Capitolo 32: Cattura

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Quando Aleksandar alzò lo sguardo dal manoscritto che stava leggendo, si accorse che era già notte fonda. Era stato incaricato da Barrett e re Edward di creare un piano d'invasione del regno di Benicassia. l'idea era stata sua e c'era da aspettarselo. Si era così messo all'opera, ma più affrontava ogni dettaglio più si rese conto di quante variabili dovesse prendere in considerazione per il successo del piano.

"Mio padre non avrebbe avuto alcuna difficoltà, conosce ogni singola città, ogni catena montuosa, ogni lago fiume e tutti gli schieramenti dell'intero continente. Conosce vantaggi e svantaggi di ogni campo di battaglia, conosce le relazioni diplomatiche che potrebbero portare maggior vantaggi, tesse rapporti di fiducia con le sue pedine e riesce a muoverle a suo piacimento. È questa la differenza tra me e lui. La dedizione lo ha portato a essere il migliore. Che speranze ho di batterlo? Mentre io rifletto su un piano lui avrà già pensato il modo per contrastarlo. Mio padre è geniale e io non posso fare nulla contro di lui."

Si lasciò avvolgere dalla calda coperta dello sconforto. «Forse dovrei lasciar perdere e fuggire di nuovo.» Esternò il suo pensiero ad alta voce. Mentre questa idea si fece largo a macchia d'olio sulla sua mente ripensò al suo passato. Sorrise, ma quello era un sorriso amaro.

"A ripensarci bene, tutto ebbe inizio in un luogo molto simile a questo. La biblioteca reale di Benicassia, culla della conoscenza della Valesia." Circondato da manoscritti, Aleksandar si sentiva a suo agio, amava leggere, ma le vicissitudini degli ultimi anni lo avevano allontanato da questi luoghi. Anche la biblioteca reale di Lavenia era ben fornita ma a differenza di Benicassia, la storia laveniana era di epoca recente. "Non sarò mai geniale come mio padre. Non ho qualità e sono sempre stato piuttosto mediocre in tutto, ma c'è una cosa che mi differenzia da lui."

Aleksandar si levò in piedi, prese il manoscritto sotto braccio e si diresse verso l'uscita. Quando apri la porta lo scenario che gli si presentò di fronte lo lasciò sgomento: le due guardie incaricate da Barrett di scortarlo erano state assassinate. Davanti a lui due uomini in nero. Indietreggiò intimorito, ma alle sue spalle sopraggiunsero altri due uomini. Lasciò cadere il manoscritto a terra e cercò di mantenere la calma. «Avete fatto presto. D'altronde, mio padre non si smentisce mai.» Alzò le mani in segno di resa. Aveva sperato di avere più tempo a Lavenia prima che suo padre lo trovasse. Speranza inutile, dopotutto, lui era il migliore. Si diede dello stupido per aver anche solo osato sperare. Aveva detto tutto ciò che sapeva sul regno di Benicassia, ma non era riuscito a dare un piano per la conquista di Benicassia a Barrett e a Edward. Non aveva fatto abbastanza. Se ne avesse avuto l'occasione, avrebbe rimediato.

«Sono pronto a pagare le conseguenze se il risultato sarà fermare Breanne.» Sorrise.

"Mi dispiace, ma la conquista di Benicassia dovrà attendere ancora un po'."

I soldati immobilizzarono Aleksandar. "Alyssa, lascio tutto nelle tue mani. Ti affido Lavenia. In mia assenza sono certo farai un ottimo lavoro."

Non gli restava che pensare alla sorte che gli avrebbe riservato suo padre. I soldati si avventarono su di lui sferrandogli calci e pugni. Aleksandar non reagì.

Sapeva che svelando la sua vera identità avrebbe avuto le ore contate, ma non gli era venuto in mente un altro modo per essere credibile agli occhi di re Edward. Anche in questo si era rivelato mediocre.

Un pugno guantato gli finì sul muso, tramortendolo. Poi un altro.

«Sai, padre. A differenza tua, io non ho più nulla da perdere.»

Si accorse di non provare più dolore. Chiuse gli occhi e si abbandonò tra le fauci del nemico.

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