Scusate l'assenza ma sono stata in vacanza a Palermo e ho avuto poco tempo per scrivere.❤❤
Uscito da quella intervista a Zurigo si era sentito sollevato di un peso enorme, parlare in inglese era comunque uno scoglio da superare per far arrivare chiaramente il messaggio, aggiungiamoci che si sentiva stanco morto, diciamo quindi che l'ansia per questo colloquio l'aveva assalito lungo il tragitto verso Zurigo e ora che aveva finito un po' si sentiva meglio. Lo sapeva bene che non aveva reso al massimo, ma in fondo contava più il contenuto che la forma per l'occasione, e gli sembrava di essere stato abbastanza chiaro. Ora doveva tornare verso Milano, sempre per un altro incontro importante, ma stava provando a scacciare il pensiero, non voleva far ricominciare l'ansia a scorrergli nel corpo, almeno non durante il viaggio. Tante cose positive stavano capitando e lui voleva solamente concentrarsi su quelle, anche se la velocità a cui la sua vita stava andando, delle volte, non gli permetteva di guardare esattamente al presente e goderselo, non gli era concessa la possibilità di fermarsi, ascoltarsi, ascoltare gli altri, e valutare, giudicare per poi arrivare a un' analisi di ciò che aveva intorno. Tutto correva, tutto cambiava e il tempo non c'era, l'unica cosa di cui era certo era il futuro imminente che arrivava, ma a che prezzo? Gli sembrava di star tralasciando qualcosa, di non riuscire a fare tutto e la cosa che più gli dispiaceva era perdersi i momenti importanti delle persone che erano presenti nella sua vita, lui che credeva che uscito da Amici avrebbe visto molto più spesso la sua mamma cucinare la domenica mattina, suo fratello giocare a Paddle e la sua piccola nipotina crescere ogni giorno di un millimetro di più. Lui non era presente nelle loro vite, non come avrebbe voluto e aveva l'ansia di provocare loro del male, di far sentire troppo la sua assenza, di dimenticarsi di esserci per la troppa concentrazione su di sé. Tutti i riflettori erano su di lui, aveva quasi il terrore di fare gaffe di ogni genere, aveva il terrore di doversi scontrare con delle persone più grandi di lui, aveva il terrore che tutta quella popolarità fosse solo come una Stella cometa e che a un certo punto sarebbe terminato tutto. Il flusso di pensieri sul treno venne interrotto da delle notifiche con la sua suoneria personalizzata, inconfondibili. Giulia.
'Ei popstar com'è andata lì nel regno della cioccolata e delle montagne? Me ne hai comprata un po'?'
'Ho visto le storie quindi spero tu stia dormendo e che mi risponderai tra un paio d'ore'
'In effetti spero di non averti svegliato con questi messaggi, mannaggia'
'Vabbe famo che se ti ho svegliato beh buongiorno ahahaha'
'Io sto andando agli studi, sta mattina tutto bene, ho ancora il piedino dolorante, ma non ti preoccupare. Non c'è nessuna particolare novità da raccontare penso, se mi viene in mente poi te la dirò'
'Riposati in treno Sanjuan miraccomando'
Un sorriso sornione gli era spuntato incoscientemente sul viso, sentirla lo faceva sempre sorridere in quel modo, ma di più quando lo riportava con i piedi per terra alla realtà e lo risvegliava dai suoi mille pensieri. Giulia non lo sapeva quante volte era stata in grado di calmarlo in quel modo, senza che lo sapesse, o forse lo sapeva? Forse Giulia sapeva di quanto spesso il suo cervello si arrovellasse e provava con i suoi messaggi a essere una costante del suo presente, che volesse rassicurarlo sulla sua vita per farlo stare sicuro che almeno di lei non si stesse perdendo proprio tutto. Non lo sapeva se Giulia facesse o meno questi pensieri prima di scrivergli le sue serie di messaggi. Forse poco gli importava anche, tanto l'obbiettivo era comunque quello e lui le era grato per quello che riusciva a fargli anche a kilometri di distanza.
