Lavoro

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-Giulia no, così non va bene-
-No, rifacciamola-
-No no no, ma cosa stai facendo-
Erano giorni che Giulia si sentiva ripetere quelle frasi dal coreografo a cui Giulia non piaceva per niente, non c'era con la testa e lei lo sapeva bene. Il punto della questione era che a lei quel video clip non andava di girarlo, si era proposta solo perché il suo manager era convinto che andasse bene per mantenere la sua notorietà, ma la realtà delle cose era che si era ritrovata in un set con delle ragazzine bellissime, che non sapevano ballare, ma che sapevano atteggiarsi e con una coreografia che non prevedeva nessun passo o intensione emotiva, se non sorridere sculettando. Era una settimana che si ritrovava tutti i giorni a chiedersi cosa cazzo ci facesse lei lì, lei voleva ballare non diventare famosa, ma non fidandosi del suo istinto e delle sue sensazioni provava tutti i giorni a convincersi che stava sbagliando lei e che magari non aveva capito effettivamente le potenzialità di quella scelta lavorativa.
Inoltre era tornata a dormire male e mangiare scostantemente, nonostante volesse continuare a sancire la promessa fatta al suo ragazzo, ma le era praticamente impossibile, quel lavoro le faceva finire tardi la sera e quando arrivava a casa doveva occuparsi di tutto e si addormentava per le 3 sul divano con lo stomaco che brontolava. Era tutto davvero troppo stressante per lei e glielo si leggeva negli occhi, si continuava a mettere in discussione, era in crisi, non si piaceva quando ballava, era bloccata e le erano venuti un sacco di dubbi in testa, non ci aveva capito ancora nulla di quel mondo?
Quella sera tornò a casa dopo tutte quelle urla rivolte verso di lei e amareggiata rientrò nel loro appartamento, scoprendo però che Sangiovanni era tornato, vedendo la sua valigia in camera loro e sentendo la doccia accesa. 'Finalmente' pensò, poteva starsene un po' con lui, decidendo però di non parlare della questione, per evitare di fargli capire che in lei ci fosse qualche crisi in corso. Per fortuna aveva fatto la spesa prima di rientrare, così che avrebbero potuto mangiare qualcosa di meglio rispetto alle sue solite cene di quei giorni.
Dopo aver finito di sistemare tutto in cucina, decise di divertirsi un po', si svestì e andò dritta in bagno, infilandosi nella doccia con lui.
-Oi, che ci fa lei qui signore nella mia doccia?- Sangio sorrise.
-Ma come si è già scordata di me signorina, questa è la nostra doccia- le resse il gioco.
-Mhh, vediamo allora lei è quello della settimana scorsa o di quella prima ancora?- finse lei di non ricordarsi di lui, fingendo che fosse stata lì con qualcun altro.
-Sono sicuro che si ricorderà di questi baci- le sussurò lui all'orecchio, iniziando ad avvicinarla da dietro la schiena, provocandole tanti brividi, per poi baciarla.
-Si penso di ricordarmi ora, però certo un' altra volta? Giusto per essere sicura- disse lei, totalmente bagnata dall'acqua ormai.
Subito lui si riavventò sulle sue labbra.
Cavoli se si erano mancati in quei giorni, finirono a fare sesso sotto la doccia.
Una volta usciti Giulia si sentiva rilassata per la prima volta, con la mente e con il corpo. Si asciugarono insieme con lui che l'abbracciava da dietro puntando il phon su entrambi.
Una volta usciti dal bagno lei si mise la sua felpa addosso e iniziarono a cucinare qualcosa per cena, ma Sangio notò la stanchezza della ragazza anche solo a stare in piedi.
-Quindi come sta andando a lavoro?- chiese premuroso, accorgendosi anche che era rientrata davvero tardi a casa.
-Tutto bene, proviamo un sacco, ma tutto bene-
-Sicura? Ti vedo proprio stanchina- le disse abbracciandola da dietro e prendendo la forchetta con cui lei stava girando la carne, per farlo lui.
-Si si tranquillo davvero- gli rispose lei, mostrandosi sicura. Sangio volle lasciar perdere e finse di crederle completamente.
Mangiarono tranquilli per poi mettersi a dormire. Nel letto Sangio fece accoccolare la ragazza sul suo petto, accarezzandole i capelli, e rimase stupito dalla rapidità in cui Giulia si addormentò, solitamente ci metteva almeno un'ora.
La mattina dopo si svegliò e Giulia già non c'era più, si mise a riflettere su quanto fosse stata un po' strana, ma poi dovette iniziare a lavorare e accantonò il pensiero, convicendosi che fosse una sua paranoia come al solito.
Giulia andò a lavoro quel giorno almeno più riposata del solito, nelle braccia del suo ragazzo era crollata in 2 minuti e il pensiero che comunque lui sarebbe stato a casa una volta finito la fece stare meglio.
Purtroppo però anche quel giorno le prove non andarono meglio, il coreografo si arrabbiò così tanto con lei da arrivare a tirarle un ceffone mentre le urlava contro. Giulia sentì un crak dentro al suo cuore, prese le sue cose e letteralmente scappò di lì, non poteva sopportare nemmeno un secondo un' umiliazione simile. Prese la macchina e il suo respiro si fece affannato e la situazione non migliorò quando il suo manager la chiamò per rimproverarla, le disse che il giorno dopo sarebbe dovuta tornare e chiedere addirittura scusa per essersene andata. Giulia chiuse la chiamata e si ritrovò a piangere affannosamente nel garage di casa sua. Non riusciva a calmarsi, si sentiva sbagliata e di averne combinata una delle sue. Dopo 20 minuti cercò di tranquillizzarsi e si guardò allo specchietto per asciugarsi le lacrime e vedere quanto fosse credibile che non avesse pianto per poter tornare su, ma notò che lo schiaffo le aveva lasciato il segno, quello era davvero complicato da nascondere. Che cosa poteva fare, se avesse detto a Sangio che andava da un'amica lui chissà cosa avrebbe pensato, non succedeva mai dato che quando lui era a Roma cercavano di passare il maggior tempo possibile insieme.
-Oddio, oddio cosa faccio- iniziò a ripetersi.
Le squillò nuovamente il cellulare e vide che era Sangio.
-Pronto?- rispose cercando di sembrare quanto più tranquilla possibile.
-Ei non pensavo mi avresti risposto, non sei a lavoro?-
-Ehm, no sono in pausa, tra poco riprendiamo-
-Ah ok, senti ti volevo chiedere se oggi ti andasse di ordinare?-
-Sisi va bene?-
-Prendo le pizze ok?-
-Si-
-Margherita per te?-
-Si-
-Ok allora a dopo, ciao amore-
-Ciao-
Sangio era decisamente stranito da quella chiamata, quando mai a Giulia andava bene la pizza Margherita, in più non c'erano rumori di sottofondo era chiaro che non era a lavoro. Decise così di aspettare prima di uscire e vedere se per caso tornava a casa.
Accadde proprio quello, Giulia convinta che il ragazzo non fosse nell'appartamento decise di salire e cercare di camuffare con strati di fondotinta e cipria quel casino.
Aprì la porta ed era distrutta, stava ancora singhiozzando e non aveva ripreso ancora bene a respirare, aveva gli occhi gonfi e le tremavano le mani. Rimase pietrificata davanti allo sguardo scioccato di lui.
Si coprì subito il viso scoppiando a piangere, era andata nel panico non sapeva cosa dire, si era sempre mostrata tanto forte di fronte a lui ormai, gli aveva assicurato che i suoi attacchi di panico non c'erano più ormai.
-Ma che è successo, cos'hai sul viso- il ragazzo subito le era corso incontro a stringerla, per poi cercare di asciugarle le lacrime.
Lei non aveva la forza di rispondere, lui lo capì e iniziò a farle togliere le cose di dosso, le prese il borsone e gli sfilò la giacca, poi la accompagnò sul divano e le si sedette di fronte, iniziando a sussurrarle dei 'respira con me' e accarezzandole il viso, la fece piano piano calmare.
-Mi dici cosa è successo?-
-A lavoro non sta andando tanto bene...- Giulia iniziò il racconto e il ragazzo la ascoltava super attento, gli dispiaceva tantissimo vederla così, sentendosi anche un po' in colpa per non essere stato così presente per lei.
-Giu, lo so che tu non ti fidi di te stessa, però devi metterti in testa che sei molto più consapevole di quello che pensi riguardo il tuo mondo, molto di più del tuo manager o di chiunque altro. Se non ti piace quello che stai facendo e la motivazione non è un capriccio personale, devi fidarti del tuo istinto e di quello che pensi tu.-
Era vero Giulia forse non era molto matura nell'affrontare le cose quotidiane e di tutti i giorni, ma sicuramente era in grado di gestire le cose che riguardavano se stessa nella danza, riusciva a capire tutto subito sul suo corpo e sulla sua testa e sapeva come doveva comportarsi e agire in quei contesti. Purtroppo però c'era sempre qualcuno che credeva di capirci più di lei e che l'aveva indirizzata nella strada sbagliata, facendola mettere in discussione e manipolandola.
-Tu non farai da macchina da soldi a nessuno, non esiste che ti vivi così una roba del genere, domani chiamerai e dirai di aver mollato punto, perché hai ragione tu e questa cosa non può essere messa in discussione chiaro?- Sangio stava cercando di essere dolce, ma era veramente nero, odiava chi si approfittava di lei per il suo essere così ingenua alle volte, sentiva l'estrema necessità di proteggerla da tutte quelle persone che con lei avevano secondi fini. Gli rivenne in mente la storia di Riccardo, il ballerino di Amici, che una volta usciti chiedeva a Giulia di postare foto insieme, si fingeva suo amico, quando poi in realtà voleva solo sfruttarla e lei che non si accorgeva di nulla. Sangio non voleva essere duro ma in quell'occasione a un certo punto le sbroccò, non c'erano giustificazioni per il comportamento di lui che aveva iniziato a mandare storie false in giro sul conto di lei.
Chiamò Riccardo e se lo mangio vivo, gli urlò contro al telefono per 40 minuti, era stato fin troppo buono a guardare in quegli anni, mentre lui si prendeva gioco della sua ragazza.
Quella volta però non era Riccardo, ma delle persone più importanti e per quanto avesse voluto sbroccare anche a loro, sapeva di doversi contenere e far parlare prima lei.
Lei lo guardava con degli occhi afflitti, era come se lo avesse deluso, però era consapevole della veridicità delle sue parole.
-È stato il coreografo a farti questo?- Sangio le sfiorò il viso nel punto dove c'era il segno. Sapeva già la risposta, ma voleva una conferma. Quando lei annuì lui era veramente fuori di sé, si alzò in piedi e si mise le mani tra i capelli, cazzo se gli dava fastidio quella situazione, qualcuno le aveva fatto del male fisicamente e lui non poteva fare nulla. Iniziò a camminare avanti e indietro per tutta la stanza, mentre lei lo guardava un po' spaventata, le faceva male averlo reso così.
-Scusami- disse flebilmente.
Sangio si girò e la vide lì tutta rannicchiata che lo guardava con gli occhi mortificati.
Si sciolse a quella visione, non era lei il problema assolutamente non doveva pensarlo.
Si calmò subito e le andò incontro nuovamente, poggiandole le mani sulle guance.
-Ma no piccolina, non pensarlo nemmeno, non sei tu è che mi da fastidio pensare che nel mondo ci siano degli essere così, davvero, mi dispiace che hai dovuto affrontare tutto questo.- le diede un bacio sulla testa.
-Non lo vado a picchiare solo perché so che poi finiremmo in casini lo sai si?-
A Giulia scappò una risata.
-Oh finalmente il sorrisetto che amo tanto-
L'abbracciò forte cercando ancora di rassicurarla.
-Non sei da sola, ricordatelo sempre, lo so che non vuoi farmi arrabbiare, ma io poi mi calmo e soprattutto non penso che sia colpa tua di nulla, ok?-
La ragazza annuì tra le sue braccia e lo strinse ancora di più, si sentiva proprio nel posto giusto tra le sue braccia.
Dopo altri dieci minuti così, finalmente si alzarono.
-Sei bellissima con gli occhi lucidi, lo sai?- lei si coprì il volto, non era per niente della stessa sua opinione.
- Non coprirti mai, mai più con me- le disse serio, intendendo anche altro nella frase, Sangio non voleva più che lei gli nascondesse qualcosa per paura o vergogna, perché lui non avrebbe mai potuto pensare male di lei.
Il mattino dopo Giulia fece le dovute chiamate per riferire ai suoi superiori le decisioni che aveva preso, nel mentre che parlava aveva stretto la mano di Sangio tutto il tempo, così che lui potesse darle un po' di forza. Alla fine non andò molto diversamente da quello che si aspettava, anzi il manager si arrabbiò molto, ma nemmeno la scaricò e le disse solamente di prendersi qualche giorno per riprendersi, mentre lui provava a cercare qualcosa che andasse bene. La ragazza per la prima volta da anni si ritrovò libera dal lavoro e per questo, una volta terminato tutto, guardò il ragazzo e disse -E mo che faccio?- provocando in lui una fragorosa risata.
-No dico davvero, manco a di che posso fare lezione con sto viso- sospirò lei, davvero non poteva fare nulla, per lei era una cosa nuova.
-Perché non vieni con me su a Milano sti giorni- propose lui con tranquillità, tanto non doveva fare molto se non registrare i pezzi, lei sarebbe potuta andare in studio con lui senza problemi.
-Davvero stai dicendo?- per Giulia invece si trattava di una cosa grandiosa, era dai tempi di Amici che non aveva mai più potuto ascoltarlo mentre incideva.
-Si, cioè se ti va- rispose lui.
-Ma certo che mi va, è fantastico- era diventata un' esplosione di energia. Sangio rise -Daje daje- era contento a vederla così felice nel venire con lui.
Ordinarano le pizze e Giulia prese a elencare tutti i posti che voleva visitare una volta a Milano, non vedeva l'ora, sembrava una bambina di 5 anni.
Sangio la guardava, era cosi innamorato di quella bimba, che anche con le ferite sul volto e nel cuore, riusciva a sprizzare gioia da tutte le parti.



Scusatemi davvero tanto se non ho pubblicato questi giorni, ma ero davvero piena di studio. Spero vi piaccia❤❤❤❤

one shot sangiulia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora