato con la testa e avrebbero concepito quella cosa come chissà che di importante, che poi la convivenza effettivamente lo era, ma loro non volevano affrettare le cose.
-E quindi come facciamo? Oddio mio ci sono tutte le mie cose sparse per la casa, non faremo in tempo a portare tutto fuori- Giulia si impanicò.
-Per adesso il mio piano è questo, sto mettendo le tue cose tutte in camera mia, nell'armadio, per il resto cercherò di non farci entrare i miei- rispose Sangio che intanto stava raccogliendo tutte quelle cose che rendevano il suo appartamento il loro.
-Okok va bene, allora poi fammi sapere come va- disse Giulia speranzosa e fiduciosa nel piano del suo ragazzo.
-Diciamo che lo vedrai anche tu come andrà- rispose lui -Mi hanno chiesto di invitarti a cena, tutti e 4-
-Ah, vabbe cioè ci sta anzi staremo ancora più attenti no?-
-Si ma ascolta, io comunque voglio dirgli la verità-
-Ma come allora cosa stai mettendo le cose nell'armadio?-
-No, nel senso, voglio dirgli che stiamo pensando alla convivenza e che la cosa si sta concretizzando, così non gli facciamo prendere un infarto, ma almeno ci togliamo sto peso no?- chiese lui in attesa che la sua ragazza gli desse un'opinione.
-Beh sisi- si limitò a dire lei, emozionata dal fatto che lui volesse seriamente ammettere ai suoi ciò che in realtà stavano facendo da qualche mese.
-Non sei d'accordo?- le chiese, timoroso del fatto che magari Giulia pensasse non fosse ancora il momento.
-Ma no no è che cioè so che è importante per te, e lo è anche per me- si spiegò lei.
Sangio sorrise al telefono.
-Lo so che è una cosa grossa, ma in realtà se ci pensi bene si tratta solo di informarli di una cosa che già c'è, non può cambiare obbiettivamente nulla, se non che mia madre ci videochiamerà tutte le sere e vorrà parlare solo con te- ridacchiò lui, trasmettendole la sicurezza di quella scelta.
-Hai ragione, hai ragione ahaha, va bene allora vengo da te per cena?-
-Vieni a casa quando finisci non ti preoccupare per quello- Giulia sorrise, ancora si vergognava a chiamarla casa, lui no.
-Va bene allora a dopo, ciao Gio-
-Baci e non prender freddo- e con questo Sangio chiuse la chiamata.
Giulia finì comunque molto tardi, giusto per l'ora di cena e dopo aver parcheggiato la macchina, lesse i messaggi che le erano arrivati.
'Sono già qui' le aveva scritto lui. Ok si entra in scena pensò lei divertita.
Salì su, ma prima di inserire le chiavi nella serratura, pensò che sarebbe stato già un errore fatale mostrare di avere le chiavi, così suonò al campanello.
Un Sangiovanni sorridente le aprì la porta, lasciandole un bacio sulle labbra, prima di farla entrare e consegnarla ufficialmente ai suoi genitori.
-Giulia- il padre di Sangio esclamò entusiato vedendola entrare.
-Salve- salutò lei con educazione.
-Allora come stai?- e iniziarono a riempirla di domande come di consueto, mentre Sangio finiva di cucinare per tutti.
-Bene so che interrompo la vostra consueta intervista alla ragazza di vostro figlio, ma sarebbe pronto- disse lui, rimarcando il fatto che ogni volta prestasserò più attenzione a lei.
I quattro si sedettero e iniziarono a mangiare, continuando a parlare del più e del meno.
-Quindi mi stavi dicendo Giulia, di questo spettacolo che stai preparando- chiese la madre di lui, curiosa di sapere.
-Sisi, è molto bello, poi spazio molto nei generi, faccio assoli, corali e-
-Passi a due, un sacco di passi a due- disse Sangio interrompendo la ragazza, facendola ridere per lo sguardo accigliato in cui l'aveva detto.
-E li fai con dei bei ragazzi che dice così?- chiese la madre di lei, divertita.
-Beh si sono carini, ma non c'è nulla di cui si dovrebbe preoccupare- rise lei imbarazzata.
-Nulla? Quel Lorenzo ti sbava dietro, ti stalkera praticamente- rispose lui senza trattenersi.
-Gio il fatto che lo abbiamo incontrato per caso in una gelateria non vuol dire che mi avesse seguita- disse lei, con un tono che sembrava dire che quella frase l'aveva ripetuta un sacco di volte.
-Sese come vuoi tu, ma poi ti ricordi come si è presentato a me-
-Gio ti ha detto il suo nome e ha allungato la mano, cosa dicii- rise lei.
-Si ma è il tono con cui lo ha detto, ma tu vedi sempre il buono delle cose-
-È quello che fai sempre anche tu, tranne per i miei amici ballerini-
-Si tratta della realtà delle cose- sbuffò lui.
Giulia stava per controbattere, ma poi si accorse delle risatine dei genitori di lui, nemmeno si erano resi conto che stavano discutendo davanti a loro.
-Siete proprio carini- disse la madre, facendoli guardare a vicenda e scambiarsi una linguaccia.
La serata proseguì fino a che Sangio non buttò un'occhiata a Giulia come a dire è arrivato il momento, lei annuì di soppiatto aspettando che lui prendesse parola.
-Sentite io volevo parlarvi di una cosa, cioè in realtà volevamo- iniziò lui, cominciando anche con i suoi tic. I genitori si fecero più seri del solito, quasi preoccupati di quello strano tono.
-Diciamo che abbiamo vite molto movimentate e trovare il tempo per stare insieme alle volte è impossibile soprattutto quando lei sta a casa e io anche oppure sto fuori no? Questo poi magari ci porta a discutere, ci toglie energie ci toglie cose e quindi ne abbiamo parlato e cioè prima abbiamo ragionato, poi in modo spontaneo è uscito fuori che insomma per trovare una soluzione adeguata- Sangiovanni voleva trovare le parole giuste, ma aveva solo creato confusione nella testa dei genitori.
-Vi siete lasciati?- suo padre con una mano sul cuore quasi sull'orlo di una crisi, aveva chiesto preoccupato.
-No no stia tranquillo- Giulia lo rassicurò in fretta, prendendo la mano del suo fidanzato e fermandogli i tic, decise di prendere in mano la situazione nonostante fosse insolita come cosa.
-Quello che Gio sta cercando di dirvi è che dato che spesso organizzarci per vederci è complicato e stressante magari, la soluzione più ragionevole, vivendo nella stessa città, è quella di provare a vivere insieme qui, così che per vederci non dobbiamo per forza uscire e andare da qualche parte o ritagliarci dei momenti esatti. Sappiamo che è un passo molto importante, ma in fondo abbiamo già vissuto un'esperienza simile e vorremmo provarci piano piano- la ballerina concluse con molta tranquillità il suo discorso, era la semplice verità. Lui la guardò stupito dalla sua calma, solitamente era il contrario, lei che non spiccicava una frase di senso compiuto e lui che ricomponeva i pezzi.
Poi entrambi si voltarono verso i genitori che li guardarono in un primo momento seri, dopodiché scoppiarono a ridere di gusto, ottenendo delle occhiate stranite e confuse dai due, era un argomento serio quello.
-Ma non convivete già da un po'?- chiese Pierluigi divertito.
I due spalancarono gli occhi, come facevano a saperlo?
-Dai Gio siamo i tuoi genitori ti conosciamo, da quando sei a Roma e ti chiamavamo eri sempre imbronciato, mangiavi solo cose in scatola, non rispondevi mai alle chiamate e per scusarti ci scrivevi messaggi alle tre di notte, poi da qualche mese a questa parte invece sei sempre allegro, ci chiami più spesso e a orari umani, mangi robe sicuramente più sane e varie rispetto ai soliti fagioli in scatola- continuò il signore.
Effettivamente da quando Giulia lo aveva raggiunto entrambi si spronavano a vivere meglio, se Sangio si raccomandava a Giulia di andare a dormire di conseguenza anche lui aveva i suoi orari, se Sangio diceva a Giulia che doveva mangiare meglio e bene anche lui era costretto a impegnarsi in cucina, ed era sempre lei a ricordargli di chiamare i suoi. Era lei il motivo del suo vivere bene e non ne era mai diventato così consapevole, i due si guardarono imbarazzati.
-E guarda ti dico se avevamo ancora dubbi al riguardo perché effettivamente non ce lo hai mai detto, appena sono entrata qui dentro ne ho avuto la conferma, profuma di Giulia questa casa ahaha- aggiunse Lidia anche lei molto divertita dalla cosa.
Giovanni odorò la casa, ma lui quell'odore non lo poteva percepire così nitidamente, ci viveva tutti i giorni, per lui quello era odore di casa, di quotidianità.
-Quindi lo sapevate già?- chiese lui ancora incredulo.
-Si infatti non capivamo nemmeno perché oggi ti abbiamo dovuto dire di sì alla richiesta di far venire Giulia a cena, per noi era scontato che ci fosse, oppure per quale motivo non ha usato le chiavi per entrare- disse lei.
Giulia si girò scioccata verso di lui, non erano stati loro a chiedere di lei, ma Sangio che aveva deciso di portarla a priori. Lui fece spallucce, ancora troppo scosso da quella cosa.
-Poi Gio una cosa, io non ti ho educato così, ti pare che non gli hai fatto portare nemmeno una cosuccia per decorare la casa, dai- lo ammonì la madre.
A quel punto fu la coppia giovane a scoppiare a ridere, ma di loro stessi.
-Siamo due cretini- sospirò Giulia.
-Diciamo che pensavamo che voi non lo sapeste e per evitarvi infarti oggi ho stipato tutte le sue cose nell'armadio in camera mia- ammise Sangio.
-Per sta volta mi sento di essere d'accordo sul fatto di essere cretini- disse il padre, ridendo.
-Dai allora finiamo di sistemare in cucina e rimettiamo tutto a posto- propose la madre.
-Ma no faccio io, si figuri- disse immediatamente Giulia che si mise a sparecchiare, finalmente potendosi comportare da padrona di casa insieme al suo fidanzato.
Una volta finito in cucina, tutti e quattro si misero a risistemare le cose di Giulia in casa.
-Oh ora è anche più carina- affermò Lidia guardandosi intorno.
Giovanni anche la guardò, effettivamente gli era sembrata semivuota senza le cose di Giulia, che guardò con tenerezza, mentre cercava di appendere una cornice su un chiodo troppo alto per lei. La raggiunse e le poggiò una mano sul fianco, mentre con l'altra le toglieva l'oggetto dalla mano e lo sistemava, per poi darle un bacio sulla testa.
-Grazie- sussurò lei.
-Bene ragazzi per noi si è fatto tardi ci andiamo a mettere di là, giusto?-
-Si pa, vi ho già messo le lenzuola pulite nel letto se vi serve qualcosa diteci- disse Sangio, voltandosi verso i suoi.
-Va bene tesoro, grazie per la bella serata, buonanotte a entrambi- i genitori si andarono a chiudere in camera e così fecero Giulia e Sangio.
Lei si mise a sistemare i suoi vestiti e le sue cose di danza nei giusti luoghi, dato che Sangio aveva buttato tutto un po' alla rinfusa.
-Non posso crederci che già lo sapevano- disse lei ridacchiando.
-Già sono scioccato anche io, tutte quelle pare e invece- sospirò lui, uscendo dal bagno già con il pigiama addosso, abbracciandola da dietro.
-Vieni dai, finisci domani, sei stanca e il caos l'ho creato io, non mi arrabbierò per il disordine sta volta- le disse mentre le dava dolci baci sulla spalla.
-Ahah, tranquillo dai ci metto 5 minuti- disse lei intenta a finire. Si interruppe poi in quanto il ragazzo l'aveva sollevata di peso e portata in bagno, chiudendo la porta.
-Giooo- disse lamentandosi.
-Guarda che lo vedo che sei stanca morta non fingere con me- ridacchiò lui, poggiandola e iniziando a prendere il suo spazzolino per lavargli i denti.
-Guarda che ce la faccio da sola- disse lei trattenendo le risate, altrimenti avrebbe sporcato di dentifricio tutto il suo fidanzato. Lui non rispose e le fece sciacquare i denti ridendo.
Poi le tolse i vestiti con delicatezza, osservandola in ogni suo dettaglio.
-Sta sera non posso farti nulla per colpa di quei due, ma guarda te- sospirò sconsolato, slacciandole il reggiseno.