'Tutto bene Giu, per tua fortuna non hai interrotto nessun sonno. Sono troppo stanco anche solo per concentrarmi sul dormire ahah. Sono contento che il piede non ti faccia troppo male, stacci attenta e non forzarlo troppo eh' rispose rapido dopo che si accorse di essersi riperso in un suo ragionamento.
'Ascolta un po' di musica niño, ne ho aggiunte delle nuove sulla playlist, sono sicura ti rilasseranno'. La loro playlist condivisa era un qualcosa che dividevano dai tempi della casetta e le canzoni che ruotavano in modo casuale nelle loro orecchie, aumentavano di settimana in settimana.
'Subito piccola, poi sta sera ti faccio la recensione ahah'
'Aia arriva la critica musicale importante allora. A dopo principito tq'
'Ti amo anche io'
Chiuse la chat sapendo che probabilmente fosse arrivata a destinazione, iniziando ad aprire Spotify. Fece partire le ultime canzoni aggiunte e poi si sistemò meglio sul sedile per prepararsi all'ascolto. Diede tutta la sua attenzione a quelle melodie, così da poter realmente dare un giudizio a Giulia quella sera, quando lo avrebbe raggiunto a Milano, e anche perché così la sua mente non sarebbe ricaduta nel circolo vizioso di qualche minuto prima.
Questo permise alla sua mente di rilassarsi e lasciarsi concedere a qualche ricordo con lei, che lo fece addormentare, finalmente, su quel treno.
La sera arrivò rapida dopo il suo risveglio, scese fuori dal solito hotel, dopo essersi cambiato rapidamente e salì sul taxi in direzione del ristorante.
'Sei già scesa dal treno? Sicura di non voler passare prima in camera?'
Le scrisse un messaggio per accertarsi che non fosse troppo stanca dal viaggio.
'Non ti preoccupare Gio, arriverò giusto con dieci minuti di ritardo'
L'autista si fermò di fronte alla destinazione e lui dopo aver ringraziato scese, prendendo un bel respiro.
Salutò Fabio calorosamente e poi incominciò a salutare quegli uomini in giacca e cravatta, che sapeva essere importanti per i suoi progetti futuri, anche se non aveva ancora del tutto le idee chiare.
-Giulietta?- gli chiese Falso con gli occhi furbi. Sangio si scioglie in un sorriso e un po' di rossore sulle gote.
-Ora arriva- afferma sicuro tradendo la sua espressione seria.
Entrano e si cominciano a sistemare. Incominciano a parlare di argomenti soft essendo solo l'inizio della serata. Giovanni prova a essere partecipe, ma continua a mandare occhiate verso la porta di ingresso.
-Grazie molto gentile- il cantante sente la voce della ballerina da lontano ringraziare il cameriere che l'ha portata dentro e si volta rapidamente verso quella direzione.
-Giulia- esclama attirandola verso il loro tavolo, sotto gli occhi divertiti di Falso che già lo starebbe prendendo in giro se non fosse per gli altri invitati alla cena.
-Ei, salve buonasera a tutti, scusate per il ritardo vengo direttamente dalla stazione-
I presenti le rivolgono un sorriso, non ha bisogno di presentazioni, tutti sanno chi è e perché è lì con loro.
Giulia poi fa una linguaccia a quello che per lei è Ocho e poi passa finalmente la mano tra i ricci del ragazzo regalandogli un sorriso rassicurante, gli sta dicendo che sta bene che è contenta di essere lì e che se ha bisogno di qualcosa ora c'è anche lei. Nemmeno lui risponde a parole, si limita a darle un bacio sulle labbra, soffice e lieve. Le sussurra un ciao sulle labbra, ricambiando il sorriso.
La cena poi prosegue e Sangio nelle pause in cui non mangia, posa la sua mano sulla coscia di Giulia e lei ci poggia le sue sopra, accarezzandogli il dorso per calmarlo, perché lei lo ha capito che non è una cena come tante, e ha capito che lui non si sente a suo pieno agio.
-Non lo finisci?- le chiese lui a un certo punto vedendo che la ballerina sta roteando la sua forchetta nel piatto da 5 minuti.
-Non so, non credo- gli sussurra girandosi verso di lui con occhi innocenti. Il riccio le si avvicina per parlarle all'orecchio, non vuole avere quella conversazione davanti a tutti, sa che potrebbe metterla a disagio e non vuole che altri le chiedano cose sulla sua alimentazione, è una cosa stupida, ma già rappresenterebbe una forma di intimità che Sangio non è disposto a dare in pasto a quei signori.
-Eddai altri due morsi? Poi ti do due baci in più- le sussurra all'orecchio supplicandola con gli occhi.
-Mhh tre?- lo guarda felice che abbia avuto il riguardo di avere quella conversazione privata.
-Allore 3 morsi- ridacchiò lui.
La ragazza stava per ribattere fino a quando uno di quei semi estranei interruppe la loro timida conversazione.
-Allora Sangio abbiamo sentito l'intervista di oggi- il cantante si sentii forzato a tornare al suo posto, lasciando però la sua mano sulla coscia di lei, sapendo che lei avrebbe nuovamente compreso quella tacita richiesta di aiuto.
-Sisi è stato figo, ero un po' stanco ma è andata bene- risponde serio, apparentemente sereno e sicuro.
-Certo questo inglese eh, dovresti migliorare- inizia il collega affianco a quello che gli aveva posto la domanda.
Eccola la questione che lo aveva pressato, a quanto pare alle orecchie degli altri effettivamente importava più la forma che il contenuto. Sangio ridacchiò, abbassando lo sguardo e scuotendo la testa, sentii la mano di Giulia aumentare il ritmo delle carezze.
-Ehhh ma il principito qui ancora ha da finire la scuola eh non scordiamolo- rispose Fabio per non lasciare la questione cadere senza proprio dire nulla.
-Beh si ma ci sono i suoi coetanei che sono praticamente madrelingua, c'è mio figlio che ha il c1 e sa anche il cinese e tu Sangio non puoi fare un piccolo sforzo?- rise fintamente quell'uomo.
-Si perché non fai un corso ti servirebbe- il cantante aveva cominciato a respirare a fondo per non avere una crisi esattamente lì davanti a tutti. Sapeva di dover dare una risposta e se non fosse stato così stremato probabilmente avrebbe avuto anche la risposta pronta, ma era tardi ed era così sfinito che proprio in quel momento si sentiva anche di poter scoppiare a piangere per quella sottile critica che aveva rigirato il dito nella piaga dentro di lui. Si sentiva gli occhi addosso e stava quasi per cominciare a iniziare a parlare, non sapendo esattamente cosa sarebbe venuto fuori.
-Io questa cosa dell'inglese non la capisco proprio- Giulia intervenne con una delle sue solite risatine mentre affermava quella frase, non guardando un punto preciso, come fosse una questione sulla quale avesse realmente riflettuto e da questo Sangio non capì se se lo fosse inventato sul momento per dire qualcosa e scagionarlo, oppure se era un pensiero sulla quale aveva rimuginato.
-In che senso?- le chiese l'uomo accennando un sorriso, sinceramente divertito da quella presa di posizione da quella piccoletta che non aveva parlato molto.
-Cioè mica gli inglesi sono più fighi di noi no? Perché tutti dobbiamo sapere l'inglese e loro le altre lingue no? Cioè ok si parla molto nel mondo, ma perché dovremmo saperlo parlare così bene, se loro poi a dire mezza parola in italiano si impiccherebbero, quindi dico perché dovrei dare tutto questo mio impegno agli inglesi. Tra un po' manco so l'italiano che so mezza dislessica- continuò la ragazza sempre con lo sguardo rivolto da qualche altra parte, facendo ridere quegli uomini, ma non Sangio che accennò solo un sorriso, 1 perché ancora non aveva capito la natura di quell'intervento, 2 perché aveva osservato duramente tutti loro per assicurarsi che nessuno la stesse prendendo in giro per quella rivelazione sulle sue difficoltà linguistiche, tanto lui le cose le capiva dagli occhi. Giulia aspettò che quei signori finissero di ridere per puntare ben bene i suoi occhi furbi su quelli dell'uomo con cui aveva cominciato quella discussione.
-Che poi no, non mi sembra che sia così tanto utile saperlo bene nel mondo del lavoro, c'è gente che è arrivata molto in alto anche senza il c1, o mi sbaglio?- era una chiara sfida, priva di cattiveria, ma con il chiaro obbiettivo di sottolineare che proprio loro che stavano criticando il suo fidanzato, quel dannato c1 non lo avevano eppure erano lì con loro e fino a prova contraria erano loro i 'capi'.
-Beh non ha tutti i torti eh Marcoli? Che non ti ricordi quando a Londra non sei stato manco in grado di chiedere un caffè senza google traduttore- un altro di quegli uomini, che era di Roma e che per questo aveva preso in simpatia Giulia, si intromise avvalorando la tesi della ragazza, che si trattenne dal ridere a differenza dei suoi colleghi.
-E poi vabbe l'importante è far capire il contenuto non la forma, è questo il nucleo centrale di tutta la politica di Sangio e il suo progetto, che proprio per questo sta attirando così tanto, anzi forse è meglio che non abbia un inglese perfetto, si dimostra nuovamente come uno uguale a tutti noi adolescenti, non si presenta come un alieno perfetto e inarrivabile, è questo che funziona di più, non crede?- ultima freccia scoccata, sta volta con gli occhi seri e fieri puntati in quelli dell'uomo, sorpreso da quel cambio di retorica da parte di Giulia ed effettivamente considerando anche quel lato di prospettiva.
-Beh sisi sicuramente- si limitò a dire sorridendo al viso di Giulia, privo di malizia.
-Poi vabbe SanJuan è un esperto di spagnolo, non è vero Ocho?- la ballerina aveva capito di aver vinto quella piccola battaglia e di poter tornare scherzosa, spostando l'attenzione su Fabio, così che lui prendesse al volo la conversazione, per poter tornare con l'attenzione sul riccio per premurarsi che andasse tutto bene, se non avesse esagerato con i suoi interventi e se si era tranquillizzato.
Sangio aveva ottenuto la risposta al suo dubbio nell'esatto momento in cui aveva visto gli occhi della ragazza su quelli di questo Marco. Non era un discorso tirato a caso, aveva cominciato proprio per arrivare a quel punto. Si stupiva sempre del modo in cui Giulia fosse quasi negata a usare le parole per parlare di sé stessa, ma se si trattava di lui si trasformava in una sorta di macchina da guerra pronta a difenderlo a spada tratta in tutti i modi che conosceva possibili. Era in queste rare occasioni in cui notava la Giulia matura mostrarsi un po' di più e senza paura davanti agli altri, si affacciava leggermente la sua maturità e poi tornava nascosta da quella leggerezza che Giulia mostrava a tutti, che ci teneva a tenere su sé stessa, perché era proprio in quel modo che voleva essere. In pochi conoscevano quel lato di Giulia, in pochi si impegnavano ad andare oltre le apparenze con lei, spesso la etichettavano come solo infantile, senza lasciarsi trasportare dalla poliedricità della personalità di Giulia. Lui invece la conosceva bene, ed era fiero del fatto che per lui, solo per lui, lei trovasse dentro di sé il coraggio di battersi e di mostrare un altro lato di sé in maniera così sicura.
Gli sorrise grato e la vide rilassarsi dopo aver capito che aveva apprezzato il suo intervento, tanto che si sentii di spostare le loro mani da sotto il tavolo e poggiarle in bella vista, che ora stava bene e che le sue dita intrecciate alla sue non sarebbero state più vittima di nessun tipo di tic da dover nascondere agli occhi altrui. Così lei tornò a concentrarsi sulla conversazione appena iniziata, sapendo che lui stava relativamente bene.
Due ore dopo nella loro camera di hotel lui la stava osservando mentre si toglieva le collane e gli orecchini, dopo che avevano appena finito di ridere per una delle figuracce di Giulia fatta con il receptionist.
-Grazie per prima- le disse, sentendosi in dovere di esprimersi anche a parole.
-Sono davvero troppo stanco in questi giorni- continuò poi, vedendo che lei si era semplicemente limitata ad abbassare lo sguardo e sorridere.
-Non devi giustificarti con nessuno, le cene dovrebbero essere divertenti e spensierate- rispose lei ridacchiando.
-Sai anche tu che non era una cena normale-
-Lo so, ma questo non vuol dire che hanno il diritto di mettere in difficoltà chi vogliono e comunque erano tutte cose che pensavo sinceramente perciò- il ragazzo rise e si alzò dal letto aiutandola con l'ultima collana, per poi depositare un bacio sul collo di lei e stringerla in un abbraccio.
-Mi piace quando parli così per me, mi fai sentire forte e protetto anche quando non lo sono-
-Allora ti senti come mi fai sentire tu il 90% delle volte- e lei scoppia a ridere girandosi verso di lui. -Sai che non sono molto brava con le parole, e so che potrei sempre esprimermi meglio, anche sta sera, ma se si tratta di te io non mi trattengo lo sai, però se pensi che abbia fatto male puoi dirmelo lo sai- Giulia si fece seria cercando di scrutare nei minimi dettagli una sua esitazione o giudizio, che però non trovò.
-Sei stata bravissima- fece un sospiro mentre sentiva il suo debole cuore essere inondato da così tanto affetto, non pensava che potesse esistere una persona in grado di volergli così bene, che ci tenesse cosi tanto al suo stare sereno.
Decise che per quella sera non si sarebbe dato limiti, che per quella sera sarebbe anche potuto lasciarsi andare al massimo, senza freni. L'abbracciò forte, dandole tanti baci sulla testa.
-Più passa il tempo più mi stupisci-
-Eh hai visto che roba Giugiulola, fa anche rima toh- lo fece scoppiare a ridere.
-è un assonanza Giu non una rima-
-Sese quello che è- la ragazza si scostò dal suo petto per guardarlo bene in viso.
-Che bello quando ridi così- gli disse accarezzandolo e per la seconda volta Sangio si sentii investito dal suo amore. Gli piace così tanto questa sensazione che è ancora più convinto di abbandonare tutti i ripari questa sera.
-Sei bella tu amore mio, sei bella tu- la chiama davvero pochissime volte così, perché sa che quando lo dice, lo fa con un tono che farebbe capire a chiunque quanto sia perso per lei, però sta volta non gli interessa minimamente. Le prende il viso tra le mani e inizia a ricoprirla di baci, per poi fermarsi in modo più prolungato sulle sue labbra. Ci va piano prima, lascia scorrere le sue labbra sulle sue con calma, le assapora felice di averla lì con sé, poi quando lei gli tira un po' i capelli, perde qualche colpo e le comincia a rubare dei baci più famelici. Sente il suo cellulare squillare, ma non gli interessa si stacca da lei un secondo per spegnerlo direttamente, mentre lei ridacchia, lo ha capito che sta sera è una di quelle sere, una di quelle dove lui si lascia completamente andare a lei e non può che esserne felice.
Riprende a baciarla e non sembra avere la minima intenzione di lasciarla andare, tanto che inizia a farla indietreggiare e cadere sul letto, sdraiandosi su di lei e tenendosi sugli avambracci per non pesargli addosso.
-Gio, gio, aspetta devo ancora togliermi le scarpe e togliermi la fasciatura-
Il riccio si alza sorridente e le sfila le scarpe, attento al piede fasciato.
-Ti fa tanto male?- le chiese preoccupato.
-Ora un pochino si che abbiamo camminato- ammette lei mentre si è seduta osservando i movimenti di lui sul suo piede.
-Cosa? E perché non me lo hai detto? Avremmo potuto prendere il taxi-
-Ma dai erano 5 minuti-
-Ma ora ti fa male-
-Dai Gio che mi passa subito non preoccuparti-
-Scema-
-Torna qui cretino- la ballerina aprì le braccia aspettando che lui si poggiasse sul suo petto, cosa che non aspettò molto a fare.
Giulia adorava vederlo così, rilassato, calmo, sereno su di lei. Era un'emozione fortissima tutte le volte, che sapeva di poter aumentare in un modo.
-Ei Gio- sussurrò per cercare di capire se fosse sveglio.
-Dimmi- mugugnò sul suo petto mantenendo gli occhi chiusi.
-Ti va di fare quella cosa?- il ragazzo alzò il viso nascondendo un sorriso timido e gli occhi luminosi.
-A te va?- le chiese per accertarsi di aver capito bene.
-Molto- il cantante si limita a sorridere ancora di più. È da un po' che lei gli concede di sistemarsi nel letto in un certo modo. La prima volta era successo per sbaglio entrambi erano appena usciti dalla doccia, e si erano addormentati vicini per poi ritrovarsi abbracciati nudi il mattino dopo. Lui si era subito sbrigato a coprirla con le lenzuola e a infilarsi le mutande, ma poi lei lo aveva bloccato per un braccio e gli aveva confessato che la cosa gli era piaciuta molto, certo era diventata rossa come un pomodoro, ma l'idea di ricominciare a dormire nella stessa identica posizione di prima, con il suo corpo nudo a contatto sul suo non le dispiaceva affatto. Infatti la volta successiva che si erano addormentati a casa di Sangio a Vicenza, e quindi per forza di cose dovevano rimanere vestiti, lei la differenza l'aveva sentita e ora quando potevano gli poneva quasi sempre quella domanda con fare imbarazzato, perché sapeva che lui di sua spontanea volontà non lo avrebbe mai fatto, con la paura di forzarla.
-Posso?- le chiese mentre aveva posizionato le sue dita sul lembo della sua maglietta. Lei annuisce sorridendo, alzando le braccia. Poi fa lo stesso con lui e poi rabbrividisce quando lo sente mettere le mani suoi fianchi per sfilarle i pantaloni e lo fa ancora di più quando Sangio proprio non resiste e le lascia dei baci sulla pancia, mentre le sfila l'indumento. Questa cosa pare accenderle un calore dentro più forte del solito. Quando lui smette e risale vicino al suo viso, si mette un po' più su per fargli intendere di toglierle il reggiseno e lui lo fa quasi sorpreso nel vedere in Giulia uno sguardo diverso. Ora lei è praticamente mezza nuda sotto di lui, ma lui è rimasto fisso a guardarla negli occhi per capire cosa ci sia di nuovo in quei gesti che oggi sente compiuti in maniera diversa. Lei nel mentre gli sfila i pantaloni, lo sente rabbrividire, e poi percepisce il suo petto scontrarsi con il suo. È una sensazione bellissima, si sente ancora più sua,in connessione con quel corpo che tanto ama osservare, però vuole di più.
Comincia con le sue dita a scendere dal suo petto, verso il bordo dei suoi boxer, comincia con dei ghirigori li intorno e sente che gli escono dei sospiri.
-Che fai Giu?- ci prova a capire cosa ha intenzione di fare, ma lei non gli risponde e infila la mano al di sotto del suo intimo, cominciando a tracciare con le dita la sua intimità, alza lo sguardo dall'incavo del suo collo e lo vede guardarla con occhi grandi. Gli sfila le mutande per facilitarsi i movimenti e poi rimette il viso nascosto sul suo collo baciandolo. Non lo sa con certezza se quello che sta facendo sia giusto, forse non lo vuole nemmeno sapere.
-Giu, sei sicura?- lo sente sospirare pesantemente per dirle quelle cose.
-Cosi va bene?- gli risponde, le manca il coraggio di dirglielo ad alta voce che è esattamente quello che vuole.
Lui nemmeno risponde, le prende il volto tra le mani e la bacia, lasciandosi scappare dei gemiti. Con le mani le accarezza il seno, che vede rispondere chiaramente alle sue stimolazioni, poi prosegue e le accarezza la guancia, mentre scende con i baci e si sente autorizzato a rivolgere le sue labbra ai suoi seni. La sente rallentare i suoi movimenti su di lui, stringere le gambe intorno alle sue, sospirare e quasi lamentarsi, infatti le carezze all'altezza della pancia le stanno davvero provare un fuoco nuovo dentro di lei e sente di volere ancora di più di così.
-Gio- gli dice quando lo vede che non si muove dal suo ventre. Lui alza gli occhi dal suo seno e legge nei suoi lo stesso bisogno che lui ha avuto prima, mentre lei con la mano faceva i ghirigori sul suo addome. Le sorride sghembo, sa cosa sta provando e sa che probabilmente lo sente ancora di più come prima volta. Infila una mano al di sotto dei suoi slip e la sente tremare sotto di lui, all'inizio segue il ritmo che lei ha su di lui, i loro sospiri si mischiano all'unisono e Giulia si sente appagata e ancora più in connessione con lui, crede seriamente di aver dato una risposta a quell'esigenza che sentiva dentro. Poi lui aumenta il ritmo e si concede un dito dentro di lei e lei inizia a perdere più lucidità, comincia a sentirsi totalmente affidata a lui e prova a seguirlo con il ritmo. Capisce che pochi minuti prima non ci aveva ancora capito nulla su quanto potesse essere bello. Poi un secondo dito e i sospiri di Sangio aumentano e lei ancora di più si sente persa, stringe le gambe attorno al suo braccio, ma lui la blocca.
-Lasciati andare, fidati di me- e lei lo fa, mentre lui le accarezza l'interno coscia con l'altra mano. Sente il suo ventre e la sua schiena che si inarca mentre cerca in tutti i modi di continuare i suoi movimenti su di lui. I gemiti aumentano fino a quando lei non riesce più a trattenersi e comincia a tirare qualche urletto, la sensazione è forte e non sa come gestirla, lui capisce che Giulia ha raggiunto il culmine, già più di una volta, sente le sue gambe cominciare a tremare e capisce che forse può essere arrivato il momento in cui non si deve più trattenere, si lascia andare e pochi minuti dopo viene, ponendo una fine a quel primo importante confronto tra loro due. Dopo aver ripulito i segni di quel incontro, la vede che si è rannicchiata su se stessa e ha le mani in faccia.
-Cos'è già ti sei pentita?- le chiese sdraiandosi sul letto e togliendole la mani dal viso, per sorridere dolce e abbracciarla, sa che ora ha bisogno di lui, delle sue rassicurazioni e del suo lato più dolce.
-È che mi è venuto proprio spontaneo, è come se non avessi ragionato su nulla-
-E non credi sia meglio così? Se ci avessi pensato troppo avrebbe voluto dire che non lo volevi veramente, se è stato naturale è meglio- le sussurra mentre le accarezza la schiena e si lascia inebriare da quella bella sensazione che sta nell'avere tra le braccia chi ami, nella vostra intimità.
-Si immagino di si-
-Ti è piaciuto?-
-Si, molto in realtà, non credevo si potesse provare una cosa simile-
-L'abbandono totale a un'altra persona?- azzecca lui la sensazione.
-Si- ridacchia lei imbarazzata pensando che lui quelle cose già le ha vissute.
-Anche per me è stata la prima volta così- come se la leggesse nel pensiero le rivela quella cosa e lei si sente il petto riempirsi di gioia. Alza la testa dal suo petto per guardarlo, ha comunque bisogno di accertarsi che sia sincero.
-Con te è la prima volta che mi affido a qualcuno in modo così naturale e spontaneo, non ho bisogno di deciderlo il mio corpo e la mia mente sanno che se tu inizi a farlo loro possono stare tranquilli. Ora dimmi se questo è diverso da quello che hai provato tu prima-
Giulia sente gli occhi inumidirsi e si butta sul suo petto nuovamente. Lo sente ridacchiare e allungare un braccio per spegnere la lucina del comodino, poi sistemarsela meglio sul petto e tirare su il lenzuolo. Le bacia la testa mentre lei comincia a fargli i massaggi tra i ricci, sa che ha bisogno di dormire e sa come farglielo fare.
-E io che pensavo mi concedessi il round 2- lo sente boffocchiare quasi totalmente addormento.
-Buonanotte cretino- ridacchia lei. Lui la stringe, inala il suo profumo.
-Buonanotte amore-
STAI LEGGENDO
one shot sangiulia
Short StoryRaccolta di momenti di Sangiovanni e Giulia, nascono tutti dalla mia immaginazione