Capitolo 54: Che io sia all'altezza?

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«Che stia facendo la cosa giusta?» Aleksandar rivolse questa domanda ad Alyssa. L'angelo era giunto silenzioso alle sue spalle. Il giovane tenne lo sguardo rivolto verso il grande lago celeste. Ormai era calata la sera. Le prime luci della capitale si erano già accese riflettendosi tra le increspature dell'acqua. Dopo aver esposto il piano di liberazione del continente, grazie all'appoggio di Barrett e di re Edward aveva poco per volta raccolto il consenso del resto dei presenti. Si augurò che le sue parole avessero quantomeno messo a tacere ogni dubbio e diceria su di lui. Conquistare la fiducia dei presenti era di vitale importanza per la buona riuscita del piano.

«Quando rivelai la mia identità a Barrett, egli decise di vedermi più come una risorsa che come una minaccia. Ho pensato così che era giunto il momento della mia rivalsa. Se si vuole sconfiggere Breanne e Leonide bisogna pensare fuori dagli schemi, perché il pensiero di mio padre si basano proprio su questo: su l'anticonvenzionale.»

Alyssa lo ascoltò in silenzio, infine si pronunciò. «Questo piano è più razionale di quanto si possa credere, e sappi che io lo appoggio, Aleksandar. Lo specchio, infondo, altro non è che l'antagonista della sfera. Un manufatto angelico può essere fermato soltanto da un altro manufatto angelico.»

Un sorrisetto sghembo comparve sul volto di Aleksandar. «Non mi sei d'aiuto così.» Sospirò. «Vorrei che accompagnassi Laraine durante il viaggio.»

«Se lo facessi e il Leviatano si risvegliasse dalle profondità di questo lago, il tuo piano fallirebbe.»

«È vero. Tu non puoi lasciare Lavenia. Non fino a quando la sfera è ancora qui nel continente. Non credevo che Ashrae avrebbe optato per un simile compromesso. Dunque la salvezza è nelle mani di una giovane ragazza. Non ci resta altro che scommettere su ciò che ci è rimasto.»

«Come l'esistenza degli spiriti?»

«Ѐ una scommessa anche quella. A quanto pare, le leggende del continente conosciuto non sono poi dei racconti così distanti la realtà. Il Leviatano ne è la prova.»

«Spero tu abbia ragione.» Alyssa si allontanò lasciando Aleksandar solo con i propri pensieri.

«Me lo auguro, Alyssa. Me lo auguro.» Volse lo sguardo verso il cielo stellato. 

«In un modo o nell'altro, verrai ricordato soltanto perché eri il figlio di Phillip» disse esternando ad alta voce il proprio pensiero. Aveva sempre detestato il fatto di aver vissuto all'ombra del padre per tutti quegli anni. Desidera che gli altri lo riconoscano come Aleksandar Vàlera e non come il figlio di Phillip Vàlera. Se fosse riuscito a sconfiggere Breanne, forse sarebbe stato davvero così.

Mentre gli altri si sarebbero prodigati a respingere l'armata di fantocci, ad Aleksandar sarebbe toccato il compito più difficile. Se tutto fosse andato secondo i piani, avrebbe sfruttato i disordini degli scontri per cercare Breanne. Lui solo poteva riuscirci. Lui solo aveva qualche possibilità di batterla e la gloria sarebbe stata sua.

***

Il giorno della partenza per Laraine era giunto. Avrebbe cavalcato verso l'estremo sud del continente di Valesia attraversando il regno di Aalborg, caduto sotto il controllo nemico. Sentiva il peso della responsabilità; il successo della impresa ne andava della salvezza del continente. 

Il cuore non aveva mai smesso di martellarle nel petto, ma ormai aveva fatto la sua scelta. Aveva accettato di far parte del piano di Aleksandar e non si sarebbe tirata indietro.

Non aveva mai cavalcato in vita sua e Barrett si offrì di darle alcune lezioni. Grazie ai suoi consigli, prese confidenza con una cavalla pezzata, candidata per accompagnarla nel viaggio.

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