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Aron si cambia. Ha deciso che ci andrà all'appuntamento con Tobias. Non scapperà e non si vergognerà, come il piccolo ha fatto con lui. I vestiti sono ben piegati sulla panchina dello spogliatoio. La scena con Mora è andata bene. Le sue labbra non sono affatto male e nei panni di Mercedes è proprio carina. Diversa dalla Mora che conosce, ma niente male! Una tipa tosta che sa imporsi, anche se davanti ad Ander si scioglie interiormente, senza mai scomporsi.

Sale in macchina di corsa. All'entrata ci sono quasi tutti i suoi amici che prendono il sole mentre addentano il loro pranzo. Li saluta di sfuggita e quasi corre via. Non sa bene da dove derivi quella tale fretta, ma non intende nasconderla. Non è poi così agitato. Si volta a guardare i ragazzi in cerchio, ormai distanti. L'unica che è intenta ad osservarlo mentre sale in macchina è proprio Mora.

Forse anche lui deve parlare con Tobias.

Ingrana ed esce con una manovra forzata dal parcheggio. Sfreccia più che può nel traffico di Madrid per arrivare al loro solito bar. Guarda dalla vetrata ed un po' trema. Sembrano passati secoli dall'ultima volta che l'ha visto. Sembrano passati mesi dall'ultima loro chiacchierata in solitaria. Ha paura, ma di cosa?

Si siede e lo saluta con un Ciao che pare strozzato. Tobias solleva gli occhi dal suo caffè che continuava a mescolare imperterrito seguendo le onde formate dalla forza centrifuga dal cucchiaino. Sono uno di fronte all'altro. Nessuno dei due sa cosa dire. Aron, da gentiluomo paraculo, dopo aver ordinato un caffè, l'osserva.

"Cosa volevi dirmi?" chiede prima che possa ricevere la stessa domanda dal biondo francesino.

"Mi dispiace se le cose tra noi non hanno funzionato. Hai ragione, non sono pronto per questo. Forse non voglio essere pronto. Ciò che c'è stato tra noi mi è piaciuto, tu mi sei piaciuto. È stato tutto vero e travolgente, ma forse avrei dovuto fermarmi prima e pensare a ciò che stavo facendo. Tu mi piaci Aron. Sei una bellissima persona, ma non sei ciò che cerco. Non da quel punto di vista. Scusami se ti ho coinvolto in questo vortice del cazzo. Non sono bravo con le relazioni, non so come funzionino veramente. Tu non vuoi me, lo so bene. Ti conosco abbastanza da capire ciò che faccia al caso tuo, ed io non sono quella persona come tu non lo sei per me. Riesci a seguirmi vero?" lo guarda negli occhi per tutto il monologo, senza vergogna. Aron annuisce, lasciandolo parlare: "Ti sto lasciando quindi. Sì. Però non voglio perdere la tua amicizia. Ti voglio bene e lo sai che è così. Oggi vedo Rebel e le dirò chi sei stato per me."

"E le dirai che non sono io quello che vuoi? Le dirai che è lei?" domanda l'amico, sorridendogli.

"Non so se è il caso, adesso..." risponde Tobias imbarazzato. Aron aveva capito tutto dopo pochi sguardi, prima che lo percepisse pure lui stesso.

"Perché? Tanto non stiamo più insieme, io e te..." solleva le spalle il tedesco.

"E a te questo sta bene?" Tobias ha paura della risposta del ragazzo di fronte ma vuole sapere ciò che pensa.

"Anche se non mi stesse bene, non ti posso costringere a stare con me. Comunque credo sia la scelta giusta. Ci abbiamo provato e ammetto che è stato bello, ma non eravamo destinati dall'inizio. Sei fantastico e non nego che i sentimenti per te siano inesistenti, ma passerà. Ti voglio bene anche io e voglio che tu sia felice. Se è Rebel colei che ti fa svegliare con il sorriso, allora va' da lei e diglielo. Fidati di questo povero ventitreenne che ha ben osservato le vostre occhiate nei giorni scorsi in modo molto morboso e gelosamente, aggiungerei!" scherza come se nulla fosse. Non sa bene da dove arrivi quel carattere così pacato ma la conversazione ha preso un bel risvolto che non ha intenzione di sciogliere.

"Tu invece. Parlerai con Mora?" Tobias lo punzecchia. Aron ormai è abituato alle battutine. Certo non si aspettava che anche il suo ex gliele facesse!

Aron PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora