Aron Piper

81.

"Siete pronti?" chiede Mora saltellando sul posto e spostando gli occhi dalle sue Vans agli amici, nella penombra delle quinte.

"Sì!" rispondono in coro. Le due ragazze e Lupo sono accanto alla band, agitati insieme a loro.

Mora allunga la mano al centro di un cerchio. Tutti la poggiano sopra la sua. Si lanciano un'ultima occhiata. Un'ultima mano si sistema nel cerchio. La ragazza si volta per guardare chi è arrivato: Aron Piper.

"Che ci fai tu qui?" domanda Mora stupita di vederlo lì.

"Non potevo perdermi il primo concerto del tour" spiega sorridendole. Infondo è felice di vederlo lì per lei.

"Merda. Merda. Merda!" gridano in coro. Quella parolaccia riesce sempre a caricarli prima di salire sotto i riflettori. Mora respira profondamente. Sul palco calano le luci in un buio spaventoso ma pieno di energia generata da urla e applausi che provocano la pelle d'oca ad ognuno di loro.

Renato s'immette nel buio. Elia dopo di lui. Poi Benji, Carmine e Davide. Imbracciano i loro strumenti. Si sentono forte e chiaro le bacchette di Re che inizia a contare. Al tre le luci infuocano il palco e con loro anche gli applausi, le urla e la musica. Carmine inizia a cantare Clap Clap, seguito da Renato.

Al ritornello è il momento di Mora. Tira un ultimo sospiro per poter prendere la nota la meglio e salta sul palco. Si scatena come fa sempre. I suoi occhi sono abbagliati dall'accoglienza calorosa e quando gli strumenti smettono di suonare per far partecipare il pubblico all'ultimo ritornello, Mora quasi si commuove. Cantano tutti insieme, quasi la voce della cantante viene annichilita da quella delle infinite persone presenti davanti a lei.

Quando parte un grande applauso alla fine del brano, Mora si volta verso i suoi compagni. Una lacrima cerca di trattenersi dallo scendere. Anche gli occhi degli altri sono lucidi e si guardano l'un l'altro... Guardate cosa abbiamo combinato, tutti insieme. Uniti anche se lontani. Guardate cosa abbiamo creato anche se con difficoltà. Guardate dove siamo arrivati.

"Grazie" sussurra Mora al microfono: "Scusateci se sembriamo un po' bloccati ma non ci aspettavamo questo affetto!" parla. Prende fiato e beve un sorso d'acqua per prendere tempo.

"Buonasera Milano!" urla subito dopo: "Come state?" domanda al pubblico. Nelle prime fila vede gente sorridere e rispondere.

"Siete pazzeschi!" Carmine affianca Mora, stringendole le spalle per darle coraggio.

Chiacchierano con il pubblico e mandano avanti le tracce facendo sentire forte e chiaro la voce di quelle persone che cantano a squarciagola le loro canzoni. Arriva il momento di Non Sei Più ed i ragazzi si mettono comodi per ascoltare in silenzio la voce di Mora al pianoforte. Esce un sussurro, una richiesta di aiuto ed un ruggito di coraggio. La sua voce vibra per l'ansia di sbagliare, per le emozioni che si riversano tra le sue dita e sui tasti. Chiude gli occhi quando lancia l'ultimo accordo e quella tensione svanisce in pochi secondi. Le gambe sono leggere, le spalle rilassate. Come dopo un orgasmo.

"Ragazzi. Ho una sorpresa per voi" resta immobile dov'è quando l'applauso scema. Inizia a suonare quegli accordi imparati in una notte e nota, con la coda dell'occhio, Elia sollevarsi dalla sua postazione da fondale ed acchiappare la prima asta che trova, accompagnata dal microfono. Subito dopo imbraccia la chitarra e lancia un'occhiata al suo fidanzato, spaesato da questi suoi strani spostamenti. Non s'è mai minimamente avvicinato al proscenio, lo ha sempre definito la sua grande paura.

Invece stavolta è lì. Canta. Una voce angelica si palesa ed i quattro intenti ad ascoltarlo, restano pietrificati. Di certo non s'aspettavano qualcosa del genere da Elia. Benji è paralizzato. Le gambe non si muovono ed il suo cervello non riesce a concepire quello strano mix di avvenimenti. Elia. Da solo. Che canta. Davanti ad un pubblico. In proscenio.