Parte seconda, Capitolo 10: La città bianca

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Il gruppo capitanato dal Reinard cavalcò giorno e notte attraversando le lande desolate aalboriane, concedendosi soltanto alcune brevi soste. Per tutto il tempo, Laraine tenne il capo appoggiato sulla schiena di Edgar, stremata dal dolore. Egli comprendeva lo stato d'animo della giovane e si sentiva profondamente in colpa per ciò che era successo. Per questo aveva preferito tacere.

La mattina del quinto giorno di viaggio, finalmente, videro in lontananza la loro destinazione: la città di Aalborg, da cui prendeva nome l'omonimo regno.

Aalborg era conosciuta per le sue immense distese pianeggianti, ma questa non era sempre stata la sua caratteristica predominante; le praterie erano la conseguenza del disboscamento perpetrato per secoli nell'intera regione, prima come parte dell'antico impero di Valesia e in seguito come regno indipendente. La maggior parte del legname ricavato dalle foreste veniva impiegato per la costruzione di grandi navi e per la manutenzione delle palafitte. Nei suoi anni migliori, Aalborg era considerata la prima potenza marinara del continente. Tuttavia, da decenni il porto della città si stava avviando verso un lento e inesorabile declino: il vicino regno di Stara aveva saputo intrattenere scambi commerciali più vantaggiosi con il vicino e fiorente impero di Slesia, lasciando ad Aalborg le briciole. Ma non era stato solo il regno di Stara a conoscere un periodo di crescita economica e di ricchezza: il regno di Dalen, forte della sua posizione, era riuscito a ricavarsi una buona fetta di mercato a oriente grazie al commercio di tessuti e spezie. Inoltre, la flotta di navi da guerra voluta da re Egor Sygrove di Dalen, era tra le più grandi e minacciose del continente, seconda solo a quella di Stara.

La fortuna del regno di Stara e del regno di Dalen non si fermava solo all'arricchimento economico; la morfologia del territorio aveva dato un contributo importante alla crescita dei rispettivi regni. Stara era una regione prevalentemente pianeggiante, con facile accesso all'oceano, così come Dalen. Nonostante il territorio fosse ostile e prevalentemente desertico, i daleniani si erano spostati sulle coste che si affacciano sul Mar Bianco costruendo una seconda città che divenne ben presto la più grande del regno: Sygrovia, in onore dei regnanti di Dalen. Per costruire le loro navi, I daleniani si procuravano il legname a nord, dove il deserto cessava lasciando spazio ai monti e ai boschi. Per trasportare i tronchi fino a valle, si limitavano a sfruttare la corrente del fiume Secco, l'unico dell'intera regione. Aalborg invece, a differenza delle altre città, era sorta su un promontorio a picco sul mare. Gli Aalboriani però, si erano armati di ingegno e a ridosso di esso era sorto il porto della capitale poggiato in parte su palafitte e in parte scavato nella roccia. La pietra estratta dalla cava veniva utilizzata per la costruzione delle abitazioni poste sopra il promontorio. Il caratteristico colore bianco di queste pietre gli valse l'appellativo di città bianca o città di pietra. Un sentiero impervio univa la zona portuale alla città alta.

Reinard e il suo seguito varcarono le porte della città bianca di Aalborg. Davanti a loro si aprì una distesa di candide case di pietra. Tuttavia, molte di esse erano danneggiate o completamente distrutte. Inoltre, le strade erano pressoché deserte. Edgar rimase impressionato dalla desolazione che affliggeva il luogo. Che cosa era accaduto alla città?

Spronarono i cavalli al trotto per le vie della capitale fino a giungere ai piedi di un'imponente costruzione di pietra, la più alta di tutta la città.

«La fortezza aalboriana. Sede del governo di Aalborg e dimora dei loro regnanti.» Disse Reinard.

Così come l'intera città, anche questa portava evidenti segni di una feroce battaglia.

Il comandante fermò il cavallo ai piedi di essa e scese a terra. I soldati della compagnia lo imitarono. Fecero scendere anche Edgar e Laraine.

«Keira, occupati della civile.» Ordinò alla donna dai capelli ramati. Poi si rivolse al resto del gruppo. «Scortate il principe Edgar all'interno.»

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