Questa sera devo uscire per forza, mia sorella vuole assolutamente che venga per farle da spalla. Nostro padre le ha chiesto di uscire con un ragazzo della famiglia Esposito e lei non se la sente di fare tutto da sola, anche se so già che rimarrò da sola quasi subito.
Viviamo degli ordini di nostro padre da sempre, abbiamo avuto la sfortuna di nascere femmine in questa famiglia, anche se forse ai miei fratelli non è andata meglio, saranno i futuri capi di questa famiglia che vive di illegalità dai tempi di mio nonno.
Siamo nati per l'unione con una famiglia spagnola, ma mio padre non se n'è mai voluto andare dal Lazio, chiaramente non possiamo vivere a Roma, rimanere decentrati è utile. Per questo siamo in campagna, verso Tivoli, in una sottospecie di cascina e per uscire ci hanno sempre scortato, solo i miei fratelli hanno il diritto a poter avere un proprio mezzo, sempre accompagnati chiaramente.
-Juli, sei pronta?- mia sorella è venuta a bussare alla porta.
Mi guardo allo specchio e mi vedo scoperta, ma so che è solo che così che mi faranno uscire.
-Eccomi Pau-
Esco dalla stanza e mia sorella mi fa i complimenti.
Paula è due anni più grande di me, si deve sposare con questo tizio di una famiglia del nord. Mio padre ha sempre preferito rimanere lontano dalla mafia del sud Italia, ha sempre detto che è troppo ricercata, per cui preferisce fare accordi al Nord o esteri.
-Allora andiamo?- chiedo a mia sorella.
-Si, però papà ha chiesto di te-
Rimango un po' stranita, non ho proprio idea di cosa voglia dirmi. Mia sorella mi guarda intenerita e mi dice che mi avrebbe aspettato fuori dall'ufficio, che avrebbe fatto intervenire Thiago se avesse sentito delle voci alzarsi.
Mi dirigo nell'ufficio di mio padre e cerco di non avere quell'aria spaventata che lui mi ha sempre rimproverato di avere.
Busso alla porta e lui mi fa entrare.
-Sei molto bella, accompagni Paula?- un brivido mi percorre le braccia.
-Si-
-Bene, devo parlarti di una cosa. Questa sera vi incontrerete con gli Esposito immagino, il matrimonio di tua sorella si avvicina sempre di più, ed era proprio quello che volevo. Sta di fatto però che ci sei ancora tu da sistemare e sono venuto a sapere che il secondogenito dei Damian, una famiglia imparentata con loro e anch'essa molto importante, è libero.- mi squadra da capo a piedi facendomi intendere cosa deve succedere.
-Voglio che lo attiri e che ti presenti, io e suo padre ne abbiamo già discusso, ma a quanto pare il ragazzo, Giovanni, ha un carattere forte e vuole decidere se sarai ok per lui o no. Se scopro che non c avrai fatto quello che ti ho chiesto e ti sarai andata a infrattare con un altro, come l'altra volta, te ne farò pentire. Ora vai-
Il suo sguardo gelido mi ha immobilizzata e ci metto un paio di secondi a rendermi conto che mi ha chiesto di uscire.
Il mio cervello stava ripercorrendo quello che era davvero successo l'altra volta.
Mentre siamo in macchina mia sorella mi chiede di ciò che è successo e io le racconto.
Si limita a stringermi la mano, nei soliti gesti di rassegnazione che io e lei ci scambiamo.
Scese al locale, Patrizio Esposito rapisce subito mia sorella. Paula dice che sposarsi con lui non è una disgrazia, sembra preso da lei e per adesso non le ha mai forzato nulla, perciò forse è meglio che rimanere con mio padre.
Sono rimasta già sola, quando un cugino più grande di Patrizio mi prende la mano e mi dice di andare con lui, che doveva presentarmi a delle persone.
Immagino i fratelli Damian. Camminando passo vicino a Gianluca, il fratello di Patrizio, è con lui che mi ha vista mio padre, le gambe mi tremano al ricordo, ma lui non si gira nemmeno a guardami.
Mi ritrovo davanti a tre ragazzi, già visti altre volte, belli come il sole.
-Ragazzi lei è Julia, la sorella minore di Paula. Loro sono Daniele, Francesco e Giovanni.-
-Piacere- accenno loro un sorriso. Giovanni mi guarda serio, mentre gli altri due rispondono al mio sorriso.
Rimango con loro un altro paio di minuti a parlare del nulla, poi mia sorella riemerge per portarmi a ballare.
Mi hanno insegnato a ballare nei locali a quindici anni, sempre usata per vari motivi.
Mi portano anche da bere e cerco di evitare gli occhi di Giovanni, non so se per la paura di vedere se mi sta guardando o se non mi sta guardando.
Dopo un'ora in pista mi sento affiancare da un uomo, mi giro riconoscendo il tatuaggio sulla sua mano.
-Cosa fai?- faccio già un passo indietro, guardandomi intorno già con il terrore di vedere mio padre.
-Ci hanno interrotti l'altra volta- mi dice malizioso e palesemente brillo, mentre continua a tenere le mani intorno alla mia vita.
-Non hanno interrotto nulla, ti prego perfavore stammi lontano- mi sento soffocare tra queste braccia, la paura mi pervade e mi sento mancare l'aria.
-Eddai bambolina, se non te la tiri come l'altra volta, non succede quello che è successo-
-Lasciami perfavore- sento delle lacrime agli occhi.
-Ei mollala- distinguo chiaramente Giovanni venire da dietro di lui mentre gli mette una mano sulla spalla per farlo voltare.
-Occhi blu, ciao, lo sai che sarà tua fra qualche mese, perché non accetti di condividerla un po'- Gianluca gli sorride.
Giovanni mi prende per un braccio e mi porta dietro di sé, mettendosi completamente di fronte a lui.
-Non ti vuole stupido cazzone, lasciala in pace e sparisci prima che iniziamo una rissa-
Gianluca mi guarda un'ultima volta, dandomi della puttana, per poi girarsi e andarsene.
Giovanni si gira verso di me e sta volta sembra provare un po' di empatia.
-Vieni ti porto a prendere un po' d'aria-
Per uscire dal locale siamo costretti a passare tra la folla e io mi chiudo a riccio, come al solito, per evitare scontri o toccatine, anche se camminare dietro di lui mi infonde della sicurezza in più.
Arrivati fuori rimaniamo in silenzio per un minuto, so che dovrei dire qualcosa per conquistarlo, ma quello che è successo mi ha scosso.
-Quindi l'altra volta non eri d'accordo?- mi chiede lui freddo un'altra volta.
-Come?-
-Quando tuo padre vi ha visti dietro l'albero tutti hanno fatto passare per te la colpevole, ma in realtà era lui. È molto più facile dire che una donna è troia piuttosto che incolpare uno di noi-
Io mi limito a stare in silenzio non voglio parlarne, se mio padre sapesse che ho raccontato la mia versione mi farebbe un altra volta del male.
-È stata colpa mia, l'ho provocato io- sussuro appena.
Lo sento ridacchiare.
-Prima regola con me, non devi mai mentirmi. Te lo richiedo, è stato lui ad aggredirti l'altra volta?-
-È stata colpa mia- ribadisco più forte guardandolo negli occhi.
Lui continua a ridacchiare.
-Ok ho capito ancora devi sottostare alle sue regole prima che alle mie, ma mettiamola così, tu sei qui per conquistarmi, e se avevo dei dubbi su di te erano proprio per il fatto che avevo sentito che ti fossi quasi scopata quello, ora se tu continui con questa farsa io dirò a tuo padre che non ti voglio, mentre se mi dici la verità, mi impegnerò con te-
-Tanto si arrabbierà in entrambi i casi- sussuro io, mentre mi rendo conto che ovunque io andrò dovrò sempre sottostare a qualcuno.
-Ahh ora capisco, hai paura che io dica la tua versione ad altri. Beh non succederà, te lo prometto-
Sembra sincero mentre parla, e io tanto ho già capito che finirà male, tanto vale mostrarmi per quello che sono.
-È stato lui a prendermi, mi aveva anche messo una droga nel bicchiere, ma io non ho bevuto tutto, quindi ho resistito fino a quando è arrivato mio padre- una lacrima mi percorre il viso. Mi sento così debole.
-Stai tranquilla non ti si avvicinerà più- mi risponde senza far trapelare molta emozione. Io annuisco un' altra volta.
-Non avevi la frangetta- osserva.
-L'ho fatta in settimana-
-Stavi bene anche senza-
-Io...non posso toglierla ormai scusa-
-Non scusarti per delle scelte non tue-
Io mi sento sotto lo sguardo di un uomo forte almeno quanto mio padre, attento e intelligente e anche se per ora mi ha fatto delle buone promesse, la prospettiva di passare nelle sue mani mi spaventa.
-Bene direi che è il caso che torni a casa-
-Mia sorella deve rimanere-
-Ti porterà il mio autista, tuo padre sarà contento vedrai. Dai vieni- si gira e va verso i parcheggi, mi apre la portiera e fa partire l'auto.
Non so che pensare di lui, ma almeno mio padre sarà sereno sta sera.

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one shot sangiulia
Storie breviRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione