Capitolo 16: Dopo la battaglia, la pioggia

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«Terra in vista!» Gridò il marinaio posto sulla cima dell'albero maestro.

I più curiosi uscirono da sottocoperta e si affacciarono ai margini del grande veliero. Laraine si sporse dal parapetto, aguzzò la vista e finalmente la vide: dopo sei giorni di navigazione in balia del mare mosso e della pioggia battente, la terra ferma apparve davanti ai suoi occhi. Una goccia di pioggia le picchiettò il dorso della mano. Alzò lo sguardo al cielo, assorta. «Minaccia ancora di piovere.» Il cielo plumbeo che si stagliava sopra di lei la rese ancora più malinconica.

Pochi giorni dopo l'avvertimento di Edgar, giunse alla città bassa un giovane ragazzo scortato da un esiguo seguito di uomini armati. Indossava un lungo mantello grigio sopra una tunica nera e delle braghe dello stesso colore. Le genti, incuriosite, si radunarono attorno a lui. Anche Laraine si avvicinò. I soldati al suo fianco lo annunciarono come il principe di Aalborg Julien Tisdale. Il principe scelse di non usare mezzi termini: era giunto per chiedere la collaborazione di tutti i suoi sudditi perché la minaccia di un nuovo attacco da parte del regno di Benicassia si era fatta concreta. L'intera capitale sarebbe stata evacuata per ragioni di sicurezza e fatta imbarcare sui velieri ancorati al porto. Soltanto quando il pericolo fosse venuto meno, le grandi navi avrebbero fatto ritorno alla capitale. Si disse pronto per fare tutto ciò che era in suo potere per proteggere il suo popolo.

Con quelle parole, Julien stava indirettamente chiedendo al suo popolo di avere fiducia in lui e nei soldati che avrebbero difeso la capitale. Tuttavia, la motivazione che spinse Julien a far evacuare la capitale era ben diversa da come la raccontò quel giorno: la probabilità di vincere la guerra era troppo bassa. Difficilmente gli aalboriani avrebbero fatto ritorno a casa.

Cominciò a soffiare un forte vento che costrinse Laraine a ritrarsi all'indietro: per poco aveva rischiato di finire in mare.

I primi grandi velieri gettarono l'ancora vicino alla costa soltanto nel tardo pomeriggio. Gli aalboriani vennero fatti salire su piccole scialuppe e condotti a riva. Quando fu il turno di Laraine, volle scendere a terra con le proprie gambe. Aveva abbandonato le stampelle soltanto da pochi giorni e provava ancora fastidi alla gamba, ma niente a confronto con quanto aveva provato soltanto poche settimane prima. Fu sollevata nel poter toccare finalmente la terra ferma, non sapeva nuotare e le burrasche dei giorni scorsi le avevano fatto temere il peggio.

Si guardò attorno, spaesata: di fronte a lei una distesa pianeggiante e verde, circondata ai lati da un bosco di conifere. Non aveva la benché minima idea di dove si trovasse. Mossa dalla curiosità, lo chiese a un giovane marinaio intento a sistemare alcune funi nei pressi di una scialuppa attraccata in riva al mare.

«Sapresti dirmi dove ci troviamo?»

«Sono informazioni che non potrei rivelarti.» Rispose. «Ma se prometti di tenere chiuso il becco potrei fare un'eccezione per una bella signorina come te.» Le disse facendole l'occhiolino.

«Allora preferisco non saperlo.» Rispose accigliata Laraine.

«Va bene, va bene. Non te la prendete.» disse il marinaio. «In questo momento ci troviamo sul versante ovest del continente di Valesia, Abbiamo circumnavigato il regno di Aalborg, oltrepassando la Scogliera delle Sirene e poi abbiamo virato a nord. Ci troviamo in territorio laveniano.»

«Laveniano, hai detto?» Lariane fu sorpresa nel sentire quelle parole. Ormai era vicina all'obiettivo, ma dato che era rimasta sola, aveva ancora motivo di recarsi fino alla capitale?

«I regnanti di Lavenia presto capiranno la situazione in cui versa il popolo aalboriano e verranno in nostro soccorso.» Proseguì il marinaio. «Del resto, la principessa Raella Gray era la figlia del vecchio re di Lavenia, prima di sposare il principe Rodnis Tisdale.»

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