-Teoricamente me ne sarei anche dovuta tornare a casa per come erano i piani- ridacchiò lei, rabbrividendo anche solo a quei semplici movimenti che il suo ragazzo stava compiendo su di lei, solo per metterle il pigiama.
-Già alla fine menomale, sarei andato in ansia a mandarti via da sola a quest'ora- rispose lui. Giulia si ricordò con un sorriso i tempi in cui guidava o anche solo camminava la sera tardi per tornare a casa,lui la chiamava sempre, anche se si erano visti ed erano entrambi troppo stanchi per parlare, lui la chiamava, e rimanendo anche in silenzio, aspettava che lei entrasse in casa sua, magari anche crollando in un sonno profondo due minuti dopo. Quando si risvegliò da quei pensieri notò che il ragazzo le aveva infilato una sua felpa addosso e dei suoi pantaloncini, come pigiama.
-Perché non hai preso il mio?- gli chiese, mentre lui la scortava fuori dal bagno.
-Lo sai che mi piace vederti con i miei vestiti addosso- rispose lui con non chalance.
Giulia si buttò sul letto a peso morto, era davvero sfinita, sentiva tirare i muscoli, soprattutto quelli del collo.
-Che hai?- le chiese lui premuroso, steso accanto a lei, che tirava su le coperte, vedendo che lei però non si muoveva e gli impediva di coprirla.
-Mi fa malissimo il collo Gio- lo disse in un sussuro sofferente.
-Cazzo, lo sai che ci devi stare attenta, vieni qua ti faccio il massaggio- la trascinò su e la fece poggiare al suo petto, sistemandosi per bene e cominciando a provare ad alleviare il suo dolore, anche con una crema che teneva per lei nel cassetto.
-Hai fatto qualche movimento strano?- le chiese, vedendo che piano si stava rilassando.
-Non so, forse una presa strana- pensò lei, immaginando nella sua testa quale fosse.
-Ah allora vedi che è tutta colpa dei passi a due- scherzo lui, facendola ridere.
-Quindi avevi detto tu ai tuoi se potevo venire eh- ricordò lei a un certo punto.
Lui arrosì e questo lei non lo poté mai vedere.
-Diciamo che in realtà ci tenevo a dirglielo e ho voluto sfruttare l'occasione, però non volevo sembrarti esagerato- confessò Sangio.
-Ahaha ma dai lo sai che mi fai solo felice quando fai queste cose, diciamo più che ti vergognavi ad ammetterlo a te stesso scemino- ribattè lei conoscendo il suo ragazzo da un po' ormai. Giovanni rise colto in flagrante.
-Delle volte ho solo paura che ad ammettere tutta questa gioia che mi fai vivere, qualcuno me la possa portare via- disse lui, spiegandosi meglio.
Giulia a quel punto si girò, e lo guardò negli occhi.
-Gio sai che esistono i momenti no, noi litigheremo lo sai anche tu, ma ci divertiremo anche tanto. La cosa però che so io è che combatterò per la tua felicità, perché è anche la mia e ogni giorno mi impegnerò nelle mie scelte affinché anche queste possano portarti serenità, potrò sbagliare ogni tanto, ma cercherò di rimediare, sei una bella persona Gio e io credo davvero che tu meriti di essere felice e cercherò di realizzare questa cosa sempre, anche se questo comporterà ,forse un giorno, dividerci-
Sangio era rimasto incantato da quanto amore incondizionato fosse uscito dalle parole di Giulia, si sentiva davvero fortunato a essere amato in quel modo. L'abbracciò d'istinto, stringendola forte
-Io spero davvero di riuscire a farti arrivare anche solo un quarto dell'amore che mi dai Giu- le sussurò all'orecchio.
-Ahaha diciamo che con il massaggio ci sei quasi arrivato- rise lei, che forse non si era nemmeno resa conto di quanto le sue parole fossero state belle per lui, per lei era naturale che fosse così.
Lui la baciò sorridendo e poi la fece stendere, finalmente riuscendola a coprire con le coperte, la teneva stretta sul suo petto, come a voler evitare che qualcuno gliela strappasse via. C'erano dei momenti della loro relazione che Sangio avrebbe voluto interrompere e fatto cristallizzare, per poterli rivivere all'infinito, e quello era proprio uno di quelli.
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one shot sangiulia
Storie breviRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione