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"Mora? Svegliati!" una mano la scuote. È nel suo garage. Che stupida.

"Ma, hai dormito qui stanotte?" chiede Benji guardandola. Sono tutti intorno a lei, poco distante c'è anche Carmine che fruga nel suo zaino.

"Credo di sì. Vado a sciacquarmi la faccia e arrivo" si solleva, ma prima chiude ogni file, lasciando tutto sulla chiavetta che subito s'infila in tasca. Apre il quaderno e mette di fretta il foglio al suo interno. Lo prende con sé e lo porta in camera sua.

Appena di ritorno Renato le si avvicina: "Hai per caso scritto la canzone stanotte?" chiede.

"No. Mi dispiace ma non ne ho avuto modo..." non lo guarda negli occhi e cerca subito di dileguarsi da quella chiusura. Prende la sua bottiglietta d'acqua e la poggia accanto allo zaino del moretto. Cantano ma il risultato è sempre lo stesso, quello del mattino precedente. Tra una pausa e l'altra Mora riesce a posare la chiavetta la suo posto, nella tasca anteriore senza farsi vedere, fingendo di bere. Più furba di quanto tutti pensino.

Ha un peso in meno e non sa come, non sa perché, ma mentre riparte la base di Milano Madrid, Aron spunta nella sua mente, quasi magicamente si materializza accanto ad Elia, pronto ad ascoltarla e credere in lei. Così s'impegna con tutta sé stessa, quasi come un direttore d'orchestra, tenta di dirigere gli strumenti con la voce. Guarda negli occhi ogni membro del gruppo cercando d'indurre quella sicurezza e quell'unione che non ha intenzione di far mancare al suo spettatore fantasma.

"Questo è un punto di partenza..." Mora, alla fine della canzone si volta per guardare tutti con un sorriso soddisfatto: "Il contatto visivo dobbiamo mantenerlo. È importante, ci aiuta nel tenerci a ritmo"


La giornata passa. Il pranzo tutti insieme comprende solo i cinque membri alleati. Il sesto decide di fare digiuno senza un apparente motivo logico. S'infila le cuffie e le collega al piano per provare senza disturbarli. Nel piatto è rimasto un tramezzino e Benji si solleva prendendolo e porgendoglielo. Carmine scuote la testa cercando di non distrarsi dalle note, ma il cugino tenta di farlo sbagliare, poggiandogli il piatto proprio sulle mani.

"Ti ho detto che non lo voglio Benji, non rompere" lievemente arrabbiato lo guarda negli occhi. Benji, per quanto rattristato dalla situazione, regge il suo sguardo: "Non fare il sostenuto con me..."

Carmine, rendendosi conto che il suo stomaco è invogliato da quell'odore e che non ha nessuna voglia di litigare con Benji, afferra il tramezzino e ne strappa un morso. Ed un altro ancora, ed un altro ancora. Sì, ha molta fame.


Passa una settimana e la situazione è sempre la stessa: Carmine silenzioso e distaccato e gli altri sempre sull'attenti non sapendo come comportarsi. L'aria è pesante e faticosa, per niente stimolante per il loro lavoro. Hanno a disposizione solo un'altra settimana per mettere in ordine i brani per poi registrarli e di certo, continuando così, non arriveranno in tempo.

Mora cammina per casa. Suo padre è fuori per lavoro, sua madre a cena con le colleghe e Lupo in giro con i suoi amici. Odia il silenzio, così canticchia cercando una soluzione per questa band che va a rotoli. Ma poi, Carmine, l'ha ritrovata la chiavetta? Ha visto il nuovo file? Chissà...

Non fa in tempo a pensarci ancora che il campanello la fa sobbalzare. Cammina a passo svelto ed apre la porta: Carmine.

È spettinato, il viso accaldato.

"Che cosa hai fatto?" chiede mostrandole la chiavetta. È confuso, arrabbiato, spaesato. È tutto.

"Vorresti inserirla nell'album?" domanda Mora prima che Mine possa iniziare a blaterare. Come aveva supposto infatti sta per urlare quando, al sentir della proposta, s'immobilizza.

Aron PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora