Capitolo 1.2: L'erborista

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«Come sarebbe a dire "chi è Edgar"?» Emi alzò la voce per lo stupore.

Laraine fece cadere a terra una fiala di vetro. Spazientita, si rivolse alla ragazza. «Oh, insomma! Se alzi la voce in questo modo mi spaventi!»

Emi era l'amica d'infanzia di Laraine. Avevano la stessa età e si erano conosciute in uno degli istituti di formazione per i ceti meno abbienti della capitale. La ragazza, però, non aveva avuto la possibilità di terminare gli studi. La sua era una famiglia umile che lavorava la terra appena fuori le mura della città di Arcadia. Il lavoro della campagna aveva reso il fisico di Emi statuario e costantemente abbronzato. I suoi occhi erano azzurri e contrastavano con la sua carnagione scura e i capelli corvini che teneva corti per praticità. Non appena arrivava il giorno libero, fuggiva in città dall'amica per chiacchierare delle ultime novità.

«Davvero non lo ricordi? Non è certo il tipo da mostrarsi spesso in pubblico, ma un biondino del genere non passa certo inosservato.» Sorrise maliziosa Emi.

Laraine si accucciò a terra per raccogliere i pezzi di vetro. Si sentiva stupida agli occhi dell'amica, ma non riusciva davvero a ricordare.

Emi sedette su uno sgabello, appoggiò un gomito sul tavolo e si sorresse il viso con il palmo della mano. Sospirò. «Sei davvero senza speranze. Edgar è il principe di Arcadia.»

«Ahi!» Laraine si ferì con un vetro rotto. «Principe hai detto?»

Emi prese una tovaglietta dal tavolo e la porse all'amica. «Sì, ed è il nipote di re Hagen Gunther di Arcadia.»

Il volto della ragazza assunse un'espressione comparabile a quella di un pesce lesso. Laraine non era solita immischiarsi in dicerie, oltre al fatto che non le era mai importato di conoscere i dettagli della famiglia reale. Per questo c'era la maestria di Emi.

«Lasciami dire che tu vivi in un mondo a parte.» Disse scherzosamente l'amica.

Laraine ripensò all'incontro nel bosco avvenuto soltanto poche ore prima. Più rifletteva, e più era consapevole che quel volto al fianco della principessa di Lavenia, lo aveva già visto...

Circa due anni prima, alla Cattedrale della Dea, nel cuore della città di Arcadia, si celebrò il matrimonio tra il re di Arcadia, Hagen Gunther e la principessa di Lavenia, Mia Gray. In quell'occasione, furono presenti i reali della famiglia Gray e Gunther oltre a una fitta schiera di nobili e rappresentanti dei diversi regni. Quel giorno, Emi e Laraine, poco più che quindicenni, si fecero largo tra la folla in festa cercando di avvicinarsi il più possibile alla prima fila dove, di lì a poco, sarebbe passata la carrozza reale che avrebbe scortato il re e la principessa all'interno del palazzo reale per il proseguo dei festeggiamenti. Le due ragazze attesero con impazienza il sopraggiungere del corteo e quando finalmente riuscirono a scorgere la principessa, ne rimasero estasiate: l'abito nuziale di Mia Gray era incantevole, il sogno di ogni ragazza. Ricco di ricami e pizzi con un lunghissimo strascico bianco. A coprirle il volto, un velo semitrasparente trattenuto sul capo da una tiara tempestata di pietre preziose. Ad aprire il corteo, due cavalli bianchi cavalcati rispettivamente dall'allora principe ereditario del regno di Lavenia, Edward Gray e da Edgar Gunther, entrambi in sontuosi abiti cerimoniali e lunghi mantelli. I due principi si portavano appresso il vessillo delle loro rispettive casate di appartenenza: l'ermellino marrone su sfondo azzurro dei Gray e la fanciulla danzante su sfondo bianco e azzurro dei Gunther.

«Edgar è il sogno proibito di ogni ragazza» sospirò Emi con occhi sognanti. «Giovane, avvenente, e con un passato misterioso.»

La giovane era un fiume incontenibile di emozioni, ma Laraine ormai non la stava più ascoltando. La sua attenzione era rivolta alla principessa consorte e al segreto che aveva deciso di custodire. Di certo, se lo avesse detto all'amica, presto lo avrebbe saputo l'intera città, e per il principe Edgar e la principessa Mia ci sarebbero stati solo guai.

Scacciò quel pensiero dalla mente e si concentrò sul lavoro. Quel pomeriggio approfittò della scarsa affluenza di clienti per mettere ordine nel laboratorio e fare il punto delle erbe medicinali che scarseggiavano. Emi si offrì di darle una mano. Chiuse il negozio a ora di cena e tornò nel suo piccolo appartamento al terzo piano dello stesso edificio. Gettò il camice e la borsa delle erbe sopra il letto e si affacciò alla finestra. Era l'imbrunire e le fiaccole nel castello erano già state accese. Sospirò. 

"Chissà come dev'essere la vita a castello per la principessa Mia. Una vita sfarzosa, ma anche molto infelice. Sposare l'uomo che non si ama per imposizione e intrattenere una relazione segreta con Edgar Gunther. Mi auguro non le accada nulla di spiacevole..."

Quella sera le mancò l'appetito. Presa dalla stanchezza, si adagiò sul letto e chiuse gli occhi.

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