Capitolo 14.1: Preparativi

38 7 9
                                    

Dalla sala del trono si levò il brusio incredulo dei presenti. Julien fissò smarrito il contenuto dello scrigno. Cadde sulle ginocchia.

Sirio lo soccorse. «Principe!»

«Prima mio padre, poi mio fratello Rodnis e ora Alen.» Disse Julien con voce sommessa, il suo volto lasciò trasparire il peso emotivo del momento. «Ciò che è accaduto ad Alen può significare solo una cosa.» Guardò Sirio negli occhi.

«Guerra.»

Reinard emerse dalla folla sguainando la spada. «Circondate il soldato, è un ordine!» Urlò. Raggiunse poi l'armigero benicassiano e gli puntò l'arma contro. «Chi è stato a fare questo? Parla! O ti riserverò lo stesso trattamento che ha subito il principe di Aalborg!»

Il soldato non si scompose rimanendo impassibile anche di fronte alle minacce del comandante dell'esercito aalboriano.

«Parla ho detto!»

All'improvviso, la testa del soldato cominciò a ruotare in modo innaturale, fece un giro su se stessa fino a quando il collo non si spezzò. La testa cadde a terra frantumandosi in piccoli pezzi, seguita dal resto del corpo. Sotto l'armatura, soltanto cocci di terracotta. Urla di spavento si levarono ai lati della sala.

Sirio, che aveva assistito a tutta la scena, rimase impressionato. «Un altro dei loro soldati fantoccio!»

Reinard scosse i resti dell'armigero benicassiano. «Una pedina più che sacrificabile. Si prendono beffe di noi.»

«Sirio.» Intervenne Julien alle sue spalle. «Fa uscire tutti quanti. Esigo che rimaniate soltanto tu e Reinard.»

Si fece avanti un uomo calvo e minuto in veste nobile. «Mio principe, ritengo sia più opportuno discutere dell'accaduto fra tutti i membri del Gran Consiglio.»

«Il nostro principe desidera che per ora vi asteniate. Come potete vedere è ancora scosso dal momento. Avremo modo di parlarne in separata sede, tra non molto. Vi prego di non insistere.» pronunciò solenne Sirio. «Raduna tutti i membri del consiglio del re rimasti e attendete il nostro arrivo alla Sala Rotonda

«Come desiderate.» Rispose il consigliere, senza insistere oltre. Diede un ultimo sguardo ai resti a terra e si avviò verso l'esterno insieme a tutti gli altri. Edgar era tra loro.

«Principe Edgar Gunther di Arcadia.»

Sorpreso, Edgar si voltò in direzione della voce che lo aveva chiamato.

«Vorrei che anche tu rimanessi.» Disse Julien.

Dopo essersi accertata che tutti avessero lasciato la sala, Keira fu l'ultima a uscire. Il suo sguardo lasciò intendere tutta la sua preoccupazione.

Rimasti soli all'interno della sala del trono, Julien si avvicinò al manufatto. Passò la mano sul volto del fratello chiudendogli gli occhi. «Ti vendicherò, fratello. Fosse l'ultima cosa che farò in vita mia.» Chiuse lo scrigno e si rivolse ai presenti. «Con questo spregevole atto, il regno di Benicassia ci dichiara guerra. Non rimarremo indifferenti. Risponderemo all'oltraggio subito con le armi. Reinard, conto su di te per l'organizzazione delle forze militari. Sirio, ti affido la difesa della capitale.»

«Ai vostri ordini, principe Julien.» Risposero in coro i fidati consiglieri.

«Hai mai sentito parlare della strega?» Disse infine rivolgendosi a Edgar

"La strega?" Era la prima volta che sentiva di un simile appellativo.

«Corre voce che sia una servitrice di Leonide Regan. Una donna singolare che non si separa mai dalla sua sfera. Ne ignoro il nome, ma a quanto pare gioca un ruolo di tutto rispetto nel piano di riconquista degli otto regni di Alein.»

Edgar non conosceva questo dettaglio. Rifletté per qualche istante soffermandosi a osservare il corpo a terra del soldato. Gli tornarono alla mente le parole di Keira di quella sera, al villaggio di Kirca: "tra loro era presente anche una donna. Fu lei a togliere la vita al re di Aalborg senza che io potessi fare nulla per fermarla."

«Non escludo che possa esserci lei dietro alla creazione dei fantocci di Alein.» Disse Julien.

«L'esercito di Alein va oltre l'umana comprensione e rischia di creare un abisso tra la nostra potenza di attacco e la loro.» Aggiunse Reinard. «Per questo, se riuscissimo a catturarla, siamo certi che infliggeremmo un duro colpo al piano di conquista di quel folle.»

Le parole di Julien e Reinard alimentarono la speranza in Edgar. Un altro piccolo tassello era stato aggiunto al quadro delle informazioni in suo possesso. Se le assunzioni di Julien e Reinard si fossero rivelate vere, La strega poteva rivelarsi un punto di forza ma anche un punto di debolezza per Alein. Senza di lei, non sarebbe più apparso inarrivabile come ora.

«Non nego che se Leonide dovesse sferrarci un nuovo attacco, saremmo in seria difficoltà. Per questo volevamo appellarci al vicino regno di Lavenia, ma non abbiamo la certezza che Alen vi sia davvero giunto.» Concluse Julien. Il giovane principe si afferrò la manica del braccio mancante, stringendola. «Tuttavia, il passato non può essere cambiato e non ho alcuna intenzione di arrendermi. Lotterò fino allo stremo, vendicherò mio padre e i miei fratelli, dovessi arrivare a utilizzare la capitale come campo di battaglia.»

Edgar fissò Julien sgomento. «Sei disposto a mettere in pericolo la vita degli abitanti della città di Aalborg?»

«Come avrai già notato, ancorati al porto ci sono tre velieri e in queste ore ne arriveranno altri due di ritorno dalla Slesia. Se dovesse sopraggiungere il peggio, sono pronto a evacuare l'intera città imbarcandola sulle navi per poi spingerle a largo.»

«Siamo in forte svantaggio numerico, sfruttare le alte mura della città alta ci garantirà protezione. Una battaglia in campo aperto si tramuterebbe in un'inutile carneficina. Apposteremo i nostri più abili arcieri, costruiremo catapulte e prepareremo barili di olio incandescente.» Aggiunse Sirio.

«Ognuno farà la propria parte al meglio. Sarà difficile ma voglio credere che non sarà impossibile.» Si rivolse infine a Edgar. «Reinard mi ha informato della tua buona condotta e del successo della missione al villaggio di Chirca dando prova delle tue abilità. Non ti chiederò di schierarti tra le fila del mio esercito, ma come dicesti il giorno del tuo arrivo ad Aalborg, il nemico ci accomuna ed è nell'interesse di entrambi che venga fermato. Se sceglierai di scendere in campo, ti verrà garantita la libertà in modo tale che potrai raggiungere Lavenia come meglio credi. Non posso provare che tu sia un assassino o meno, ma se respingeremo l'esercito di Leonide, godrai della mia fiducia e della mia protezione. È il massimo che posso garantirti, sempre che ne usciremo vincitori.»

Seguì un momento di silenzio in cui si guardarono negli occhi.

Julien Tisdale sarebbe stato un prezioso alleato da schierare contro Edward Gray. L'unico ostacolo era respingere l'armata di Alein. Il successo di questa impresa era tutt'altro che scontata. La caduta di Aalborg avrebbe significato un'altra vittoria di Alein ed Edgar voleva impedirlo a ogni costo. Disperata o meno che fosse quest'impresa, se avessero sconfitto l'esercito benicassiano, gli altri regnanti avrebbero riconosciuto il suo valore. Valeva la pena rischiare. «Accetto, Julien Tisdale. Combatterò al vostro fianco.»

Julien annuì in segno di approvazione. «Reinard, Sirio. Raggiungete la Sala Rotonda. Gli altri membri del Gran Consiglio ci attendono. Io mi unirò più tardi. Devo prima prendermi del tempo per riflettere.» Raccolse lo scrigno da terra e lo strinse al petto come a voler proteggere un piccolo tesoro. Voltò le spalle ai presenti e abbandonò la sala.

La Strega del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora