Capitolo 57: La resa dei conti

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Alexandar varcò la soglia del santuario della Dea. Se c'era un luogo in cui avrebbe potuto trovare Breanne, era proprio quello. 

Diversi anni prima, Breanne vi si recava spesso in preghiera, insieme al suo amato sovrano Alein III.

La devozione di Alein III verso le divinità era nota in tutto il regno e si vociferava fosse stato proprio grazie all'influenza di Breanne.

Il suo intuito non fallì. La strega del male era seduta nel suo inginocchiatoio di fronte a un'imponente statua raffigurante la dea Ellaria. La sfera era stata posta ai piedi della Dea mentre la donna teneva congiunte le mani in gesto di preghiera. All'arrivo di Aleksandar, la donna riaprì gli occhi.

«Il tuo lezzo è percettibile a miglia di distanza.» Esordì. «E così nemmeno tuo padre è riuscito a eliminarti dalla faccia di questa terra.»

«Di fronte al potere delle divinità anche il più abile degli strateghi non può nulla.»

Breanne sorrise. «Sei stato davvero abile, Aleksandar. Scommetto che è opera tua quanto è accaduto ai miei fantocci.»

La sua strategia stava procedendo a gonfie vele. Grazie a Laraine, le anime dei marinai rinchiusi nella scogliera delle sirene erano state liberate dallo specchio e avevano preso il controllo dei fantocci di Laraine. Il potere della strega era stato finalmente neutralizzato. L'esercito alleato aveva fatto così breccia a Benicassia spingendosi fino al cuore del regno: la capitale e il palazzo reale. Grazie ai fantocci animati, Aleksandar si era fatto largo nel palazzo reale alla ricerca di Breanne senza troppe difficoltà. 

«Ebbene si, è opera mia» rispose beffardo.

«L'uomo che ho sottovalutato più di tutti si è rivelato il più temibile. I miei complimenti, Aleksandar Vàlera. In fondo sei il degno erede di tuo padre.» Breanne si levò dall'inginocchiatoio e prese tra le mani la sfera.

«Arrenditi, Breanne. Sei stata braccata.»

«Ne sei davvero convinto?»

Un brivido percorse la schiena di Aleksandar. All'improvviso, si senti afferrare da qualcosa alle sue spalle, d'impeto si voltò trovandosi appresso una guardia fantoccio. Fece per divincolarsi, ma quest'ultima lo investì con tutto il suo peso rendendogli impossibile ogni movimento. Aleksandar cadde sulle ginocchia, immobile. 

«Maledetta strega.»

Breanne si umettò il labbro superiore, divertita. «Tutta la tua sicurezza ti ha fatto inevitabilmente abbassare la guardia.»

Ancora una volta si era ritrovato in balia della volontà di Breanne. Maledisse la sua stupidità. La Strega gli fu appresso e poso una mano su di lui. La fece scivolare sulla guancia come una dolce carezza. Gli alzò il mento e lo sguardo ambrato di Breanne si posò sul suo. S'irrigidì.

Lo attanagliò un senso d'impotenza. Desiderava che Alyssa fosse al suo fianco come mai prima d'ora, ma che cosa rappresentata lui per Alyssa? 

"Tu non sei tanto diverso da un oggetto per lei. Quando avrà raggiunto il suo scopo tu non sarai più necessario per lei" disse la voce della sua coscienza.

Le cose stavano davvero così?

All'improvviso, le gambe presero a tremare in modo convulso.

"Perché non riesco a reagire?"

"Perché hai una paura fottuta di morire un'altra volta

Breanne lo scrutò, imperturbabile. «È stato un errore da parte mia lasciarti agonizzante a terra e i miei sospetti divennero fondati quando di te non vi era più traccia al santuario del Villaggio di Tediana.» Si prese un momento per riflettere mentre osservava il viso di Aleksandar.

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