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Sono passate ormai due settimane dalla rottura con Ray e Mora ha smesso di pensarci da un po'. Decide di riprendere in mano quei due testi scritti in notturna. Si accomoda davanti al suo pianoforte e tenta di ricordare la melodia, riascoltando gli audio poco sobri delle sere da compositrice. 

Vorrei tanto tornare nel nostro garage,

Una sigaretta, una foto reportage.

Una reginetta ed un bon voyage.

Vorrei tanto suonare in America

Cappellino in testa, scelta amletica

Il cuore s'arresta, forse nevica.

Milano, Madrid, che importanza ha.

Lontani ma vicini, cambia la città.

Roma, Torino, che importanza ha.

Bologna, Parigi, elettricità.

Vorrei tanto tornare indietro nel tempo

Quella volta avrei voluto scappare nel vento

Stringervi la mano in un ballo lento

Ferma un secondo, un momento.

Milano, Madrid, che importanza ha.

Lontani ma vicini, cambia la città.

Roma, Torino, che importanza ha.

Bologna, Parigi, elettricità.

Non ci sono significati

Non ci sono allegorie

Non ci sono troppe parole

Non ci sono strategie

Non ci sono significati

Non ci sono allegorie

Non ci sono troppe parole

Non ci sono amnesie

Milano, Madrid, che importanza ha.

Lontani ma vicini, cambia la città.

Roma, Torino, che importanza ha.

Bologna, Parigi, elettricità.

Milano, Madrid, che importanza ha.

Lontani ma vicini, cambia la città.

Roma, Torino, che importanza ha.

Bologna, Parigi, elettricità.

Bologna, Parigi, elettricità.

Bologna, Parigi, elettricità. 


Migliora qualche accordo, cancellando il suo taccuino ormai rovinato da scarabocchi e sterzate di gomma troppo potenti che hanno piegato il foglio. Con il cellulare registra la canzone, sicuramente più sobria ed armonica dell'ultima volta. Non l'ha toccata per settimane, non perché non avesse il tempo, ma forse era un po' impaurita da ciò che aveva creato senza nemmeno ricordarsene. Si sentiva strana in quelle mattinate in cui prendeva coscienza di questa sua stregoneria. Condivide la canzone a Renato, dall'altra parte del mare. Probabilmente starà dormendo nel suo sonno pomeridiano dopo il pranzo. È un universitario non frequentante per scelta. E ne è felice. Mora è dispiaciuta di non aver proseguito gli studi, ma a vent'anni, voleva solo scappare di casa e visitare un po' il mondo. Non è che non si trovasse bene, ma aveva bisogno di uscire fuori dalla sua vita, mostrare il volto al vento ed urlare da un'auto in corsa. Con Lupo si sente spesso. Parlano e parlano. A Mora manca suo fratello, ma sa che non dovrà attendere molto nel rivederlo, visto che durante l'estate, verrà a trovarla e starà con lei un mese. È in quarta superiore e spesso le chiede una mano in matematica, anche a distanza. A lei non dispiace affatto: si rende utile al fratellino che non riesce proprio a capirla. I suoi genitori erano stati parsimoniosi con la distribuzione dei nomi, ma da due personaggi come loro, ci si aspetta questo ed altro. La madre di Mora è un'insegnante di storia dell'arte alle superiori. La figlia ha seguito le sue orme fino ai 18 anni, poi ha capito che non era la sua strada. Durante i suoi 17 anni, lei ed i suoi amici hanno trasformato il garage di casa in una stanza insonorizzata, trasportando al suo interno tutti gli strumenti che i cinque avevano sparsi nelle loro camere da adolescenti. Il padre di Mora è proprio un musicista. Non molto famoso, ma ha avuto i suoi momenti di gloria. Spesso in giro per l'Italia durante gli anni delle superiori della ragazza. Sono sempre stati personaggi indipendenti tra loro. Una famiglia sgangherata che però tornava sempre al nido. Anche Mora tornerà, ne è sicura. Infondo ama l'Italia. Lupo ancora è troppo piccolo, ma anche lui ha la stessa indole da Wonderlust, geneticamente tramandata.

Aron PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora