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Mora canticchia le sue canzoni in loop. Da quando Renato le ha chiesto di mandargli gli accordi che ci avrebbe lavorato, è contenta. Canterà una sua canzone. Ha mandato gli spartiti direttamente sul gruppo Whatsapp che hanno tutti insieme con gli audio dove canta e suona il piano.

Elia, fammi una base movimentata sotto Milano Madrid. Gli arrangiamenti della chitarra li ho già scritti io, quindi ve li mando nei prossimi giorni. Per il basso non ho provato a cercare qualche incastro carino, ma se volete appena posso ci lavoro. Carmine, dobbiamo lavorare insieme alla doppia voce in alcuni punti nei prossimi giorni! Grazie.

Lancia le indicazioni in un messaggio. Tutti rispondono in fretta con pollici in su d'approvazione.

<Mora, la continuo a cantare in loop, sappilo!> Carmine commenta.

<positive vibes!> risponde Mora sorridendo.

Tutti, nella canzone, hanno la loro frase. Spetta all'ascoltatore capire quale appartiene ad ognuno. Mora ricorda bene la foto scattata davanti alla torre Eiffel, ormai tre anni fa che è appesa al muro. L'unico che le ha copiato l'idea è Elia. Ha incorniciato qualche polaroid con tutto il gruppo e le tiene sul suo comodino, accanto al matrimoniale che condivide con Benji a Milano.

Mentre riguarda la loro giovinezza passata, il campanello di casa sua suona. Apre la porta con la canzoncina ancora nella testa. Inizia a diventare una tortura. Non riesce a toglierla dalle labbra e dalla mente. Aron ha in mano una confezione di birra da 0,66.

"Buona sera!" sorride leggermente. Mora lo fa entrare.

"Fa come se fossi a casa tua!" in modo teatrale lo fa accomodare, chiudendo la porta dietro le sue spalle. Gli prende le bottiglie dalle mani e si dirige verso il frigo, con lui al suo fianco.

"Caspita! Bella casa! Non c'ero proprio mai stato!" ironizza lui ricordando la serata in cui s'era ubriacata e l'aveva chiamato. Mora apre l'anta del frigo. Al suo interno non c'è una grande quantità di cibo perché lo spazio è occupato dalle infinte birre che Mora ha acquistato durante la spesa in compagnia di Ana.

"Non per essere scortese, ma perché mi hai detto di portare le birre se ne hai infinite?" domanda scherzoso cercando di aiutarla nell'incastro delle bottiglie.

"Non pensavo le portassi davvero. La mia era una battuta! Hai già mangiato vero?" chiede subito dopo, ricevendo un sì con la testa da parte dell'altro. L'italiana estrae due bottiglie ghiacciate e le poggia sul tavolo così da incastrare le tre nuove calde. Prende una forchetta dal primo cassetto della cucina chiara e sconficca i due tappi. Porge all'amico una bottiglia e prende l'altra per farle tintinnare rivolte verso l'alto.

"Ti ho invitato per due motivi..." Mora s'accomoda sul divano, guardando l'attore accanto a lei: "Volevo chiederti come va. Oggi sembravi stressato" gli sorride empatica.

"Sto bene. Non sono stressato, sono un po' impaurito da questa situazione strana che si è creata con Tobias." si apre con lei. Non gli viene difficile. Somigliano ad Ander e Mercedes, durante la festa di Rebeka.

"Ma cos'è successo tra di voi? È dalla serata da Miguel che ti vedo sempre rigido. Quando lo hai conosciuto eri diventato un'altra persona. Sorridevi sempre, non ti arrabbiavi mai... oggi invece stavi per picchiare Jesus! Ti avrei sostenuto perché lo avresti fatto per una giusta causa, però non sarebbe stato molto carino!" ironizza lei prima di rubare un altro sorso di birra alla bottiglia.

Aron racconta degli sguardi carichi d'energia davanti all'università di Tobias: "Non so, ma hai presente un po' com'ero prima di conoscerlo, no? Sicuro di tutto! Dopo averlo incontrato, mi sento quasi fragile accanto a lui, come se la sua energia prosciugasse la mia sicurezza. Mi sento piccolo! È paradossale questa cosa! Uno come me, come può sentirti piccolo accanto a lui? Il fatto è che è super sicuro di tutto, o così si mostra. Sa tenermi testa e mi manda in confusione! Non sono abituato a questo tipo di rapporto. Con la mia ex..." virgoletta con le dita l'ultima parola: "era tutto più semplice. Forse perché non me ne fregava un cazzo di lei che mi venerava come fossi un santino. Non stavamo nemmeno insieme, infondo! Con Tobias, invece, mi sento insicuro. Mi faccio milioni di domande! Sono io che cerco lui, non il contrario! Anche se ci piace stare insieme, credo anche a lui piaccia stare con me, a volte sembra distante. Distaccato. Come se non gli importasse veramente. Poi dovevi vedere la sua freddezza, davanti a quella maledetta università. Mi sono sentito un cretino che voleva sfidare il leone nella sua gabbia. Hai presente? Ero impietrito davanti a tutti quelli che mi guardavano confusi. Lui invece rigido come un pezzo di ghiaccio mi ha trattato come uno scemo! Che figura di merda! Mi chiedo... non è che forse ho corso troppo? Forse mi sono lasciato andare con lui troppo presto, mi sono fidato cecamente. Vedi? Ho infiniti dubbi che non hanno risposta. Ne vale la pena? Capisco che ancora non voglia rivelarlo ai suoi amici, ma... pare quasi che io non esista nella sua vita. Spero di sbagliarmi... spero si risolva tutto presto. Non pensavo di poter dire una cosa del genere, ma gli voglio bene e non perché facciamo sesso, che sia chiaro!" sorride: "Ma perché è una bella persona. Anche se adesso mi sento un po' destabilizzato nell'esprimermi da questo punto di vista. Mi sono reso conto che non lo conosco abbastanza. Credo di averlo idealizzato un po' ed è sbagliato" conclude il monologo, rendendosi conto di non aver più fiato.

Aron PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora