Capitolo 37: L'Albero della Vita

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Non c'erano sentieri che guidassero il cammino di Laraine e della donna misteriosa. Ella si era solo limitata a prometterle che avrebbe avuto le risposte che cercava e da allora non aveva più proferito parola. Ogni tentativo di Laraine di instaurare una conversazione con lei cadeva nel vuoto. Da un lato avrebbe voluto lasciar perdere e proseguire per la propria strada, ma dall'altro sentiva che quella donna aveva qualcosa da mostrarle. Inoltre, si erano così addentrate nel bosco che aveva perso completamente l'orientamento.

Camminarono a lungo, tanto a lungo che Laraine ormai non sentiva più le gambe. Si muoveva per inerzia, sfinita da quella camminata che le pareva infinita. Quanto mancava ancora a destinazione? Alzò lo sguardo verso la foresta cupa e spoglia di un inverno ormai inoltrato, in cerca di un barlume di speranza, quando la sua attenzione venne catturata da ciò che intravide oltre a essa. Incuriosita, iniziò a correre senza mai distogliere lo sguardo dal suo obiettivo. Superò anche l'ultimo albero e finalmente uscì dal bosco. Davanti a lei si aprì una distesa acquitrinosa; alcuni tronchi marci emergeva da esso insieme a cumuli di pietre ricoperte di muschio, probabilmente appartenute a vecchie abitazioni. Il tanfo di acqua putrida, nonostante fosse smorzato dalle basse temperature, le provocò un conato di vomito. «Questo posto... è orribile.»

Oltre a essere un luogo inospitale, il cielo grigio e la foschia lo rendevano a dir poco spettrale. Laraine rimase senza parole per ciò che aveva appena scoperto. Iniziò a provare una sensazione che fino ad allora era rimasta estranea a lei. «È come se... Se fossi già stata qui, diverso tempo prima.» Una sensazione di familiarità, dunque.

Mosse alcuni passi verso le rovine. Il terreno ghiacciato dalla neve lascio spazio alla melma e all'acqua. Laraine immerse i piedi fino al caviglie prestando attenzione a ogni passo. Attorno a lei, soltanto macerie.

La donna misteriosa la raggiunse. «Bentornata a casa.»

Il voltò di Laraine inorridì a quelle parole. «Che significa?»

La donna non le rispose e proseguì il suo cammino.

Si fecero strada in quella che un tempo doveva essere una delle vie del villaggio. «Questo luogo, mette angoscia.»

Camminò guardandosi attorno finché non le parve di udire alcune risate infantili. Arrestò il passo, intimorita. «Che cosa è stato?» All'improvviso, davanti a lei, vide due piccole ombre entrare in una casa a due piani il cui tetto era completamente sfondato. Sopra la porta d'ingresso, un'ormai sbiadita e semi bruciata insegna su cui si poteva ancora a intravedere il disegno di un giocattolo per bambini. Aveva tutta l'aria di essere un negozio. Si fece coraggio e andò a esplorarne l'interno. Tra gli scaffali e i mobili a soqquadro vide dei vecchi mattoncini di legno e dei pupazzi di stoffa rovinati dal tempo. Percepì qualcosa di morbido sotto il suo piede. Abbassò lo sguardo e vide che stava calpestando una vecchia bambola. La raccolse da terra; aveva degli spaghi come capelli e dei bottoni come occhi. Indossava un vestito semplice di pezza rosa sbiadito e logoro. Delle nuove risate attirarono la sua attenzione, rialzò lo sguardo per capire chi fosse e rimase senza parole; il locale si era animato di bambini festosi accompagnati dai propri genitori. Il negozio era diventato luminoso e i giocattoli erano riposti con ordine negli scaffali. Lasciò cadere a terra la bambola, incredula. D'impeto, uscì dalla casa del giocattolo; il sole splendeva sulla via lastricata di candide pietre di fiume del villaggio e numerose persone la affollavano. Chi si soffermava nelle botteghe per gli acquisti o chi semplicemente per parlare.

«Era così un tempo?»

Teneva alto lo sguardo senza badare a dove mettesse i piedi finché non inciampò. Mise le mani a terra per evitare di cadere rovinosamente, ma le sentì sprofondare su qualcosa di molle e viscido. Inorridita, le ritirò. La quotidianità del villaggio svanì ritrovandosi si nuovo immersa nell'acquitrino. Stava sognando a occhi aperti o era stata la sua immaginazione? Eppure, poco prima il villaggio le pareva così animato da sembrarle vero.

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