Parte prima, Capitolo 1.1: L'erborista

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Arcadia, anno 4521

Laraine passeggiava nel bosco com'era solita fare di prima mattina, alla ricerca di erbe officinali per il suo laboratorio.

Camminava lungo uno dei tanti sentieri battuti dai taglialegna canticchiando una cantilena che conosceva fin da bambina quando udì delle voci. Sorpresa, si voltò in direzione di esse: tra i rami e gli arbusti riuscì a intravedere, poco lontano da lei, un ragazzo e una ragazza seduti di spalle lungo un vecchio tronco riverso a terra. Senza dare nell'occhio, Laraine si nascose dietro un cespuglio di biancospino e osservò più attentamente i due giovani: dal loro abbigliamento intuì che non potevano essere comuni cittadini della capitale.

Nobili.

La nobiltà arcadiana era solita andare a caccia nei boschi che si estendevano per alcuni chilometri a nord della città di Arcadia. Il re stesso ne era appassionato, tanto da farne una riserva. Era consentito accedere in quest'area soltanto a chi aveva ottenuto un permesso firmato dal re, pena una multa salata o la reclusione. Laraine portava sempre con sé il lasciapassare ottenuto grazie alla sua attività di erborista. Loro però, non portavano con sé armi da caccia, eccetto che per una spada, racchiusa in un fodero legato alla cintola del giovane. Concluse che i due si erano appartati con l'intento di stare a debita distanza da occhi indiscreti.

La ragazza si voltò verso il giovane. Gli sorrise e lui ricambiò. Vista di profilo, a Laraine parve bellissima. Portava lunghi capelli del colore del cielo terso che le ricadevano lunghissimi sopra un vestito grigio tortora. Non ebbe alcun dubbio: in lei riconobbe la principessa Mia Gray di Lavenia, la consorte di re Hagen di Arcadia. Il ragazzo che era con lei, invece, non seppe dirlo con certezza.

Dalla sua posizione, riuscì ad ascoltare i loro discorsi.

«Credo che Dave abbia tutte le qualità che ci si possano aspettare da un buon tesoriere. Mi trovo d'accordo con la scelta fatta dal re.» Disse la principessa.

«Dave proviene da una famiglia di banchieri che ha ricevuto il titolo nobiliare solamente da due generazioni. Suo nonno elargì ingenti prestiti alla corona a tassi favorevoli, ovviamente non senza ottenere nulla in cambio.» Rispose il giovane.

«Non volevo entrare nei dettagli della storia della sua famiglia, so bene da dove proviene Dave. Alixandra non fa che parlarmi di lui.» Malinconica, la giovane principessa alzò lo sguardo verso un punto imprecisato davanti a lei. «Loro sono molto fortunati. Entrambi giovani, entrambi innamorati. Perché non sei tu l'uomo che ho sposato quel giorno alla Cattedrale della Dea, Edgar?»

«Mi dispiace non essere stato nella condizione di poter impedire la vostra unione.» Rispose il giovane.

«Non ti devi biasimare. Purtroppo mio padre è stato irremovibile. Hagen Gunther dopotutto è il re di Arcadia, un partito troppo invitante per la sua ultima figlia.»

Edgar strinse i pugni e Mia parve notarlo. «Scusami, non era mia intenzione infastidirti.»

«Sai bene come la penso. Hagen non ha il diritto di sedere sul trono e lo dimostrerò. Sono tornato ad Arcadia per questo. Quando avrò raggiunto il mio scopo, farò in modo che il matrimonio sia annullato.» D'impeto, Edgar attirò a sé Mia Gray e la baciò. Un bacio passionale, che non lasciò spazio ad altre interpretazioni.

Tuttavia, quel bacio non durò a lungo; Mia si staccò da lui e si ricompose. «Se qualcuno ci scopre finiremo nei guai.»

«È un rischio che sono disposto a correre se è per stare ancora un istante accanto a te.»

Mia sussultò, sorpresa da quelle parole. «Nessuno mi aveva mai detto questo prima d'ora.»

Edgar le baciò il collo. «Quello che ti ho appena detto lo penso davvero. Il mio desiderio è starti a canto, Mia. Per sempre.»

«Fino a quanto ci sarà Hagen, sai bene che non sarà possibile.» Rispose con velata tristezza. Fece per rialzarsi, come a voler fuggire da una conversazione diventata ormai opprimente, ma Edgar la trattenne, prendendole la mano.

«Torniamo a casa, o desteremo i sospetti di qualcuno.» Cercò di insistere Mia.

«Hagen rimarrà fuori ancora per qualche giorno e la guardia reale è sotto il mio controllo. Non abbiamo nulla di cui temere.» Le rispose Edgar attirandola di nuovo a sé.

Laraine rimase senza parole. Era appena venuta a conoscenza del segreto che legava insieme i due giovani aristocratici. Se l'avessero scoperta, avrebbero potuto minacciarla, o peggio ancora, passarla a fil di spada. Doveva andarsene. Mosse un passò all'indietro ma ciò fece scricchiolare alcune foglie secche sotto al piede. Prego la Dea affinché non avesse attirato l'attenzione dei due amanti.

Fece per allontanarsi di tutta fretta, ma non appena si voltò, una slanciata figura maschile le si parò davanti. Spaventata, cadde all'indietro. La borsa finì a terra disperdendo gran parte delle erbe officinali raccolte fino a quel momento. Edgar sguainò la spada puntandole la lama contro.

«Chi sei?» Il tono e lo sguardo minaccioso di Edgar terrorizzarono Laraine a tal punto che dalle labbra appena socchiuse non uscì alcun suono.

«Edgar! Che cosa stai facendo?» Intervenne la principessa.

«Stai indietro, Mia.» Le intimò Edgar.

La ragazza sopraggiunse alle sue spalle e ignorò l'avvertimento dell'amato. Vide la giovane a terra e s'indispettì. «Edgar, fermati! Così la spaventerai.» Andò poi in suo soccorso. «Stai bene?»

Laraine annuì. Le parole della principessa l'aiutarono a calmarsi. C'era mancato davvero poco.

Mia notò le erbe medicinali a terra e cominciò a raccoglierle.

«Non toccarle! Potrebbero essere velenose.» La redarguì Edgar.

«Non è necessario che ti comporti così, è solo una ragazza e questo è un fiore di Tormentilla, lo stesso che utilizza Alixandra per prepararti gli unguenti cicatrizzanti quando stupidamente ti ferisci con la spada.» Mia porse il fiore a Edgar affinché lo riconoscesse.

Colto alla sprovvista, Edgar distolse lo sguardo cercando di nascondere l'imbarazzo. Rinfoderò la spada e sciolse la guardia.

Laraine raccolse la sua borsa da terra. «T-ti ringrazio.» Disse alla principessa.

Mia la aiutò a rialzarsi. «Non temere. Sei al sicuro, finché ci sarò io.» Le disse sorridendo.

Laraine arrossì. Vista da vicino, era davvero bellissima: la sua pelle diafana ne risaltava le iridi castane, mentre i suoi capelli si sarebbero potuti confondere con l'azzurro del cielo. Laraine ne rimase incantata. La sua presenza le fece dimenticare la paura e il timore di una rappresaglia nei suoi confronti. Si sentì rassicurata dalle parole della principessa.

«Ci dispiace averti spaventata.»

«Non dovete scusarvi, perdonate invece la mia scortesia.» Laraine chinò leggermente il capo in segno di riverenza. «Non era mia intenzione arrecarvi disturbo. Ora è meglio che vada o non farò in tempo per l'apertura del negozio. Vi auguro una buona giornata.» Fece per voltar loro le spalle ma intervenne di nuovo Mia.

«Ti chiedo di non farne parola con nessuno del nostro incontro. Tanto meno ciò che hai visto.»

Laraine annui. «Il vostro segreto è al sicuro con me.» Nonostante non ritenesse corretto ciò che la principessa stava facendo alle spalle del re, lei non era nessuno per giudicare la sua scelta. Non le doveva riguardare. Si ripromise di tener fede alla promessa fatta alla principessa. 

Si allontanò di tutta fretta senza più voltarsi. 

***

«Mia, come facevi a sapere che quelli erano fiori di Tormentilla?» Disse Edgar.

«Me l'ha insegnato Alixandra. Il suo giardino botanico contiene quasi tutte le specie presenti nel regno. Quella ragazza dev'essere un'erborista.» Si voltò poi verso Edgar. «Andiamo anche noi?» Notò però che lo sguardo del giovane era assorto verso il punto in cui la giovane aveva fatto perdere le proprie tracce. Dopo qualche istante, anche Edgar s'incamminò. 

«Ti sei sporcata la gonna.» Si limitò a dire.

Mia abbassò lo sguardo e constatò il fattaccio. «Oh no!» Esclamò. «Devo tornare a palazzo e cambiarmi d'abito prima che qualcuno sospetti che sono uscita.»

La Strega del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora