Capitolo 21: Regnanti e uomini d'arme

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"Prendi questa spada e torna ad Arcadia, Edgar..."

Edgar strinse tra le mani il fodero che racchiudeva la spada del suo defunto maestro. Gli intarsi dorati su sfondo azzurro rifletterono la fioca luce delle candele utilizzate per illuminare la stanza. Abbassò lo sguardo fino a chiudere gli occhi.

Quella spada era l'oggetto più prezioso che possedeva, dono del leggendario mercenario Van Ryder. La vista di Cedric Gray aveva riportato a galla ricordi di un tempo, quando non faceva che viaggiare tra i campi di battaglia sparsi per tutto il continente al fianco del mercenario, fino al tragico epilogo, in terra slesiana; Van cadde in battaglia dopo aver sottomesso più di cento nemici per mano di chi, da lì a poco, sarebbe stato insignito del titolo di imperatore di Slesia.

Fu un errore di valutazione quello che portò alla morte Van ed Edgar non riuscì a fare nulla per salvarlo. Non avrebbe mai scordato le ultime parole di Van; in un certo senso fu lui stesso a spingere Edgar ad abbandonare la compagnia di Cedric per tornare ad Arcadia.

Riaprì gli occhi e si passò distrattamente una mano sulle bende che coprivano la ferita infertagli dall'ascia bipenne del mercenario. Si era liberato della vecchia armatura arcadiana e, su consiglio di Barrett, se ne era disfatto.

"Se sei fuggito da Arcadia vestito in quel modo, sarà più facile individuarti per chi ti sta cercando" gli aveva detto.

Il Primo Consigliere del re gli aveva così procurato dei semplici abiti da viandante in previsione del viaggio che avrebbe affrontato: una maglia di cuoio protettiva sotto una comoda tunica di lino, alti stivali scuri, un mantello e delle brache pesanti. Indumenti che aveva indossato una volta che Serena gli aveva ripulito la ferita e ricucita con qualche punto di sutura. Era stato poi scortato da Ren fino agli appartamenti del Primo Consigliere del re in attesa del ricevimento.

Dopo la partenza dal campo profughi Aalboriano non si era fermato un solo istante. Aveva camminato per miglia, sotto la custodia dei cavalieri laveniani. Era esausto, ma il dovere di fermare Alein IV prevaricava ogni cosa. All'alba del giorno che sarebbe arrivato, sarebbe ripartito alla volta di Aleksin.

Ren attendeva in disparte in silenzio. Finalmente, dopo diversi minuti di attesa, le porte dello studio di Barrett si aprirono. Non appena Edgar e Ren furono dentro si richiusero per mano di un maggiordomo.

Barrett se ne stava seduto dietro la scrivania. Scrutò i giovani e infine esordì. «Voglio farti alcune domande, Edgar Gunther. Prima di espormi nei tuoi confronti con re Edward, devo essere certo che tu dica il vero.»

Edgar annuì. Non aveva motivo di nascondere la verità a Barrett. Finalmente aveva ottenuto la sua attenzione. Come avevano previsto Alixandra e Dave, Barrett Wolf era un uomo rigoroso e disposto a scendere a compromessi. Lavenia era fortunata a poter contare su di lui.

«Edgar Gunther di Arcadia, che legame hai avuto con Cedric?»

«Sono stato suo sottoposto per quindici anni.»

«Un tempo lunghissimo e per giunta sei ancora giovane, perché entrasti a far parte della sua compagnia di mercenari? Sei il principe di Arcadia, che motivo avevi di spingerti a svolgere quel genere di vita?»

Almeno Barrett conosceva la verità su Cedric. La cosa lo confortò. A quel vecchio a quanto pare, non sfuggiva quasi nulla.

«Ero ancora un bambino quando Van Ryder, mercenario al servizio di Cedric, mi prese sotto la sua ala protettiva. Ho sempre creduto di essere un orfano della città di Arcadia, ma prima di morire, Van volle dirmi la verità: appartenevo alla dinastia dei Gunther e mia madre era l'erede al trono di Arcadia.»

«Tricia Gunther.» Pronunciò Barrett con stupore. «Venni a conoscenza del terribile incidente del quale fu vittima...»

«Non fu un incidente.» Rispose prontamente Edgar. «La notte in cui morì mia madre, Van cercò di salvarla rapendola dal palazzo arcadiano. Conosceva il rischio che stava correndo. Hagen Gunther bramava il trono di Arcadia. Fece appiccare un incendio a palazzo facendo credere a tutti che fosse stato un incidente. Tricia morì nel rogo, ma io mi salvai grazie a Van.

«Non avrei mai immaginato che Hagen fosse capace di una simile vigliaccheria.»

«Hagen è disposto a scendere a patti con il proprio conquistatore pur di tenersi stretto lo scranno di Arcadia.» Disse Edgar con amarezza.

«Non mi è mai piaciuto e re Austen non volle darmi ascolto.» Barrett girò le spalle a Edgar e si affacciò alla grande vetrata che inondava della luce del tramonto l'intero studio. «Tutto si spiega.» Disse infine. «E dimmi, qual era il tuo rapporto con Mia Gray?»

Edgar rimase titubante sulla risposta da dare al Primo Consigliere del re di Lavenia. Notando l'indecisione del giovane principe, Barrett rincarò la dose. «Corre voce che foste amanti.»

Edgar non si stupì. Del resto c'era da aspettarsi che Hagen e Alein IV avessero informato re Edward Gray della sua relazione con Mia. Se non erano riusciti a toglierlo di mezzo, si erano quantomeno posti l'obiettivo di rendergli la vita un inferno.

«Sì, è così. Mia odiava ogni singolo giorno che trascorreva a palazzo. Mi chiese protezione dai soprusi di Hagen. Credimi che non avrei mai fatto del male a Mia. Ho cercato di fare il possibile per salvarla, ma non è bastato.»

«Bambina mia...» Disse Barrett affranto.

Edgar non poté vedere il volto di Barrett, ma dal profondo silenzio in cui si rintanò era evidente che fosse profondamente afflitto per il destino infelice a cui era andata incontro la giovane principessa.

«Ho un'ultima domanda, principe Edgar.» Pronunciò infine Barrett voltandosi di nuovo verso di lui. «Per quale motivo vi siete lasciato prendere in ostaggio dai miei uomini senza opporre resistenza?»

«Dopo la fuga da Arcadia, incontrare voi e re Edward era diventato il mio obiettivo. Sapevo che sarebbe stata una scommessa a causa delle pesanti accuse che mi sono state rivolte. Tra i regni non ancora conquistati da Alein, Lavenia è il più coinvolto dalle sue malefatte. Lo testimonia la perdita di Raella e Mia. Alein IV è un bravo manipolatore e il suo piano è riuscito alla perfezione. Accusandomi dell'assassinio di Mia, ha spostato l'attenzione di Edward su di me e questo gli ha permesso di muoversi indisturbato conquistando Aalborg. Alein IV è un uomo spietato, senza remore, né pietà.»

«Ciò che dici corrisponde al vero. La tua scommessa si è rivelata vincente. Tuttavia, agendo come hai fatto, hai messo a repentaglio la tua vita e quella della persona che ti accompagnava. Un azzardo che poteva costarti caro. La prossima volta potresti non essere così fortunato. Questa è una battaglia tra regnanti e uomini d'arme, Edgar Gunther. Tieni i civili fuori da questa storia. Loro non hanno colpe.»

Quelle parole risuonarono per Edgar come un ceffone in pieno volto. Barrett aveva ragione su ogni fronte. Era stato un vero incosciente nei confronti di Laraine.

«Durante lo scontro con Cedric ho giurato che mi sarei allontanato da lei, per sempre.»

«È la scelta migliore per entrambi.»

Edgar abbassò lo sguardo. «Desidero che almeno lei sia al sicuro.»

«Ed è per questo che rimarrà al castello di Lavenia fino a nuovi ordini, sotto la mia protezione.»

Edgar si sentì sollevato. Barrett aveva dimostrato di essere un uomo di parola. Avrebbe protetto Laraine molto meglio di quanto lui stesso era riuscito a fare. Strinse i pugni, consapevole di dover fare i conti con la realtà: da solo riusciva a malapena a proteggere se stesso.

«Direi che ho raccolto sufficienti informazioni. Queste mi serviranno per rendere conto delle mie azioni al re. Il motivo per cui ti ho fatto venire fin qui è perché anch'io, come te, voglio impedire che l'intero continente ripiombi nel caos della guerra. Per questo desidero che ti rechi ad Aleksin e concludi un'alleanza. Dovrai essere convincente agli occhi di Johan Ayne, così come lo sei stato con me. Tu solo tra noi hai visto con i tuoi occhi gli orrori perpetrati da Alein ad Aalborg. Conosci il suo piano e i mezzi di cui dispone per raggiungere i suoi scopi. Johan è un uomo intelligente, nonché mio amico. Sono certo che accetterà di buon grado la tua presenza a corte quando gli racconterai la tua esperienza.»

«Ti ringrazio per la fiducia, Barrett.»

«Ringraziami sono quando ti avrò ridato la libertà.»

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