12.

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"Mora, che succede?" Miguel la segue, fermandola appena gira l'angolo nel lungo corridoio. Mora non era riuscita a dormire quella notte. Come poteva addormentarsi dopo quello che era successo con Ray? Chissà lui come si sia sentito dopo ciò che le ha fatto.

"Si vede? Si nota tanto?" alza il volto. Da sotto i capelli lisci e spettinati. Gli occhi chiari sono rossi e assonnati al contempo.

"Cosa? Ti sta bene il nuovo colore. È per questo che sei in lacrime?" cerca di rassicurarla, alludendo alle ciocche.

"Non c'entrano niente i capelli. Sulla guancia. Si vede?" Miguel le prende il mento e le porta delicatamente il viso alla luce.

"Cosa devo vedere? Non c'è nulla di strano..." la voce del ragazzo è calda e premurosa. Mora quasi trema. Ha paura, paura che si veda ciò che le è capitato. Odia piangere in pubblico. Lo ha sempre odiato. Poggia il suo volto desolato sul petto muscoloso di fronte a lei. Miguel la può solo stringere a sé per rassicurarla. Le accarezza i capelli, freschi di parrucchiera, con calma. Mora ascolta il cuore lento del ragazzo che la stringe, cerca di farlo combaciare con il suo, invano. Respira profondamente ma in modo irregolare. Ci prova a calibrare la sua circolazione a quella di Miguel, ma non ci riesce. È troppo agitata.

"Cos'è successo?" sussurra dopo un po'.

"L'ho lasciato ieri sera" Mora, che cercava di calmarsi, riprende a piangere e a far scorrere le sue lacrime, bagnando la maglietta del ragazzo.

"Stai piangendo per questo? Ti senti in colpa? Non devi, hai fatto la cosa giusta. Davvero..." Miguel cerca di guardarla in faccia, prendendole il volto tra le mani. Mora, sorpresa dal gesto, sobbalza, come se le fosse arrivata una scossa elettrica. Cazzo, ha pure il trauma d'essere toccata!

"Mora, che succede? Perché mi hai chiesto di controllarti la guancia? Cosa dovrei vedere?" domanda in fretta. Vuole aiutarla, nulla di più. Ora inizia a preoccuparsi seriamente. La ragazza abbassa la testa, si vergogna.

"Cosa dovrei vedere Mora?" chiede più serio e deciso. Miguel non vuole crearsi strani pensieri. Vuole semplicemente la verità; così le prende il volto e cerca di agganciare i suoi occhi per farla confessare. Stavolta non si sposta, anche se trema dalla paura. Come ha fatto, da un giorno all'altro, a ridursi a questo?

"Cosa ti ha detto? Avete litigato?" inizia con la sua carrellata di domande, alle quali riceve risposte solo con cenni di testa. Avete litigato? Sì. Vi siete lasciati? Sì. Avete litigato perché tu lo hai lasciato? Anche.

Mora lo interrompe. Vuole parlare. Finalmente.

"All'inizio stavamo discutendo perché l'ho chiamato Aron per sbaglio. Poi perché ho schiarito i capelli. A quel punto gli ho detto che forse era meglio lasciarsi. Gli ho detto che le cose non andavano bene tra noi. Allora ha supposto che io gli avessi messo le corna con Aron e mi ha dato della zoccola. Io gli ho detto la verità. È stato in silenzio e poi mi ha..." la mano di Mora, involontariamente si posiziona sulla sua guancia, dove ancora sente lo schiaffo bruciare. Le lacrime scendono senza che lei possa controllarle. Gli occhi di Miguel sono spalancati. Lentamente la rabbia gli cresce dentro.

"Cosa stai dicendo Mora!" la voce si alza. I suoi occhi sprigionano un'energia che non s'era mai vista prima. È arrabbiato. Triste. Desolato. Disperso.

"Non dirlo a nessuno. È un segreto. Promettimelo" Mora cerca di zittirlo, con gli occhi gonfi e pieni d'imbarazzo.

Alle urla di Miguel però, Aron accorre, restando dietro l'angolo per capire cosa sta succedendo. Percepisce solo quest'ultima frase. E le domande che per quella notte erano scomparse, ritornano nitide e fosforescenti.

Aron PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora