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"Vieni con me?" Aron domanda guardandola seduta concentrata al tavolo per editare il video. I ragazzi son partiti e lei è rimasta lì, immobile, da quando è tornata a casa dall'aeroporto. Odia rimandare il lavoro ed inizia a sentire il fiato sul collo da parte dell'uscita dell'album e delle date del tour in avvicinamento. Aron osserva la sua fase di montaggio, non capendo sempre ciò che combina, con gli occhiali sul naso e lo sguardo incollato sullo schermo.

"Dove?" chiede Mora senza staccarsi dal computer.

"In studio di registrazione. Vorrei farti conoscere alcuni che lavorano con me" spiega, sfiorandole una spalla.

"Se mi dai cinque minuti ho finito" Mora gli concede un'occhiata veloce ed un sorriso, per poi tornare sul suo lavoro. Il tedesco annuisce, continuando a seguire la freccetta del mouse. Riguardano il prodotto finito insieme un'ultima volta per poi uscire di casa e lasciar il video a renderizzare.

In studio Mora assiste e guarda il suo fidanzato mentre registra la sua prossima canzone. Friends. La preferita dell'italiana fino ad ora. Lo guarda, lo ascolta e lo vede, al di là del vetro, che a volte le lancia qualche occhiata. Lei gli sorride, incoraggiandolo ad andare avanti, a far bene il suo lavoro. Appena conclude la sessione, si lascia cadere sulla sedia, quasi sfinito ma orgoglioso del prodotto.

Chiacchierano e Mora ascolta volentieri, dando anche qualche consiglio sul risultato finale.

"Te ne intendi di musica!" il produttore si volta per guardarla.

"Abbastanza..." risponde. È strano conoscere qualcuno che non sa chi sia ormai. Chi l'ha notata nel nuovo cast di Élite sa che Mora ha una band e che tra meno di un mese esce il suo album.

"Canta qualcosa" Aron si solleva, stringendole le spalle ed indicandole il microfono al di là del vetro.

"State lavorando. Non è giusto interrompervi per una canzoncina dai!" risponde Mora per modestia.

"Ma smettila, tanto adesso facciamo la nostra amata pausa di riflessione dal lavoro. Sarai bravissima nel farci riflettere..." Aron solleva le spalle, prendendola e portandola nella piccola saletta d'incisione con la forza, tirandola e spingendola. Mora, ormai all'interno, s'inserisce le cuffie e chiede di poter cantare Wild Child di Elen Levon. Sente la base nelle cuffie ed inizia a cantare. Quando era più giovane l'ascoltava sempre perché, anche se non così movimentata, le metteva molta carica prima di fare qualunque cosa. Anche prima di studiare si scatenava nella sua camera, cantandola e ballando, come fosse su un palcoscenico.

Chiude gli occhi, concentrandosi sulla canzone, sul suo cantare, sul significato. Il suo corpo non risponde più al suo cervello, si muove, quasi danza leggermente, muovendo le gambe, le braccia. Non riesce più a controllarsi. Ed infondo non vuole farlo. Apre gli occhi solo quando la base, nelle cuffie, finisce, lasciando un vuoto immenso. Guarda al di fuori del suo acquario e tutti la osservano, sorridenti con gli occhi pieni d'approvazione.

Aron apre la porta e s'infila con lei. Prende l'altro paio di cuffie e le mette: "Facciamo qualcosa insieme" propone.

"In che senso?" chiede Mora, squadrandolo. L'italiana ha la sua idea precisa sul non mischiare il lavoro con la vita privata. Già glielo aveva detto che non voleva scrivere una canzone con lui. Non per cattiveria. Ma per giustizia. Ci sarebbe stato un brutto incastro, troppo forzato che avrebbe spaccato il vetro, precariamente stabile.

"Cantiamo una canzone insieme. Non dobbiamo scriverla. Lo sai che condivido la tua visione sulla questione, però cantare solo per diletto non può distruggere tutto, no?" chiede con gli occhi speranzosi. Mora annuisce, lasciandosi convincere.

"Metti Up di Olly Murs e Demi Lovato" propone, parlando con i ragazzi esterni. La ragazza si stupisce della sua scelta. Si ricordava che l'avevamo ascoltata insieme, mentre tornavamo in Spagna sull'aereo. Sa che la conosce, se l'è ricordata.

Aron PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora