Capitolo 5.2: Conoscenza

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Laraine era rimasta colpita dalla resistenza del giovane principe. Una ferita simile avrebbe potuto uccidere un uomo qualsiasi in preda alla febbre e agli spasmi.

Quel ragazzo era davvero fuori dal comune.

Nell'attesa che il suo paziente si riprendesse, volle ritornare al magazzino del suo laboratorio. I suoi iniziali timori divennero fondati. Delle scorte non era rimasto praticamente nulla, soltanto mensole rotte e pensili gettati a terra. Tutto era stato messo a soqquadro durante la rappresaglia benicassiana.

Nel laboratorio era racchiusa tutta la sua infanzia e i ricordi più belli vissuti con il padre venuto a mancare soltanto pochi mesi prima. L'attività di erborista era il suo unico sostentamento ed era grazie al suo lavoro che riusciva a condurre una vita dignitosa senza troppe preoccupazioni. Dopo quanto accaduto, però, non era più certa di questo.

Tornò malinconica al suo appartamento e sedette a tavola. Non le restava più niente e non aveva i soldi a sufficienza per riacquistare tutto il materiale perduto. Ammesso che ci fossero stati dei clienti, non avrebbe potuto fare molto per aiutarli. Si prospettavano tempi difficili nella capitale. Incrociò le braccia sul ripiano e nascose il volto. Chiuse gli occhi...

Una giovane figura femminile passeggiava nel prato circondata da fiori ancora chiusi, avvolti nelle sepali. Era rivolta di spalle e suoi lunghi capelli biondi volteggiavano sospinti da una brezza leggera. Proseguì il suo cammino fino a giungere ai piedi di un santuario, una struttura di pietra bianca con grandi monofore e un soffitto a volta d'ogiva. Non c'erano vetri e i rampicanti si erano impossessati di buona parte dell'edificio. La giovane arrivò ai piedi di un grande albero privo di foglie e con tanti boccioli rosa ancora chiusi. Incrociò le mani al petto e cominciò a intonare un canto celestiale.

L'effetto del suo canto, fece sbocciare i fiori: mille tonalità accese tinsero il prato e i fiori all'interno del santuario.

Terminò con un lungo acuto e si voltò. Mosse le labbra. Cosa voleva dire?

«Non ti sento. Cosa vuoi dirmi?» Chiese Laraine.

«Ti sto aspettando.»

Quando Laraine si risvegliò, notò che era già notte fonda.

"Era solo un sogno..."

Si stiracchiò e il suo pensiero andò all'ospite nella stanza accanto. Notò, però, che ci fosse un silenzio innaturale. Entrò per scrupolo e vide che era vuota.

«Edgar! Dov'è finito?»

Era gravemente ferito, non poteva essere andato lontano, forse era ancora in tempo per fermarlo. Muoversi per le vie della città avrebbe solo aggravato la sua condizione fisica.

Non ci pensò due volte e si precipitò in strada. Si guardò attorno, con la speranza di ritrovarlo. All'improvviso, si sentì afferrare per un braccio. Si voltò, spaventata; Edgar la strattonò costringendola a correre. Lo vide più volte guardarsi alle spalle. Da chi stava fuggendo?

«Dove stiamo andando?»

Edgar non le rispose. Si allontanarono dalla via principale prendendo una strada secondaria, ma non appena svoltarono l'angolo, vennero circondati da quattro uomini in armatura arcadiana. Edgar lasciò la presa su Laraine ed estrasse la spada. «Non allontanarti da me.» Le intimò.

Laraine annuì, incredula. «Perché dei soldati alleati ci attaccano?»

«Gli uomini del re mi stanno dando la caccia. Non mi sarei dovuto fermare, avrei evitato di coinvolgerti inutilmente.»

«Per quale motivo ti cercano?»

«Più tardi ti darò una spiegazione, ora occupiamoci di loro.» Gli armigeri si fecero avanti, armi in pugno. Edgar si sbilanciò in avanti andando in contro al primo, deviò il fendente che gli arrivò contro e contrattaccò, la lama di conficcò all'altezza del petto e l'armigero cadde a terra, esanime. Contrastò poi il secondo evitando i suoi attacchi, indietreggiò e lo aggirò assestandogli un colpo fatale alla schiena. Passò poi al terzo: parò il primo fendente ed evitò un secondo affondo, trovò un punto scoperto nella guardia nemica ed attaccò ferendolo a un braccio, infine gli aprì uno squarcio in pieno petto. Senza fermarsi, si scagliò contro l'ultimo armigero colpendolo al ventre.

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